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Quali criteri se non il rispetto dei diritti umani per l'ammissione della Turchia?
- Subject: Quali criteri se non il rispetto dei diritti umani per l'ammissione della Turchia?
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft fuer bedrohte Voelker <info at gfbv.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 12 Oct 2004 03:12:44 +0100
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041011it.html
Turchia - UE
Quali criteri se non il rispetto dei diritti umani per l'ammissione della
Turchia?
Bolzano, 11 ottobre 2004
Lettera aperta a Eugenio Scalfari sull'ingresso della Turchia nell'UE (Il
Venerdì 8 ott. 2004, p. 11)
Egregio Signor Scalfari,
abbiamo letto con stupore la Sua posizione sull'ingresso della Turchia
nell'UE (Il Venerdì 8 ott. 2004, p. 11). Condividiamo la posizione come
tale - anche noi rifiutiamo al momento l'ingresso della Turchia nella UE -,
troviamo però incomplete e in parte poco fondate le motivazioni da Lei
elencate. Lei parla di "terrorismo curdo". Certo questo terrorismo esiste,
ma non è corretto citarlo senza ricordare pure il terrorismo di stato
turco, assai più cruento. La Turchia ha distrutto circa 4.000 villaggi
curdi in una guerra che ufficialmente voleva annientare il PKK, in verità
però andava massacrando la popolazione civile. Le piaghe di questa guerra
sono ancora aperte: i villaggi non sono stati ricostruiti, e milioni di
contadini curdi non possono tornare nelle proprie terre. Sono circa 2,5
milioni i profughi curdi che vivono in una miseria estrema nelle favelas
delle metropoli turche. Certo che il terrorismo curdo deve preoccupare, ma
deve preoccupare molto di più il terrorismo del governo turco: è innanzi
tutto questo regime che nella UE non può e non deve trovare posto.
La Turchia nella prassi non ha ancora tolto il divieto della lingua curda
collocandosi così fra gli stati a carattere fascista. Leyla Zana è stata in
prigione 10 anni per un discorso in lingua curda in Parlamento. Zana pochi
mesi fa è stata liberata, ma tanti altri personaggi curdi sono ancora in
prigione, rinchiusi in isolamento per la sola affermazione che la lingua e
cultura curda esistono e vanno tutelate. Certo, la Turchia classifica i
suoi detenuti politici come "separatisti" e "terroristi" - un giornalista
europeo però non deve fare sua questa logica dittatoriale. Sono circa 3.500
i prigionieri politici - condannati per "secessionismo", cioè per aver
parlato curdo o della lingua curda, per non aver accettato l'ideologia di
stato secondo la quale il curdo non ha da esistere. Certo il PKK ha
seminato morti, ma il confronto del terrore del PKK con quello cruento
dello stato turco non si pone nemmeno: l'esercito curdo ha fatto una
pulizia etnica con il silenzio dei governi occidentali e, ancora peggio,
con il rifornimento di armi. Non dimentichiamo come un Governo di
centrosinistra si sia inchinato davanti alla Turchia con la prospettiva di
vendere elicotteri da combattimento. La Sua motivazione dunque del
"terrorismo curdo" in fondo dà ragione alla politica turca con la sua
volontà di assimilazione di questo popolo a colpi di massacri.
Lei inoltre tira in ballo la religione - fatto che ci ha molto stupiti. La
UE non è una comunità cristiana, ma una comunità di stati laici. Se
eleviamo la religione a criterio per l'ingresso o meno nella UE, allora
percorriamo la stessa strada di stati a guida religiosa come l'Iran. Come è
possibile, ci chiediamo noi, che un'Europa così indifferente alla religione
e ai suoi valori - spesso i motivi religiosi vengono classificati come
disturbo - vada a sfruttare la religione come motivo per negare ad uno
stato l'ingresso nella UE? E che questa posizione venga per di più dalla
penna di liberali di sinistra? Siamo stupiti che lei sposi questa linea
adottata in Austria e Germania dalla politica di destra come la FPÖ e
peggio ancora.
E se innalzare la religione a criterio, cosa fare della Bosnia, paese
musulmano sì ma democraticamente molto più maturo della Serbia "cristiana"
che mise in atto un genocidio vergognoso in Bosnia - genocidio al quale la
nostra UE non si oppose ma al contrario incoraggiò con l'indifferenza
pressoché totale sul piano politico e con rifornimenti di armi alla Serbia
sul piano commerciale? Lei negherebbe l'ingresso nella UE alla Bosnia
perché musulmana e accetterebbe invece la Serbia perché cristiana, o
accetterebbe pure la Croazia perché cattolica benché faccia erigere
monumenti ai fascisti del passato (gli Ustascia) e glorifichi quelli del
presente. La Croazia vede come eroi i responsabili della pulizia etnica e
dei crimini di guerra in Bosnia e nella Krajna. Non dimentichiamo che il
bellissimo ponte di Mostar, simbolo della Bosnia multiculturale, è stato
distrutto dai Croati e che questo stato si rifiuta di estradare i criminali
di guerra all'Aia.
La religione non può essere il criterio, lo devono invece essere i diritti
umani! Che uno stato sia cristiano o musulmano non dice niente sulla sua
civiltà e sul rispetto dei diritti umani. La Germania, scrive lei, non
accetterebbe mai l'ingresso della Turchia nell'UE. E invece è proprio il
governo tedesco con il cancelliere Schröder che dà il sostegno completo
alla Turchia - dei diritti umani se ne infischia altamente, come lo fa con
i suoi rapporti privilegiati con Vladimir Putin, responsabile del genocidio
in atto in Cecenia. Se non eleviamo i diritti umani a criterio, si potranno
ripetere gli orrori del passato, dove Serbia e Croazia cristiane
massacrarono la Bosnia musulmana e l'Europa cristiana aiutò i criminali e
non le vittime.
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Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040906it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040426it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040421ait.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040223it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040121it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030902it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030901it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030808bit.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030722it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-1/030228it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/021105it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/021024it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-2/020611it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-2/020823it.html |
www.gfbv.it/3dossier/kurdi/indexkur.html |
www.gfbv.it/3dossier/kurdi/ihd.html | www.gfbv.it/3dossier/kurdi/kurtur-it.html
* www: www.unhcr.ch | www.iccnow.org | www.komkar.org |
www.ihd.org.tr/eindex.html