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LETTERA AI VESCOVI ITALIANI



LETTERA AI VESCOVI ITALIANI
sulla pace, sul degrado istituzionale e sulla sopravvivenza dell'umanità e
del pianeta.

La lettera è nata all'interno del gruppo "Cronaca e Parola di Dio" che si
riunisce mensilmente presso la sede dell'Associazione "Beati i costruttori
di pace" a Padova.

Questo è il testo spedito ai vescovi italiani con le prime firme, dopo aver
cercato di recepire tutte le osservazioni e le indicazioni pervenute.
Se altri si riconoscono in esso possono comunicarlo direttamente ai vescovi
o alla segreteria: beati@libero.it

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LETTERA AI VESCOVI ITALIANI

Carissimi fratelli Vescovi,

stiamo ripercorrendo in questi giorni le vicende delle prime comunita' 
cristiane raccontate negli Atti degli Apostoli: l'annuncio del Risorto e 
della fede, anche fuori dal mondo giudaico, costituiva motivo di 
persecuzione dall'esterno e di acceso confronto all'interno della Chiesa.
Incoraggiati da Gesu' che ci da' la sua pace "non come la da' il mondo" e 
da Paolo e Barnaba che "si opponevano risolutamente e discutevano 
animatamente" (Atti 15, 2) ci rivolgiamo a voi con franchezza, senza 
mediazioni diplomatiche, con un linguaggio semplice e fraterno, animati 
principalmente dal desiderio di essere con voi una Chiesa che sia segno di 
contraddizione e di speranza per le donne e gli uomini del nostro tempo.

Gia' molti, da mesi, hanno cercato di sollecitarvi ad uscire dal silenzio, 
non come singoli vescovi, ma come Conferenza Episcopale Italiana, su 
problemi che toccano il nostro modo di esprimere la fede. Il vostro 
silenzio in questi momenti di grande sofferenza ci inquieta e ci 
scandalizza. C'e' una grande attesa, anche da parte di chi si dice non 
credente, di una vostra comunicazione comunitaria. Siete invitati ad uscire 
dalla latitanza sulle questioni vitali per il nostro tempo anche, se per 
arrivare a questo, dovete affrontare i conflitti esistenti tra voi.
Noi siamo convinti che nella Chiesa, in tutte le sue articolazioni, il 
servizio primo alla verita' oggi sia riconoscere e affrontare i conflitti. 
Qualcuno ha detto che in Italia la Chiesa rischia di trovarsi in una 
situazione di "anarchia scismatica": ognuno di fatto agisce per proprio 
conto. Anche voi, come avviene nel mondo politico, correte il rischio di 
non essere rappresentativi delle comunita' ecclesiali.
Per questo non ci rassegniamo alla Chiesa dei mormoranti, ma ci rivolgiamo 
a voi con schiettezza, confidenza e fiducia, come voce che si aggiunge agli 
altri appelli, fatti da persone anche piu' autorevoli di noi.
Noi non vi diciamo che le cose stanno come noi vi scriviamo, ma 
semplicemente vi comunichiamo come le recepiamo.

Il primo punto riguarda la pace, costitutiva della comunita' del Risorto, 
quindi della Chiesa.
Non riusciamo a comprendere a nome di chi intervenite, se a titolo 
personale o come Conferenza Episcopale, ne' a chi fate riferimento con le 
vostre dichiarazioni: se al Vangelo, al magistero ecclesiastico, al Diritto 
internazionale, alla convenienza diplomatica o ad una vostra convinzione 
personale. Sulla pace e la nonviolenza sentiamo forte, non solo la 
differenza, ma la discrepanza e  l'enorme distanza quantitativa e 
qualitativa tra i pronunciamenti del Papa e quelli della CEI, tra le prese 
di posizione dell'Osservatore Romano e quelle di Avvenire.
In particolare siamo molto preoccupati anche della vostra posizione nella 
attuale fase di occupazione militare in Iraq, senza marginalizzare le altre 
guerre dimenticate. Come cristiani non siamo mandati ne' ad uccidere, ne' a 
salvaguardare gli interessi con la forza, ne' a confrontarci con fermezza 
con i fratelli musulmani. Dovremmo semplicemente opporci ad ogni violenza, 
anche occidentale, e offrire la nostra disponibilita' di amore e di 
servizio ai popoli.
Ci sembra di essere di fronte al rovesciamento della concezione di pace 
annunciata da Chi e' morto per rendere visibile l'amore di Dio per tutti, 
perfino per i crocifissori.
A volte alcune vostre affermazioni non sono giustificabili nemmeno in 
rapporto al Diritto internazionale.
Sono molti oggi ad attendere in positivo dagli uomini di fede di tutte le 
religioni quella novita' e quella spinta per la pace, con la scelta chiara 
della nonviolenza, che riesce impossibile oggi all'organizzazione degli 
Stati. La strumentalizzazione politica della religione per fare scelte di 
guerra e' la causa principale della costruzione del fondamentalismo 
religioso nel mondo.
Certe scelte di appoggio alle operazioni militari fuori dal Diritto 
internazionale non favoriscono lo scontro fondamentalista? Come Chiesa 
dovremmo annunciare il perdono, chiedendolo per primi; altrimenti che senso 
avrebbe avuto la richiesta di perdono durante il Giubileo? In questi 
momenti drammatici abbiamo bisogno di coraggiose scelte ecumeniche, di 
iniziative interreligiose e una diffusa pratica del digiuno.

Il secondo punto riguarda il vostro silenzio sul degrado istituzionale in 
atto in Italia, con grave rischio sia della democrazia, che del patto 
solidaristico sancito nella Costituzione.
Stiamo assistendo allo scontro tra le istituzioni dello Stato, in 
particolare al tentativo di interferire sui compiti costituzionali della 
Magistratura, alla occupazione di interi settori vitali per la democrazia 
come l'informazione, alla emanazione di leggi per uso privato o a favore di 
un parte di societa' o, peggio, per premiare chi "delinque".
Il mancato rispetto della legalita' non colpisce soltanto la vita politica 
ma e' fortemente diseducativo per le giovani generazioni.
Stiamo assistendo alla demolizione sistematica dello stato sociale (non 
c'e' settore della societa': scuola, sanita', servizi sociali, lavoro che 
non sia in fibrillazione) per arrivare ad una privatizzazione dell'economia 
che ridurra' i diritti per tutti, penalizzera' e creera' piu' poveri ed 
emarginati con grandi disequilibri sociali.
Particolarmente iniqua e discriminatoria nell'impianto giuridico, e 
specialmente nella sua attuazione pratica, e' la cosiddetta "Bossi-Fini", 
la legge sull'immigrazione.
In tutto questo, che significato ha la scelta di perseguire con tanta 
tenacia tutti i vantaggi per la scuola privata cattolica e per un 
ordinamento anomalo per gli insegnanti di religione? A quale principio 
pastorale e a quale concezione di Chiesa si ispira tale scelta: Chiesa 
perseguitata che difende i propri diritti? Chiesa in concorrenza con la 
societa' civile? Chiesa che prepara la classe dirigente di domani? Chiesa a 
servizio dei piu' svantaggiati?...principio di solidarieta'?, di 
sussidiarieta'?, affermazione di identita' cristiana?
Non pensate che questa scelta prepari, a breve scadenza, la costituzione di 
scuole islamiche private in Italia? E cosi' saranno resi molto piu' 
difficili l'interazione e il dialogo fra le diverse culture. La complessiva 
privatizzazione della scuola gia' da ora, penalizza i socialmente e 
psichicamente piu' deboli.
In molti pensiamo che con questa scelta la Chiesa ha venduto la sua 
primogenitura (la sua missione profetica nella societa') per un "piatto di 
lenticchie"!

Il terzo punto riguarda i problemi relativi alla sopravvivenza 
dell'umanita' e del pianeta. Sono i problemi che assillano quotidianamente 
la maggior parte dell'umanita' e sono legati agli elementi essenziali: 
acqua, aria, terra. Non siamo Chiesa solo "italiana", siamo Chiesa 
"cattolica", cioe' universale.
Siamo molto preoccupati per come si sta affrontando la questione degli Ogm.
Sulla linea dell'anno giubilare, quando si e' affrontato il problema del 
debito estero e di nuovi stili di vita, chiediamo a voi di approfondire 
anche i problemi del debito ecologico e dello sviluppo equo ed 
eco-compatibile. Che bello sarebbe se la Chiesa, prendendo sul serio come 
orizzonte pastorale "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce 
degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono" 
(Conc. Vat. II), aprisse le porte al coinvolgimento di tutte le 
associazioni e i movimenti impegnati su queste tematiche per la costruzione 
della nuova Europa e per un mondo fondato sul primato non degli interessi, 
ma dei diritti! Abbiamo tanta voglia di camminare insieme.

Vi salutiamo con grande riconoscenza e grande speranza e vi auguriamo un 
proficuo lavoro.

Prime firme:
don Albino Bizzotto, don Fernando Fiscon, don Attilio  De Battisti, don 
Giorgio De Checchi, don Achille Rossi, don Marco Girardi, don Giacomo 
Tolot, don Antonio Ruccia, don Federico Bollettin, don Mario Vanin, don 
Antonio Di Lalla, don Michele Tartaglia, don Romeo Penon, don Lidio 
Foffano, don Franco D'Onofrio, don Luigi Bortignon, don Corrado Vitali, fra 
Valentino Incampo, fra Salvatore Mancino, p. Renzo Busana, don Adriano 
Seracchi, don Bruno Ambrosiani, p. Giuseppe De Carlo, sr. Chiara Carraro, 
Angelo Zambon, Lino Baruffaldi, Elvio Beraldin, Fabio Beraldin, Luciano 
Faggion, Francesco Fassanelli, Carmine Stillavato, Giuliano Frattin, Guido 
Bolis, Domenico Polato, Matteo Polato, Giuseppe Ferrati, Mario Bassini, 
Antonio Boffo, Andrea Beni, Riccardo Astolfo, Michele Pedron, Tiziano 
Pedron, Massimo Moro, Ruggero Valpiana, Fernando Saccardo, Sergio Magi, 
Alessandro Magi, Ines Simonato, Paolo Pierobon, Davide Pierobon, Lorenzo 
Ortolan, Vittorio Martini, Giuseppe Borgatello, Dante Ferrara, Diego 
Florian, Camillo Parolini, Bruno Toniato, Sandro Mantovan, Andrea 
Biglietti, Paolo Talami, Federico Sbrissa, Vanna Ceretta, Sandra Zemignan, 
Gianna Beraldin, Laura Faggion, Letizia Paterlini, Maria Rosa Pignatto, 
Gabriella Castellan, Carmen Cestonaro, Mariagrazia Panozzo, Carla Lenoci, 
Franca Gottardello, Enrica Mapelli, Dominga Boffo, Flavia Boffo, Annalisa 
Vidotto, Valeria Valpiana, Caterina Tono, Giovanna Tono, Marina Feltresi, 
Tiziana Feltresi, Valentina Chiesuro, Iole Saccuman, Luisa Zanon, Ilaria 
Magi, Antonella Dirubba, Cristina Piva, Giuliana Pettenello, Caterina 
Buggio, Paola Norbiato, M.Giovanna Tarallo, M.Grazia Luderin, Marisa 
Contarato, Caterina Martini, Giusy Baioni, Annarosa Bezzon, Paola 
Pettenazzo, Paola Gallana, Comunita' cristiana Altichiero PD, Saida 
Puppoli, Paolo Maracani, Fernanda Nardo, Rinella  Stramazzo, Carlo Panfilo, 
Marco Zinno, Laura De Nobili, Maria Laura Miola, Elda  De Nobili, Lorenza 
Annoni, Roberto Pasquato, Ida Di Bartolomeo, Giuseppe Ferrato, Francesca 
Pasquato, Chiara Pasquato, Marina Brusemini, Elena Carlet, Riccardo 
Ferrato, Claudio Sanzani, Marta Biasioli, Elisabetta Ravagnan, Flavia 
Nardo, Anna Nicoletto, Antonio Bernardi, Luciana Sandon, Diana Norbiato, 
Paolo Marchetto, Egidio Bizzotto, Donata Nichele, Lucia Faggion, Lisa 
Pelletti Clark, Mario Zilli, Celestino Andreoni, Natalino Nicoletto, Anna 
Rosa Lazzaro, Anna Maria Zannantoni, Luigi Boaretto, Ermelinda Marchesan, 
Antonio Quarta, Giorgio Morandini, Anna Bello, Mariassunta Piccinni, Anna 
Maria Ciatto, Anna Marisa Guariso, Alessandra Sattanino, Anna Maria 
Tormene, Gianni Ballestrin, Giovanni De Rossi, Leda Martin, Carmen Fiorella 
Stocco, Claudia Bettiol, Emanuele Cenghiaro, Giancarlo Maretto, Lidia 
Zanocco, Patrizia Basso, Paolo Finozzi, Donato Giorgio, Andrea Minardi, 
Carlo Arnaghi, Giorgio Salvioni, Francesco Ravanello, Oreste Volpatto, 
Giulia Grezzi, Tenda per la Pace e i Diritti - Monfalcone, Franco Rigon, 
Nadia Martinello, Luca Rigon, Elisa Rigon, Annida Bortoletti, Matteo 
Crivellaro, Giuseppina Catalano, Ileana Castelli, Concetta Centonze.
Don Nicola Pietrantonio, don Giovanni D'Addario, don Silvano Piccoli, don 
Timoteo Limongi, don Alberto Bruzzolo, Lina Carpanese, Paolo Bellini, 
Lorena Trabattoni, Margherita Guglielmi, Pierpaolo Barbiero, Gianpaolo 
Peccolo, Annalisa Manzoni, Francesca Marangoni, Patrizia Cibin, Cristiano 
Rodighiero, Franca Bimbi, Teresa De Michele.

Padova, 15.05.04




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