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Legge Gasparri, la maggioranza da' uno schiaffo a Ciampi
- Subject: Legge Gasparri, la maggioranza da' uno schiaffo a Ciampi
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Thu, 22 Jan 2004 15:29:32 +0100
Fonte: http://www.unita.it
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=32274
21.01.2004
Legge Gasparri, la maggioranza da' uno schiaffo a Ciampi
di Natalia Lombardo
"La maggioranza non ha ascoltato il messaggio di Ciampi, ha ascoltato
quello di Confalonieri". Lo slogan coniato dal diessino Giulietti da' il
senso della decisione che il centrodestra, compatto, ha preso ieri in aula
alla Camera sulla Legge Gasparri. Approvato con 105 voti di scarto quello
che era stato deciso dalla Cdl nelle commissioni: rivedere solo sette
articoli anziche' tutto il ddl, come ha chiesto tutta l'opposizione. E le
telepromozioni restano fuori dal conteggio totale degli spot. "Decisione
sconcertante", commentano gli editori della Fieg, "quello della pubblicita'
e' una dei tre punti affrontati dal messaggio del Capo dello Stato", per
evitare "l'inaridimento" di una risorsa vitale per la stampa. Ma per il
relatore Paolo Romani, FI, Ciampi non parla di "affollamento pubblicitario,
ma della raccolta degli spot", il Sic (il sistema integrato delle
comunicazioni). E in serata e' andato a Palazzo Grazioli a portare il bel
risultato al premier ricomparso.
L'aula ha votato alle 14,30, il testo ritorna in commissione, e subito
Romani si e' detto sicuro di "chiudere anche domattina". Un "blitz" che
l'opposizione ha fermato con l'ostruzionismo sulle tariffe postali
sull'editoria, facendo slittare i tempi. Una capigruppo d'urgenza ha deciso
il ritorno in aula della Gasparri giovedi' 29, anziche' lunedi' 26.
Pur essendo sempre sul filo della rottura, sulla legge piu' cara a
Berlusconi insieme ai vari Lodi la maggioranza fa muro. E anche i
"malumori" espressi tuttora dall'Udc, si sono dissolti. La seduta di ieri a
Montecitorio e' stata concessa all'opposizione dal presidente della Camera,
Pieferdinando Casini, perche' fosse l'aula, e non le commissioni, a
limitare i punti da riesaminare. Casini pero' ha rimandato la scelta alla
maggioranza. Una scelta che, secondo Monaco, della Margherita, "mortifica
le prerogative del Parlamento". Tanto che il diessino Soda ha abbandonato
la seduta per protesta.
In totale saranno ritoccati 11 articoli, fra questi il 2 e il 15 sul Sic
(ma senza il comma 7 sulle telepromozioni); il 25 sulla transizione fra
analogico e digitale, con i poteri dell'Authority; il 28, che abroga gli
attuali limiti antitrust (rivisti nel Sic, paniere ancora troppo ampio, per
l'opposizione); altri punti riguardano il decreto 198 dichiarato
incostituzionale. Saranno riviste le date ormai superate, (rilievo fatto
dall'opposizione), compresa quella della scadenza del Cda Rai il 28
febbraio. E il rischio di abolizione della Commissione di Vigilanza, che ha
allarmato il presidente Petruccioli, sara' risolto a legge approvata,
assicura Romani. La Cdl e' orientata ad approvare la Gasparri Bis prima di
convertire in legge il decreto "salva Rete4", salvandola comunque
dall'invio sul satellite con l'escamotage del digitale. Gasparri e'
soddisfatto: "È una decisione della Camera, stiamo dando risposte chiare al
messaggio di Ciampi, il Sic sara' ridotto del 20, 25%". Ma la sua legge
"rischia di essere bocciata dalla Consulta", prevede Carra, della Margherita.
L'opposizione ha chiesto che venisse rivista tutta la legge, secondo le
indicazioni del Quirinale. Persino Mancuso, ex FI si prende un applauso dal
centrosinistra: non rivotare tutta la legge e' uno sgarbo verso Ciampi.
Violante, capogruppo Ds, ne fa un problema politico: "L'idea che la
maggioranza possa fare tutto, e che il sistema costituzionale sia elastico,
piegabile agli interessi e ai desideri della maggioranza a seconda dei
casi, sta crollando". Ma non ascoltare ne' l'opposizione, ne' le
istituzioni di garanzia, "crea una instabilita' del sistema politico". E la
legge "strozza la carta stampata".
"È un clamoroso aggiramento delle indicazioni di Ciampi", commenta Paolo
Serventi Longhi, segretario della Federazione della Stampa, con le
telepromozioni fuori dal tetto di spot "la ripartizione della torta sara'
sempre piu' sbilanciata a favore di Mediaset, con danni agli altri media e
alla carta stampata". I criteri di nomina del Cda Rai restano tali, quindi
"sara' controllato dal governo". "La gentile concessione sulle
telepromozioni, autorizzate per Mediaset e non per la Rai", nota Gentiloni
(Dl), "vale circa 700 mliardi di vecchie lire al gruppo di proprieta' del
premier", ma "un lifting non bastera' a rendere costituzionalmente
accettabile la legge Gasparri".
Gli editori protestano: "La maggioranza parlamentare, da un lato, ha
dichiarato di volersi attenere alle indicazioni del Capo dello Stato, e
dall'altro ha rifiutato che la norma sulle telepromozioni potesse essere
inserita tra quelle delle quali si potra' discutere. La contraddizione e'
evidente, come lo e' la negazione della affermata "logica di sistema" visto
che l'unico sistema del quale ci si preoccupa e' quello televisivo". La
Fieg confida nel dibattito in aula, ma Gasparri esclude cambiamenti:
"Capisco gli editori, ma si rispettano le direttive europee "Tv senza
Frontiere". Ma in Europa i "siparietti" dei divi che reclamizzano materassi
non esistono... L'opposizione dara' battaglia dentro e fuori del
Parlamento: il 30 all'Auditorium di Roma si terranno gli "Stati generali
dell'informazione".