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Fw: da Montevideo




----- Original Message ----- 
From: "Gennaro di Latidoamericano" <gennaro@latidoamericano.org>
To: <latina@peacelink.it>
Sent: Monday, December 08, 2003 7:05 PM
Subject: da Montevideo


> Cari amici,
>
> scrivo da una Montevideo in festa per il trionfo del referendum contro la
> privatizzazione della petrolifera ANCAP. E' il secondo grande trionfo dopo
> quello del '92 che fermò tutta la politica di svendita dei beni dello
> stato, un caso quasi unico al mondo. Questo paese è differente. Luce,
> acqua, gas, telefoni, sono e resteranno di tutti gli uruguayani e non di
> una multinazionale straniera. Un'ampia maggioranza (addirittura il 62%
> ieri) pensa da sempre che la proprietà pubblica di un bene sia la miglior
> garanzia perché questo bene risulti efficiente e disponibile al miglior
> prezzo e per il benessere di tutta la società.
>
> Qui gli argomenti neoliberali, che nel resto del mondo si applicano come
> dogmi di fede, sono ridicolizzati da un popolo che si prende il diritto di
> discutere di economia e ragiona senza schemi mentali né fedeltà
> automatiche. Mi diverto spezzo a stuzzicare, giornalisti, accademici,
> politici, semplici amici: "ma dai, non è un tabù privatizzare i telefoni".
> Io scherzo, loro no. Sembra un sogno, e sarebbe ora che dall'Europa si
> ricominci a guardare alla coscienza di popoli come questo. Hanno solo da
> insegnarci.
>
> Contemporaneamente un giudice, per la prima volta in questo paese (che è
> anche il paese dell'impunità totale), è così incosciente da pretendere di
> interrogare dei torturatori che come risposta si acquartierano nelle
> caserme. Non sono rumori di sciabole, è debolezza, come quella del
governo,
> che può solo chiedere "perfavore" al potere giudiziario di fermarsi.
>
> Così è cominciata la campagna elettorale che il prossimo ottobre con ogni
> probabilità porterà al governo il Frente Amplio. Ed è un Frente che
> arriverà al governo con degli equilibri interni spostati di molto a
> sinistra rispetto a quando nel 1999 si fermò al 46% dei voti. Anche in un
> fatto politico come questo, molte sarebbero le lezioni per l'Europa dove
> tutti sanno correre solo verso il centro.
>
> Tabaré Vázquez sarà presidente, e la congiuntura regionale, con Lula,
> Nestor Kirchner, Hugo Chávez e probabilmente Evo Morales, fa sì che tutto
> questo continente non risponda più agli ordini del Fondo e di Washington.
>
> Un servo sciocco come il centrosinistro cileno Ricardo Lagos, che dopo
aver
> concesso di tutto sull'altare del "Trattato di libero commercio" con gli
> Stati Uniti, che entra in vigore dal primo gennaio, protesta oggi perché
si
> rende conto che gli alunni discoli e non lui, l'alunno modello, otterranno
> condizioni radicalmente migliori.
>
> Contemporaneamente, dall'altra parte del fiume, una notizia praticamente
> censurata da tutta la stampa europea, sconvolge. Fonti britanniche hanno
> ammesso ufficialmente che durante la guerra delle Malvinas avevano al
> seguito un arsenale atomico pronto all'uso. Ma "non pensavamo di usarlo",
> dicono. Margareth Thatcher, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe
> trasformato Buenos Aires in una nuova Hiroshima?
>
> Ciò in un conflitto a 15.000 km da Londra, senza la benché minima
> implicazione in termini di rischio per il territorio nazionale. Perfino
per
> due scogli vicini al Polo Sud la luminosa democrazia britannica era
> predisposta ad usare l'arma atomica. E' un dato che riscrive radicalmente
> la storia di quel conflitto. E impone, purtroppo, domande tabù: quanto è
> sicuro il mondo del quasi monopolio nucleare occidentale? Quale percezione
> della propria sicurezza atomica debbono avere oggi un argentino, un
> brasiliano, ma anche un iraniano o un egiziano o un vietnamita? Le
> ammissioni britanniche sono anche una minaccia al presente verso un
> continente che si sta saldando politicamente? In che tipo di conflitti
sono
> disposti a minacciare l'uso di armi atomiche?
>
> L'irresponsabilità britannica apre le porte ad un'anarchia nucleare dalle
> conseguenze gravissime ed anche la quasi censura europea dovrebbe far
> pensare, molto.
>
> Un abrazo celeste
>
> Gennaro
>
>
>
> --
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