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Antibufala: l'Italia compra armi chimiche




__[IxT]20031112-112. Antibufala: l'Italia compra armi chimiche__

Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di 
wvdb e silvana.migl****.

E' triste vedere che al sacrificio degli italiani in missione di pace morti 
questa mattina nell'attentato di Nassiriya, in Iraq, fa da contrasto 
l'incoscienza irresponsabile di chi diffonde dai giornali accuse demenziali 
come quella che l'Italia starebbe acquistando armi chimiche.

Infatto è proprio questo che si dice nel lungo appello che circola in Rete: 
l'Italia avrebbe approvato l'acquisto di un lungo elenco di "agenti 
biologici e sostanze radioattive" da usare a scopo bellico. Le fonti citate 
dall'appello sono un articolo di Jacopo Fo e uno di G. Lannes di Repubblica.

L'articolo di Fo citato dall'appello è tuttora disponibile presso

http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1909

e afferma che "La Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003 rende 
noto che il governo ha approvato l'acquisto di "agenti biologici e sostanze 
radioattive adattati per essere utilizzati in guerra per produrre danni 
alle popolazioni o agli animali, per degradare materiali o danneggiare le 
culture o l'ambiente, ed agenti di guerra chimica."

L'articolo di Fo e l'appello citano un "articolo apparso su D di Repubblica 
(18 ottobre pag. 34)" a firma di G. Lannes che spiega i dettagli del caso. 
C'è anche un'interrogazione parlamentare in proposito promossa da Paolo 
Cento dei Verdi. Secondo Disinformazione.it

http://www.disinformazione.it/orange.htm

un articolo di analogo contenuto sarebbe stato pubblicato dal Manifesto del 
26 luglio 2003.

E' davvero un peccato che questi signori non sappiano usare Internet e 
forse abbiano seri problemi con la comprensione dell'italiano. Oppure hanno 
letto quello che volevano leggere. Perché se si fossero presi la briga di 
andare in Rete per leggere e capire prima di aprir bocca, avrebbero notato 
che la Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003 citata dall'appello 
non pubblica affatto un elenco di armi chimiche e radioattive da 
acquistare, ma un elenco di armi da includere fra quelle soggette a 
restrizioni di esportazione, importazione e transito, operazioni 
"regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione 
repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle 
controversie internazionali".

In altre parole, non è una lista della spesa: è una lista di restrizioni. 
Da nessuna parte si autorizza l'acquisto come affermato irresponsabilmente 
dall'appello e dai giornalisti che l'hanno raccolto e pubblicato, come al 
solito, senza controllarne minimamente l'esattezza. Eppure bastava usare 
Internet per verificare come stanno le cose.

Cominciamo con la Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003, 
reperibile online ad esempio presso

http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/gazzetta171.htm

La disposizione alla quale fa riferimento l'appello è il decreto 13 giugno 
2003, intitolato "Approvazione del nuovo elenco dei materiali d'armamento 
da comprendere nelle categorie previste dall'articolo 2, comma 2, della 
legge 9 luglio 1990, n. 185", il cui testo è disponibile presso

http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/8.htm

Questo decreto, in sostanza, aggiorna un elenco di armi e sostanze chimiche 
e radioattive citato dalla legge 9/7/1990 n. 185 all'articolo 2 comma 2. 
L'elenco aggiornato è disponibile presso

http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/supplemento/supplemento119.zip

Ma a cosa serve quest'elenco? Non certo a specificare quali armi 
acquistare. Infatti l'elenco serve alla legge 9/7/1990 n. 185, pubblicata 
nella Gazzetta Ufficiale del 14 luglio 1990, n. 163, il cui testo è 
disponibile presso

http://italy.peacelink.org/disarmo/docs/28-149_185.txt

Non ho trovato fonti più istituzionali perché l'archivio online del Senato 
si ferma al 1996.

La legge 185 è intitolata "Nuove norme sul controllo dell'esportazione, 
importazione e transito dei materiali di armamento". Da nessuna parte si 
parla di "acquisto". L'affermazione che la legge approva l'acquisto è una 
irresponsabile invenzione giornalistica.

La legge 185 ha, fra le sue disposizioni generali, questo comma:

"1. L'esportazione, l'importazione e il transito di materiale di armamento 
nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere 
conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni 
vengono regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione 
repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle 
controversie internazionali."

Anche il comma 7 rende chiaro il fine di questa legge e rende impossibile 
il supposto acquisto delle armi citate:

"7. Sono vietate la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione ed il 
transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca 
preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia. 
Il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente 
progettate per la costruzione delle suddette armi nonché a quelle idonee 
alla manipolazione dell'uomo edella biosfera a fini militari."

L'articolo 2 comma 2 richiamato dal decreto 13 giugno 2003 è semplicemente 
un elenco dei materiali d'armamento regolamentati -- non da acquistare -- e 
la cui esportazione, importazione e transito appunto "devono essere 
conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia" e sono regolamentati 
dallo Stato "secondo i princìpi della Costituzione repubblicana che ripudia 
la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali."

Il decreto 13/7/2003 non fa altro che aggiornare quest'elenco, che non 
dispone affatto l'acquisto di alcunché.

L'appello è insomma al di là di ogni dubbio una bufala, e pertanto non va 
assolutamente diffuso.

A quanto mi risulta, nessuna delle testate giornalistiche o dei 
parlamentari coinvolti ha pubblicato una rettifica.

Ciao da Paolo.
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(C) 2003 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
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Paolo Attivissimo         Traduttore tecnico, divulgatore informatico
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