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lettera di protesta




Milano, 12 novembre 2003

Comitato Genitori Vittime Arruolate nelle Forze  Armate

LETTERA APERTA AI SORDI DI REGIME.

Quello che temevamo č successo! I nostri soldati in missione di pace sono 
stati colpiti.
Da mesi occupiamo il nostro tempo, il nostro sonno e il nostro denaro nel 
tentativo di farci ascoltare. Di attirare l'attenzione delle nostre 
Istituzioni, dei Mass-Media e dei falsi predicatori camuffati da showman ed 
anchorman e da sindacalisti nazionali e provinciali troppo occupati per 
interessarsi di un tema che da anni produce in Italia un numero elevatissimo 
di morti nell'adempimento del Loro dovere al servizio della Patria. Uomini 
che nessuno tutela: i soldati. Lavoratori in divisa e futuri e potenziali 
lavoratori civili, ergo: esseri umani.
Ci riferiamo a Carabinieri, Poliziotti, Finanzieri e Militari di leva, 
volontari e di carriera.
Ma č come parlare al vento. 
Lo abbiamo fatto come semplici cittadini e come genitori di un militare caduto 
in servizio.
Lo abbiamo scritto all'attuale Presidente della Repubblica prof. C.A.Ciampi, 
al Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi, al Ministro della Difesa 
on. Antonio Martino senza ottenere mai alcuna risposta.
Lo abbiamo dibattuto con i Presidenti della Commissione Difesa on. Luigi 
Ramponi e con vari altri componenti di detta Commissione senza esito. 
Abbiamo espresso anche il nostro dissenso sull'invio in Medio Oriente 
(Afghanistan ed Iraq) di contingenti italiani in zone di guerra, specie senza 
l'egida delle Nazioni Unite. Come da lettera allegata inviata in data 6 ott. 
2002 al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa.
Abbiamo espresso il nostro dissenso che queste truppe venissero inviate in 
zone d'operazione senza una adeguata preparazione (vedi gli alpini in 
Afghanistan) ma soprattutto senza prima aver provveduto ad approvare una 
Proposta di Legge Unificata: la Ramponi- Ruzzante per un equo risarcimento in 
caso di morte in servizio; non per il vil denaro (75 mila euro) ma per il 
riconoscimento della Loro dignitą di esseri umani e non solo di mera "carne 
da cannone a basso costo" Infatti attualmente solo per i caduti in servizio 
di leva č previsto un risarcimento di circa 25mila euro (50 milioni di 
vecchie lire) e nulla per i volontari ed i sottufficiali (Caporali, Sergenti 
Marescialli).
A tutti questi silenzi, particolarmente di quei conduttori televisivi che si 
spacciano per grandi umanisti o dir si voglia, in quanto trattasi di temi non 
di attualitą, oggi 12 novembre a soli otto giorni da quel 4 novembre in cui 
si sono commemorati i Caduti di tutte le guerre senza che nessuno ne abbia 
spiegati il vero valore del Loro sacrificio: tutti i programmi serali hanno 
aperto il loro palcoscenico strappandosi i capelli e le vesti per una 
tragedia annunciata ma vergognosamente ignorata.
In questo nostro 11 settembre italiano, solo noi genitori di militari caduti 
in servizio Istituzionale in tempo di pace, abbiamo pianto nel silenzio delle 
nostre case senza dare spettacolo, pensando a tutte quelle famiglie che da 
domani soffriranno come noi e che spente le luci dei riflettori saranno 
dimenticate come lo fummo noi ed altri 20mila negli ultimi 20 anni. 
A quando un pubblico dibattito su temi: giustizia militare, tutela e 
risarcimenti?  


Comitato Genitori Vittime Arruolate nelle Forze  Armate
ANGELO GARRO   e  ANNA CREMONA 
Via Castel Morrone  5 - 20129  Milano
Telefax 02.7389527  Cell.338.9351886
E:mail: angelogarro@libero.it



Allegato:
Lettera inviata il 6/10/2002 al Presidente del Consiglio 

Al Presidente Del Consiglio
On. Silvio Berlusconi  
Fax 06.6779.3543

Al Ministro Della Difesa
On. Antonio Martino
Fax 06.486721

Al Ministro Dell'Economia e Finanze
On. Giulio Tremonti
Fax 06.4743.449

Con l'avvicinarsi della fatidica ed ormai prossima data dell'invio di truppe 
italiane in Afghanistan e/o in Iraq, che sicuramente causeranno nuovi e gravi 
lutti fra la nostra gente, il Comitato Genitori di militari caduti in tempo 
di pace, che solo dieci giorni or sono (martedi' 24 e mercoledi' 25 settembre 
u.s.) manifestarono ignorati e inascoltati sulla P.zza Montecitorio per due 
giorni e una notte, attuando anche un inutile sciopero della fame, avendo 
sperato come da  preventiva richiesta datata 9 settembre u.s. in un incontro 
con le Loro Signorie; incontro richiesto ma non concesso e di cui ne 
rinnoviamo la richiesta, confermano la loro opposizione ad un intervento 
armato di nostri soldati su fronti di guerra,  non per motivazioni 
partitiche, ma perche' consapevoli che altri lutti colpiranno famiglie di 
nostri connazionali, i quali familiari al pari nostro verranno subito dopo 
abbandonati, soli al loro destino.

Cogliamo pertanto l'occasione per sottolineare che in caso di morte in 
servizio di un militare volontario o sottufficiale a tutt'oggi lo Stato 
italiano non ne "riconosce" il sacrificio negandogli qualsiasi equo 
risarcimento (ne' pensione perche' legata al reddito familiare stabilito in 
9mila euro circa annui), come stabilisce l'attuale normativa vigente; vedere 
legge 308/91, di cui da tempo chiediamo una modifica, richiesta recepita e 
della quale e' da tempo pronta una Proposta Unificata degli onorevoli Ramponi 
di A.N. Presidente della Commissione Difesa e Ruzzante dei D.S. componente  
stessa Commissione; denominata C.1649 e C.1752 "norme i favore di militari di 
leva, volontari e di carriera infortunati o caduti durante il periodo di 
servizio" arenatasi sine-die, presso la Commissione Bilancio a causa della 
richiesta di una relazione tecnica rimasta incompiuta.

Il Comitato Genitori di Vittime Arruolate nelle Forze Armate caduti in tempo 
di pace, ponendosi per le ragioni su esposte, contro la guerra, partecipera' 
sulle piazze a tutte quelle manifestazioni che serviranno o potrebbero 
servire ad impedire sia la guerra  che all'invio di nostri soldati, in 
particolare di Alpini; Corpi costituiti solo a scopo di difesa dei Sacri 
confini della Patria, anche se in altre sciagurate occasioni furono gia' 
state usate per scopi di offesa ed espansionistici di conquista come in 
Russia, in Africa, in Albania e in Grecia.

Sempre in attesa di un gradito riscontro, inviamo rispettosi e distinti 
saluti.

Per il Comitato
Angelo Garro e Anna Cremona