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La nonviolenza e' in cammino. 714
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 714
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac@tin.it>
- Date: Sun, 26 Oct 2003 22:17:13 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 714 del 27 ottobre 2003
Sommario di questo numero:
1. Contro la pena di morte, per la vita di Afsaneh Noruzi: alcuni indirizzi
utili
2. Giovanni Benzoni: un invito a Verona l'8 novembre con Lidia Menapace
3. Enrico Peyretti: difesa senza guerra; Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente (parte prima)
4. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina
5. Riletture: Germaine Greer, La donna intera
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. APPELLI. CONTRO LA PENA DI MORTE, PER LA VITA DI AFSANEH NORUZI: ALCUNI
INDIRIZZI UTILI
Afsaneh Noruzi e' una giovane donna iraniana, a rischio immediato di
esecuzione dopo che la sua condanna a morte e' stata confermata dalla Corte
suprema. Il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Sayed Ali Khamemei, e'
l'unica autorita' del paese in grado di concedere la clemenza.
Afsaneh Noruzi e' stata arrestata nel 1997 a seguito dell'omicidio del capo
dei servizi di sicurezza della polizia di Kish, nell'Iran meridionale; a
quanto sembra, agi' per autodifesa, difendendosi da un tentativo di stupro.
Si trova attualmente nella prigione di Bandar Abbas, le cui cattive
condizioni di detenzione sono ampiamente note.
Amnesty International propone di inviare lettere all'ayatollah Khamenei per
chiedere un atto di clemenza che le salvi la vita. Il testo utilizzabile (in
inglese) e' disponibile nel sito di Amnesty (www.amnesty.it) ed e' stato
pubblicato anche nel n. 712 di questo foglio insieme ad altri materiali
informativi e di riflessione (cogliamo l'occasione di questa nota per
correggere uno spiacevole refuso nella trascrizione del nome ivi riportata
nei titoli ed in un intervento: la traslitterazione corretta e' Afsaneh,
come era possibile evincere dal comunicato di Amnesty e dall'articolo di
Giuliana Sgrena).
E' possibile - ed a nostro parere opportuno - promuovere una campagna di
informazione e sensibilizzazione, e chiedere anche alle autorita'
istituzionali italiane ed internazionali di intervenire per ottenere un atto
di clemenza che salvi una vita umana.
E' inutile aggiungere che le lettere devono essere scritte con la massima
cortesia e nel piu' scrupoloso rispetto della dignita' umana di tutti gli
interlocutori.
Alcuni indirizzi e-mail utili sono i seguenti:
- Ambasciata dell'Iran in Italia: embassiran@rome-hotmail.com
- Consolato dell'Iran in Italia: consolato@persia.it
- Agenzia di stampa Irna: comment@irna.org
- Agenzia di stampa Irib: webmaster@iribnews.com
- "Tehran Times": feedback@tehrantimes.com
- "Iran Daily": iran-daily@iran-daily.com
- "Iran news": info@iranewsdaily.com
- Presidente della Repubblica Italiana: presidenza.repubblica@quirinale.it
- Presidente del Senato della Repubblica: m.pera@senato.it
- Presidente della Camera dei Deputati: casini_p@camera.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: berlusconi_s@camera.it
Segnaliamo anche il fax dell'Ambasciata dell'Iran in Italia: 0636303757.
2. INCONTRI. GIOVANNI BENZONI: UN INVITO A VERONA L'8 NOVEMBRE CON LIDIA
MENAPACE
[Ringraziamo Giovanni Benzoni (per contatti: gbenzoni@tin.it) per questo
invito. Giovanni Benzoni e' insegnante, amico della nonviolenza, animatore
di rilevanti iniziative, responsabile del "progetto Iride" per la Fondazione
Venezia per la ricerca sulla pace; e' in gran parte merito suo la
realizzazione dell'annuale "Salone dell'editoria di pace" a Venezia, e
dell'Annuario della pace edito da Asterios. Opere di Giovanni Benzoni: come
detto sopra e' stato tra i promotori dei due importanti volumi: Fondazione
Venezia per la ricerca sulla pace, Annuario della pace. Italia / maggio
2000 - giugno 2001, Asterios, Trieste 2001; Fondazione Venezia per la
ricerca sulla pace, Annuario della pace. Italia / giugno 2001 - maggio 2002,
Asterios, Trieste 2002]
Un continente di pace, neutrale e nonviolento: e' uno scopo che e', ad un
tempo, un metodo; scopo e metodo che sono la reale possibilita' di fare
politica nella nostra Europa, da subito.
Anzi, a leggere il senso del dibattito che si e' sviluppato attorno
all'appello di Lidia Menapace e della Convenzione permanente di donne contro
le guerre, pensare ed operare per una Europa di pace, neutrale e nonviolenta
puo' diventare evidente per ognuno di noi che questo e' lo scopo e questo e'
il metodo, scopo e metodo che danno senso. Sensata allora puo' diventare
quotidianamente la mia, la tua vita in un progressivo ampliamento di
orizzonte capace di arricchire la vita quotidiana di tutti noi che facciamo
parte del nord del mondo.
Anche solo lasciando risuonare l'obiettivo come semplici parole d'ordine e'
immediatamente evidente la distanza rispetto alla miseria dell'Europa che
non sa pensare ed ordinare il suo futuro, se non in una dimensione
oggettivamente di fortezza impaurita e inespugnabile. Paure, ansie di
sicurezza, sostanziale incapacita' di salvaguardare le stesse conquiste
sociali del ventesimo secolo, sono di fatto i parametri che regolano le
scelte politiche della stragrande maggioranza dei gruppi di governo e
rappresentativi, che pure avvertono il distacco crescente con una opinione
pubblica assente, non partecipe.
Eppure il no alla guerra che ha attraversato le coscienze della maggioranza
degli abitanti d'Europa dall'inizio dell'anno e che ha sorretto governi e
statisti che hanno saputo prendere le distanze dal grande alleato americano,
dovrebbe essere oggetto di una attenzione, di una cura e di una proposta
politica che si fa stella polare del lavoro politico dei prossimi anni.
Se la proposta di Lidia la si avverte, come io la avverto, in questo
orizzonte di quotidiano lavoro personale e collettivo, sono io il primo a
cogliere l'abissale sproporzione tra la qualita' dell'appello e la quantita'
di forze che dovrebbero farlo proprio, perche' l'appello non venisse
relegato ad una delle tante belle idee che circolano e consolano le anime
belle e l'attuale piccolo gruppo di "picchiati pacifisti ad ogni costo".
*
Ecco, il senso della proposta di ritrovarci a Verona l'otto novembre (presso
la Casa per la nonviolenza, in via Spagna 8, dalle ore 11 alle ore 16), e
poi a Venezia il mese dopo utilizzando quella realta' di nicchia che e' il
salone dell'editoria di pace (dal 6 all'8 dicembre 2003), sta tutto qui:
mettere assieme le occasioni per maturare la cosa, per coinvolgere un
crescente numero di persone e realta' persuase, per porre le basi di una
trama di rapporti e richiami che possano avvolgere tutto il continente.
Talvolta e' gia' successo che il tam- tam ottenga una copertura maggiore di
ben altri mezzi e forze organizzate, dovrebbe poter succedere anche questa
volta se, come pure e' indicato nell'appello di Lidia, sapremo in positivo
indicare tutte le radici storiche, paese per paese, che sono alla base di
questa possibile novita' dell'Europa dell'inizio del terzo millennio.
*
Il luogo dell'incontro dell'8 novembre a Verona e' la Casa per la
nonviolenza, in via Spagna 8 (vicino alla Basilica di San Zeno), l'orario
dell'incontro e' dalle ore 11 alle ore 16.
Per arrivare alla Casa per la nonviolenza: dalla stazione ferroviaria
prendere l'autobus n. 61 (direzione centro, scendere alla fermata di via Da
Vico, subito dopo il Ponte Risorgimento); chi viene in macchina deve uscire
al casello di Verona Sud, seguire la direzione centro fino a Porta Nuova,
poi a sinistra lungo la circonvallazione interna fino a Porta San Zeno).
Per informazioni e contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta@sis.it
3. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA
DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE PRIMA)
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: peyretti@tiscali.it) per averci
inviato l'ultimo aggiornamento del 26 ottobre 2003 di questo suo
fondamentale lavoro bibliografico (e per averci generosamente consentito una
minima integrazione redazionale). Enrico Peyretti e' uno dei principali
collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura
e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al
di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni,
Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi
1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; della sua
fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica
delle lotte nonarmate e nonviolente, di cui di seguito pubblichiamo la prima
parte aggiornata, una edizione a stampa - ma il lavoro e' stato appunto
successivamente aggiornato - e' in Fondazione Venezia per la ricerca sulla
pace, Annuario della pace. Italia / maggio 2000 - giugno 2001, Asterios,
Trieste 2001. Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico
Peyretti e' nel n. 477 del 15 gennaio 2003 di questo notiziario]
Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa 120 libri, opuscoli,
articoli, circa 80 nella prima parte e oltre 40 nella seconda) non e' una
bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui
casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti
dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata.
Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata
come appendice ad una mia relazione, Possibilita' del pacifismo nonviolento,
tenuta al Centro Studi Piero Gobetti di Torino il 21 gennaio 1994. Una
redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella
relazione, su "Testimonianze" n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un
aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia
lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in
Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del
Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle
principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi
storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in
Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39.
La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche nell'Annuario
di pace, Italia/maggio 2000 - giugno 2001, Asterios Editore, Trieste 2001,
pp. 339-352, ed e' comparsa piu' di una volta nel quotidiano telematico "La
nonviolenza e' in cammino" (nbawac@tin.it). Si trova ora in
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_1616.html
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte
nonarmate e/o nonviolente, alternative alla guerra in conflitti politici
acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in
questi anni. Dico nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una
ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, e nonviolente le lotte
che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le
armi. Anche le prime, comunque, dimostrano la possibilita' e la relativa
efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della
noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Questa possibilita' e'
dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto
in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante cultura di guerra ha di fatto ignorato queste forme di
resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto
possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Oltre a singoli
ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta
a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in
History, in Usa, analogo all' European Working Group on Peace Research in
History. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto
d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr. Elise Boulding,
Inventare futuri di pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo
lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante,
ristretta sull'esclusivo modello del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti
momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al
nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di
pubblicazione dei libri o articoli citati. Questa bibliografia e i suoi
aggiornamenti potranno essere letti su alcuni siti della cultura di pace.
Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca
(forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro
Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel.
011532824, fax: 0115158000, e-mail: regis@arpnet.it; web:
www.arpnet.it/regis. A questi indirizzi (o a quello del curatore:
peyretti@tiscali.it) potra' essere comunicata ogni segnalazione che integri
l'attuale aggiornamento, della qual cosa si ringrazia fin da ora. Un grazie
anche ai molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a
cui non sarei arrivato da solo.
Evidenzio con asterisco * i lavori che mi sembrano di primaria importanza.
*
I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-'45
* 1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli,
MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, Milano 1989). Riporta casi
storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952,
all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43.
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta nonviolenta del buddismo nel
Vietnam, Citta' Nuova Editrice, Roma 1970.
* 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo
Soccio, Editrice Lanterna, Genova 1977 (1969). L'autore analizza la
resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella
noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors
(pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de
Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel,
1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal
1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto
il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione
nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte
operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici.
* 4. Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di
Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; edizione economica
Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero
etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'autore, a p.
CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel
Novecento in ogni parte del mondo, gia' registrati in altri punti di questa
bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile
soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli
altri grandi conflitti.
5. AA. VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di
Verona, ottobre 1979, Editrice Lanterna, Genova 1980. Casi storici del
Novecento - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria,
India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte
sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle
commissioni.
* 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920,
Ruhr 1923, Danimarca 1940-'45, Norvegia 1940-'43, Finlandia 1948, Berlino
1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali
nazisti nella seconda guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968,
Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e
1981, opposizione di Sacharov 1981.
* 8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol. 1. Potere e lotta, cap. III, pp.133-136, Sharp propone sette
spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato
questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente
essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri
precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria,
pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di
controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso
da parte della societa' consapevole.
- Nel vol. 2. Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia
di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi
storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia
di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da quasi
trenta anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent
Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs,
Harvard University.
9. W. H. Conser, R. M. McCarthy, D. J. Toscano, G. Sharp, Resistance,
Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne
Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si
trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
* 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Edizioni
Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada
(1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza
limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak
Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di
Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente
nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso,
Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi,
Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato attuale delle correnti
nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La nonviolenza e' viva, in "La
Stampa", 22 agosto 2003.
* 12. Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene
l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, New York 1985),
introduzione di Elisabetta Donini, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.
Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp.
63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte
nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione
dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi
nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda,
Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e
l'occupazione delle Malvine, le Madri di Plaza de Mayo in Argentina, dal
1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal
1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone,
dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la
Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze
maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne
sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing
Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche
sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS,
Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia
nell'800.
* 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi
musulmano, Edizioni Sonda, Torino 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere
e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare
la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il
loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica
l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento
coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a
capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui
sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione
nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed
analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel
1975.
Sulla rivoluzione nonviolenta in Iran nel 1978-1979, posso segnalare:
- Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili:
le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp. 163) e' la
traduzione (fatta da Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia di
Dietrich Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les lecons de
l'histoire. Resistances civiles et defense populaire non-violente, in Les
dossiers de Non-violence Politique, n. 2, che illustra ampiamente numerosi
casi storici di lotte nonviolente, tra cui anche Iran 1978-79 La traduzione
italiana esclude comprensibilmente i capitoli, particolarmente ampi, sulla
Resistenza reperibili nel libro di Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler
(vedi oltre), ma purtroppo esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della
rivista francese che descrivono il sollevamento popolare in Iran 1978-1979,
il quale, opponendosi senz'armi all'esercito (in quel tempo il quinto al
mondo per potenza) per lunghi mesi, porto' infine alla cacciata dello Scia'
senza compiere alcuna violenza, sebbene col sacrificio di centinaia di
vittime della repressione. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny
dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. Queste pagine
sono state tradotte in questi giorni da Simona Di Raimondo, dei Traduttori
per la pace, e sono disponibili nel mio computer per chi le richiede.
- David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e
pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I
mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel
paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in
breve, sotto questo specifico aspetto, il caso Iran 1979, insieme a vari
altri casi storici. Sull'Iran, l'autore scrive, alle pp. 138-139: "La piu'
sorprendente rivoluzione basata sui mezzi di comunicazione del popolo - la
cosiddetta "stampa di bazar" - per ironia qualificata anti-moderna, e'
l'esperienza iraniana".
- Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su Le Monde, 18 gennaio 1999, e col
titolo Vent'anni dopo, su Internazionale, 19 febbraio 1999.
- Sulla vicenda iraniana hanno scritto cose interessanti anche Foucault e
Kapuscinski: fr. Michel Foucault, Taccuino persiano, Guerini e associati,
Milano 1998; Archivio Foucault, 3. 1978-1985, Feltrinelli, Milano 1998,
specificamente l'articolo Sollevarsi e' inutile? (originariamente in "Le
Monde", 11-12 maggio 1979), alle pp. 132-136 (ma cfr. anche le pp. 31-33
della Cronologia, ibidem); Ryzsard Kapuscinski, Sha-in-Shah, Feltrinelli,
Milano 2001; Ryzsard Kapuscinski, Lapidarium, Feltrinelli, Milano 1997,
2001, alle pp. 35-37.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento in E. Peyretti, La politica
e' pace, Cittadella Editrice, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p.
124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p.
131.
- Cfr anche il n. 24 di questa bibliografia, sulla resistenza nonviolenta
della popolazione albanese del Kossovo, in gran parte musulmana.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per
L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini,
Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
* 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il
libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino
1993, contiene un'ampia bibligrafia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by
Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang.
New York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert
Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la
Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese,
la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di Martin Luther King
e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei
metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in "Cahiers
de la Reconciliation", n.1, 1998.
* 18. Sugli aspetti nonviolenti della lotta contro la segregazione razziale
in Sudafrica, si puo' vedere:
- Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu,
Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold,
Vintage Books, New York 1979; su Biko cfr. anche almeno Donald Woods, Biko,
Sperling & Kupfer, Milano 1988.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, MIlano 1995.
Su Mandela cfr. almeno anche le biografie di Mary Benson, Nelson Mandela,
Agalev, Bologna 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano
1990; Francois Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988.
Il capitolo 9 del libro della Benson descrive la separazione di Mandela da
Luthuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia
di lotta, proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la
pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National
Congress); Mandela decise allora di adottare dapprima il sabotaggio, che non
comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur
rispettando l'impegno di Luthuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Mondadori, Milano 1989; cfr.
anche Anna Maria Gentili (a cura di), Ruth First: alle radici
dell'apartheid, Franco Angeli, MIlano 1984.
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana,
Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero
della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia
giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella
chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata
Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio
magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione
Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e' pubblicato
in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South
Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario
dell'Universita' di Torino L'Ateneo, anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998,
pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino.
Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una modifica
della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza
punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e
vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della
commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri,
Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale
della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento
tanto della lotta anti-apartheid condotta principalmente dall'African
National Congress, quanto della repressione governativa, ma indica
l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli
anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per
merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della
commissione, introdotto dal presidente, il vescovo Desmond Tutu, si vede la
scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la
riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita'
restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e
ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia
retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli, Milano 2000: lo
straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace
interrazziale, che e' problema della nostra societa'.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001:
"Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120).
Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu
racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid
alla riconciliazione.
- Alejandro Bendana, Charles Villa-Vicencio, La riconciliazione difficile.
Dalla guerra a una pace sostenibile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2002. La
prima parte del libro, stesa da Villa-Vicencio, direttore dell'Institute for
Justice and Reconciliation di Cape Town, analizza con acume critico
l'esperienza sudafricana.
- Enrico Peyretti, Una giustizia ricostruttiva: la Commissione Verita' e
Riconciliazione in Sudafrica, in "Minorigiustizia, rivista interdisciplinare
di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra
minorenni e giustizia", n. 1-2/2002 (minorigi@dag.it), Pinerolo, febbraio
2003, pp. 214-222. Si tratta di una relazione e ulteriore riflessione
attuale sul caso sudafricano e le indicazioni che offre.
- Nell'aureo libretto di Carlo Maria Martini e Gustavo Zagrebelsky, La
domanda di giustizia, Einaudi, Torino 2003, il secondo dei due autori dedica
grande attenzione alla vicenda sudafricana (pp. 28-40), che valorizza
acutamente. Egli fornisce anche una breve bibliografia, grazie alla quale
integro la presente:
- R. A. Wilson, The Politics of Truth and Reconciliation in South Africa.
Legitimizing the Post-Apartheid State, Cambridge University Press, Cambridge
2001.
- G. Illuminati, L. Storoni e M. Virgilio (a cura di), Crimini
internazionali tra diritto e giustizia. Dai tribunali internazionali alle
Commissioni Verita' e Riconciliazione, Giappichelli, Torino 2000.
- T. Groppi e X. Philippe, La Democratie imparfaite en Afrique du Sud, in S.
Siccardi (a cura di), Le democrazie imperfette, Giappichelli, Torino 2002.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent
Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict,
Harvard University, 1992, pp.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in
"IPRI Newsletter" n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute,
via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011532824).
20. AA. VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam,
Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume
(altri saggi sono teorici) riguardano casi di studio di lotte nonviolente.
* 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di
Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S.
Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 0815510286, fax: Antonino
Drago, 0812394508) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni
nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte
popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (primo convegno,
Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema
1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali
(terzo convegno, Bologna, novembre 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori
Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto
nella ex-Iugoslavia, (quarto convegno, Vicenza, novembre 1994), a cura di A.
Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (quinto convegno, Roma, 4-5
novembre 1995), a cura di A. Drago, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi
1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile
della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
* 22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai
oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalle
Edizioni La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici
in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est,
Resistenza nel bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il
saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I
precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici.
- Sui fatti piu' recenti: n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella
liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite,
Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
* 23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze
civili: le lezioni della storia (Edizioni La Meridiana, Molfetta 1993,
pp.163) e' la traduzione (di Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia
di Dietrich Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les lecons
de l'histoire. Resistances civiles et defense populaire nonviolente, Les
dossiers de Nonviolence politique, n. 2, che illustra ampiamente i casi:
Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr
1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire
1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia
1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. Come gia' segnalato sopra la
traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla
Resistenza per non interferire col libro di Semelin Senz'armi di fronte a
Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la
traduzione italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista
francese sul sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che porto' alla
cacciata dello Scia' senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno
dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e
statali.
* 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90%
di popolazione albanese (in massima parte musulmana) del Kosovo al regime di
occupazione militare serba:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella
ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Emi, Bologna
1993.
- Valentino Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita,
Velar, Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che
perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in
"Religioni e societa'", n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare
la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non
ufficiale, Quaderni della DPN n. 33, Edizioni La Meridiana, Molfetta 1997.
Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione
dell'autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra
annunciata, Edizioni La Meridiana, Molfetta 1999.
* 25. Francois Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo
Gentiloni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant,
considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina
alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal
tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna
adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia
decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58).
Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella
preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad
accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della nonviolenza, in "Il
Regno-attualita'", n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta'
storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro
d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection
encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994.
In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il
1770 e gli anni successivi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni
non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la
Francia tra il 1957 e gli anni '90.
* 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono un notevole
esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di
Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995.
Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli
avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra
citato, Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il
conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances
civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995.
Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti
dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli
studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le
rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca
dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a
Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e
la politica, elenca circa 15 casi recenti, in Norberto Bobbio Elogio della
mitezza e altri scritti morali, Linea d'ombra, Milano 1994, p. 44. Questo
testo riveduto compare in Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile,
nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996, raccolta di saggi su etica
e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict.
The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport
Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: prima
rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; lotte per l'indipendenza indiana,
1930-1931; Resistenza danese, 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc
1980-1981.
32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire
un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare
Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile,
preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri,
per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax: 0498073836).
La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici
casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44,
Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso
1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni
Caligaris ed Emilio Rossi, Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di
oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come
dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue
conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla
frontiera.
34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la
pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader
filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986,
con speciale riferimento al ruolo della religione.
35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies, University of Bradford),
Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian
Conflict, in Journal of Peace Research, vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467.
L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto
piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social
novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie
dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse
fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come
movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi
concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la
pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il
fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il sedicesimo
opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S.
Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel
Maggio Cinese. Pechino 1989.
38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo,
leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta",
novembre 1996, pp. 6-7.
* 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento.
Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti,
organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi
"Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia
della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino,
tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del
corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale
(J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F.
Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte
politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte
nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G.
Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S.
Albesano, G. Salio).
40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta,
corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare
Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, ed.
Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di
una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta,
partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel
settembre 1992 con contributi dei maggiori studiosi mondiali; nella seconda
parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace
europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una
classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp.
29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate
ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino
1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica
diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace
research.
41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco
Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel libro leggiamo le pagine
di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei
sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e quelle
di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a.C.).
* 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e
pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I
mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel
paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), raccoglie ed
esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India
1975-77, Olp, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari
momenti. Si puo' aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal
mezzo della comunicazione popolare (vedi i documenti a cui rinvia il n. 9
della seconda parte di questa bibliografia).
* 43. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la
nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il
racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni.
Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed
educatori del Mir (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno
compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno
avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni
nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e
leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza
nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel
1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia
all'Africa. I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta
nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita'
presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un
bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione
africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei
conflitti (p. 230). Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza,
prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero
liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno:
l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per
la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile!), i
mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro possibile funzione di
"portatori di speranza".
44. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale,
nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema
internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la
tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica
superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente
nell'Europa dell'est per una strategia e delle istituzioni atte alla
risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela
generale della societa' dalla violenza diffusa.
* 45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una
teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano 1998; seconda edizione
aggiornata e riveduta: Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e
mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003. Questo studio scientifico fa il
punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e
istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e
risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi
piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel
sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro
(Strategie di trasformazione costruttiva).
* 46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi
dell'intervento civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro
descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non
belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze
italiane, ma il panorama mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi.
Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si
vuole conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il
carattere che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella
proposta di Muller, non abbastanza alternativo, ma dipendente dal militare.
Drago mostra le possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella
legislazione italiana.
47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella
economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione
informatica di base: 1) Rafal Robozinski, Mapping Russian Cybersapace:
Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations
Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information
Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'autore rileva,
tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel
galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991
contro Gorbaciov. 2) Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of
Globalizations, Foreign Policy 112 (fall), 1998: 97-109. L'autore esamina la
vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI,
l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali.
Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo
Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La
Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999.
* 48. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace,
edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio
Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni"
esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'Unita' ad oggi, hanno
agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro personaggi noti, ma anche altri
fino ad allora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi,
scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La
raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi
alternativi alla guerra. In questo stesso ambito di ricerche cfr. anche
Claudio Tugnoli (a cura di), Maestri e scolari di nonviolenza, Franco
Angeli, Milano 2000.
* 49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28
ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e
ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada,
racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate.
L'autrice e' una famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose). Sono
pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999;
Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il volume
precedente ed aggiunge altri saggi; Guida all'impero per la gente comune,
Guanda, Parma 2003.
* 50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac@tin.it), ha pubblicato
nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere
per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica
nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per
alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel
1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia.
* 51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande Editore, Torino
1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato
alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra,
praticate o praticabili, richiamo anche alcune esperienze storiche.
* 52. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in
"Non-violence Actualite'" (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente
alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la
cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO- OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che
l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla
scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in
difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture)
trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della
globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il
carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui
espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i
manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza
civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume".
* 53. Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la paz.
Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial
Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di
una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture
umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni
pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul
pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp.
340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo
secolo (pp. 349-357) Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella
sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni
nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa
bibliografia. Sulla storia della pace, si puo' indicare anche:
- Cruttwell, A History of Peaceful Change in the Modern World, Oxford
University Press, 1937.
- Johan Galtung, Storia dell'idea di pace, Satyagraha, Torino 1995 (rapido
excursus di 78 pagine).
* 54. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta
nonviolenta, Editrice Berti, Piacenza 2003. La prima parte del volumetto
riferisce sulle esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di
Genova 1982-89, Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2002,
Missioni di pace all'estero.
* 55. Autori Vari, Pace. Voci a confronto sulla lettera enciclica "Pacem in
terris" di Giovanni XXIII, Edizioni Paoline, 2003. Giuliana Martirani, nel
capitolo da lei curato (pp. 35-57) analizza la vicenda dell'assedio della
basilica della Nativita' a Betlemme, per 39 giorni dal 2 aprile 2002, come
una azione di difesa popolare nonviolenta, nella quale i frati francescani
hanno svolto il ruolo di terza parte tra i palestinesi assediati e gli
israeliani assedianti, e sono state attuate le cinque regole di Theodor
Ebert (v. sopra, n. 6).
* 56. Pierluigi Consorti (a cura di), Senza armi per la pace. Profili e
prospettive del "nuovo" servizio civile, Edizioni Plus, Universita' di Pisa,
2003. Fra le esperienze di servizio civile, che con la caduta della leva
diventa volontario, il volume riferisce su interventi, ovviamente disarmati,
in situazioni di conflitto bellico, quali Sry Lanka, Mozambico, Burundi,
Iraq, Kurdistan, ex-Yugoslavia, Timor Est, Chiapas, Turchia, Zambia, Cile,
Kenia, Russia, Bolivia, Palestina, ed altre, ad opera di vari enti quali la
Caritas italiana, Emergency, Medici senza frontiere, la Comunita' di
Sant'Egidio, l'Operazione Colomba, i Caschi Bianchi, l'Unicef, Amnesty
International, l'Unicri, la Regione Toscana, la Asl fiorentina, le
Misericordie d'Italia.
57. Sulle lotte nonviolente delle donne, alcuni libri che possono essere
utili punti di partenza:
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S.
Domenico di Fiesole (Fi) 1994;
- Vandana Shiva, Terra madre, Utet, Torino 2002, che riferisce anche di
alcune grandi lotte nonviolente in India (ma di Vandana Shiva anche altri
libri segnalano, descrivono e analizzano rilevanti lotte nonviolente);
- Chiara Ingrao, Lidia Menapace (a cura di), Ne' indifesa ne' in divisa,
Gruppo misto - sinistra indipendente Regione Lazio, Roma 1988, che descrive,
documenta e analizza anche varie specifiche esperienze di lotta nonviolenta
delle donne per la pace (cfr. in particolare tutta la parte terza del
volume, pp. 171-233);
- cfr. inoltre almeno Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione,
Einaudi, Torino 1976, 1977;
- utili indicazioni sono in Francoise Thebaud (a cura di), Storia delle
donne. Il Novecento, Laterza, Roma-Bari 1992, 1996 (quinto volume della
Storia delle donne in Occidente diretta da Georger Duby e Michelle Perrot);
- ovviamente vi sono molti libri che riferiscono delle esperienze di lotta
nonviolenta del movimento delle donne; aggiungiamo qui solo due libri che
riferiscono delle figure e dell'elaborazione di pensatrici che di tali
esperienze sono state sovente ispiratrici e/o testimoni: Chiara Zamboni, La
filosofia donna. Percorsi di pensiero femminile, Demetra, Colognola ai Colli
(Vr) 1997; e Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe,
Paravia, Torino 1999.
(parte prima - continua)
4. RILETTURE. GERMAINE GREER: L'EUNUCO FEMMINA
Germaine Greer, L'eunuco femmina, Bompiani, Milano 1976, 1979, pp. XXIV +
380. Un testo classico della riflessione femminista.
5. RILETTURE. GERMAINE GREER: LA DONNA INTERA
Germaine Greer, La donna intera, Mondadori, Milano 2000, 2001, pp. 396, euro
8,26. Un recente rilevante libro della grande saggista e pensatrice.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it
Numero 714 del 27 ottobre 2003