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Regina Pacis: un carcere privato per immigrati



Nel carcere per immigrati, dove la vita vale sempre meno
In quindici giorni quattro giovani detenuti nel cpt di San Foca hanno
tentato il suicidio. I gestori: "Cercano solo di scappare"

di ORNELLA BELLUCCI

LECCE - Quattro tentativi di suicidio in soli quindici giorni. La 
situazione nel  centro di permanenza temporanea Regina Pacis di San Foca ha 
già varcato i limiti della sostenibilità. E a dirlo non sono solo i 
consiglieri regionali che lo scorso 6 ottobre sono entrati nella struttura 
guidati dal consigliere regionale Michele Losappio del Prc, ed hanno 
scoperto in pochi minuti due tentati suicidi. Nei giorni scorsi, infatti, 
una ventenne ha tentato di lanciarsi da una finestra, mentre un algerino ha 
rischiato lo shock anafilattico dopo essersi ferito con un coltello. 
Accanto a questi, altri fatti domenica hanno richiesto l'intervento del 
personale del 118. Un tunisino di 22 anni, ora agli arresti in carcere per 
aver ferito un carabiniere, ha tentato di tagliarsi le vene, mentre un 
giovane curdo è stato ricoverato in ospedale dopo aver provato ad 
impiccarsi. Negli ultimi mesi la situazione al Regina Pacis è peggiorata. 
Gli ospiti, così li chiama don Cesare Lodeserto, direttore del centro, 
insorgono. "Questo è un inferno"- raccontano agli esponenti del Lecce 
social forum a cui quotidianamente chiedono aiuto. "Qui dentro ci viene 
negato tutto", dicono.

"È falso", si difendono i gestori. "Organizzano le rivolte e simulano
suicidi per guadagnarsi la fuga. O da qui o dall'ospedale". Eppure un curdo 
di 25 anni, sul cui collo sono ancora visibili i segni della corda che gli 
avrebbe restituito la libertà, meno di 15 giorni fa è stato ricoverato nel 
reparto psichiatria dell'ospedale. Invece, come accertato dai medici 
entrati in delegazione con Losappio, l'algerino che si è impiccato con un 
lenzuolo, il cui corpo è ancora martoriato da segni di cesoie, è stato 
medicato alla meglio e tenuto sotto sedativi al Regina Pacis.

Ma se al centro negano i pestaggi e i maltrattamenti che i circa 150
trattenuti dicono di subire, a chiedere l'accertamento dei fatti e
l'individuazione di eventuali responsabilità penali sono Luca Ruberti e
Rosanna Mazzarello, del Lecce social forum, che hanno presentato un esposto 
in procura.

Mauro Bulgarelli, deputato verde, con un'interrogazione al ministro degli
interni, l'ennesima, chiede il commissariamento del Regina Pacis in
previsione della sua chiusura. "È un carcere privato, gestito in modo
autoritario e incontrollato", spiega, "un centro già oggetto di indagini 
sia per maltrattamenti ai trattenuti che per illeciti amministrativi" E
aggiunge. "Il Regina Pacis è tra i laboratori italiani in cui si è
sperimentata la Bossi Fini, una legge oscena che allunga la lista dei morti 
che con orrore ogni giorno contiamo nei nostri mari. Ora più che mai", 
insiste Bulgarelli, "serve una riflessione allargata per lo smantellamento 
di tutti i cpt".

A giorni il pm Carolina Elia dovrebbe decidere degli eventuali rinvii a
giudizio per lesioni personali, maltrattamenti, abuso dei mezzi di
correzione e ingiurie a carico di Lodeserto, 5 membri del suo staff, e 11
carabinieri in servizio al centro. L'inchiesta della procura di Lecce è
partita a seguito della denuncia presentata da 17 maghrebini fino al 30
novembre 2002 trattenuti nel centro ed ora in possesso di permesso di
soggiorno per motivi di giustizia.

Fonte “il manifesto” del 23.10.2003