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Report di guerra #54




Da due giorni non riesco ad entrare in comunicazione con Baghdad. 48 ore 
nelle quali sono accadute molte cose. Sono aumentati i feriti, salito il 
numero delle vittime. Bombardato perfino l'hotel "Palestine".
E proprio di questo attacco all'hotel dei giornalisti dei network 
televisivi parla nella sua corrispondenza di stasera Rosarita Catani.
Di come la tv araba ha trattato la notizia, dei colleghi morti, 
dell'indignazione che questa azione provoca.

Non rinuncio nel provare a telefonare. Ci passassi pure tutta la notte.
robdinz




di Rosarita Catani
daShafa Badran
(Amman)
Giordania

La persona in questa foto e' un giornalista del REUTERS. Colpito al volto. 
Quest'immagine si commenta da sola.

[Nota: la foto in questione e' visibile all'indirizzo 
http://italy.indymedia.org/uploads/reuters.jpg ]

Oggi la televisione araba ha dedicato quasi interamente tutti i servizi 
all'attacco ai giornalisti.

Questo che vedete nella foto e' il giornalista d'Al Jazeera, di 
nazionalita' giordana, si chiamava Tarek Aiub. Era appena arrivato da 
Amman, aveva 35 anni. Lascia la moglie e la figlia piccola di un anno e due 
mesi. Indossava un giubbotto antiproiettile ed aveva sul capo un elmetto 
per proteggere la testa da eventuali colpi. Era seduto a terra sul terrazzo 
della sede di Al Jazeera in Bagdad, dietro di lui una pila di sacchi 
all'uso militare. Stava commentando quando succedeva intorno a lui. Si 
guarda intorno. Ad un certo punto dice al suo interlocutore: "Aspetta sento 
i rombi degli aerei. Aspetta un attimo sento gli aerei che si avvicinano." 
E' l'ultima frase che lui ha potuto dire.

Un aereo americano lancia le sue bombe proprio sulla sede della televisione 
araba.

Vedo gli altri giornalisti correre verso il loro collega e raccogliere i 
resti del suo corpo dentro un lenzuolo. E' morto cosi' Tarek Aiub.

Un cameraman della televisione araba ABUDABI riprende e registra queste 
immagini. Sembra un film, un altro aereo vira e colpisce la sede della 
televisione. 4 giornalisti sono stati feriti gravemente. Il problema che in 
ospedale non hanno medicine per curarli. La tensione e' molto alta.

Un giornalista spagnolo, dall'alto dell'albergo Palestine registra e 
fotografa le immagini dello scontro tra fedayn e carri armati americani sul 
ponte di Bagdad. Forse ha visto qualcosa che non doveva vedere perche' un 
carro armato lo avvista, gira il proprio cannone, prende la mira e spara in 
direzione dell'Hotel. Il Palestine e' bombardato, contemporaneamente, anche 
dagli aerei.

Il fotografo spagnolo e' colpito al viso. Gli manca una gamba. Morira' 
subito dopo in ospedale. Una giornalista del Reuter e' colpita al ventre 
morira' anch'essa poco dopo in ospedale. Un'altra sua collega la 
trasportano in macchina e' gravemente ferita. Si copre il viso con le mani 
insanguinate e piange.

L'inviato della televisione araba degli Emirati Arabi Uniti "ABUDABI " ha 
lanciato una richiesta d'aiuto.Ha fatto un appello alle organizzazioni 
umanitarie ed ai Mass Media per salvare un gruppo di giornalisti. Gli 
stessi sono all'interno dell'Ufficio dell'emittente televisiva a Bagdad.

Il giornalista, il suo nome e' Sharek Hamed, che stava parlando in diretta 
ha dichiarato che 25 persone appartenenti a detta televisione assieme ad 
altri operatori d'Al Jazeera non possono muoversi e che sono accerchiati a 
causa degli scontri vicini al loro ufficio.

Intanto, fuori l'hotel Palestine, i giornalisti si riuniscono. Accendono 
delle candele per commemorare i loro colleghi. Lanciano un appello. 
Chiedono esplicitamente di non far attaccare i mezzi d'informazione.

Ad Amman dinanzi la sede dell'emittente Al Jazeera c'e' stata una piccola 
dimostrazione. Dimostrazione volontaria e spontanea di gente comune e di 
giornalisti che gridavano: Fuori gli americani"

(fine)



[NOTA: L'archivio di questi report e' disponibile su

http://italy.indymedia.org/news/2003/03/222502.php

Queste corrispondenze sono inserite da *Robdinz* che e' in contatto
dall'Italia , attraverso le linee telefoniche internazionali, con varie
persone che sono a Baghdad e che fanno riferimento per i contatti ai
telefoni di due alberghi della capitale, dove č ospitata la stampa
internazionale. Si tratta di operatori dell'informazione indipendente,
free-lance, 6 o 7 human shields, e qualche cittadino di Baghdad che lavora
con loro. *Robdinz* non č a Baghdad ma funziona come una sorta di "ponte"
per far arrivare notizie ed informazioni in tempo reale raccolte con grande
onestā intellettuale e capacitā professionale nella attuale realtā
(drammatica) della cittā.]