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Un esposto
Comunicato stampa
Oggetto: Un esposto del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini,
ha indirizzato un esposto alla Procura Generale della Repubblica nei
confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri per le tesi sostenute
in Parlamento il 25 settembre, in evidente contrasto con l'art. 11 della
Costituzione della Repubblica Italiana.
Il responsabile della struttura pacifista evidenzia che la Costituzione
della Repubblica Italiana vincola Parlamento e governo al ripudio assoluto
della guerra che va preparandosi.
Nell'esposto si evidenzia che "Le tesi sostenute dal Presidente del
Consiglio dei Ministri in Parlamento confliggono flagrantemente con il
giuramento di fedelta' alla Costituzione. Poiche' fedelta' alla
Costituzione avrebbe voluto che il capo dell'esecutivo esponesse l'unica
posizione legittima per lo stato italiano: l'opposizione assoluta alla
guerra che si va preparando.
Se l'on. Berlusconi avesse svolto quel discorso in un contesto informale e
in veste privata (ad esempio durante una bicchierata con gli amici al bar
dello sport) saremmo in presenza dell'ennesimo episodio di incontinenza
verbale e di esibizione di tracotanza, volgarita' e insipienza cui
purtroppo diversi membri del governo in carica hanno abituato il paese; ma
il Presidente del Consiglio dei Ministri ha parlato in Parlamento, in veste
di capo del governo.
E' quindi impossibile non prendere atto della assoluta gravita' delle
dichiarazioni rese dal capo del governo, e prima che lo stesso abbia la
possibilita' di porre in atto le intenzioni manifestate (di avallare la
guerra, di violare trattati internazionali e legalita' costituzionale, di
rendere il nostro paese corresponsabile di nuove stragi) occorre impedire
che possa commettere un atto incostituzionale e trascinare l'Italia in una
nuova guerra di aggressione illegale e criminale".
Si allega:
1. Testo dell'esposto;
2. Notizia sul Centro di ricerca per la pace di Viterbo;
3. Notizia sul presentatore dell'esposto.
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 28 settembre 2002
Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. e fax 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
* * *
Allegato 1. Testo dell'esposto
Alla Procura Generale della Repubblica, Roma
E per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica Italiana, Roma
ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, Roma
Esposto nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri per le
dichiarazioni rese in Parlamento il 25 settembre 2002
1. In data 25 settembre 2002 il Presidente del Consiglio dei Ministri, on.
Silvio Berlusconi, ha reso in Parlamento dichiarazioni di eccezionale gravita'.
Dal testo ufficiale (disponibile sul sito del governo - www.governo.it - e
dal quale citiamo) risulta chiaramente che in riferimento alla minaccia di
una guerra degli Stati Uniti d'America contro l'Iraq il capo dell'esecutivo:
a) non solo non ha inteso esprimere una netta opposizione all'intenzione
della Casa Bianca di scatenare una guerra di aggressione palesemente
illegale e criminale sia secondo il diritto internazionale, sia secondo il
comune sentire delle genti;
b) non solo non si e' dichiarato vincolato al rispetto intransigente di
quanto previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana che proibisce
in modo assoluto che l'Italia appoggi una simile guerra o peggio ad essa
prenda parte;
c) non solo, ma addirittura ha espresso un evidente appoggio alle
sciagurate e capziose argomentazioni del governo statunitente finalizzate
allo scatenamento della guerra;
d) non solo, ma addirittura ha sferrato un duro obliquo attacco alla
Costituzione italiana in uno dei suoi principi fondamentali (l'art. 11);
e) non solo, ma addirittura ha esposto un punto di vista palesemente
irresponsabile e agghiacciante (sebbene espresso nella forma sfumata della
citazione) che lascia dedurre una effettiva disponibilita' a sostenere ed a
prender parte alla guerra che si va preparando.
2. Vediamo alcuni punti cruciali del discorso svolto alla Camera dei Deputati.
I. Il Presidente del Consiglio ricorda en passant quanto stabilito
dall'articolo 11 della Costituzione, ma per revocarne implicitamente in
dubbio l'adeguatezza a fronte della situazione presente: cosi' facendo il
Presidente del Consiglio viene a sorvolare sul dato oggettivo e dirimente
della sua vigenza, quasi fosse cosa discutibile e non vincolante: ma la
Costituzione e' la base del nostro ordinamento giuridico, e ad essa il
Presidente del Consiglio ha giurato fedelta': non e' in suo potere violarla.
II. Afferma il Presidente del Consiglio che "L'Italia ha un preciso
interesse nazionale nel seguire, in questa nuova crisi, linee d'intervento
responsabili e indipendenti, ma lealmente collocate nel quadro della
storica alleanza con gli Stati Uniti": non una parola contro una guerra
illegale e criminale, che viola il diritto internazionale e causera' nuove
stragi, nuovo odio, nuova instabilita' e insicurezza nel mondo; ma un
implicito ambiguo ammiccare ad un sostegno italiano alle scelte criminali e
criminogene dell'attuale governo statunitense.
III. Infine il Presidente del Consiglio conclude citando una massima
secondo cui "l'unica cosa di cui avere paura e' la stessa paura":
espressione irresponsabile e insensata quant'altre mai: nell'epoca aperta
dal crimine di Hiroshima, nell'epoca in cui e' tecnicamente possibile la
distruzione della civilta' umana, un simile atteggiamento e' semplicemente
folle, e sgomenta pensare che uomini di governo possano essere cosi' temerari.
3. E' del tutto evidente l'illegalità e criminalità della guerra che gli
Stati Uniti d'America stanno preparando e che avra' per vittima il popolo
iracheno, già oppresso sia dalla dittatura di Saddam Hussein, sia dalle
conseguenze della guerra del 1991, sia dell'embargo che ha provocato una
vera e propria catastrofe umanitaria.
Ed e' altresi' del tutto evidente che l'Italia e' vincolata dai trattati
internazionali sottoscritti ad opporsi a questa guerra. Come del resto
l'Onu (la cui ragion d'essere e' appunto impedire le guerre).
E' infine del tutto evidente che la Costituzione della Repubblica Italiana,
fondamento del nostro ordinamento giuridico, proibisce in modo assoluto che
l'Italia avalli o peggio ancora sostenga o prenda parte a questa guerra,
che si configura esplicitamente come guerra d'aggressione.
4. Le tesi sostenute dal Presidente del Consiglio dei Ministri in
Parlamento confliggono flagrantemente con il giuramento di fedelta' alla
Costituzione. Poiche' fedelta' alla Costituzione avrebbe voluto che il capo
dell'esecutivo esponesse l'unica posizione legittima per lo stato italiano:
l'opposizione assoluta alla guerra che si va preparando.
Se l'on. Berlusconi avesse svolto quel discorso in un contesto informale e
in veste privata (ad esempio durante una bicchierata con gli amici al bar
dello sport) saremmo in presenza dell'ennesimo episodio di incontinenza
verbale e di esibizione di tracotanza, volgarita' e insipienza cui
purtroppo diversi membri del governo in carica hanno abituato il paese; ma
il Presidente del Consiglio dei Ministri ha parlato in Parlamento, in veste
di capo del governo.
E' quindi impossibile non prendere atto della assoluta gravita' delle
dichiarazioni rese dal capo del governo, e prima che lo stesso abbia la
possibilita' di porre in atto le intenzioni manifestate (di avallare la
guerra, di violare trattati internazionali e legalita' costituzionale, di
rendere il nostro paese corresponsabile di nuove stragi) occorre impedire
che possa commettere un atto incostituzionale e trascinare l'Italia in una
nuova guerra di aggressione illegale e criminale.
5. Siamo pertanto a chiedere con il presente esposto:
- che la competente magistratura accerti se nel discorso del Presidente del
Consiglio dei Ministri vi siano elementi passibili di procedimento
giudiziario; e qualora ve ne ravvisi proceda agli atti conseguenti;
- che il Presidente della Repubblica Italiana e i Presidenti del Senato
della Repubblica e della Camera dei Deputati prendano pubblicamente
posizione in difesa della Costituzione e contro l'appoggio e la
partecipazione italiana alla guerra;
- che il governo esprima una posizione ufficiale che si dissoci dagli
orientamenti espressi dal Presidente del Consiglio dei Ministri e riaffermi
la fedelta' dell'esecutivo alla Costituzione della Repubblica Italiana;
- che il Parlamento approvi un ordine del giorno di biasimo per le
esternazioni dell'on. Berlusconi e riaffermi la fedelta' dell'organo
legislativo alla Costituzione della Repubblica Italiana.
Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace'" di Viterbo
Viterbo, 28 settembre 2002
* * *
Allegato 2. Notizia sul Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Il “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo e' una struttura di ricerca e
di iniziativa, pacifista e di solidarieta', attiva dagli anni '70.
Alcune delle posizioni caratterizzanti sono: l'impegno di unire analisi
globale e contestuale ed iniziative concrete e puntuali; la scelta della
nonviolenza come teoria-prassi di riferimento; un’attenzione parimenti
dedicata ai movimenti ed alle istituzioni; la non sottovalutazione del
momento del giuridico.
Cura la pubblicazione di un notiziario telematico quotidiano, “La
nonviolenza e' in cammino”, che raggiunge tutti i giorni alcune migliaia di
interlocutori (ed e' altresì consultabile da chiunque nei siti
www.nonviolenti.org e www.peacelink.it).
Tra gli incontri di studio promossi, segnaliamo particolarmente il primo
convegno nazionale sulla figura e l'opera di Primo Levi, svoltosi a Viterbo
nel 1987.
Tra le attivita' di carattere formativo il centro ha promosso e realizzato,
spesso in collaborazione con altri soggetti, corsi di educazione alla pace
e di formazione alla nonviolenza, presso scuole, enti di servizio civile,
enti locali, associazioni, centri sociali.
Tra le iniziative promosse negli anni ’80 e ’90 segnaliamo particolarmente
la campagna per l'estensione del servizio civile presso gli enti locali.
Nel 1987 il centro ha coordinato per l’Italia la campagna di solidarieta'
con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista
sudafricano.
E' stato impegnato nell'opposizione alla guerra nel ’91, nel ’99 e nel
2001; per aver promosso e realizzato iniziative nonviolente di opposizione
alla guerra e in difesa della legalita' costituzionale il responsabile del
centro ha subito due procedimenti penali, entrambi risoltisi a suo favore.
Segnaliamo altresi' l’impegno nell’ideazione e la sperimentazione di
tecniche di azione nonviolenta: in particolare nel 1999 il centro ha
ideato, promosso e realizzato l’azione diretta nonviolenta delle
“mongolfiere per la pace” con cui bloccare i decolli dei bombardieri
ostruendo lo spazio aereo sovrastante e circostante le piste di decollo con
mongolfiere di carta.
Nella seconda meta' del 2001 ha promosso la campagna per una legge che
preveda la formazione e l’addestramento delle forze dell’ordine alla
conoscenza e all’uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della
nonviolenza.
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Allegato 3. Notizia sul presentatore dell'esposto
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo, e'
stato per anni consigliere comunale e provinciale caratterizzando la sua
attivita' amministrativa particolarmente con l’impegno contro la
criminalita' e la corruzione, e per la difesa dell’ambiente.
Come pubblico amministratore, come giornalista e come socio del
"Coordinamento Antimafia" di Palermo ha condotto dagli anni ’80 iniziative
di inchiesta, sensibilizzazione e denuncia contro il regime della
corruzione e la penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio.
Ma l’impegno principale, fin dagli anni ’70, e' quello pacifista,
antimilitarista ed antirazzista, per i diritti umani: e' stato il
principale animatore dell’opposizione alle servitu' militari nel viterbese;
nel 1987 e' stato coordinatore per l’Italia della campagna internazionale
di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del
regime razzista sudafricano.
Per le sue iniziative di opposizione nonviolenta alla guerra e in difesa
della legalita' costituzionale nel '91 e nel '99 ha subito procedimenti
giudiziari risoltisi con esito a lui pienamente favorevole.
Nel 1999 ha ideato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri dalla
base militare di Aviano ostruendo lo spazio aereo di decollo antistante la
base.
Ha promosso e tenuto corsi di educazione alla pace presso enti locali, enti
di servizio civile e scuole.
Ha promosso la proposta di legge per la formazione alla nonviolenza degli
operatori delle forze dell'ordine.
Dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
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