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rapporto di B'tselem
Torture, scudi umani, uccisioni indiscriminate, arresti in massa: prime
denunce dei pacifisti israeliani
B'TSELEM *
La situazione dei diritti umani nei Territori occupati e' peggiorata
enormemente con le ultime incursioni militari israeliane. Informazioni
dettagliate sono molto difficili poiche' Israele ha impedito l'accesso alle
aree in cui l'esercito sta operando. (...).
Detenzioni e torture di massa
Sin dall'inizio dell'operazione "Muraglia di difesa" l'esercito israeliano
detiene migliaia di palestinesi nei Territori occupati. Spesso gli arresti
di massa sono stati condotti secondo i criteri di eta' e di genere, cosi'
molti palestinesi sono stati detenuti semplicemente perche' erano presenti
laddove venivano effettuati gli arresti e non perche' fossero sospettati.
Il 5 aprile 2002, B'Tselem ha ricevuto informazioni da una fonte israeliana
sulle dure condizioni di detenzione e sull'uso della tortura durante
interrogatori nell'accampamento militare di Ofer, situato vicino Ramallah.
L'esercito ha emesso un ordine tassativo che nega ai detenuti il diritto di
incontrare dei legali. B'Tselem, insieme a tre altre organizzazioni per
idiritti umani israeliane, ha presentato una petizione urgente all'Alta
corte di giustizia di Israele chiedendo che ai detenuti venga permesso di
incontrarsi con i legali e che la corte vieti il ricorso alla forza fisica
contro di loro durante gli interrogatori. Il 7 aprile 2002, dopo una breve
udienza, la corte ha rigettato la petizione. (...)
Scudi umani e niente cure
L'8 marzo, intorno all'una del pomeriggio, sei soldati israeliani sono
entrati nella moschea di al-Baq nella citta' vecchia di Nablus, dove era
stata istituita una clinica di emergenza. Secondo le informazioni fornite a
B'Tselem dal dottor Zahara el-Wawi, medico di quella clinica, i soldati
sono entrati nella moschea con i fucili puntati alle spalle dei civili
palestinesi che sono stati costretti a marciare davanti ai soldati come
"scudi umani". I soldati hanno separato il personale medico dai pazienti,
perquisito i cadaveri e controllato l'identita' dei pazienti feriti.Da
molti giorni a questa parte, B'Tselem sta ricevendo resoconti riguardanti
l'uso di civili palestinesi come scudi umani da parte dei soldati
israeliani, oltre all'impedimento del trasporto di persone ferite e la
mancanza di elettricita', acqua e forniture mediche nelle strutture
ospedaliere. Questo e' un fenomeno che B'Tselem ha documentato nelle
invasioni degli ultimi mesi nelle citta' palestinesi.
Alcuni casi di uccisioni (...)
Gli episodi elencati rappresentano solo una piccolissima parte delle
violazioni dei diritti umani che vengono commesse nel West Bank. (...)
Gran parte delle informazioni riportate qui di seguito sono state raccolte
al telefono, poiche' gli operatori sul campo sono impossibilitati a
raggiungere le vittime e i testimoni oculari per raccogliere testimonianze
dirette. Le informazioni sono state verificate nel massimo grado possibile
date le circostanze attuali.
Il 10 aprile, alle 5:15 due residenti di Dura, distretto di Hebron, Aref
Mahmud Sayid Ahmad (33 anni) e Na'if Salem Sayd Ahmad (32 anni) stavano
tornando a casa dalle preghiere del mattino presso una moschea della
citta'. Quando si trovavano a dieci metri dalla casa di`Aref Ahmad, da un
elicottero e' stato sparato un missile che ha ucciso entrambi gli uomini.
L'esplosione ha causato un incendio nella casa di 'Aref Ahmad. Sua moglie e
la figlia di 8 anni sono state ferite alla testa dallo shrapnel. Faruq,
fratello di Na'if Ahmad, e' stato gravemente ferito a una gamba. A causa
del coprifuoco imposto alla citta', e' stato impossibile mandare
un'ambulanza. Questi si trovano ancora nella casa di Na'if Ahmad.
Taher `Abd a-Dudin (35 anni), residente a Dura e sofferente di un ritardo
mentale, ha lasciato ieri la sua casa alle 8 del mattino per comprare le
sigarette. Quando ha visto i soldati per la strada si e' spaventato e ha
cominciato a scappare verso la sua casa. I soldati gli hanno sparato
uccidendolo. Il suo corpo e' nel municipio di Dura.
Domenica 7 aprile 2002 alle 11 del mattino, sei soldati sono entrati in
casa di Nabil Nadim Nur a-Din (43 anni) nella citta' vecchia di Nablus e
l'hanno perquisita. Dopo la perquisizione i soldati hanno chiesto a Nur
a-Din di uscire in strada e di rimuovere gli ostacoli sul lato della
strada. Egli si e'rifiutato, perche' in quel momento erano in atto degli
scontri a fuoco, e ha detto ai soldati: "anche se mi sparate, non usciro'
in strada". In risposta, uno dei soldati gli ha sparato. Poi i soldati
hanno ordinato al figlio di Nur a-Din, Ahmad, di sgomberare la strada.
Ahmad e' uscito di casa con loro ma e' riuscito a scappare.
Ieri Nabil Nur a-Din e' riuscito a raggiungere l'ospedale Rafidia a Nablus,
9 aprile, dove e' ancora in cura. (Fonte: B'Tselem)
Muhammad Abu Hatab (30 anni) e' stato ucciso vicino il campo profughi di
Askar, nel distretto di Nablus il 5 aprile 2002. Il suo corpo e' rimasto in
un campo aperto, a 5 metri dalla strada, visibile ai soldati li' vicino. Un
palestinese che aveva tentato di rimuovere il corpo e'stato preso dai
soldati che poi lo hanno picchiato, gli hanno tolto i vestiti e lo hanno
portato via. Il 9 aprile alle 10.30 gli uomini della Mezzaluna Rossa hanno
tentato di rimuovere il corpo. I soldati gli hanno sparato. Solo il 10
aprile, alle 17.30, l'esercito ha permesso la rimozione del corpo. Domenica
7 aprile 2002, poco dopo le 21, sono stati sparati dei colpi in direzione
della casa della famiglia S., vicino il vecchio campo profughi di 'Askar.
Il capofamiglia, 65 anni, e' rimasto ucciso e sua figlia S. H. (32 anni) e'
stata colpita al petto da una pallottola. Solo lunedi' pomeriggio, dopo
aver raggiunto un'intesa con l'esercito israeliano, un'ambulanza della
Mezzaluna Rossa e' stata mandata sul posto per portare la figlia in
ospedale. Comunque i soldati hanno sparato all'ambulanza e hanno ordinato
al personale di allontanarsi. Ancora il 10 pomeriggio S. H. non e'stata
portata all'ospedale. (Fonte: HaMoked - Center for the Defense of the
Individual)
Hafez Mahmud Sabra (63 anni) e' stato ucciso il 7 aprile 2002 nel campo
profughi di 'Askar nel distretto di Nablus. Alle ore 19 Sabra si e'recato
nel suo cortile e ha porto una brocca d'acqua ai suoi vicini. Un tank,
situato a 300 metri dalla sua casa, gli ha sparato e lo ha ucciso. Uno
shrapnel ha colpito sua figlia Suna Hafez Mahmud Sabra (36 anni) che
e'rimasta ferita alla schiena e alla testa. Lei si trovava in casa quando
e'avvenuta la sparatoria. Poiche' non viene permesso alle ambulanze di
circolare, la famiglia ha deciso di seppellire il padre in cortile. Solo
ieri sera, 9 aprile, Suna Sabra e' riuscita a raggiungere l'ospedale
Rafidia dove ha ricevuto assistenza. (Fonte: B'Tselem)
Giovedi' 4 aprile 2002 c'erano 28 pazienti con insufficienza renale a Jenin
impossibilitati a raggiungere l'ospedale per sottoporsi a dialisi. I
tentativi fatti dall'associazione per i diritti civili in Israele di
concordare il loro arrivo in ospedale sono falliti. Solo domenica, dopo
almeno quattro giorni senza dialisi, 4 pazienti su 28 sono stati portati in
ospedale. Le fonti nell'ospedale di Jenin, senza elettricita', non sanno
cosa sia successo agli altri 24 malati. Un veicolo corazzato dell'esercito
israeliano staziona davanti all'entrata dell'ospedale, impedendo di entrare
o uscire. (Fonte: Physicians for Human Rights).
Sette soldati israeliani pattugliano il villaggio di Sabastiya nel
distretto di Nablus una volta al giorno. Negli ultimi giorni il
pattugliamento e' stato effettuato dallo stesso gruppo di soldati che ogni
giorno hanno scelto una abitazione a caso e hanno lanciato al suo interno
granate e bombe lacrimogene. Il 9 mentre sedevano a un caffe' vicino alle
rovine storiche del villaggio, i soldati hanno fermato i passanti e li
hanno picchiati. B'Tselem ha fatto appello al portavoce dell'esercito
israeliano chiedendo di investigare questo caso. Non abbiamo avuto risposta.
Il 4 aprile 2002, Ghania `Othman Khalil Kharameh (13 anni) e' stata >ferita
mentre si trovava nella sua casa nel quartiere di Ras Al `Ein a Nablus. I
proiettili l'hanno colpita al braccio e al petto. Solo sei giorni dopo
e'stato possibile portarla in ospedale.
Che fine hanno fatto i detenuti?
Ci sono 1.000 detenuti che si trovano nell'accampamento militare di Ofer;
tra 1.000 e 1.500 nella prigione militare di Megiddo; 100 nella struttura
di detenzione di Salem aperta vicino Jenin e molte dozzine in strutture di
detenzione permanente nel West Bank. I detenuti rilasciati da Ofer hanno
riferito dure condizioni di trattamento. Tra le altre cose, hanno
denunciato cibo insufficiente, sovraffollamento, freddo, umiliazioni e
percosse. Alcuni dei detenuti sono costretti a dormire su tavole di legno.
Con l'aumento del numero dei detenuti, ciascuno ha uno spazio di 40
centimetri in cui dormire, e alcuni non hanno neanche quello. L'esercito
vieta ai detenuti incontri con gli avvocati. E l'Alta corte di giustizia ha
rigettato una petizione di quattro organizzazioni per i diritti umani che
chiedevano di entrare nel campo militare di Ofer. (Fonte: HaMoked - Center
for the Defense of the Individual).
* B'tselem e' un'organizzazione pacifista israeliana impegnata sui diritti
umani e contro la tortura. In queste ore e' impegnata a Jenin a trattare
sulle condizioni dei prigionieri palestinesi.
Sito web: www.btselem.org
Traduzione di Marina Impallomeni