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Comunicato stampa del Genoa Legal Forum sulle dichiarazioni diScajola.



Genova 16/02/2002
Comunicato stampa del Genoa Legal Forum sulle dichiarazioni di Scajola.


Il Genoa Legal Forum, il coordinamento dei legali che sta curando la difesa
dei manifestanti e delle vittime degli abusi subiti ad opera delle forze
dell'ordine nel corso delle manifestazioni anti G8 di Genova, ritiene che
le dichiarazioni del Ministro Scajola in merito all'ordine da lui stesso
impartito alle forze dell'ordine di sparare sui dimostranti che avessero
violato la cd. Zona Rossa durante il vertice, siano di inaudita gravità.

Nel nostro ordinamento l'uso delle armi, anche da parte delle forze
dell'ordine, è sottoposto a rigidi vincoli e limiti, ed è sempre
subordinato - tra l'altro - al principio della proporzionalità. Se questi
limiti non vengono rispettati il Pubblico Ufficiale compie un reato, mentre
chi lo ha determinato a compierlo è punibile per istigazione a delinquere.

In ogni caso, il fatto che l'autorizzazione all'uso delle armi sia stato
finora sempre taciuto sia in sede parlamentare che di fronte agli stessi
magistrati inquirenti pone seri interrogativi circa la collaborazione da
parte dei vertici politici per fare chiarezza sui tragici fatti di Genova.

Gravissime sono anche le affermazioni che definiscono i manifestati
pacifisti, che partecipavano ad una manifestazione regolarmente
autorizzata, "200 mila scalmanati".

Le incredibili dichiarazioni del Ministro, che si dimostra sicuramente non
all'altezza dell'incarico che ricopre, indicano inequivocabilmente chi
abbia realmente contribuito ad innalzare la tensione, a criminalizzare i
manifestanti, convincendo tra l'altro le forze dell'ordine della
sostanziale impunità del loro operato.

Si comincia dunque a capire perché il corteo del 21 Luglio sia stato
oggetto di una carica devastante, ingiustificata ed indiscriminata delle
forze dell'ordine quando si trovava ben lontano dalla stessa zona Rossa.

Il frutto di tale clima di tensione, la cui origine va cercata certamente
anche prima della sera del 20 Luglio, ha causato la morte di un ragazzo,
più di 1500 feriti, più di 400 denunce contro le forze dell'ordine, la
sospensione di qualsiasi diritto o garanzia dei cittadini per tutto il
periodo che ha preceduto ed accompagnato il vertice.

Siamo più che convinti, alla luce di quanto accaduto nelle giornate
precedenti (è provato che sono stati sparati più di 15 colpi di pistola
dalle "forze dell'ordine"), che analoghe istruzioni fossero state impartite
anche prima di quando ci riferisce il Ministro, e non solo a partire dalla
sera del 20 Luglio.

Emerge dunque con sempre maggiore evidenza il coinvolgimento dei massimi
vertici dello stato nella preparazione e nella esecuzione di un piano che
si è rivelato uno dei più violenti attacchi al libero esercizio delle
libertà democratiche e dei diritti costituzionalmente garantiti della
storia repubblicana.

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