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Headlines 2001/12 - non c'è pace senza giustizia
A: <a.marescotti@peacelink.it> "Alessandro Marescotti"
Da: sjs.headlines@sjcuria.org
HEADLINES -- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù -- 2001/12
...per scambiare notizie, condividere la spiritualità e favorire il lavoro
in rete...
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* Giovanni Paolo II, "Non c'è pace senza giustizia!"
* Ecuador: alle famiglie serve per prima cosa un tetto
* Corea: vivere con gli abusivi
* Polonia: una famiglia per i bambini che non l'hanno
* India: villaggi per il futuro
* USA: immigrati messicani a New York
* Cardinal Carlo Maria Martini SJ, "C'è speranza per la pace?"
* Agenda
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* Giovanni Paolo II, "Non c'è pace senza giustizia!"
"Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono: ecco ciò
che voglio annunciare in questo Messaggio a credenti e non credenti, agli
uomini e alle donne di buona volontà, che hanno a cuore il bene della
famiglia umana e il suo futuro. Non c'è pace senza giustizia, non c'è
giustizia senza perdono: questo voglio ricordare a quanti detengono le
sorti delle comunità umane, affinché si lascino sempre guidare, nelle loro
scelte gravi e difficili, dalla luce del vero bene dell'uomo, nella
prospettiva del bene comune. A quanti, per una ragione o per l'altra,
coltivano dentro di sé odio, desiderio di vendetta, bramosia di
distruzione, non mi stancherò di ripetere questo monito: Non c'è pace senza
giustizia, non c'è giustizia senza perdono. In questi tempi burrascosi,
possa l'umana famiglia trovare pace vera e duratura, quella pace che solo
può nascere dall'incontro della giustizia con la misericordia!"
Quest'insegnamento e questa preghiera sincera del Santo Padre, nati dalla
fede e dalle sofferenze dell'anno trascorso, sono anche l'augurio natalizio
da parte di tutti noi del Segretariato Sociale ai lettori di HEADLINES: il
Signore Gesù che viene riempia i nostri cuori di compassione, coraggio e
speranza durante tutto il 2002 e ricolmi il mondo di ogni benedizione di
giustizia e pace! [HL11201]
Il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2002 è
disponibile in <www.vatican.va>
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* Ecuador: alle famiglie serve per prima cosa un tetto
In Ecuador la gente migra in continuazione verso Guayaquil, il più
importante porto del Paese, dove circa il 10% della popolazione vive per le
strade. Negli ultimi trent'anni "Viviendas Hogar de Cristo" (VHC) ha
costruito 65 mila abitazioni, aiutando 325 mila senza-tetto di Guayaquil e
della costa ecuadoriana. L'organizzazione, senza fini di lucro, utilizza
materiali provenienti delle proprie piantagioni d'alberi e produce
materiali da costruzione (pali e pannelli di bambù). VHC fornisce
abitazioni a prezzi sette volte inferiori a quelli delle case popolari
statali, permettendo alla maggioranza dei beneficiari di coprire da soli i
costi. Lo scopo è di aiutare le famiglie, la metà delle quali è guidata da
madri senza marito, a costruirsi un futuro. Iniziando da una casa di bambù,
queste donne possono risparmiare e lavorare per una casa più solida. I
fondatori di VHC, il Cardinale Echeverría Ruiz e Francisco García SJ ("Tío
Paco"), sono entrambi scomparsi da poco, ma il loro lavoro continua con
opere sociali ed educative, progetti sanitari e di microcredito, tutti
volti allo sviluppo integrale delle famiglie. [HL11202]
Amministratore di Hogar de Cristo: Roberto Costa SJ <vvhc@gu.pro.ec>
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* Corea: vivere con gli abusivi
Nel 1975, un gesuita conosciuto come Il Woo Jung (John Daly SJ) si trasferì
in una zona di Seoul occupata illegalmente per vivere accanto agli abusivi.
Quando, nel 1985, venne creata la nuova Regione coreana della Compagnia, il
suo lavoro costituì l'ispirazione iniziale dell'impegno dei gesuiti per i
poveri delle aree urbane. Nel 1991 una comunità di inserzione fu istituita
ufficialmente ed egli ne divenne il primo superiore. Il nome della
comunità, "Hanmon", significa "un solo corpo", lo slogan gridato dal leader
di una comunità locale che fu in seguito ucciso mentre difendeva un vicino
sfrattato con la forza. La comunità Hanmon consente ai gesuiti in
formazione di lavorare tra i poveri della città, offre un programma
educativo di recupero per bambini di famiglie disgregate, lavora con
anziani abbandonati e giovani tossicodipendenti. La Regione della Corea sta
ora realizzando strutture per impegni di lungo periodo. Hanmon si è
trasferita in una nuova sede più grande, con spazi d'incontro e la sala
studio "Han-Nuri" a sostegno degli studenti del quartiere. [HL11203]
Superiore della comunità Hanmon: Francis Mun-su Park SJ
<pakmunsu@ccs.sogang.ac.kr>
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* Polonia: una famiglia per i bambini che non l'hanno
L'apostolato sociale della Compagnia è riuscito a sopravvivere ai mutamenti
politici e sociali degli anni '80 e '90 attraverso la cura di bambini
abbandonati di Cracovia, dove sono centinaia i figli di alcolizzati,
prostitute o persone con problemi psichici, che soffrono danni, umiliazione
e povertà. Durante il regime comunista, studenti universitari lavorarono
come volontari, aiutando i bambini a fare i compiti, organizzando
escursioni nel fine settimana e campi estivi. Nei primi anni '90, una
fattoria abbandonata a Zmiaca, sulle montagne della Polonia meridionale, fu
ristrutturata e divenne un centro per l'educazione di orfani e bambini di
famiglie disgregate. Con l'avvento della democrazia è divenuta
un'istituzione della Provincia della Compagnia. Durante le vacanze estive,
il centro ospita più di cento bambini provenienti da orfanotrofi o famiglie
con problemi. Circa trenta bambini di età tra i due e gli undici anni vi
abitano tutto l'anno. Coloro che non possono tornare dai genitori possono
essere adottati. Psicologi, assistenti sociali e avvocati di un ente per le
adozioni valutano gli adulti che intendono adottare, i quali possono poi
incontrare i bambini a Zmiaca, ma anche la scelta degli stessi bambini è
importante. "Noi crediamo che i problemi dei bambini abbandonati possano
essere risolti solo trovando loro delle famiglie", dichiara il fondatore P.
Piechnik. "Ogni altra soluzione fallisce". [HL11204]
Direttore dell'Opera di aiuto ai bambini: Ludwik Piechnik SJ (fax) +48 12
429 7159
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* India: villaggi per il futuro
Centinaia di migliaia di piccoli villaggi sono una realtà importante, ma
poco conosciuta, dell'India di oggi. Village Reconstruction Organisation
(VRO) fu fondata nel 1969 da Michael Windey SJ per ricostruire 200 villaggi
distrutti da un ciclone lungo la costa orientale. Già professore di
Sociologia a Ranchi, P. Windey ideò la VRO come organizzazione ecumenica e
interreligiosa per lo sviluppo rurale, ispirata a una visione gandhiana di
rinnovamento integrato dei villaggi. "In India le persone d'ogni religione
dovrebbero essere unite nel servire i poveri, in un Paese di povertà
immensa", dichiara. Fin dal principio la VRO ha coinvolto giovani e
studenti. Evitando l'urbanizzazione forzata e modelli occidentali di
sviluppo (ma anche la nostalgia del passato), la VRO mira ad un
rinnovamento educativo, culturale ed ambientale delle piccole comunità,
fondato sul progresso materiale e cercando una via di perfezione umana
secondo il Vangelo. Lavorando ogni anno in 50 comunità, delle équipe
competenti di almeno due volontari (tra cui molti giovani stranieri)
organizzano gli abitanti perché collaborino per lo sviluppo comune. Nelle
scuole si insegnano attività artigianali utili alla comunità come la
fabbricazione di tappeti e vestiti, la tessitura e la saldatura, così che i
giovani possano guadagnarsi da vivere; si migliorano le tecniche di
costruzione delle case, si diffonde l'uso dell'energia solare per
illuminare e cucinare e di quella eolica per pompare l'acqua. [HL11205]
Direttore della VRO: Micheal A. Windey SJ (fax) +91 40 7631 123
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* USA: immigrati messicani
Un aspetto poco conosciuto dell'11 settembre è il fatto che alcune migliaia
di lavoratori presenti quel giorno nel World Trade Centre erano immigrati
clandestini e per questa ragione alle loro famiglie non viene garantita
alcuna assistenza. Più di 9 milioni di immigrati clandestini vivono negli
Stati Uniti in una situazione di vulnerabilità, sfruttati dai datori di
lavoro e dal mercato nero dei documenti falsi. L'associazione Tepeyac (dal
nome della collina sulla quale la Madonna di Guadalupe apparve a Juan
Diego), fu creata nel 1997 dal fratello messicano Joel Magallan Reyes SJ.
Raccogliendo 40 gruppi messicani della città di New York, Tepeyac promuove
il benessere sociale e i diritti umani degli immigrati dal Messico. È al
servizio di più di 10 mila membri, coordinando il sostegno alle vittime di
violazioni del diritto del lavoro, di frodi o di raid degli agenti
dell'INS, il Servizio per l'immigrazione e la naturalizzazione. Tepeyac
opera anche come agenzia di servizi sociali per chi è escluso dai servizi
pubblici poiché privo della documentazione appropriata. Organizza attività
culturali come il Festival annuale d'espressione messicana e la Feria del
Sol. Dal giorno degli attacchi terroristici, Tepeyac ha aiutato le famiglie
che hanno perso i loro cari e i lavoratori che hanno perso l'impiego. Vedi
<www.tepeyac.org> [HL11206]
Direttore di Tepeyac: Joel Magallan SJ <Joelmrsj@aol.com>
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* Dopo l'11 settembre, c'è speranza per la pace? del Cardinale Carlo Maria
Martini SJ
In questi giorni sono tanti i mali da deplorare e da sconfiggere: oltre il
terrorismo e la violenza va condannata ogni ingiustizia e va eliminato ogni
affronto alla dignità umana. Ci chiediamo: sarà possibile una tale
inversione di tendenza? Osiamo affermare di sì, anzitutto perché un simile
raddrizzamento della scala dei valori è necessario per il superamento di
quella conflittualità crescente che mira alla distruzione reciproca dei
contendenti. In secondo luogo perché contiamo sulla grazia di Dio e sulla
ragionevolezza di fondo dell'uomo. In terzo luogo perché come cristiani
abbiamo la certezza che se il male abbonda è perché sovrabbondi la grazia
della conversione e del perdono. Pur se lasciamo al Signore della storia il
calcolo dei tempi, sappiamo che è ben possibile che maturi di nuovo in
Occidente, forse proprio sotto la spinta di eventi così drammatici, la
percezione che è necessario un cambio di vita, l'adozione di una nuova
scala di valori. Si tratta di una rivelazione del male in cui siamo
immersi, dell'assurdità di una società il cui dio è il denaro, la cui legge
è il successo e il cui tempo è scandito dagli orari di apertura delle borse
mondiali. Una società che giunge quasi al ridicolo nella sua ricerca
affannosa di investimenti virtuali, di transazioni puramente mediatiche e
che pretende di esportare messianicamente questo modo di vedere in tutto il
mondo.
Pace non è solo assenza di conflitto, cessazione delle ostilità,
armistizio. Non è neppure soltanto la rimozione di parole e gesti
offensivi, neppure solo rinuncia alla vendetta. Pace è frutto di alleanze
durature e sincere, ("enduring covenants" e non solo "enduring freedom"), a
partire dall'Alleanza che Dio fa in Cristo perdonando l'uomo,
riabilitandolo e dandogli se stesso come partner di amicizia e di dialogo,
in vista dell'unità di tutti coloro che Egli ama. In virtù di questa unità
e di questa alleanza possiamo dire al fratello: tu sei sommamente
importante per me, ciò che è mio è tuo. Ti amo più di me stesso, le tue
cose mi importano più delle mie. E poiché mi importa sommamente il bene
tuo, mi importa il bene di tutti, il bene dell'umanità nuova: non più solo
il bene della famiglia, del clan, della tribù, della razza, dell'etnia, del
movimento, del partito, della nazione, ma il bene dell'umanità intera:
questa è la pace. Ogni azione contro questo "bene comune" affonda le radici
nella paura, nell'invidia e nella diffidenza. Genera i conflitti e nutre
gli odi che causano le guerre. Ci vorrà un'intera storia e superstoria di
grazia per compiere tale cammino. Ma è questa la pace che è meta della
vicenda umana.
L'autore è Arcivescovo di Milano <www.diocesi.milano.it/vescovo/>
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* Agenda [HL11208]
18 dicembre, Nuova Delhi, India: incontro sulle ordinanze e le azioni
anti-democratiche. Per contatti: Prakash Louis SJ, Indian Social Institute
<anil_dhir@unv.ernet.in>
2-4 gennaio 2002, Granada, Spagna: incontro annuale dell'apostolato sociale
della Provincia Betica, dedicato allo sviluppo del settore. Presidente
della Commissione: José Juan Romero SJ <jjromero@etea.com>
8 gennaio, Roma, Italia: seminario di varie congregazioni rivolto a suore
responsabili della formazione, sui temi principali della globalizzazione e
"il volto di Dio". Michael Czerny SJ <sjs@sjcuria.org>
14-15 gennaio, Roma, Italia: alla Curia Generalizia, sessione di
aggiornamento (tempo forte) sulle migrazioni con un'introduzione generale e
riflessioni sugli aspetti economici, etici, interreligiosi, sociali e
pastorali, e dialogo con alcuni migranti. Segretario: Gabriel Codina SJ
<gcodina@sjcuria.org>
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Redattore: Francesco Pistocchini
Redattore aggiunto: Louisa Blair
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