[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Svoltosi oggi incontro in Senato



Comunicato stampa del 29 ottobre 2001

SVOLTOSI OGGI, LUNEDI 29 OTTOBRE, PRESSO IL SENATO UN INCONTRO DI
DEFINIZIONE DELLA STESURA CONCLUSIVA DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA
FORMAZIONE E L'ADDESTRAMENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E
ALL'USO DEI VALORI, DELLE TECNICHE E DELLE STRATEGIE DELLA NONVIOLENZA

L'AUTOREVOLE IMPEGNO DEL SENATORE ACHILLE OCCHETTO
PRIMO FIRMATARIO DELLA PROPOSTA

LA NONVIOLENZA COME GRANDE RISORSA
MORALE, SOCIALE, CIVILE, EDUCATIVA, METODOLOGICA, OPERATIVA

* L'incontro di questa mattina
Si e' svolto lunedi 29 ottobre 2001 a Roma, presso il Senato della
Repubblica, un incontro tra il senatore Achille Occhetto, primo firmatario
della proposta di legge per la formazione e l'addestramento delle forze
dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle
strategie della nonviolenza, e Peppe Sini, responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo (struttura promotrice dell'iniziativa);
all'incontro ha preso parte anche Luigi Daga, consulente giuridico del
senatore Occhetto, che ha notevolmente contribuito alla stesura attuale
della proposta di legge.

* Svolta un'ampia consultazione di studiosi e operatori
E' stata predisposta la stesura pre-definitiva della proposta di legge, che
ora passera' all'esame di tutti i senatori e i deputati che hanno gia'
espresso sostegno ed agli altri che intenderanno aggiungersi ai
sottoscrittori: ovviamente e' ancora possibile apportare modifiche, che
beninteso non stravolgano il testo, testo che e' frutto di un'ampia
consultazione sulla base di una bozza che negli ultimi tre mesi ha
ampiamente circolato ed e' stata ampiamente discussa particolarmente tra
rappresentanti dell'associazionismo sindacale e culturale delle forze
dell'ordine, giuristi, educatori, cattedratici, formatori, operatori
sociali, movimenti pacifisti e nonviolenti (negli scorsi mesi si e' svolta
una consultazione che ha coinvolto molti dei piu' prestigiosi studiosi della
materia, e migliaia di persone e strutture interessate; la proposta
originaria il "Centro di ricerca per la pace" l'aveva formulata oltre un
anno fa).

* Nei prossimi giorni una consultazione con tutti i parlamentari
Nei prossimi giorni si effettuera' la consultazione con tutti i senatori e i
deputati interessati, poi la sottoscrizione da parte di tutti i parlamentari
disponibili all'iniziativa, ed infine la presentazione ufficiale della
proposta di legge, con cui si concludera' questa fase preliminare e si
avviera' quindi il successivo percorso di esame nelle competenti commissioni
parlamentari.

* Il senatore Occhetto ha sottolineato
Il senatore Achille Occhetto ha sottolineato la rilevanza democratica
dell'iniziativa e come essa intenda apportare utili risorse teoriche e
pratiche alla formazione e all'attivita' del personale preposto alla difesa
della sicurezza pubblica, ed intenda contribuire all'affermazione di una
cultura ed una pratica della legalita', dei diritti umani e della pace,
radicata nella Costituzione italiana.
Il senatore Occhetto ha altresi' espresso la sua disponibilita' per
ulteriori iniziative in collaborazione con i movimenti nonviolenti.

* Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" ha evidenziato
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace", Peppe Sini, ha
evidenziato l'importanza che la nonviolenza sempre piu' entri nella
legislazione, e che la grande risorsa democratica che essa costituisce sia
pienamente valorizzata anche in ambito istituzionale, nell'amministrazione
pubblica, ed in tutte le agenzie formative.
In particolare la formazione alla nonviolenza di tutto il personale delle
forze dell'ordine mette a disposizione di chi svolge una funzione cosi'
delicata e decisiva risorse e strumenti conoscitivi ed operativi di
grandissima utilita'.

"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel.0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 29 ottobre 2001

* * *

ALCUNE ULTERIORI INFORMAZIONI INTEGRATIVE

a) Sono molteplici e prestigiose le adesioni a sostegno della proposta di
legge per la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla
conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della
nonviolenza: dalla societa' civile come dalle istituzioni, dalle
organizzazioni professionali, sindacali e associative come dal mondo della
ricerca e degli studi, dagli operatori delle forze dell'ordine come dai
movimenti pacifisti e nonviolenti, da giuristi e sociologi, operatori
sociali ed educatori; molti i contributi alla riflessione, originali e
critici, che sottolineano l'importanza della proposta formulata: mettere le
risorse della nonviolenza a disposizione di chi e' impegnato nella difesa
della legalita', nella protezione dell'incolumita' e dei diritti delle
persone, nella difficile e delicata funzione di garantire la sicurezza
pubblica.

b) Tra i parlamentari che hanno gia' espresso attenzione e adesione ci sono
il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, i senatori Achille
Occhetto (primo firmatario), Natale Ripamonti, Francesco Martone, Anna
Donati, Nedo Canetti (a nome del gruppo senatoriale DS), Nando Dalla Chiesa,
Chiara Acciarini, Loredana De Petris; i deputati Fulvia Bandoli, Marida
Bolognesi, Paolo Cento, Laura Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero
Grandi, Franco Grillini, Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Roberta
Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo Rognoni,
Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Francesco
Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante; i parlamentari europei Giuseppe
Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella (oltre al gia'
citato Renzo Imbeni).

c) La presentazione ufficiale della proposta di legge, sottoscritta da vari
senatori e deputati di diverse forze politiche, e' prevista tra pochi
giorni.

d) In relazione alla presentazione della proposta di legge si terra' a Roma
anche una conferenza cui parteciperanno i parlamentari presentatori,
illustri personalita' della peace research e della nonviolenza, cattedratici
universitari di prestigio internazionale.

e) I materiali preliminari della proposta di legge, cosi' come ulteriori
materiali di documentazione, possono essere richiesti al "Centro di ricerca
per la pace" di Viterbo; una informazione aggiornata sull'andamento
dell'iniziativa e' offerta dal quotidiano telematico "La nonviolenza e' in
cammino" (richiedibile gratuitamente all'indirizzo: nbawac@tin.it).

* * *

PER SAPERNE DI PIU'

A. La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
1. La nonviolenza nel corpus legislativo italiano
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" e'
entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che
all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il
servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito
di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della
protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile
non armata e nonviolenta".
In realta' gia' da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed
esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della
nonviolenza, come ad esempio attesta la legislazione che dal 1972 con la
legge n. 772 riconosceva e recepiva l'obiezione di coscienza al servizio
militare e disponeva il servizio civile alternativo; inoltre gia' nel
dettato costituzionale, come hanno rilevato autorevoli commentatori, vi sono
le fondamenta di un orientamento tendenzialmente nonviolento e comunque una
legittimazione piena di tale prospettiva.
E del resto analogo orientamento e' possibile leggere in autorevoli
documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la
Dichiarazione universale dei diritti umani.
2. La nonviolenza nella ricerca accademica e nelle agenzie formative
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la
nonviolenza e' un tema rilevante. E' cosi' a livello internazionale (a
partire dalle attivita' di peace research promosse dall'ONU), ed e' cosi'
anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza  e la formazione ai
valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono
esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito piu'
generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze
dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate
formazioni in cui si articola la societa' civile e particolarmente l'impegno
sociale e civile.
3. La nonviolenza nella cultura e nella storia d'Italia
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza e' radicata
in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di
vita e di pensiero di Francesco d'Assisi.
E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini,
ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a
livello internazionale; cosi' come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di
Gandhi fu direttamente discepolo); cosi' come Danilo Dolci: personalita'
italiane che a livello internazionale sono tra le figure piu' note e piu'
luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresi' la coniazione
del termine stesso "nonviolenza".
Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa
tempestivita': anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed
alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua
autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si
ispirarono alcune delle figure piu' nobili e delle attivita' piu' profonde e
luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
4. Per una definizione critica e pluridimensionale della nonviolenza
4.1. Il termine "nonviolenza", distinto dalla locuzione "non violenza"
La parola "nonviolenza" e' stata coniata dal filosofo ed educatore italiano
Aldo Capitini (1899-1968) e traduce i due termini creati da Mohandas Gandhi
(1869-1948) per definire la sua proposta teorico-pratica: "ahimsa" e
"satyagraha".
La parola "nonviolenza" designa un concetto del tutto distinto dalla
semplice locuzione "non violenza" o "non-violenza"; la locuzione "non
violenza" infatti indica la mera astensione dalla violenza (ed in quanto
tale puo' comprendere anche la passivita', la fuga, la rassegnazione, la
vilta', l'indifferenza, la complicita', l'omissione di soccorso); il
concetto di "nonviolenza" afferma invece l'opposizione alla violenza come
impegno attivo e affermazione di responsabilita'.
Infatti i due termini usati da Gandhi, che il termine capitiniano di
"nonviolenza" unifica e traduce, hanno un campo semantico ampio ma molto
forte e ben caratterizzato: "ahimsa" significa "contrario della violenza",
"negazione assoluta della violenza", quindi "opposizione alla violenza fino
alla radice di essa"; "satyagraha" significa "adesione al vero, contatto con
il bene, forza della verita', vicinanza all'essere, coesione essenziale".
4.2. La nonviolenza non e' un'ideologia
La "nonviolenza" quindi e' un concetto che indica la scelta e l'mpegno di un
intervento attivo contro la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia (non
solo quella dispiegata e flagrante, ma anche quella cristallizzata e
camuffata, quella acuta e quella cronica, quella immediata e quella
strutturale).
La nonviolenza non e' un'ideologia ne' una fede: ci si puo' accostare alla
nonviolenza a partire da diverse ideologie e da diverse fedi religiose e
naturalmente mantenendo quei convincimenti. Ad esempio nel corso dello
scorso secolo vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla
nonviolenza aderendo a fedi diverse: induista, cristiana, buddhista,
islamica, ebraica, altre ancora, o anche non aderendo ad alcuna fede.
Ugualmente vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla
nonviolenza aderendo a ideologie diverse: liberali, socialiste (nelle varie
articolazioni di questo concetto teorico e movimento storico), patriottiche,
internazionaliste, democratiche in senso lato.
4.3. La nonviolenza e' una teoria-prassi sperimentale e aperta
La nonviolenza infatti e' una teoria-prassi, ovvero un insieme di
riflessioni ed esperienze, creativa, sperimentale, aperta. Non dogmatica,
non autoritaria, ma che invita alla responsabilita' personale nel riflettere
e nell'agire.
4.4. La nonviolenza e' un concetto pluridimensionale
Molti equivoci intorno alla nonviolenza nascono dal fatto che essa e' un
concetto a molte dimensioni, cosicche' talvolta chi si appropria di una sola
di queste dimensioni qualifica la sua collocazione e il suo agire come
"nonviolenti", in realta' commettendo un errore e una mistificazione,
poiche' si da' nonviolenza solo nella compresenza delle varie sue dimensioni
(ovviamente, e' comunque positivo che soggetti diversi conoscano e accolgano
anche soltanto alcuni aspetti della nonviolenza, ma questo non li autorizza
a dichiarare di praticare la nonviolenza).
Proviamo a indicare alcune delle dimensioni fondamentali della nonviolenza:
- la nonviolenza e' un insieme di ragionamenti e valori morali;
- la nonviolenza e' un insieme di tecniche comunicative, relazionali,
deliberative, organizzative e di azione;
- la nonviolenza e' un insieme di strategie di intervento sociale e di
gestione dei conflitti;
- la nonviolenza e' un progetto sociale di convivenza affermatrice della
dignita' di tutti gli esseri umani;
- la nonviolenza e' un insieme di analisi e proposte logiche, psicologiche,
sociologiche, economiche, politiche ed antropologiche.
Come si vede, lo studio della nonviolenza implica la coscienza della
pluridimensionalita' di essa, delle sue articolazioni, delle sue
implicazioni.
Ed anche del fatto che essa implica saldezza sui principi ed insieme un
atteggamento ricettivo, critico, sperimentale, aperto; che non ha soluzioni
preconfezionate ma richiede ogni volta nella situazione concreta un
riflettere e un agire contestuale, critico e creativo.

B. Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
1. I percorsi formativi del personale delle forze dell'ordine
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi,
con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione
si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi.
2. La Costituzione come fondamento dell'ordinamento giuridico
Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi e' e deve essere il
riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina
tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro
ordinamento giuridico.
3. Ordine pubblico, legalita', democrazia
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la
funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico e' vincolata
all'affermazione della legalita', alla difesa della democrazia, alla
promozione della sicurezza, dell'incolumita' e dei diritti delle persone che
nel territorio italiano si trovino.
4. Pubblica sicurezza, diritti umani
Sempre piu' la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso
inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri
di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno
positivo delle funzioni pubbliche.
5. Necessita' di una piu' adeguata formazione delle forze dell'ordine
Si evince pertanto la necessita' di una sempre piu' adeguata formazione del
personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento piu' coerente ed
efficace dei compiti che inverino le finalita' dalla Costituzione enunciate
nell'ambito delle specifiche funzioni, modalita' ed aree di intervento. A
tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche
e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilita'.

C. Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
1. Esperienze di formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine gia'
svolte ed in corso in Italia
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano gia'
percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e
delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza
pubblica.
2. Riflessioni ed esperienze in altri paesi europei
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono
sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
3. Esperienze internazionali di riferimento
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici
e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano
giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente
assai critiche.
Si pensi ad esempio al caso del Nicaragua in cui dopo la fine della
dittatura somozista si pose il problema di rieducare il personale dei corpi
speciali della dittatura (spesso bambini che erano stati ridotti a feroci
bruti); o al caso straordinario del Sud Africa, in cui la "Commissione
nazionale per la verita' e la riconciliazione", presieduta dal Premio Nobel
Desmond Tutu, ha indicato una via di grande interesse e profonda
originalita' per uscire da una situazione tremenda come quella ereditata dal
regime dell'apartheid.

D. Ambiti formativi in cui si fa gia' ampio uso dei valori e delle tecniche
della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni
esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze
formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.
Questa tradizione ha diverse esplicazioni:
- in sede di istituzioni sovranazionali;
- in sede di istituzioni nazionali;
- in sede di istituzioni locali;
- in sede universitaria;
- in sede scolastica;
- in sede di altre agenzie formative;
- in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile;
- in sede di enti di servizio civile;
- in sede di associazionismo democratico;
- in sede di formazione ed aggiornamento nel management;
- in sede di agenzie informative;
- in sede di intervento psicoterapeutico;
- in sede di training sportivo;
- in sede di facilitazione in consessi deliberativi;
- in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione
del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello
internazionale (in primo luogo dell'ONU); alle cattedre e ai dipartimenti
universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio
civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di
riferimento gia' esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che
per quel che concerne specificamente l'Italia.
Esistono anche ricognizioni di istituti di ricerca specializzati in ambito
istituzionale e accademico; una pregevole raccolta di dati e' stata
recentemente pubblicata dal Movimento Internazionale della Riconciliazione
(MIR) di Padova, ed e' disponibile sulla rete telematica pacifista
Peacelink.

E. Una bibliografia orientativa minima
- AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996;
- AA. VV., Gli istituti e i centri internazionali di ricerca per la pace,
Movimento Internazionale della riconciliazione, Associazione Beati i
costruttori di pace, Padova 2000;
- Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica, Edizioni del Centro di ricerca
per la pace, Viterbo 1991;
- Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia
cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998;
- Hannah Arendt, La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli,
Milano 1993;
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Comunita', Milano 1996;
- Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, I conflitti, Bruno Mondadori, Milano
1998;
- Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia,
Principato, Milano 1985;
- Ernesto Balducci, Pierluigi Onorato, Cittadini del mondo, Principato,
Milano 1985;
- Franco Basaglia, Franca Ongaro Basaglia (a cura di), Crimini di pace,
Einaudi, Torino 1975;
- Zygmunt Bauman, Dentro la globalizzazione, Laterza, Roma-Bari 1999;
- Norberto Bobbio, Eguaglianza e liberta', Einaudi, Torino 1995;
- Norberto Bobbio, Il futuro della democrazia, Einaudi, Torino 1991;
- Norberto Bobbio, L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino 1990;
- Norberto Bobbio, Stato, governo, societa', Einaudi, Torino 1995;
- Norberto Bobbio, Teoria generale del diritto, Giappichelli, Torino 1993;
- Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino et alii, Dizionario
di politica, Tea, Milano 1992;
- Elias Canetti, Massa e potere, Bompiani, Milano 1988;
- Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992;
- Enrico Chiavacci, Dal dominio alla pace, La meridiana, Molfetta 1993;
- Guido Corso, L'ordine pubblico, Il Mulino, Bologna 1979;
- Ralf Dahrendorf, Quadrare il cerchio. Benessere economico, coesione
sociale e liberta' politica, Laterza, Roma-Bari 1995;
- Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999;
- Danilo Dolci, Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979;
- Daniilo Dolci, Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974;
- Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984;
- Guglielmo Aldo Ellena (a cura di), Manuale di animazione socioculturale,
Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989;
- Giovanni Falcone, Interventi e proposte, Sansoni, Firenze 1994;
- Giovanni Falcone (con Marcelle Padovani), Cose di cosa nostra, Rizzoli,
Milano 1991;
- Luigi Ferrajoli, Diritto e ragione, Laterza, Roma-Bari 1990;
- Luigi Ferrajoli, La sovranita' nel mondo moderno, Laterza, Roma-Bari 1997;
- Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1979;
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino
1984;
- Lodovico Grassi, La democrazia dell'era atomica, Edizioni Cultura della
Pace, S. Domenico di Fiesole 1988;
- Germaine Greer, La donna intera, Mondadori, Milano 2000;
- Juergen Habermas, Teoria dell'agire comunicativo, Il Mulino, Bologna 1997,
due volumi;
- IPRI (a cura di), Se vuoi la pace, educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984;
- Hans Jonas, Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993;
- Alberto L'Abate, Consenso, conflitto e mutamento sociale, Franco Angeli,
Milano 1990;
- Alberto L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha,
Torino 1985;
- Eugenio Lecaldano, Etica, Utet, Torino 1995;
- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;
- Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982;
- Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito, Jaca Book, Milano 1995;
- Jean Marie Muller, Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992;
- Jean Marie Muller, Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975;
- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982;
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce, Il Saggiatore, Milano 1982;
- Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;
- Enrico Peyretti, Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate  e nonviolente. (in "La nonviolenza e' in cammino" n. 145 del 10
marzo 2001);
- Giuliano Pontara, Etica e generazioni future, Laterza, Roma-Bari 1995;
- Giuliano Pontara, La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1996;
- Stefano Rodota', Tecnologie e diritti, Il Mulino, Bologna 1995;
- Stefano Rodota', Tecnopolitica, Laterza, Roma-Bari 1997;
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1995;
- Umberto Santino, Oltre la legalita', Centro siciliano di documentazione
"Giuseppe Impastato", Palermo 1997;
- Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1985-1997, tre volumi;
- Francesco Tullio (a cura di), Una forza nonarmata dell'ONU: utopia o
necessita'?, Casa Editrice Formazione e Lavoro, Roma 1989;
- Luciano Violante, Non e' la piovra. Dodici tesi sulle mafie italiane,
Einaudi, Torino 1994;
- Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del
Movimento Nonviolento, Perugia 1982;
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987;
- Gustavo Zagrebelsky, Il diritto mite, Einaudi, Torino 1992.

* * *

Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 29 ottobre 2001