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rassegna sui fatti di Genova del 15/9/01



Il documento finale approvato solo dalla maggioranza. Violante: poca chiarezza su Giuliani

Comitato sul G8: polizia «assolta», critiche al Gsf

Il presidente: il vertice è riuscito Il centrosinistra: serve la commissione d’inchiesta

ROMA - Il Comitato d’indagine bicamerale sul G8 conclude i lavori sottolineando che «non sorgono dubbi sulla positiva riuscita del Vertice», valutando senza gravi rilievi l’operato delle forze dell’ordine e osservando come il Gsf abbia quattro anime, due «pacifiste e politicizzate» ma le altre «violente e guerrigliere». «Il Vertice ha conseguito tutti gli obiettivi prefissati, sia sotto l’aspetto dei contenuti sia sotto l’aspetto logistico-amministrativo, sia sotto quello della tutela dell’ordine pubblico nonostante talune inerzie riferibili al precedente governo nella fase organizzativa», è il giudizio del Comitato. Per il quale però alla «Diaz» ci sono stati «taluni difetti di coordinamento sul piano decisionale ed operativo (legati in special modo alla linea di comando ed al suo funzionamento»)» e «sono emersi dati relativi a taluni eccessi compiuti dai singoli esponenti delle forze di polizia». Il quadro complessivo della relazione ha soddisfatto la maggioranza ma non l’opposizione («conclusioni inaccettabili») ed è stato scontro. Il presidente del Comitato Donato Bruno (Fi), dopo il dibattito susseguente al deposito della relazione, ha modificato il passaggio più duro sul Gsf (giustificandolo con un errore di trascrizione) e ha scritto nel documento finale che ad esso «si aggiungono altri soggetti con un’anima guerrigliera». Ma non è bastato: mentre il portavoce del movimento No Global Vittorio Agnoletto ha definito il testo «una vergogna», il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante lo ha contestato dicendo che «si fa un puro avallo dell’azione delle forze di polizia, si tace l’azione positiva dei manifestanti pacifici e si travisa la ricostruzione di alcuni episodi», sostenendo che non c’è chiarezza cui casi Giuliani e Diaz. E se Gianclaudio Bressa (Margherita) ha parlato di «documento che scredita il Parlamento», Franco Bassanini (Ds) e Gabriella Mascia (Prc) hanno rinnovato la richiesta di una Commissione d’inchiesta.
Un mese di lavoro non è dunque bastato al Comitato per raggiungere l’accordo. Non c’è stata una votazione ma una «presa d’atto» ed il documento di 81 pagine è stato trasmesso alle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, che lo prenderanno in esame da martedì: giovedì i due organismi comunicheranno le valutazioni. Ds e Rifondazione hanno annunciato il deposito di documenti autonomi.
Da Genova arrivano novità nell’inchiesta. Sul registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di altri tre funzionari di polizia presenti alla «Diaz» e per l’assalto alla jeep dei carabinieri durante il quale è stato ucciso Carlo Giuliani è stato chiesto al gip l’obbligo di dimora per Eurialo Predenzani: è il ragazzo che nei filmati televisivi è riconoscibile perchè indossa un giubbotto salvagente.
Flavio Haver (Corriere della Sera 15/9/01)


Indagine G8
è rottura tra i Poli

Per la relazione su Genova


ROMA - Il G8 di Genova? Un «successo» sotto tutti i punti di vista, ordine pubblico e sicurezza compresi. Al massimo solo delle sbavature sul coordinamento delle polizie e «qualche eccesso», naturalmente di «singole persone». La Bicamerale d'indagine chiude i battenti e la maggioranza guidata dal presidente forzista Donato Bruno nasconde i nei in una relazione di 81 pagine che, per dirla con il diessino Luciano Violante, «è molto al di sotto di quanto hanno ammesso i ministri Ruggero e Scajola». Un giudizio così positivo che, qualunque siano i risultati dell'indagine dei pm di Genova, fa ricadere i fatti accaduti sotto la diretta responsabilità politica del governo e dello stesso ministro dell'Interno che, a questo punto, non si capisce perché abbia rimosso tre funzionari come il vicecapo della polizia Andreassi, il capo della polizia antiterrorismo La Barbera e il questore di Genova Francesco Colucci.
Infuriata l'opposizione: i Ds annunciano una relazione di minoranza che sarà discussa direttamente nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. E fanno di più: qualora questo non dovesse bastare chiederanno (se ne fa portavoce Franco Bassanini) un nuova commissione, questa volta con i poteri d'inchiesta. Anche Rifondazione (Graziella Mascia) e i Verdi (Marco Boato e Sauro Turrone) hanno dato voce al loro profondo dissenso insistendo su un rapporto che «falsifica la realtà, contenuta in documenti, filmati, testimonianze». In comune, tutta l'opposizione contesta una lettura dei gravissimi fatti di Genova che assolve l'operato delle forze di polizia sotto qualsiasi punto di vista, in particolare la gestione dell'ordine pubblico («In una situazione come quella la linea scelta dal governo Berlusconi e dalle forze di polizia è stata certamente positiva»). E che giustifica anche l'intervento alla Diaz scusandone l'urgenza di fronte al sospetto di armi e la violenza provocata dalla «resistenza ampiamente documentata alla polizia». Su Bolzaneto, invece, toccherà alla magistratura fare luce.
Dalla relazione di Bruno l'unico vero colpevole degli scontri appare il Gsf che avrebbe al suo interno «un'anima pacifista e non violenta, una politicizzata, una violenta che compie azioni seriamente aggressive verso i rappresentanti istituzionali». E solo un'aspra contestazione di Ds, Verdi e Rifondazione fa attenuare il passaggio in cui anche i Black blocks venivano fatti rientrare anche loro nel movimento guidato da Vittorio Agnoletto per lui il documento è «una vergogna») come «l'anima guerigliera».
Ma Bruno e la maggioranza non hanno fatto una piega. Il presidente sostiene che «l'opposizione aveva già deciso, a prescindere dai risultati, di presentare un testo di minoranza». Fabrizio Cicchitto (Fi), autore di molte domande "pungenti" durante i lavori, contesta Bassanini e solidarizza con Bruno. Identitco l'atteggiamento di Michele Saponara forzista anche lui. Altrettanto fa Luigi Bobbio di An che pure, da ex pm, era stato un severo accusatore in aula. La molla politica è una sola e la spiega Filippo Ascierto, l'ex maresciallo dei Cc ora deputato di An: «Non possiamo lasciare sole le forze di polizia». Dietro le quinte c'è un'altra lettura che spiega i contatti tra Scajola e i forzisti della commissione: qualsiasi "colpa" delle polizie, inevitabilmente, ricade anche sul ministro che non vuole perdere la fiducia politica guadagnata a luglio. Tant'è che, in una prossima tornata di nomine, non verrebbero toccati né il capo della polizia De Gennaro, né quello dei Cc Siracusa, ma i direttori dei servizi segreti che su Genova sono i meno colpevoli.
(l.mi.)
(Repubblica 15/9/01)