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LA VERA STORIA DEL PERSONAL COMPUTER - 12 agosto 1981: vent'anni fa nasceva il PC IBM



VENT'ANNI DI PERSONAL COMPUTER

Premessa

Il 12 agosto 2001 ricorre il ventennale della nascita del PC IBM, il
capostipite dei calcolatori che ancora oggi popolano le nostre case e i
nostri uffici. Data l'eccezionalita' di questa ricorrenza ho deciso di
diffondere in rete uno scritto che costituira' uno dei capitoli di un libro
di prossima pubblicazione al quale sto lavorando da parecchi anni. In
questo testo ho cercato di raccontare la VERA storia del Personal Computer,
una storia che sulla base di fatti e documenti reali distrugge falsi miti e
leggende infondate, restituendo a personaggi rimasti nell'ombra il posto
che meritano nella storia dell'informatica.

Per una fortuita combinazione questo messaggio sara' datato "agosto 1981".
Non e' il frutto di un viaggio nel tempo: trovandomi lontano dal mio
computer domestico sono costretto a usare un vecchio macinino dotato di un
sistema operativo che non si e' ancora accorto del cambio di millennio, e
indugia dolcemente nel mese e nell'anno di nascita del "papa'" di tutti i
PC, un tempo lontano, ma allo stesso tempo vicinissimo, in cui l'attuale
uomo piu' ricco del mondo affermava che "640 k di memoria RAM saranno
sufficienti per chiunque".

Termino questa introduzione segnalando che l'utilizzo di questo articolo
NON E' GRATUITO. In poche parole non e' possibile leggere e basta. Bisogna
fare anche qualcos'altro. Se sei arrivato a leggere fin qui non avrai
nessun obbligo, ma se prosegui la lettura sei obbligato a pagare. Scegli tu
la forma di pagamento: puoi spedirmi indifferentemente un'email, una
lettera di ringraziamento o una cartolina del luogo in cui ti trovi, un
pacchetto con prodotti tipici della tua regione, un cd-rom o una
videocassetta di cartoni animati, limoncello fatto in casa, francobolli,
articoli di cancelleria, vecchi 45 giri, libri e fumetti che non leggi
piu', banchi di Ram da 16 mega, prodotti di erboristeria, ricette segrete,
inviti a pranzo, a cena e a dormire presso la tua abitazione, l'indirizzo
di un editore famoso con cui pubblicare il mio libro in gestazione (si
accettano offerte), T-shirt taglia XXL (preferibilmente non usate), tessere
viacard anche parzialmente utilizzate, buoni benzina, biglietti per cinema,
teatro e parchi di divertimento, materiale da campeggio e tutto cio' che
vorresti ti fosse spedito da qualche sconosciuto. Se proprio ti manca la
fantasia, vanno bene anche dei soldi. L'indirizzo a cui inviare materiale
elettronico e' c.gubitosa@peacelink.it, il resto speditelo in via Bazzini 4
a Milano (20131). Tutti i trasgressori a questo ferreo regolamento verranno
monitorati attraverso l'apposito software Watchread (TM) incorporato in
questo testo, e perseguiti attraverso le norme vigenti in materia di
diritto d'autore, con la conseguente condanna alla ricezione nella propria
casella di posta elettronica dell'intera discografia di Toto Cutugno in
formato MP3. Queste le regole di lettura. Per il resto potete diffondere e
pubblicare questo testo come meglio credete, senza lucrarci sopra, senza
spacciarlo come vostro e senza utilizzarlo per attivita' illecite, come ad
esempio la stampa del testo su un pezzo di marmo da tirare contro la
vetrina di un negozio, o la declamazione del mio scritto a voce alta
nell'androne del condominio alle 4 di mattina.

Dopo questa doverosa premessa, molto meno seria di cio' che vi apprestate a
leggere, auguro a tutti i lettori di questo testo un altro ventennio di
splendide conquiste tecnologiche, scientifiche e culturali, sperando che
nel frattempo non spunti fuori qualche altro miliardario occhialuto per
raccontarci frottole pretendendo di aver inventato tutto da solo.

Buona Lettura

Carlo Gubitosa, 12 Agosto 1981 :-)

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LA VERA STORIA DEL PERSONAL COMPUTER

"Just as the industrial revolution made possible the personal book by
providing inexpensive paper and mechanized printing and binding, the
microelectronics revolution of the 1970's will bring about the personal
computers of the 1980's".
(Alan Kay - 1977)

Associare un'innovazione scientifica al lavoro di una o piu' persone e' un
compito meno facile di quanto possa sembrare. Sono moltissimi, infatti, gli
"inventori" che hanno potuto riscrivere a loro piacimento intere pagine di
storia della scienza solo grazie al successo commerciale dei loro prodotti.
Grazie a questa storia fatta a posteriori il nostro immaginario collettivo
e' costellato di personaggi come i fratelli Lumiere, Samuel Morse o
Alexander Bell, ormai passati alla storia come gli inventori del cinema,
del telegrafo e della telefonia, che in realta' sono stati solamente abili
perfezionatori e commercializzatori di scoperte gia' fatte da altri.

In merito al telegrafo e al telefono, esiste ormai una vasta letteratura in
cui si documenta che queste invenzioni hanno visto la luce molto prima dei
servizi telegrafici e telefonici con cui Morse e Bell hanno costruito la
loro fortuna e la loro fama. Per quanto riguarda il cinematografo,
brevettato dai Lumiere il 13 febbraio 1895, va detto che questa invenzione
non e' altro che una versione migliorata del cinetoscopio, un apparecchio
brevettato nel 1891 da Thomas Edison, a cui i Lumiere aggiungono
semplicemente un dispositivo ottenuto modificando il piedino premistoffa
della macchina da cucire. Grazie alla piccola aggiunta dei Lumiere si
riesce a sincronizzare il movimento della pellicola con l'apertura
dell'otturatore, ottenendo delle immagini in movimento molto piu' nitide di
quelle realizzate con i precedenti apparecchi. Questo piccolo apporto
tecnico, unito al miglioramento della qualita' dell'immagine, costituisce
la spinta decisiva per la diffusione di massa della cinematografia.

Oltre a questi casi piu' eclatanti, nel corso dei secoli molte altre
scoperte scientifiche sono state attribuite erroneamente a chi invece le ha
solo modificate, commercializzate o trasformate in prodotti a diffusione di
massa, e altrettanto numerosi sono gli uomini di scienza che hanno cambiato
la nostre vita quotidiana e il mondo in cui viviamo, pur rimanendo anonimi
e sconosciuti.

IL TRAGICO DESTINO DI PHILLIP KATZ

Un esempio di queste invenzioni rimaste nell'ombra assieme al loro creatore
e' senza dubbio il PKZIP, uno dei programmi piu' diffusi e famosi della
storia dell'informatica, utilizzato per "zippare" i dati contenuti nei
calcolatori, in maniera da comprimere le informazioni e ridurre lo spazio
di memoria richiesto per la loro archiviazione.

A partire dal PKZIP sono stati sviluppati molti altri programmi simili, tra
cui il recente WINZIP, tuttora utilizzato da milioni di utenti sparsi per
il mondo. Sono in pochi a sapere che il nome PKZip deriva dalle iniziali di
Phillip Katz, lo sfortunato inventore di questo programma.

La diffusione di massa del programma di Katz e' uno dei piu' grandi
fenomeni di partecipazione sociale della storia dell'informatica, uno dei
rarissimi casi in cui uno standard e' stato stabilito direttamente dagli
utenti finali di un programma anziche' dai capricci del mercato o
dall'industria del software. Milioni di utenti adottano il programma di
Katz e lo diffondono come un "virus benefico", non solo per l'indubbia
efficienza del PKZIP. ma anche per protestare contro la Systems
Enhancements Associates (SEA), una azienda che aveva trascinato Katz in
tribunale per aver realizzato e distribuito gratuitamente il PKARC, una
versione migliorata del programma di compressione ARC realizzato dalla SEA,
che sporge denuncia per violazione del copyright e del suo marchio
registrato. Dopo un accordo con la SEA che gli permette di evitare una
multa salatissima, per evitare altri grattacapi legali Katz decide di
abbandonare la sua prima creazione per realizzare il PKZIP, utilizzando un
sistema di compressione differente da quello dell'ARC. Nel giro di pochi
mesi la passione di Katz e l'entusiasmo degli utenti trasformano lo ZIP nel
nuovo standard di compressione dei dati. Il primo a sorprendersi di questo
successo e' lo stesso Katz, che in una intervista rilasciata nel 1993 al
Milwaukee Journal ha raccontato di aver scritto il suo programma unicamente
per hobby.

Nonostante il suo grande successo come programmatore, nella vita Katz non
si dimostra altrettanto fortunato. Il 14 aprile 2000 muore in solitudine, a
soli 37 anni, in un motel di Milwaukee, nel Wisconsin, dove viene ritrovato
accanto ad alcune bottiglie vuote di liquore.

Un destino decisamente diverso da quello di Phillip Katz ha trasformato
William Henry Gates III, piu' noto come Bill Gates, nell'uomo piu' ricco
del mondo, grazie ad una serie di mosse astute con cui nel corso degli anni
Gates e' riuscito a costruire un immagine vincente di se', accreditandosi
come pioniere dell'informatica e come padre di numerose invenzioni che sono
diventate indispensabili per lo sviluppo dei moderni calcolatori.

Quella stessa deformazione della storia che ha trasformato i fratelli
Lumiere negli "inventori del cinema", nonostante fossero il punto di arrivo
e non il punto di partenza nello sviluppo del cinematografo, ha permesso a
Bill Gates di scrivere la "sua" storia dell'informatica. In questo
"universo parallelo" creato su misura, Bill Gates e' un uomo che si e'
fatto da se', un genio che ha raggiunto meritatamente il successo in quanto
inventore del Personal Computer, del linguaggio di programmazione "Basic",
del sistema operativo DOS e dell'"interfaccia utente" a finestre, basata
sull'utilizzo del mouse. Nel mondo della realta' storica non c'e' niente di
piu' falso.

LA RIVOLUZIONE INFORMATICA FRANCESE

Nell'immaginario collettivo e' Bill Gates ad aver inventato il personal
computer assieme all'Ibm, mentre in realta' il primo PC e' nato in francia
nel 1973. Il nome dell'antenato dei moderni PC e' Micral e il suo
progettista e' Truong Tromng Hi, un francese con radici vietnamite che
lavora per la Realisations Etudes Electroniques S.A. Micral e' basato sul
processore 8088, costa 1.750 dollari e il software necessario al suo
funzionamento e' realizzato da Philippe Kahn. Purtroppo Micral cade presto
nel dimenticatoio a causa del suo scarso successo di mercato. Per la
diffusione di massa dei calcolatori bisogna attendere il 1975, quando negli
Stati Uniti una nuova "rivoluzione informatica" viene scatenata dalla
nascita del personal computer Altair.

GENNAIO 1975: NASCE ALTAIR 8800

Il personal computer americano nasce nel 1975, quando sul numero di gennaio
della rivista "Popular Electronics", spedito al suo mezzo milione di
hobbisti-abbonati, viene presentato ALTAIR 8800, una macchina ormai entrata
di diritto a far parte della storia dell'informatica, un computer che
raccoglie intorno a se' la seconda generazione degli hacker: gli "hacker
dell'hardware", che penetrano all'interno dei segreti di Altair per carpire
il funzionamento di ogni singolo circuito. Una passione ereditata dagli
studenti del MIT, gli "hacker dei mainframes", che negli anni '60 avevano
domato a colpi di saldatore e tastiera i primi grandi calcolatori
universitari, i grandi "bestioni" a valvole monopolizzati da "sacerdoti" in
camice bianco, la cui autorita' veniva puntalmente messa in discussione
dalla prima generazione di hackers.

Ancora oggi non e' raro incontrare dei prodotti informatici pubblicizzati
ancora prima che ne sia ultimata la realizzazione, e il primo di questi
prodotti, definiti in gergo "vaporware", e' stato proprio Altair 8800. La
fotografia riprodotta su Popular Electronics, infatti, e' quella di un
apparecchio realizzato ad hoc, assolutamente non funzionante, e passa molto
tempo prima che le migliaia di pezzi ordinati vengano consegnati.

Alcuni hacker tra i piu' tenaci, per venire in possesso del loro Altair, si
accampano davanti alla sede della Model Instrumentation Telemetry Systems
(MITS), la societa' che produce Altair sotto la guida di Ed Roberts. Altair
e' venduto in kit di montaggio, il cui risultato finale e' una scatola
metallica con pannello frontale composto da una fila di interruttori, che
costituiscono l'unico dispositivo di input, e da due file di piccole lucine
rosse come dispositivo di output. E' basato sul processore INTEL 8080,
costa 397 dollari e ha 256 bytes di memoria. Le istruzioni non possono
essere memorizzate all'interno del computer, ma devono essere inserite a
mano attraverso gli interruttori del pannello frontale ogni volta che il
calcolatore viene acceso. Da qui le tipiche piaghe e vesciche sulle dita
che caratterizzano gli appassionati di informatica dell'epoca. Il primo
personal computer americano e' battezzato da Lauren Solomon, la figlia
dodicenne di Les Solomon, direttore di Popular Electronics e amico di Ed
Roberts. La bimba indica il nome "Altair" ispirandosi alla stella su cui
era diretta l’"Enterprise" (l’astronave della serie televisiva "Star Trek")
nella puntata trasmessa il giorno del battesimo dell'8800.

LA NASCITA DEL BASIC

Prima ancora dell'apparizione di Micral e Altair, nel 1964 John Kemeny e
Thomas Kurtz, presso il Dartmouth College (New Hampshire, USA), sviluppano
il BASIC (Beginners' All-purpose Symbolic Instruction Code), il piu' famoso
linguaggio di programmazione della storia. Attraverso questo "Codice
Simbolico Multifunzione di Istruzioni per Principianti" le istruzioni
vengono impartite al calcolatore usando delle parole in inglese corrente,
come "PRINT" (stampa) oppure "INPUT" (immetti), al posto della lingua
misteriosa composta da sequenze interminabili di "1" e di "0" con cui i
primi programmatori sono costretti a "parlare" con i loro computer. Con
l'avvento del Basic la programmazione dei calcolatori esce dal mondo degli
addetti ai lavori e diventa accessibile a tutti. Kemeny, immigrato nel 1940
a New York assieme alla sua famiglia proveniente da Budapest, prima di
dedicarsi all'informatica trascorre parecchi anni accanto ad Albert
Einstein, in qualita' di assistente matematico. Il primo programma scritto
in BASIC viene eseguito a Dartmouth da Kemeny e Kurtz alle 2 del mattino
del 4 maggio 1964.

L'HOMEBREW COMPUTER CLUB

Il 5 marzo 1975 a Menlo Park, nella silicon valley californiana, nel garage
di Gordon French si svolge il primo incontro dell'HOMEBREW COMPUTER CLUB,
il club degli hacker dell'hardware, di cui fanno parte, tra gli altri, Bill
Gates, Stephen Wozniack, Gary Kildall e molti altri pionieri dei personal
computer. Le riunioni dell'Homebrew divengono un appuntamento fisso per
scambiare pezzi di hardware, idee, programmi, informazioni e progetti.
L'Altair 8800 e' ovviamente al centro dell'attenzione.

Dopo aver letto l'annuncio su "Popular Electronics", Bill Gates e Paul
Allen, che avevano studiato insieme ad Harvard, telefonano immediatamente a
Ed Roberts per proporgli di acquistare il loro interprete BASIC per
l'Altair, scritto assieme a Marty Davidoff. E' la prima vendita di software
della Micro-Soft. A quei tempi l'azienda aveva ancora il trattino nel nome,
che sarebbe caduto nel 1976. L'accordo per la vendita del Basic viene
concluso con successo il 2 gennaio 1975.

L'affare si rivela davvero fortunato, e apre le porte del successo a quella
che sarebbe diventata la piu' grande azienda informatica del mondo. Il
grande pubblico dimentica ben presto i nomi di Kemeny e Kurtz, e negli anni
a venire il nome di Bill Gates verra' associato sempre piu' frequentemente
alla creazione del Basic. In seguito all'accordo con Ed Roberts, Gates e
Allen si trasferiscono ad Albuquerque, sede della Mits, per scrivere un
programma in grado di connettere Altair con una unita' a disco. Una sera di
giugno del 1975 gli hobbisti dell'Homebrew Computer Club riescono a
impossessarsi di una cartuccia contenente il codice completo del Basic,
lasciata incustodita durante una delle numerose dimostrazioni intineranti
organizzate da Ed Roberts per pubblicizzare il suo prodotto. A causa del
prezzo ritenuto eccessivo, gli "homebrewers" iniziano a fare delle copie su
nastro del Basic per l'Altair da distribuire gratuitamente.

In seguito al dilagare di queste copie "pirata", il 3 febbraio 1976 Bill
Gates scrive una lettera aperta agli hobbisti, pubblicata sulla newsletter
"Computer Notes", un documento in cui attacca apertamente la copia non
autorizzata. La lettera viene riportata anche sul bollettino di febbraio
dell'Homebrew Computer Club. L'argomentazione principale di Gates contro la
diffusione incontrollata dei programmi e' che questa pratica scoraggia i
programmatori, rendendo meno remunerativa la realizzazione dei loro
prodotti.

Le teorie di Gates vengono smentite nel 1991, quando la distribuzione
libera e gratuita del sistema operativo Linux diventa l'elemento decisivo
che incoraggia e stimola il lavoro di migliaia di programmatori sparsi in
tutto il mondo.

Il 22 maggio 1977 Ed Roberts decide di abbandonare il mercato
dell'informatica, anche in virtu' delle crescenti pretese da parte
dell'azienda di Gates. A trentacinque anni compiuti, dopo aver venduto la
sua azienda alla Pertec, Roberts si trasferisce in Georgia con un assegno
di alcuni milioni di dollari in tasca, e inizia una nuova vita come
studente di medicina alla Mercer University, per finire la sua carriera a
Cochran, un paesino a sud di Atlanta dove si stabilisce per esercitare la
professione di pediatra.

In seguito all'acquisto della MITS da parte della Pertec si scatena una
battaglia giudiziaria in merito di diritti di proprieta' intellettuale del
Basic dell'Altair, di cui la Pertec rivendicava i diritti in seguito
all'acquisizione della Mits. Gates ed Allen sostengono invece che il Basic
era stato dato solamente in concessione. La questione e' portata davanti a
un tribunale che da' ragione a Microsoft.

Nel 1980 l'inglese Sir Clive Sinclair progetta e commercializza lo ZX80, un
calcolatore che segna il passaggio dall'era dei "personal" a quella degli
"home computer". Centinaia di copie dello ZX80 iniziano ad invadere
l'europa. L'era degli "home" continua nel 1982 con la Commodore Computers,
che produce due esemplari destinati a passare alla storia: VIC 20 e CBM 64.
Nel giro di pochi mesi il VIC 20 raggiunge il milione di copie vendute. Nel
frattempo Sinclair si affretta ad affiancare al modello ZX81, nato nel
marzo '81, lo ZX Spectrum. Nello stesso anno il "Time Magazine" assegna al
computer il titolo di "uomo" dell'anno. Inizia l'era dell'informatica di
massa.

UNA MAMMA CHE HA FATTO STORIA

Per Microsoft la grande occasione arriva nel luglio del 1980, quando Bill
Gates viene contattato da IBM, l'azienda che in quegli anni esercitava un
dominio incontrastato nel settore dell'informatica. A questo incontro ne fa
seguito un secondo, un mese piu' tardi, durante il quale Gates firma un
contratto di consulenza con Ibm per la realizzazione di un sistema
operativo da utilizzare per i futuri PC IBM, una missione segretissima
battezzata con il nome in codice "Project Chess".

Le motivazioni che spingono "Big Blue" IBM a legare la nascita dei nuovi
"personal computer" ad una azienda relativamente giovane e guidata da un
ragazzino appena venticinquenne, sono tuttora avvolte da un fitto mistero.

L'unico dato di fatto di cui si dispone per capire le cause del
"matrimonio" tra Microsoft e IBM e' che la madre di Bill Gates, Mary,
personaggio di spicco degli ambienti di Seattle, proprio nei giorni
antecedenti all'accordo che avrebbe reso miliardario il suo figliolo,
curava gli affari di famiglia in qualita' di membro del consiglio di
amministrazione di una impresa chiamata United Way. Un altro dei membri
illustri di quel consiglio di amministrazione era il signor John Opel, un
uomo d'affari che contemporanamente rivestiva il ruolo di CEO (Chief
Executive Officer) all'interno di IBM, praticamente la piu' alta carica
direttiva dell'azienda.

L'ossessione di Opel per la realizzazione di un nuovo prodotto IBM con cui
raggiungere e sorpassare la Apple nel mercato dei personal potrebbe aver
trovato uno sbocco naturale nelle prospettive di successo che Mary Gates
era disposta a garantire a nome del suo geniale pargolo.

E' possibile che una buona parola da parte di Mamma Gates sia stata
l'elemento decisivo che ha determinato le decisioni del "gigante"
dell'informatica, ancora troppo impacciato per muoversi nel settore dei
personal computer con l'agilita' necessaria per sostenere il ritmo
frenetico dell'innovazione tecnologica di quegli anni.

Un'altra azienda candidata alla realizzazione del "Project Chess" e' la
Digital Research di Gary Kildall, che gia' da tempo aveva sviluppato CP/M,
"Control Pogram for Microcomputers", un sistema operativo perfettamente in
grado di funzionare anche sui nuovi personal IBM. Il mancato accordo tra
IBM e Gary Kildall, spesso definito come la piu' grande occasione mancata
nella storia dei PC, e' descritto in maniera diversa a seconda di chi lo
racconta. In base alla versione dei fatti fornita da IBM, che e' anche la
piu' diffusa e conosciuta, Kildall era impegnato a dilettarsi con il suo
bimotore mentre sua moglie riceveva la visita dei funzionari IBM incaricati
di proporre lo stesso accordo che avrebbe fatto la fortuna di Bill Gates e
Microsoft. Dopo una lunga attesa, gli uomini IBM si sarebbero seccati di
aspettare, tornando a casa e mandando a monte l'affare. Secondo  la
ricostruzione dell'episodio fatta dallo stesso Kildall, invece, il suo non
era un volo di piacere, ma di affari, e nei successivi contatt i con IBM le
condizioni proposte sarebbero state talmente restrittive da impedirgli di
accettare l'offerta, dal momento che IBM voleva cavarsela con un semplice
pagamento forfettario per l'acquisto del sistema operativo, rifiutandosi di
concedere a Kildall una percentuale per ogni copia venduta del suo Cp/M.
Questo stallo nella trattativa avrebbe lasciato via libera a Microsoft.

DAL CP/M AL DOS MICROSOFT

Una volta concluso l'accordo con IBM il grosso problema di Microsoft era la
realizzazione del sistema operativo promesso a "Big Blue", un incarico che
Gates e soci non sarebbero mai stati in grado di portare a termine da soli,
rispettando le scadenze strettissime e i vincoli sulla qualita' del
prodotto imposti da IBM.

Nel settembre del 1980, di fronte alla prospettiva di un fallimento
dell'accordo con IBM, Gates decide di giocare d'astuzia, acquistando dalla
Seattle Computer Products, per la modica somma di 50.000 dollari, un
sistema operativo "veloce e sporco", il Q-Dos, "Quick and Dirt Operating
System". Il Q-Dos, opportunamente modificato, si trasforma d'incanto nel
piu' famoso Microsoft DOS, l'MS-Dos destinato a diventare uno standard
nell'ambito dei personal computer grazie alla potenza economica di IBM e al
senso degli affari di Bill Gates, che negli anni seguenti avrebbe costruito
la sua fama di programmatore geniale e la sua fortuna economica a partire
dalla rivendita di un prodotto realizzato da altri. Gates ottiene da Tim
Paterson, che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza non
esclusivo, che prevedeva la possibilita' di rivendere il prodotto, senza
lasciarsi sfuggire che tra i clienti intenzionati alla rivendita del Q-Dos
c'era nientemeno che IBM. La segretezza era ulteriormente garantita da una
clausola del contratto in base a cui "niente avrebbe obbligato Microsoft a
identificare il cliente". In seguito Microsoft chiudera' il cerchio
comprando tutti i diritti della Seattle Computer Products, assumendo alle
sue dipendenze lo stesso Paterson.

Risalendo l'"albero genealogico" dell'MS-DOS, e' possibile che il primo
"capostipite" della famiglia non sia il Q-Dos di Tim Paterson, ma
addirittura lo stesso Cp/M di Gary Kildall, che potrebbe essere il "vero"
sistema operativo a partire dal quale, attraverso modifiche successive, e'
stato realizzato il prodotto definitivo consegnato a IBM. Una versione
molto dettagliata del rapporto tra il CP/M e il Q-Dos e' contenuta
all'interno del libro "Bill Gates, una biografia non autorizzata", scritto
da Riccardo Stagliano' per Feltrinelli. Secondo il resoconto di Stagliano'
"Quando fu chiaro che Microsoft avrebbe fornito a Ibm il sistema operativo
sviluppato da Tim Paterson, Gary Kildall, l'uomo che arrivo' in ritardo
all'appuntamento con la sua fortuna, telefono' imbestialito al
programmatore, anticipando querele: "Hai copiato il mio CP/M: ti
denuncero'!". "Non ho mai guardato il codice di Kildall", si e' sempre
difeso Paterson, "solo il suo manuale"".

Gli indizi a favore di Kildall sono davvero numerosi, e in piu' di una
occasione alcuni esperti di informatica che si sono divertiti a "smontare"
il Dos Microsoft hanno evidenziato al suo interno la presenza di diverse
righe del codice scritto dal fondatore della Digital Research per
realizzare il suo Cp/M. La stessa IBM avrebbe cercato di mettere a tacere
la vicenda offrendo a Kildall ottocentomila dollari per rinunciare ad ogni
rivendicazione sulla paternita' di Ms-Dos.

Gary Kildall muore il 6 luglio del 1994, all'eta' di cinquantadue anni,
dopo aver lottato fino alla fine contro lo strapotere commerciale di
Microsoft e Ibm, usando come armi la qualita' e la robustezza del suo
Dr-Dos, il sistema operativo nato dall'evoluzione dello sfortunato CP/M.

La vita di Kildall si spegne a causa di una banale rissa scoppiata in un
bar di Monterey, la citta' californiana dove viveva, perche' alcuni
avventori del locale, piu' rispettosi delle loro motociclette che della
vita altrui, non gradiscono le toppe del giubbotto di pelle di Kildall, che
rappresentavano delle moto Harley Davidson. Una tragica fine per un uomo
geniale, che con un pizzico di fortuna in piu' avrebbe potuto sedersi al
posto di Bill Gates sulla poltrona di uomo piu' ricco del mondo, un
pioniere dell'informatica che con tutta probabilita' e' l'unico vero autore
di un sistema operativo che ci ha permesso per anni di lavorare, scrivere e
comunicare attraverso il computer.

Il 12 agosto 1981 il primo personal computer della IBM, basato sul
microprocessore 8086, fa il suo ingresso trionfale sul mercato dei personal
computers, con una presentazione in grande sitle al salone delle feste del
Waldorf Astoria di New York. Il modello base ha una RAM di 16K e un lettore
per dischetti da 5'' e 1/4, il tutto per la modica cifra di 1565 dollari.
Il sistema operativo utilizzato e', ovviamente, il Microsoft Dos.

"CRISI CONIUGALE" TRA MICROSOFT E IBM

Il 20 novembre 1985 Microsoft mette in commercio Windows 1.0, esattamente
due anni e dieci giorni dopo la presentazione del prodotto, avvenuta in
grande stile e con tutta l'enfasi che contraddistingue le campagne
pubblicitarie dell'azienda di Redmond. E' l'inizio della "scalata al
potere" del sistema operativo piu' famoso del mondo.

Nel 1989, in occasione del Comdex di Las Vegas, il salone annuale
dell'informatica statunitense, gli operatori del settore attendono un
annuncio strategico di Bill Gates e James Cannavino, responsabile del
settore personal all'interno di IBM. Tutto risale al 2 aprile 1987, quando
IBM lancia la sua nuova linea di Personal, i PS/2, dotati di un nuovo
sistema operativo, OS/2, frutto di un lavoro congiunto dei tecnici IBM e
Microsoft. Da questa alleanza avrebbe dovuto nascere il nuovo standard dei
sistemi operativi, e per lo sviluppo di OS/2 gli accordi prevedevano che
Microsoft avrebbe messo da parte il suo Windows. Tuttavia Gates decide di
tenere aperte entrambe le strade, e di decidere all'ultimo momento se
appoggiare OS/2 o Windows. Lo sgambetto a Ibm arriva proprio in occasione
del Comdex, con un discorso di Gates che smentisce tra le righe Cannavino,
dopo che il manager IBM aveva ingenuamente confermato l'appoggio di
Microsoft nell'alleanza per OS/2. Il 22 maggio del '90 viene presentata la
versione 3 di Windows, con una teleconferenza mondiale da tre milioni di
dollari, che mobilita seimila giornalisti con grandi schermi installati a
Citta' del Messico, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Singapore e Stoccolma.

Il "matrimonio d'interesse" tra il colosso dei mainframes e il nuovo
gigante del software giunge al suo capolinea nel marzo 1992. Il mondo
dell'informatica e' scosso dall'annuncio della rottura dei rapporti
commerciali tra IBM e Microsoft. E' la fine di un lungo decennio durante il
quale Microsoft riesce a imporre i suoi prodotti software come standard "de
facto" e "Big Blue" IBM si impone con la sua potenza economica nel mondo
dei personal computer, schiacciando Apple e tutte le piccole aziende come
Atari, Commodore, Sinclair e Texas Instruments, fiorite grazie al lavoro
appassionato dei primi "hacker dell'hardware" ed entrate molti anni prima
di IBM nel settore dei personal e degli home computer, ma senza i mezzi
finanziari e la spregiudicatezza che hanno caratterizzato l'azione di
Microsoft e IBM durante anni di lotta spietata contro ogni forma di
concorrenza. Le strade delle due aziende si separano, e il 24 agosto 1995,
con due anni di ritardo sulle scadenze di consegna, il nuovo sistema
operativo Windows 95 viene lanciato sul mercato con un investimento
pubblicitario di 250 milioni di dollari, piu' di 400 miliardi di lire. Due
anni piu' tardi, l'11 aprile 1997, 14 milioni di computer sparsi in tutto
il mondo vengono lasciati "orfani" da IBM, che in un comunicato annuncia la
fine dei progetti di sviluppo del sistema operativo OS/2.

"TOPI" E "FINESTRE"

Un'altra invenzione che nell'immaginario collettivo e' ormai
indissolubilmente associata ai prodotti Microsoft e' la possibilita' di
impartire le istruzioni al computer attraverso la manipolazione di simboli
grafici, detti "icone", visualizzando questi simboli attraverso spazi di
lavoro multipli, sovrapponibili e ridimensionabili (le cosiddette
"finestre") e utilizzando per tutta questa serie di operazioni un puntatore
posizionabile sullo schermo attraverso il movimento di un "mouse", un
dispositivo scorrevole che deve il suo nome alla forma simile a quella di
un piccolo topolino, anche in virtu' della sua "coda", il cavo di
collegamento che unisce il mouse al computer.

La nascita del mouse e' ben anteriore all'introduzione delle cosiddette
"interfacce grafiche" nei sistemi operativi Microsoft, e risale al 19
novembre 1970, anno in cui lo Stanford Research Institute di Menlo Park, in
California, brevetta il mouse, realizzato da Douglas Engelbart all'interno
dell'istituto. In seguito il brevetto verra' dato in concessione alla Apple
per la somma di 40.000 dollari, di cui Engelbart non sentira' nemmeno
l'odore.

Engelbart, ancora ventenne, scopre la "computer science" alla fine
dell'estate 1945, quando e' ancora un semplice tecnico radar della marina
statunitense, e attende con pazienza nelle Filippine una nave militare che
lo avrebbe finalmente riportato a casa al termine della guerra. Sull'isola
di Laiti, per ingannare il tempo in attesa del suo rientro, Engelbart
visita una biblioteca della Croce Rossa ricavata all'interno di una capanna
indigena, dove lo attendeva un appuntamento col destino che avrebbe
cambiato per sempre la sua vita e la storia della scienza.

In un'epoca in cui i computer erano ancora considerati soltanto come
macchine utili ad effettuare rapidamente e con precisione enormi quantita'
di calcoli matematici, Doug Engelbart realizza che i calcolatori
elettronici avrebbero potuto essere impiegati altrettanto efficacemente
come amplificatori della memoria e del pensiero, grazie all'incontro
casuale con un articolo dal titolo "As we may Think", pubblicato nel numero
di luglio di "The Atlantic Monthly" da Vannevar Bush, consulente
scientifico del presidente Roosevelt durante la II guerra mondiale.

Nel libro "Tools for Thought" di Howard Rheingold e' contenuta una
dettagliata descrizione del "primo incontro" di Engelbart con
l'informatica, avvenuto grazie all'articolo di Vannevar Bush. "La prima
volta che ho sentito parlare dei computer" - ricorda Engelbart - "ho capito
dalla mia esperienza nel settore dei radar che se quelle macchine potevano
rappresentare le informazioni utilizzando schede perforate e stampe
cartacee, avrebbero potuto farlo anche scrivendo o disegnando le stesse
informazioni su di uno schermo. Quando mi fu chiara la connessione tra uno
schermo a raggi catodici, un elaboratore di informazioni e uno strumento
per la rappresentazione di simboli, tutte queste idee presero forma nella
mia mente nel giro di mezz'ora".

Dopo la guerra Engelbart si laurea in ingegneria elettronica e inizia a
lavorare in California presso i laboratori Ames, sviluppando progetti su
commissione del National Advisory Commitee on Aeronautics, uno degli enti
governativi del settore aerospaziale che in seguito sarebbero stati
rimpiazzati dalla NASA.

Nel 1951 Engelbart lascia i laboratori Ames per entrare nell'universita'
californiana di Berkeley, dove le sue idee cominciano a scontrarsi con la
resistenza al cambiamento degli ambienti universitari e i limiti
tecnologici dei calcolatori dell'epoca. I computer di allora non erano
ancora pronti per interagire direttamente con i loro utenti, ma si
limitavano semplicemente a "ruminare" le schede perforate che ricevevano in
pasto dai programmatori, il cui unico compito era prendere atto dei
risultati ottenuti ed eventualmente ripetere l'operazione con un nuovo
pacchetto di schede perforate quando i risultati ottenuti non combaciavano
con quelli previsti. L'idea che un computer potesse essere utilizzato come
uno strumento didattico, anziche' come un semplice strumento di calcolo,
suonava piu' o meno come una bestemmia.

Dopo il periodo di dottorato trascorso a Berkeley, Engelbart sente che
l'ambiente universitario e' ancora troppo angusto perche' le sue idee sul
futuro dei computer possano trovare una realizzazione concreta, e cerca un
impiego presso una giovane azienda del settore elettronico nata nei
dintorni di Palo Alto. Rientrando a casa dopo un promettente colloquio con
i tre ingegneri responsabili dell'azienda, Engelbart e' fortemente
infastidito da un dubbio, e sente il bisogno inarrestabile di fermare la
macchina alla prima cabina telefonica per parlare con Barney Olivier, uno
dei tre ingegneri con cui aveva parlato pochi minuti prima, responsabile
del settore di ricerca e sviluppo dell'azienda. "Dissi che volevo solo
sapere se anche loro erano convinti che i computer e le tecnologie digitali
avrebbero avuto un futuro" - Ricordera' piu' tardi Engelbart - "Pensavo che
questo fosse il percorso naturale da seguire per la loro azienda di
strumentazione elettronica. Davo per scontato che le mie idee, esposte
durante il colloquio, fossero solo un ponte verso l'elettronica digitale.
Barney rispose dicendomi che loro non avevano nessuna intenzione di entrare
nel settore dei computer, e cosi' dissi "bene, e' davvero un peccato,
perche' credo che questo mandi a monte la nostra trattativa. Sono costretto
a passare attraverso l'elettronica digitale per realizzare il resto dei
miei progetti"".

Qualche anno piu' tardi William Hewlett e David Packard, gli altri due
ingegneri che assieme a Barney Olivier avevano rinunciato ad assumere uno
dei piu' grandi talenti del loro tempo, riescono fortunatamente a cambiare
idea sul futuro della loro azienda, appena in tempo per trasformare la
"Hewlett-Packard Company" in uno dei piu' grandi produttori di computer del
mondo.

All'epoca dell'incontro con Engelbart, Hewlett e Packard erano ancora
lontani dal settore dell'informatica, e totalmente assorbiti dalla loro
passione per l'elettronica. Il loro primo prodotto commerciale e' un
oscillatore audio progettato da Hewlett durante gli anni dell'universita'.
Prima dello sviluppo di questo apparecchio i ricercatori e gli scienziati
non potevano ancora disporre di una sorgente semplice ed accurata di
segnali a bassa frequenza. Tra i primi acquirenti di questi oscillatori
troviamo anche i Walt Disney Studios, che ne utilizzarono ben otto per
realizzare la colonna sonora del film "Fantasia".

Nel 1957 Doug Engelbart riceve un'offerta dallo Stanford Research Institute
(SRI) un'organizzazione situata a Menlo Park, nei pressi di Palo Alto, in
California. Dopo un periodo iniziale di ambientazione, Doug riesce
finalmente ad ottenere un piccolo finanziamento per la realizzazione di un
"Augmentation Research Center", un "Centro di Ricerca per l'amplificazione"
in cui proseguire il suo lavoro di ricercatore, sperimentando per la prima
volta in assoluto teorie di cui lui era l'unico studioso e la possibilita'
di estendere le facolta' dell'intelletto umano grazie all'interazione con
l'attivita' di un calcolatore. Secondo le parole dello stesso Engelbart
"era un lavoro solitario, in cui non potevo confrontare le mie idee con
nessuno, ma alla fine sono riuscito a farcela scrivendo un documento
terminato nel 1962 e pubblicato nel 1963".

Il frutto dei cinque anni di lavoro trascorsi da Engelbart all'interno
dello Stanford Institute e' una pubblicazione intitolata "A conceptual
Framework for the Augmentation of Man's Intellect", uno "Schema concettuale
per l'amplificazione dell'intelletto umano", in cui Engelbart descrive la
sua nuova visione dei rapporti tra l'uomo e il computer. L'articolo passa
quasi inosservato negli ambienti scientifici "ufficiali", ma richiama
l'attenzione di Joseph Licklider e Bob Taylor, due "padri fondatori"
dell'internet, che in quegli anni lavoravano per l'Arpa (Advanced Research
Project Agency), un ente governativo alla ricerca di menti brillanti da
impiegare nelle realizzazione di una rete distribuita di calcolatori,
passata alla storia con il nome di Arpanet e ribattezzata in seguito "The
Internet".

Il lavoro dell'"Augmentation Research Center" culmina il 9 dicembre 1968
con una dimostrazione pubblica che segna definitivamente l'ingresso in una
nuova eta' della scienza. Al Civic Auditorium di San Francisco, in
occasione della "Fall Joint Computer conference", centinaia di scienziati e
professionisti dell'informatica, praticamente l'elite mondiale del settore,
condividono una formidabile esperienza collettiva di interazione tra l'uomo
e la macchina, una presentazione multimediale in cui Engelbart, per la
prima volta in assoluto, descrive e utilizza dal vivo i sistemi a finestre
multiple, il mouse, la videoconferenza, l'elaborazione cooperativa di testi
e tutti gli altri strumenti sviluppati da Engelbart e dal suo gruppo di
ricerca, guidato dal sogno di "amplificare l'intelletto umano". Engelbart,
in soli novanta minuti, getta le basi per una nuova tecnologia, una nuova
industria e un nuovo modello di sviluppo dell'informatica. Al termine di
quell'esperienza mozzafiato un applauso a scena aperta fa esplodere
l'Auditorium di San Francisco. Da quel giorno in avanti i computer si
lasciano alle spalle il loro grigio passato di tritanumeri per
intraprendere una brillante carriera come macchine di amplificazione delle
nostre capacita' di analisi e risoluzione dei problemi.

DA STANFORD ALLA XEROX

All'inizio degli anni '70 la Xerox, azienda leader nel settore delle
fotocopiatrici, decide di creare una divisione scientifica avanzata per lo
sviluppo di nuovi prodotti tecnologici. Il nuovo centro di ricerca Xerox,
battezzato "Palo Alto Research Center" (PARC), nasce il primo luglio 1970 a
Palo Alto, e solo una manciata di chilometri separano il Parc dallo
Stanford Research Institute di Doug Engelbart. Nel giro di pochi anni la
zona di Palo Alto, diventata nel frattempo il cuore pulsante della
rivoluzione informatica, raggiunge una densita' di aziende e di centri di
ricerca talmente alta da meritarsi il soprannome di "Silicon Valley" (Valle
del Silicio).

Contestualmente alla creazione del Parc, negli Stati Uniti viene approvata
una drastica riduzione dei finanziamenti pubblici destinati alla ricerca
scientifica, il cui effetto e' una vera e propria "fuga di cervelli" che
abbandonano l'Augmentation Research Center di Doug Engelbart per unirsi
alla Xerox. Il lavoro di Engelbart rimane una costante fonte di ispirazione
per gli scienziati del Parc, che portano con se' tutto il carico di
esperienze maturate presso lo Stanford Institute. Grazie agli "ex" dello
Stanford Institute il Palo Alto Research Center diventa la culla delle
principali innovazioni tecnologiche dell'informatica moderna. Alcune tra le
"creature" piu' famose nate all'interno di questo ambiente scientifico sono
le stampanti laser, le reti locali Ethernet, e i sistemi grafici di
interazione tra l'uomo e il computer, nati dal perfezionamento del mouse e
della visualizzazione a "finestre" gia' realizzati presso lo Stanford
Institute.

Quali sono le caratteristiche che ci aspettiamo di trovare in un computer
del 2000 ? Sicuramente un'interfaccia grafica che permetta l'utilizzo di
"icone" e "finestre", la possibilita' di impartire i comandi al calcolatore
attraverso un mouse, la disponibilita' di programmi per il trattamento dei
testi, l'elaborazione delle immagini, la gestione di archivi, la posta
elettronica e la creazione di musica, la connessione con altri calcolatori
attraverso una rete locale e attraverso reti geografiche come l'internet.
Tutto questo, e molto altro ancora, era gia' disponibile nel 1973 per i
pochi fortunati possessori di Alto, un modello sperimentale di personal
computer realizzato al Parc e mai commercializzato.

A partire da un numero molto limitato di esemplari, riservato ai
ricercatori del Parc, gli "Alto" sono stati prodotti in piccoli lotti, fino
a raggiungere un totale di 1500 unita', consegnate ad una ristretta cerchia
di prescelti composta da dirigenti Xerox, collaboratori del Parc presenti
in altri centri di ricerca, membri dello Stanford Institute, senatori,
deputati, agenti governativi e funzionari della Casa Bianca.

Pur avendo sviluppato il computer del 2000 con ventotto anni di anticipo,
la Xerox non riesce a sfruttare il vantaggio tecnologico ottenuto con il
suo centro di ricerca, e moltissime invenzioni sviluppate al Parc vengono
commercializzate da altre aziende o dagli stessi ricercatori prima che la
Xerox decida di trasformare i suoi prototipi in prodotti commerciali.

Negli anni seguenti alla nascita di Alto, Bob Metcalfe, che presso il Parc
aveva creato e sviluppato i sistemi Ethernet, decide di commercializza in
proprio la sua invenzione fondando 3Com, l'azienda che attualmente domina
il mercato mondiale dei dispositivi per reti locali. Alan Kay, che assieme
ad Adele Goldberg aveva progettato il personal computer Alto, viene assunto
dalla Atari, che gli assegna il comando della sua divisione scientifica.

Nel 1979 il Palo Alto Research Center riceve la visita di un
ventiquattrenne di nome Steve Jobs, che assieme al suo amico Stephen
Wozniack aveva messo a frutto l'esperienza maturata presso l'Homebrew
Computer Club progettando e commercializzando i personal computer Apple I e
Apple II. Durante questo "giro turistico" presso il centro di ricerca
Xerox, Jobs osserva il funzionamento di uno dei 1500 Alto prodotti al Parc,
e cinque anni piu' tardi, dopo un lungo periodo di gestazione, i personal
computer Macintosh della Apple Company aprono la strada all'informatica di
massa, grazie al mouse, alle icone e alle finestre nati grazie alla
fantasia e alle visioni tecnologiche di un giovane marinaio, catturato
dalla passione per la scienza in una lontana isola delle filippine,
all'interno di una biblioteca fatta di canne di bambu'.

(c) 2001 Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>