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Considerazioni su Genova
Sono d'accordo con Turquet e a questo proposito vorrei anch'io dire la mia
come, peraltro, ho fatto in una serie di forum su internet. Spero che le
mie parole servano a qualcosa, stimolino il dibattito e, magari, possano
essere considerate come una buona notizia, una goccia nel mare:
C'è qualcosa che non mi è chiaro in tutte queste parole, in tutte queste
frasi piene di rabbia più o meno giustificata. E' capitato anche a me in
passato di prendere le manganellate della polizia solo perchè mi ritrovavo
in mezzo al gruppo dei più scalmanati o perchè non ero abbastanza rapida
a scappare... Questo però non mi ha mai portato a partecipare a una
manifestazione
con il passamontagna e senza documenti... Non ho mai creduto che per dare
voce alla mia protesta fosse necessario brandire un bastone, una mazza di
legno, lanciare sanpietrini... Chiamatemi pure "stupida gandhiana", pensate
pure che la polizia mi passerebbe sopra con la camionetta se mi mettessi
a sedere davanti a loro per protestare... Forse succederebbe o forse no,
forse dipenderebbe da chi ho davanti che può essere una persona buona o
cattiva, alle prime armi o un professionista, un disgraziato della serie
"se non puoi batterti alleati" o uno di quelli che sono finiti in divisa
perchè non trovavano lavoro.
A Genova non c'ero, questo è vero. E so bene che seguire le cose attraverso
la televisione (l'evento mediatico nasconda o esalta le cose a suo
piacimento...)
non è come esserci, e non approvo certo quello che ha fatto la polizia nel
corso dell'irruzione, non approvo le botte date a gente inerme, non approvo
neppure la morte di un ragazzo di 23 anni, anche se credo che un ragazzo
nato nel 1980 che uccide uno nato nel 1978 non potrà mai più vivere in pace
con se stesso se solo ha un briciolo d'anima (e mi permetto di credere che
l'abbia).
Non capisco più nulla, non so più dove sono. Combatto la mia personale lotta
alla globalizzazione diffondendo le mie convinzioni, firmando e raccogliendo
firme per le petizioni, sensibilizzando chiunque mi sia vicino alle
problematiche
di un mondo complesso e troppo veloce che lascia indietro gli altri e se
ne dimentica, cerco di scrivere e denunciare... Forse sono diventata una
stupida idiota borghese, ma non credo che andare in giro mascherati, lanciare
le pietre contro la polizia (e ammettiamolo siamo tutti prevenuti contro
le forze dell'ordine...), invitare a portare la guerra nelle strade di Genova
(mi sembra l'abbia detto Casarin, che rispetto come persona e come motivazioni,
ma di cui non condivido alcuni atteggiamenti) risolva i problemi di un terzo
mondo che ha fame, dove i dittatori hanno nelle banche svizzere i soldi
sufficienti a sanare il loro debito, dove intere popolazioni rischiano di
finire estinte per il dilagare dell'Aids e l'inettitudine e il maledetto
gusto per il profitto delle multinazionali farmaceutiche.
Permettetemi di aver pena per i ragazzi coinvolti nella morte del povero
Carlo, "l'uno e l'altro figli nostri" come diceva Pasolini di fronte agli
scontri di Valle Giulia.
Anch'io ho paura di un regime di polizia, anch'io ho paura di non poter
esprimere la mia protesta, ma voglio farlo (e lo farò nonostante tutto)
sempre a viso scoperto, sempre fiero di quello che sto facendo anche a costo
di rimetterci un dente, o qualcosa di peggio...
No, io non mi trovo d'accordo più con nessuno, nè con il G8 degli affamatori,
nè con la Polizia male addestrata mandata allo sbando e talvolta (purtroppo)
connivente, nè con i black block, nè con il povero Carlo e neppure con alcuni
degli atteggiamenti di Agnoletto, Casarin e compagnia cantando (seppur molto
più vicini al mio modo di essere)... Io continuerò a scrivere contro la
globalizzazione, a sommergere di fax, messaggi, e-mail e lettere quanto
nel mondo affamano e distruggono le popolazioni, ad adottare a distanza,
a partecipare a campi di lavoro nei posti più poveri, a studiare per capire
se posso fare qualche cosa di concreto... Si forse mi sono imborghesita,
o sono solo invecchiata. Ma è negli occhi del mio piccolo Basheer, il bambino
pakistano, cui cerco di impedire da un anno di finire a cucire palloni per
la Nike, che leggo la vera voglia di ribellarsi, la vera voglia di uscire
vivi da tutto questo... E questo non mi mette la coscienza a posto semmai
mi fa sentire come una persona che lancia una piccola goccia in un mare
enorme... Ma senza le gocce cosa ne sarebbe del mare?
scusatemi per la mia banalità