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Genova: le riflessioni, le proposte, i ricordi



Continua il "microfono aperto" di PeaceLink, tutto dedicato ai fatti di Genova.
A.M.


22 luglio 2001

ore 16.49
Una lettera aperta a tutti i parlamentari democratici
UNA LEGGE PER FORMARE E ADDESTRARE LE FORZE DELL'ORDINE
ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLA NONVIOLENZA
Proposta di presentazione di una proposta di legge che preveda per tutti gli
appartenenti alle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla
conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie
comunicative ed operative della nonviolenza
Egregi signori,
gia' in passato formulammo alle istituzioni italiane la proposta che nel
curriculum formativo e nell'attivita' di aggiornamento delle forze
dell'ordine venisse specificamente prevista la formazione e l'addestramento
alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie
comunicative ed operative della nonviolenza.
Rinnoviamo ancora una volta tale proposta, nuovamente sottoponendola anche
alla vostra attenzione, e chiedendo a voi di voler redigere e presentare una
proposta di legge in tal senso.
Restando a disposizione per ogni informazione ed offrendo fin d'ora la piu'
ampia collaborazione per quanto in nostro potere,
distinti saluti,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo



17.05
CONDANNA PER L'AGGRESSIONE ALL'AVV. STEFANO PALMISANO DA PARTE DI DUE 
POLIZIOTTI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO I G8 DI GENOVA
	Stefano Palmisano partecipava pacificamente alla manifestazione di sabato 
21 luglio in qualità di  membro del servizio legale del Genoa Social Forum 
- qualifica facilmente evidenziabile in quanto ben esposta sulla sua 
maglietta - quando veniva aggredito senza alcuna ragione da due poliziotti 
che gli hanno provocato profonde ferite alla testa, costringendolo ad un 
ricovero ospedaliero.
	L'avvocato Palmisano è difensore di diverse parti civili nel processo per 
l'affondamento della nave albanese Kader I Rades e nel procedimento per le 
morti e malattie al petrochimico di Brindisi;  inoltre è impegnato 
professionalmente a sostenere le iniziative per ottenere la comunicazione 
ai cittadini di Brindisi, da parte della Prefettura, del piano di emergenza 
in caso di incidente nucleare, e nelle attività a tutela della salute di 
questo movimento: un giurista, quindi,  che crede nel valore della Legge.
	Medicina Democratica esprime solidarietà a Stefano Palmisano e condanna 
l'aggressione gratuita da lui subita.   La sua partecipazione al corteo di 
Genova, come quella di alcune migliaia di pugliesi, dimostrano quanto sia 
provocatoria l'accusa odierna del Capo del Governo italiano di connivenza 
del Genoa Social Forum con i violenti. Questi ultimi hanno inspiegabilmente 
potuto compiere ogni scorreria senza alcun ostacolo, mentre i manifestanti 
pacifici, come Palmisano, sono stati pestati senza alcuna ragione.
	Medicina Democratica mette in guardia l'opinione pubblica e le stesse 
forze di polizia circa l''uso antidemocratico che il Governo mostra di 
voler fare delle forze dell'ordine, snaturando il loro ruolo costituzionale 
e trasformandole in strumento di lotta politica come ai tempi del fascismo.
	La protesta contro la globalizzazione su misura dei paesi ricchi, e della 
parte ricca di ciascuno di loro, non solo ha avuto un grande successo di 
partecipazione, ma trova altresì dimostrazione della propria fondatezza nel 
risibile risultato dell'incontro G8 in un tema caro al nostro movimento, 
come l'elargizione finanziaria - infima peraltro rispetto al necessario - 
per i farmaci antiAIDS e antimalarici come se queste malattie non fossero 
causate - nel loro inarrestabile diffondersi - dalle scadute condizioni 
socio economiche dei popoli del terzo mondo.
	Anche il nostro Sud patisce gli effetti dei quella globalizzazione in 
termini di ricchezza, servizi e salute. Per questo Medicina democratica, 
che ha partecipato al GSF, ringrazia i molti pugliesi giunti a Genova e 
deplora  le cariche delle forze dell'ordine contro i manifestanti 
preordinate dal Governo.
La sezione pugliese
Dott. Maurizio Portaluri


ore 19
Sono tornato da Genova, da questi due giorni pazzeschi. Per quel che ho
visto e ascoltato (e che coincide, ho notato, con diversi articoli di
giornali di vario orientamento) non c'e' stato paragone tra l'incoscienza
di qualche piccolo gruppo di partecipanti sotto i vent'anni e la violenza
della polizia. C'e' un salto di qualita', che gia' si preannunciava da
Napoli e che adesso s'e' chiarito: vengono repressi i manifestanti
propositivi e responsabili perche' sia chiaro a tutti, a chi c'era e a chi
non c'era, che e' pericoloso contrastare i potenti. Eravamo moltissimi, ma
chissa' quanti saremmo stati se gia' a Napoli non ci fossero stati pestaggi
indiscriminati.
Ora il messaggio, terroristico, e evidente questo tipo di globalizzazione
deve continuare a comprimere la democrazia, ad affamare interi popoli e a
peggiorare le nostre condizioni di vita e di lavoro. Tutto cio' che si
potra' avere sara merce, di cui non si potra neanche indagare troppo la
qualita'. Per questo processo non e prevista opposizione, ogni cambio di
governo deve essere ininfluente (gia' si vede). La dichiarazione finale del
vertice e anch'essa come una manganellata o una pallottola loro tireranno
diritto. Ora bisognera' che non ci si illuda piu' di costruire un buon
futuro senza impegno, con una semplice croce su una scheda elettorale.
I genovesi sono stati per lo piu' solidali con noi, ci hanno dato bottiglie
d'acqua e indicazioni, entrambe preziose.
Salvatore De Rosa - Taranto


ore 22:51
Ero a Genova da giovedì 19 a oggi, ho partecipato alle iniziative
varie (corteo migranti il 19, corteo Piazza Manin il 20, assembla del
20 sera, corteo del 21...).
Mi porto a casa, come molti credo, una grande angoscia nel cuore.
Vorrei che potessimo avere momenti di scambio per capire cos'è
successo ed evitare gli errori che credo ci siano stati e grossi.
Scrivo a caldo e quindi non perfettamente lucido.
Scrivo sapendo che porto solo una visione parziale perchè non ero
dappertutto, ma vorrei che mettendo assieme le parzialità si
scavasse nei fatti accaduti e si uscisse con più consapevolezza;
sarebbe già un bel risultato.
Da ciò che ho visto "direttamente" traggo delle considerazioni di
questo tipo che sintetizzo perchè nel mare di e-mail ho paura che
poi nessuno riesca a leggere e ascoltare gli altri:
1) In P.zza Manin venerdì stavamo fronteggiando un gruppo di
Black Blok quando sono partiti decine di lacrimogeni, inutili a
sloggiare i B.B. ma che han destato panico e fuggi fuggi; nel fumo i
BB imperturbabili rovesciavano e incendiavano; altri piccoli episodi
a cui ho assistito sono simili nella logica.
ERGO,
la polizia ha agito per alzare la tensione e coinvolgere tutti i
manifestanti negli scontri, in modo da impaurire i più, sollecitare la
ns violenza, confermare ai media che siamo un movimento
pericoloso, far parlare di violenza e non dei ns contenuti, ecc.
2) La presenza di provocatori e gruppi che avrebbero agito
violentemente su cose e persone era prevedibile anche se non si
immaginava una capacità organizzativa siffatta.
ERGO
andava studiata una strategia di contromosse efficaci e varie
alternative possibili e una struttura informativa, decisionale e
logistica adeguata, oppure fatto un passo indietro (se non si è
preparati allo scontro insegnano tutti i manuali di guerra e
guerriglia, è meglio non farlo).
3) In P.zza Manin a fronteggiare i BB non c'erano gruppi di affinità
organizzati ma decine di giovani impreparati che hanno alzato le
braccia (e non fatto per esempio un cordone sottobraccio) per
impedire di avanzare ai BB o per respingerli.
Quando sono ripassati i poliziotti dopo la carica e ci hanno
fronteggiato, una parte si è seduta per terra in sit-in,
nell'incomprensione degli altri che non capivano perchè dovevamo
impedire alla PS di passare di lì.
ERGO
non esisteva un sufficiente servizio d'ordine né una capacità o rete
informativa puntuale e diffusa che avvisasse dell'arrivo dei BB o
della polizia, che desse indicazioni coerenti di movimento o di
azione, che coordinasse i vari gruppi e singoli impreparati o meno,
che facesse tesoro delle passate esperienze di piazza (parlo del
'68).
L'improvvisazione, l'incoerenza e l'indecisione regnavano sovrani.
4) I Mass-Media di ogni tendenza parlano delle violenze e del morto
mentre prima degli eventi si era ideato di assaltare la zona rossa
per denunciare la violenza e arroganza dei potenti.
ERGO
le azioni delle tute bianche e dei gruppi di azione diretta NV sono
state letetralmente "oscurate" dalla lucida capacità devastante dei
Black Blok o come diavolo si chiamano.
I vari gruppi non sono stati capaci di cambiare strategia e capire
che le azioni primarie andavano rivolte ai BB per neutralizzarli,
piuttosto che verso la zona rossa.
Il GSF, essendo il gruppo organizzatore di tutto ciò ha, tra le molte
capacità dimostrate, avuto una grave lacuna nel non prevedere le
mosse sullo scenario in modo tale da organizzare un'autodifesa del
corteo, una lucidità tattica e strategica che permettesse di
cambiare i comportamenti in atto, senza accettare un terreno di
scontro favorevole all'avversario sul piano materiale e simbolico.
La sensazione che ho avuto nel sentire "il GSF non può garantire
un servizio d'ordine, ognuno faccia per sé" (durante l'assemblea del
20) è che non ci fosse una linea sul "campo di battaglia", come
c'era verso i "media", non ci fosse capacità di governare la piazza o
almeno provarci e si fosse ormai alla mercè degli eventi.
Ovviamente non so cosa si è discusso in quei giorni al vs interno e
quindi spero di sbagliarmi.
Ultimo e più delicato e sicuramente controverso:
6) Nelle assemblee e nei cortei ho sentito ripetere "polizia
assassina" e cose simili e si è fatto un eroe del giovane morto.
Le prime notizie davano come scontato che il giovane fosse stato
ucciso a freddo, in realtà si è poi saputo e visto che faceva parte di
un gruppo che stava frantumando una camionetta e i suoi
occupanti e la reazione del carabiniere giovane e inesperto è stata
di sparare.
Da qui trarre la conclusione che lui o i suoi colleghi sono
"assassini" mi pare assurdo.
Capisco la rabbia, la rabbia per vedere ucciso un ns amico e
compagno, la rabbia per le ingiustizie e per il trattamento che
riceviamo per i ns ideali, e rispetto pure il dolore e la morte.
Ma i ns ideali contemplano lo spaccare la testa a un carabiniere?
Spaccare la testa a un carabiniere ieri era un atto rivoluzionario?
Un passo verso il cambiamento di questo mondo?
Il fatto che siamo arrabbiati, che siamo nel giusto, ecc. ci autorizza
a spaccare la testa a un carabiniere?
E' questo il mondo migliore che vogliamo?

A mio avviso va criticato a fondo il comportamento della polizia per
incapacità "voluta" di contenere i BB prima durante e dopo e di
difendere un corteo pacifico.
Va criticata per aver alzato il tiro e la repressione, va criticata per
aver lasciato usare pistole a giovani inesperti, per aver caricato e
manganellato anche chi non c'entrava nulla, per aver usato
lacrimogeni non per disperdere i BB ma per creare caos nel corteo,
ecc. ecc.
e su questo le responsabilità ci sono e sono chiare, e sono
responsabilità politiche.
Vorrei che si avviasse un confronto vero e non a metà, sincero e
approfondito, sulle strategie adottate, le logiche, gli errori fatti,
uscendo da preconcetti e stereotipi e parlando col cuore.
Un abbraccio
Roberto Mazzini
Reggio Emilia, 22 Luglio 2001




23 luglio

ore 0.08
In attesa di confrontarci e coordinarci con le altre associazioni che hanno
aderito al Genova Social Forum, sentiamo l'esigenza di esprimere
immediatamente la nostra indignazione nei confronti delle affermazioni del
Presidente del Consiglio tese a giustificare l'azione compiuta di notte
dalla polizia nella sede del GSF. Esprimiamo totale solidarietà a tutte le
persone colpite a tradimento e a freddo, al di fuori di ogni legalità, come
anche a tutte le persone che in questi giorni hanno subito violenza.
Troviamo di una gravità inaudita che la massima autorità di governo tenti di
criminalizzare in pari modo quanti hanno operato con violenza distruggendo
Genova, ponendosi come avversari diretti non solo delle istituzioni ma anche
di tutto il movimento, e quanti hanno lavorato sui grandi problemi
dell'umanità, che hanno camminato e manifestato insieme pacificamente per
dimostrare che un mondo diverso è possibile.
Per quanto concerne il comportamento nonviolento della nostra associazione e
di tantissime altre, non abbiamo bisogno né di dimostrazioni né di difesa e
riteniamo che il Presidente del Consiglio abbia offeso gravemente tutte le
persone che da anni lavorano all'interno delle situazioni anche di guerra
con la solidarietà e la loro condivisione diretta.
Ma non è l'offesa che ci spinge a intervenire, quanto la grave
preoccupazione politica che questo giudizio del capo del Governo fomenti una
strategia della tensione di funesta memoria, tenendo conto anche della
campagna allarmistica costruita già da prima del G8 e del comportamento
delle forze dell'ordine nei giorni delle manifestazioni a Genova.
Facciamo appello a tutte le associazioni e organizzazioni che hanno lavorato
con trasparenza e nonviolenza, alle forze sindacali e politiche di trovare
modalità congiunte per denunciare la pericolosità di questo modo di
procedere del Presidente del Consiglio.
Mariagrazia Bonollo - Vicenza
Ass. Naz. "Beati i costruttori di pace"
Padova, 22 luglio 2001
Per informazioni: uff.stampa 0348/2202662



ore 0.28
Siamo appena arrivati da Genova.
Le mie parole a confronto delle immagini televisive non sono proprio nulla.
Condivido in pieno, e non ho partecipato se non dall'esterno a Boccadasse,
al corteo pacifico nonviolento e unitario di Sabato, all'appello fatto da
Tonio dell'Olio.
Era inevitabile, però, che, con la presenza di questi black blok e la
connivenza delle forze dell'ordine con le violenze, sarebbe finita male.
La giornata di venerdì l'ho passata correndo da una parte all'altra con i
borsoni e tanta paura di incappare in uno scontro.
A P.zza Manin c'è mancato poco che non prendevamo il resto... e poi sempre
a correre fino a sera sino a quando abbiamo trovando un convento
francescano che ci ha ospitato per la notte.
La polizia dov'era a proteggerci? ...eppure la settimana scorsa a Bisceglie
per un sit-in al Mc Donald erano più loro di noi... come mai non c'erano a
P.zza Manin a difenderci e poi sono invece venuti a menarci?
Sarebbe il caso di pensare altre forme di dissenso, e un controllo
nonviolento dei partecipanti violenti, infiltrati e non, per non
discriminare tutto il movimento.
Pace forza e Gioia.
Antonello Rustico - Bari - Pax Christi
P.S.: Che si può fare a livello legale per ciò che è avvenuto alla sede del
Gsf alla Scuola Diaz Sabato notte?
Non è solo un problema di G8 ma si mette in seria discussione il clima
"cileno" che si sta attuando. Noi che facciamo per manifestare il dissenso?
A chi servono questi black blok?
PS2:
Ora i danni perchè non li pagano coloro chr volevano fare a tutti i "costi"
il vertice? Qualcuno aveva detto di sospenderlo.....perchè non lo si è
fatto?