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per Carlo Giuliani, lettera a Repubblica



Carlo Giuliani aveva scelto di vivere fuori casa insieme ai cani e a gente 
sbandata, dedito alla droga e raccattando elemosina, compiendo violenze e 
cose poco lecite, "insieme ai gruppi punk bestia". Questo in buona sostanza 
il quadro che è stato dato dalla Repubblica del 21 luglio 2001 che titolava 
in alto a pagina 2 "PUNKABBESTIA - viveva di elemosina, aveva precedenti 
penali per droga". Chi l'aveva passato al giornalista (che si firma m.min.) 
questo squallido quadretto di Carlo Giuliani: un solerte collega del 
carabiniere? Chi lo voleva ammazzare una seconda volta, moralmente, non 
ancora contento di come era andata a finire la storia? Ce lo spieghi m.min. 
perché abbiamo bisogno di giornalisti, non di gente che raccatta dicerie. 
Per fortuna che il 22 luglio il ritratto di Carlo Giuliani viene 
rettificato su Repubblica da un "vero articolo", carico di umanità, a firma 
di Concita De Gregorio. Rimergono così la vita, le difficoltà e la 
generosità di un ragazzo che "aveva una grande stima di suo padre, che sa 
stare con gli ultimi, sa parlare a tutti" e che sapeva indignarsi di fronte 
alle ingiustizie facendo servizio civile ad Amnesty International. Quel 
giorno aveva scelto di mettersi il passamontagna, scelta che non condivido: 
vorrei che tutti i ragazzi potessero scegliere invece la nonviolenza 
(quella scelta pacifista che Repubblica di regola censura). Ma m.min. si è 
messo/a un passamontagna peggiore: vergogna! Firmi con nome e cognome il 
suo squallido pezzo, per favore. E per piacere basta con queste lettere su 
Repubblica di gente "di sinistra" che dice che il carabiniere ha fatto bene 
a sparare (*): se tutti quelli che si sentivano in pericolo di vita a 
Genova avessero sparato allora ci sarebbe stata una strage di poliziotti e 
carabinieri. Dopo che avete cestinato tante mie e-mail pacifiste in passato 
non capisco perché consideriate pluralismo pubblicare le bestialità di 
lettori che giustificano il grilletto facile. Repubblica impari a dare più 
spazio alla nonviolenza e forse un pezzo significativo della nostra società 
sarà incoraggiata a fare un passo in avanti verso queli valori di pace e di 
dialogo che il padre di Carlo Giuliani a saputo comunicarci con la sua voce 
pacata e serena.

Alessandro Marescotti - Taranto

(*) "Sono da sempre una persona di sinistra, ma per la prima volta mi sono 
sentito in sintonia con Fini quando parlava di legittima difesa da parte 
del carabiniere che ha sparato". Lettera di R.F. su Repubblica del 22 
luglio 2001 (e non solo quella)