[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
DOSSIER MICROSOFT
MICROSOFT - STORIA DI UN MONOPOLIO
di Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
IL VERO VOLTO DEL SOGNO AMERICANO
Il coro unanime dei media commerciali ha indubbiamente contribuito negli
ultimi anni ad alimentare l'ideologia del "sogno americano", quella falsa
visione della realta' per cui in America, la "terra delle opportunita'",
anche un semplice lustrascarpe puo' diventare presidente. Purtroppo le
regole del gioco dettate dall'economia di mercato sono ben lontane
dall'offrire a tutti le stesse opportunita', e la storia insegna che per
diventare presidente degli Stati Uniti ci vogliono almeno i soldi necessari
a pagarsi la campagna elettorale.
Osservando la realta' da una prospettiva meno ingenua e piu' disincantata
ci accorgiamo che in genere la ricchezza e' una "malattia" ereditaria. Cio'
nonostante nell'immaginario collettivo il mito dell'uomo "che si e' fatto
da se'" continua a persistere, forse perche' ci fa piacere pensare che
anche noi un giorno potremo diventare miliardari con la giusta dose di
bravura, anziche' ammettere piu' onestamente che con tutta probabilita' i
soldi nelle nostre tasche continuerannno a rimanere piu' o meno gli stessi.
E' cosi' che nascono storie e "leggende metropolitane" nelle quali la
verita' storica si mescola e confonde con la fantasia. I giornali ci hanno
raccontato in piu' di una occasione dei tempi in cui un giovane Berlusconi
suonava il sassofono sulle navi da crociera per mettere da parte un
gruzzoletto che sara' il primo mattone del suo impero economico. Persino
nei fumetti lo Zio Paperone parla delle sue avventure ai tempi della corsa
all'oro, quando tutti i suoi averi sono un setaccio ed un piccone, che gli
bastano per diventare il "papero piu' ricco del mondo".
Un'altro di questi racconti ha come protagonista un ragazzo di nome
William, che da semplice appassionato di computer diventa l'uomo piu' ricco
del mondo scrivendo un sistema operativo, un programma in grado di gestire
le risorse di un computer. William H. Gates III, per gli amici Bill, e' da
molti ritenuto un genio dell'informatica, che ha "sfondato" grazie alla sua
intelligenza. Gates, inoltre, e' spesso erroneamente accreditato come
autore di MS-DOS, il sistema operativo che ha preceduto il piu' recente
Windows, mentre il sedicente genio dell'informatica non ha fatto altro che
ritoccare il DOS scritto da un altro programmatore e venduto a Gates per un
piatto di lenticchie.
Uno sguardo agli scheletri nascosti nell'armadio di casa Microsoft e al
modo con cui questa impresa si e' affermata come monopolista nel settore
dell'informatica e sufficiente per capire che nel caso di Gates e' piu'
corretto parlare di furbizia che di intelligenza, e che non va confusa
l'abilita' informatica con la spregiudicatezza imprenditoriale.
GENNAIO 1975: NASCE ALTAIR 8800
La carriera dell'uomo piu' ricco del mondo inizia nel 1975, quando negli
Stati Uniti l'informatica inizia a uscire dai centri universitari. Sul
numero di gennaio della rivista "Popular Electronics", spedito al suo mezzo
milione di hobbisti-abbonati, appare ALTAIR 8800, il primo personal
computer americano, la macchina attorno alla quale nasce la seconda
generazione degli hacker: gli "hacker dell'hardware", che penetrano
all'interno dei segreti di Altair per carpire il funzionamento di ogni
singolo circuito. Una passione ereditata dagli studenti del MIT, gli
"hacker dei mainframes", che negli anni '60 avevano domato a colpi di
saldatore i primi grandi calcolatori universitari, dei "bestioni" a valvole
monopolizzati da "sacerdoti" in camice bianco, la cui autorita' veniva
puntalmente messa in discussione dalla prima generazione di hackers.
Curiosamente, l'Altair 8800 e' il primo caso di "vaporware": la fotografia
riprodotta su Popular Electronics e' quella di un apparecchio realizzato ad
hoc, assolutamente non funzionante, e passa molto tempo prima che le
migliaia di pezzi ordinati vengano consegnati.
Alcuni hacker tra i piu' tenaci, per venire in possesso del loro Altair,
si accampano davanti alla sede della Model Instrumentation Telemetry
Systems (MITS), la societa' che produce Altair sotto la guida di Ed
Roberts. Altair e' venduto in kit di montaggio, il cui risultato finale e'
una scatola metallica con pannello frontale composto da una fila di
interruttori, che costituiscono l'unico dispositivo di input, e da due file
di piccole lucine rosse come dispositivo di output. E' basato sul
processore INTEL 8080, costa 397 dollari e ha 256 bytes di memoria. Le
istruzioni non possono essere memorizzate all'interno dell'Altair, ma
devono essere inserite a mano attraverso gli interruttori del pannello
frontale ogni volta che il dispositivo viene acceso. Da qui le tipiche
piaghe e vesciche sulle dita che caratterizzano gli hacker dell'epoca.
L'HOMEBREW COMPUTER CLUB
Il 5 marzo 1975 a Menlo Park, nella silicon valley californiana, nel
garage di Gordon French si svolge il primo incontro dell'HOMEBREW COMPUTER
CLUB, il club degli hacker dell'hardware di cui fanno parte, tra gli altri,
Bill Gates, Stephen Wozniack, Lee Felsenstein e molti altri. Le riunioni
dell'Homebrew divengono un appuntamento fisso per scambiare pezzi di
hardware, idee, programmi, informazioni e progetti. L'Altair 8800 e'
ovviamente al centro dell'attenzione.
Dopo aver letto l'annuncio su "Popular Electronics", Bill Gates e Paul
Allen, che avevano studiato insieme ad Harvard, telefonano immediatamente a
Ed Roberts per proporgli di acquistare il loro interprete BASIC per
l'Altair, scritto assieme a Marty Davidoff. E' la prima vendita di software
della Micro-Soft (a quei tempi c'era ancora il trattino nel nome). In
seguito a questa vendita, datata 2 gennaio 1975, i due si trasferiscono ad
Albuquerque, sede della Mits, per scrivere un programma in grado di
connettere Altair con una unita' a disco. A causa del prezzo ritenuto
eccessivo, gli hobbisti dell'Homebrew Computer Club iniziano a fare delle
copie su nastro del Basic per l'Altair da distribuire gratuitamente.
In seguito al dilagare delle copie "pirata" del Basic per Altair, Bill
Gates scrive una lettera aperta agli hobbisti, in cui attacca apertamente
la copia non autorizzata. La lettera verra' riportata sul bollettino di
febbraio dell'Homebrew Computer Club. L' argomentazione principale di Gates
contro la diffusione incontrollata dei programmi e' che questa pratica
scoraggia i programmatori, rendendo meno remunerativa la realizzazione dei
loro prodotti.
Le teorie di Gates vengono smentite nel 1991, quando la distribuzione
libera del sistema operativo Linux diventa l'elemento decisivo che spinge
migliaia di programmatori sparsi in tutto il mondo a contribuire con il
loro lavoro alla realizzazione di questo sistema operativo, che nel giro di
pochi anni diventa il piu' efficiente e stabile per l'utilizzo su personal
computer.
Nel '77 Ed Roberts viene costretto da difficolta' economiche a vendere la
MITS ad un'altra ditta, la PERTEC. Si scatena una battaglia giudiziaria in
merito di diritti di proprieta' intellettuale del Basic dell'Altair, di cui
la PERTEC rivendicava i diritti in seguito all'acquisizione della Mits.
Gates ed Allen sostengono invece che il Basic era stato dato solamente in
concessione. La questione e' portata davanti a un tribunale che da' ragione
a Microsoft.
IL SODALIZIO CON IBM E IL "FURTO" DEL Q-DOS
La grande occasione arriva nel 1980: a luglio Bill Gates viene contattato
dall'IBM. A questo incontro ne seguira' un secondo, un mese piu' tardi,
durante il quale Gates firma un contratto di consulenza con Ibm per la
realizzazione di un sistema operativo da utilizzare per i futuri PC IBM. Ad
agosto Gates acquista per 50.000 dollari dalla Seattle Computer Products un
sistema operativo "veloce e sporco", il Q-Dos, "Quick and Dirt Operating
System" che sara' la base del futuro MS-DOS, destinato a diventare uno
standard nell'ambito dei personal computer grazie alla potenza economica di
IBM e al senso degli affari di Bill Gates. Gates ottiene da Tim Paterson,
che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza non esclusivo, che
prevedeva la possibilita' di rivendere il prodotto. In seguito Microsoft
chiudera' il cerchio comprando tutti i diritti della Seattle Computer
Products, assumendo alle sue dipendenze lo stesso Paterson, che con un po'
piu' di furbizia e di fortuna avrebbe potuto sedersi al posto di Gates
sulla poltrona di uomo piu' ricco del mondo.
Il 12 agosto 1981 il primo personal computer della IBM, basato sul
microprocessore 8086, fa il suo ingresso trionfale sul mercato dei personal
computers. Gia' dalla prima versione dell'MS-Dos il sistema Microsoft di
licenze software obbliga la IBM e i costruttori di PC compatibili a pagare
una licenza DOS per ogni singola macchina venduta. Questo rendeva
antieconomico installare sui primi PC IBM un sistema operativo diverso da
MS-DOS, per il quale si sarebbe pagata un'ulteriore licenza. Un meccanismo
di "installazione forzata" che verra' adottato anche negli anni seguenti
per tutti i sistemi operativi Microsoft. Anche oggi i rivenditori di
computer sono costretti a pagare una licenza di utilizzo Microsoft per ogni
unita' venduta, anche se non tutti gli utenti finali di computer scelgono
di utilizzare MS-Dos o Windows. I rivenditori che non pagano la "tassa
Microsoft" su ogni singola macchina non possono usufruire di particolari
sconti sulle quantita'.
E' per questo che il Dos Microsoft si afferma come uno standard nel
settore dei PC, nonostante non fosse ne l'unico ne' il migliore sistema
operativo per Personal Computer. Sempre per quanto riguarda le pratiche
anticoncorrenziali, gli sviluppatori Microsoft hanno avuto da sempre un
vantaggio di parecchio tempo su tutti gli altri rispetto a qualsiasi
evoluzione dei sistemi operativi. Chi e' tagliato fuori dal ristrettissimo
giro del "segreto industriale" Microsoft rischia di vedere vanificati
sforzi e ricerche. A questo problema ha cercato di rispondere la filosofia
del Free Software, affidando lo sviluppo dei sistemi operativi e delle
applicazioni "libere" all'intelligenza collettiva della Rete piuttosto che
al protezionismo del segreto industriale.
"CRISI CONIUGALE" TRA MICROSOFT E IBM
Il 20 novembre 1985 Microsoft mette in commercio Windows 1.0, esattamente
due anni e dieci giorni dopo la presentazione del prodotto, avvenuta in
grande stile e con tutta l'enfasi che contraddistingue le campagne
pubblicitarie dell'azienda di Redmond. E' l'inizio della "scalata al
potere" del sistema operativo piu' famoso del mondo.
Nel 1989, in occasione del Comdex di Las Vegas, il salone annuale
dell'informatica statunitense, gli operatori del settore attendono un
annuncio strategico di Bill Gates e James Cannavino, responsabile del
settore personal all'interno di IBM. Tutto risale al 2 aprile 1987, quando
IBM lancia la sua nuova linea di Personal, i PS/2, dotati di un nuovo
sistema operativo, OS/2, frutto di un lavoro congiunto dei tecnici IBM e
Microsoft. Da questa alleanza avrebbe dovuto nascere il nuovo standard dei
sistemi operativi, e per lo sviluppo di OS/2 gli accordi prevedevano che
Microsoft avrebbe messo da parte il suo Windows. Tuttavia Gates decide di
tenere aperte entrambe le strade, e di decidere all'ultimo momento se
appoggiare OS/2 o Windows. Lo sgambetto a Ibm arriva proprio in occasione
del Comdex, con un discorso di Gates che smentisce tra le righe Cannavino,
dopo che il manager IBM aveva ingenuamente confermato l'appoggio di
Microsoft nell'alleanza per OS/2. Il 22 maggio dell'anno seguente viene
presentata la versione 3 di Windows, con una teleconferenza mondiale da tre
milioni di dollari, che mobilita seimila giornalisti con grandi schermi
installati a Citta' del Messico, Londra, Madrid, Milano, Parigi, Singapore
e Stoccolma.
Il "matrimonio d'interesse" tra il colosso dei mainframes e il nuovo
gigante del software giunge al suo capolinea nel marzo 1992. Il mondo
dell'informatica e' scosso dall'annuncio della rottura dei rapporti
commerciali tra IBM e Microsoft. E' la fine di un lungo decennio durante il
quale Microsoft riesce a imporre i suoi prodotti software come standard "de
facto" e "Big Blue" IBM si impone con la sua potenza economica nel mondo
dei personal computer, schiacciando Apple e tutte le piccole aziende come
Atari, Commodore, Sinclair e Texas Instruments, fiorite grazie al lavoro
appassionato dei primi "hacker dell'hardware" ed entrate molti anni prima
di IBM nel settore dei personal, ma senza i mezzi finanziari e la
spregiudicatezza che hanno caratterizzato l'azione di Microsoft e IBM
durante anni di lotta spietata contro ogni forma di concorrenza. Le strade
delle due aziende si separano, e nel 1995 il lancio pubblicitario del
sistema operativo Windows 95 richiede un investimento di 150 milioni di
dollari, mentre Netscape Communications fa il suo ingresso trionfale in
borsa, con richieste per 100 milioni di azioni. Due anni piu' tardi, l'11
aprile 1997, 14 milioni di computer sparsi in tutto il mondo vengono
lasciati "orfani" da IBM, che in un comunicato annuncia la fine dei
progetti di sviluppo del sistema operativo OS/2.
LE PRIME INDAGINI ANTITRUST
Nel giugno 1990 la Federal Trade Commission inizia ad interessarsi alle
politiche di marketing adottate da Microsoft. L'attenzione della
commissione federale e' puntata sulla anticoncorrenzialita' di alcune
pratiche di vendita. In particolare si indaga sulle cosiddette vendite
"tie-in", che legano l'acquisto dei sistemi operativi a quello delle
applicazioni software. Un esempio per tutti, l'accoppiata Microsoft Windows
- Microsoft Word.
Le avventure giudiziarie dell'azienda di Bill Gates sono solamente
all'inizio: nel gennaio 1992 Apple presenta una richiesta di risarcimento
per violazione di copyright indirizzata a Microsoft e a Hewlett Packard. La
richiesta di risarcimento per Microsoft e' di 4.37 miliardi di dollari,
piu' del doppio del miglior fatturato realizzato fino ad allora
dall'azienda. L'accusa e' relativa all'utilizzo fatto da Microsoft, per la
realizzazione di Windows, di alcune tecniche grafiche che fino al 1989
erano una esclusiva della societa' di Cupertino. Il 6 gennaio 1993 la corte
distrettuale della North California, per mano del giudice Vaughn R. Walker,
accoglie le mozioni presentate da Microsoft e HP con cui le due aziende
negavano ogni addebito di violazione dei diritti d'autore.
L'ACCORDO MS-DOJ DEL 1995
Il 5 febbraio del 1993 l'inchiesta avviata nel 1990 dalla commissione
federale per il commercio si chiude con un nulla di fatto, e il 21 agosto
dello stesso anno il Department of Justice (Dipartimento di Giustizia)
degli Stati Uniti da' il via ad una serie di indagini sulla scia di quelle
gia' effettuate dalla Federal Trade Commission. Anche la Commissione
Antitrust dell'Unione Europea annuncia l'avvio di una indagine sulle
pratiche commerciali Microsoft. Nel 1994 inizia la stesura di un accordo
con Microsoft, con il quale si regolano fino all'anno 2000 le pratiche di
marketing dell'azienda. Microsoft riconosce che le licenze d'uso dei
sistemi operativi non devono contenere condizioni che si applicano ad altri
prodotti software dell'azienda di Redmond. Secondo l'accordo, Microsoft non
puo' piu' obbligare i costruttori di computer all' inclusione della licenza
di altri prodotti Microsoft come condizione vincolante per l'acquisto delle
licenze per Windows 95. In parole povere, non si puo' obbligare chi compra
licenze di utilizzo per Windows a comprare in abbinamento licenze per Word
o per il pacchetto Office. Nel testo dell'accordo, tuttavia, e' contenuta
una clausola che consente a Microsoft lo sviluppo di "prodotti integrati"
per il suo sistema operativo.
Le peripezie continuano: Un tribunale americano, a maggio del 1994,
condanna Microsoft a pagare 120 milioni di dollari per danni alla STAC
Electronics, per essersi appropriata di tecnologia brevettata dalla stessa
Stac. La giuria riscontra che le piu' recenti versioni del DOS Microsoft
avevano utilizzato la tecnologia sviluppata dalla Stac per memorizzare i
dati in forma compressa all'interno del disco rigido. Le versioni
incriminate del DOS Microsoft sono la 6.0 e la 6.2, entrambe dotate
dell'opzione DOUBLESPACE. Durante l'estate Microsoft e' nuovamente al
centro dell'attenzione. Bill Gates fa il suo ingresso nel mercato del
multimedia, tentando di stabilire lo standard Microsoft anche all'interno
delle nuove apparecchiature per applicazioni multimediali. Gates si allea
con TCI, Tele-Communications Inc., un gigante della TV via cavo, con la
Sega e con altri operatori del settore.
Nel frattempo arriva il 1995, e il 14 febbraio il giudice distrettuale
Stanley Sporkin festeggia San Valentino rifiutandosi di firmare e
convalidare l'accordo redatto l'anno precedente da Microsoft assieme al
Dipartimento di Giustizia, accordo ritenuto dal giudice troppo blando e non
conforme all'interesse pubblico. La decisione di Sporkin viene pero'
ribaltata dalla corte d'appello, che ritiene fondata una protesta
presentata congiuntamente da Microsoft e dal Dipartimento di Giustizia, e
delibera pertanto la rimozione di Sporkin dal caso.
Il 21 agosto 1995 Thomas Penfield Jackson, il giudice distrettuale
subentrato a Sporkin dopo la sua rimozione, approva finalmente l'accordo
tra Microsoft e il Dipartimento di Giustizia, in seguito al quale anche la
commissione antitrust UE decide di chiudere la sua indagine.
Nonostante la firma dell'accordo il Dipartimento di Giustizia afferma di
voler continuare le sue indagini su Microsoft. L'azienda di Gates, infatti,
aveva richiamato nuovamente l'attenzione su di se' cercando di legare i
servizi Internet e i programmi necessari per collegarsi alla "Microsoft
Network" al sistema operativo Windows 95, cosa espressamente proibita
dall'accordo firmato precedentemente.
I "PECCATI INFORMATICI" DELL'URUGUAY ASSOLTI DA MICROSOFT
Nel 1995 Microsoft fa parlare di se' anche in America Latina. Antel, la
compagnia telefonica nazionale dell'Uruguay, viene trascinata in tribunale
dal locale ufficio legale della Business Software Alliance, la lobby dei
potentati informatici, a causa della detenzione di software privo di
regolare licenza d'uso, per un valore complessivo di 100.000 dollari. I
programmi "piratati" appartengono a varie ditte, principalmente a
Microsoft, Novell e Symantec. Inaspettatamente, nell'autunno del '97 la BSA
abbandonera' il caso, mentre Microsoft, il principale finanziatore della
BSA, stipula degli "accordi speciali" con la Antel per rimpiazzare tutto il
software preesistente con prodotti Microsoft regolarmente registrati,
sostituendo anche i prodotti Novell e Symantec, secondo quanto afferma
Ricardo Tascenho, che nella Antel ricopre il ruolo di information
technology manager.
La versione di Tascenho e' confermata anche da Eduardo DeFreitas, che fa
parte della staff legale BSA dell'Uruguay. DeFreitas parla di contatti con
l'esponente locale Microsoft, Tomas Blatt, che gli ha chiesto di far cadere
la controversia legale in modo da "poter trovare un accordo per il futuro".
Anche Blatt viene contattato, ma si rifiuta di parlare: "non ho nessuna
informazione in merito al caso Antel, rivolgetevi alla BSA dell'Uruguay."
Le aziende concorrenti sono d'accordo nell'affermare che Microsoft abbia
abusato piu' volte della sua influenza all'interno della BSA per rafforzare
il suo monopolio a livello mondiale. L'avvocato Microsoft, Brad Smith, nega
che la BSA agisca in base a istruzioni impartite da Bill Gates, e la
portavoce BSA Diane Smiroldo afferma che tutte le accuse sono "difficili da
credere". I casi non si limitano all'Uruguay, secondo quanto afferma Felipe
Yungman, manager argentino della Novell, che durante alcune indagini per
l'azienda ha scoperto delle trattative "amichevoli" condotte dalla BSA per
conto di Microsoft. I termini del contratto erano sempre l'acquisto di
prodotti Microsoft, con i quali rimpiazzare prodotti Novell, in cambio
dell'"assoluzione" dei peccati informatici commessi dalle aziende. Le
accuse di Yungman vengono appoggiate anche da Mario Tucci, il country
manager della Novell per l'America Latina.
LA "GUERRA DEI BROWSER"
Le prime scaramucce della "guerra dei browsers" iniziano nel 1996. La
Netscape Communications presenta un esposto al Dipartimento di Giustizia
nel quale si denunciano delle pratiche commerciali illecite per la
promozione del browser Microsoft Internet Explorer. Secondo le accuse di
Netscape, Microsoft avrebbe concesso ai produttori di computer che non
installavano Netscape Navigator all'interno delle loro macchine uno sconto
di 3 dollari su ogni singola licenza di Windows 95 (quindi su ogni computer
venduto). Dopo le immancabili smentite dei dirigenti Microsoft il
Dipartimento di Giustizia richiede all'azienda di Gates i documenti
relativi agli accordi con i fabbricanti e i rivenditori al dettaglio di
computer, e a Netscape vengono chieste ulteriori prove, necessarie
all'avvio di una indagine. L'inchiesta, a quanto pare, e' ancora in sospeso.
Un altro episodio curioso della "browser war" e' quello legato a un nome
da 5 milioni di dollari. Il 28 maggio 1998 il Patent and Trade Office,
l'ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti, assegna la titolarita' del
marchio "Internet Explorer" alla SyNet, una piccola azienda di software di
Downers Grove, Illinois, che aveva citato Microsoft per violazione del
diritto d'autore. Infatti il nome "Internet Explorer" era stato gia'
brevettato dalla SyNet nel 1994, un anno prima che l'azienda di Bill Gates
mettesse in commercio l'omonimo programma per la navigazione Internet.
Nella citazione era contenuta una richiesta di risarcimento per dieci
milioni di dollari, a cui i legali Microsoft avevano risposto con una
proposta di riconciliazione per la somma di 75mila dollari. Dopo il primo
rifiuto di Dhiren Rana, fondatore della SyNet, l'offerta sale a ben 5
milioni di dollari, davanti ai quali la SyNet non si tira indietro.
IL PEGGIOR BREVETTO DEL 1997
Il 21 febbraio 1997 l'editor di "Internet Patent News Service", Gregory
Aharonian, assegna a William H. Gates III il premio per il "Peggior
brevetto software dell'anno", un titolo che vuole denunciare la facilita'
con cui vengono rilasciati brevetti negli USA, soprattutto nel settore
dell'informatica, dove i piccoli sviluppatori di software sono costretti a
lavorare camminando su un campo minato fatto da centinaia di migliaia di
brevetti, il piu' delle volte relativi ad algoritmi di base e a tecniche
che ormai sono patrimonio comune di tutti i programmatori.
La reinvenzione indipendente e' la norma nell'ambito della programmazione,
e di conseguenza e' molto alta la probabilita' di dover sostenere delle
spese giudiziarie semplicemente per aver reinventato un algoritmo gia'
brevettato, spese che possono sostenere solo grandi aziende dotate di
uffici legali specializzati. Nulla protegge i programmatori indipendenti
dall'uso accidentale di una tecnica brevettata, e quindi dall'essere citati
in giudizio per questo motivo.
Contro il sistema dei brevetti si e' levata la voce di Richard Stallman,
il fondatore della Free Software Foundation, con un articolo intitolato
"Contro i brevetti software" (Communications of the ACM, gennaio 92, vol
35. Nø1), in cui si afferma che "I brevetti software minacciano di
devastare l'industria informatica americana". Il brevetto con cui Bill
Gates ha "vinto" il titolo assegnato da Gregory Aharonian e' il numero
5.552.982, che corrisponde a un "metodo e sistema per l'elaborazione di
campi in un programma di elaborazione dei documenti", praticamente una
tecnica per associare il testo di una lettera ad un numero qualsiasi di
indirizzi a cui spedire la stessa lettera. Un sistema, insomma, gia'
incluso in un numero vastissimo di programmi per l'elaborazione dei testi
attualmente in commercio.
L'UOMO DA UN MILIONE DI DOLLARI (AL GIORNO)
Sempre nel 1997 e' lo stato del Texas che passa all'attacco contro il
colosso dell'informatica. Prende il via una indagine antitrust ufficiale
sulle pratiche commerciali adottate da Microsoft sull'Internet. Al Texas si
aggiunge in seguito anche lo stato del Massachussetts, che inizia una nuova
indagine. A questi due stati si unisce il Justice Department, che il 20
ottobre del '97 chiede ad una corte federale di avviare una causa civile
per la violazione dell'accordo realizzato nel '94 e firmato nel 1995.
Secondo il Dipartimento di Giustizia Microsoft avrebbe indotto i
produttori di personal computer a pre-installare il proprio browser
Internet Explorer sui PC in vendita. L'azienda di Redmond e' accusata di
essersi procurata spazio sul mercato indebitamente, e a spese della
concorrenza. Secondo il Dipartimento di Giustizia la scelta di integrare i
programmi al sistema operativo anziche' metterli a disposizione in
pacchetti separati e' uno stratagemma per aggirare l'accordo del 1994,
secondo il quale "non si proibisce a Microsoft lo sviluppo di prodotti
integrati".
Il ministro della giustizia Janet Reno richiede una multa di un milione di
dollari al giorno in caso di continuazione delle pratiche commerciali
irrispettose degli accordi. A novembre i legali Microsoft ricorrono in
appello contro la richiesta di multa, affermando che il Dipartimento di
Giustizia sta utilizzando le leggi antitrust come un'arma per danneggiare
l'azienda e bloccare lo sviluppo di Windows.
Le azioni anti-microsoft si moltiplicano: il procuratore generale del
Texas apre un procedimento giudiziario in merito ad una presunta
interferenza illegale di Microsoft sulle indagini effettuate dallo stato in
merito alle pratiche commerciali anticoncorrenziali del gigante
dell'informatica. La causa, aperta nel 1994, verra' chiusa nel 1998 senza
nessuna conseguenza.
11 DICEMBRE 1997 - PRIMO ROUND: MICROSOFT CONTRO THOMAS JACKSON
L'11 dicembre '97 il giudice Thomas Penfield Jackson emette un'ingiunzione
preliminare con la quale si vieta a Microsoft di richiedere l'installazione
obbligata di Internet Explorer agli acquirenti di licenze d'uso per Windows 95.
Nonostante sia momentaneamente costretto ad obbedire all'ordine di
Jackson, Bill Gates non si arrende e il 15 dicembre 1997 presenta ricorso
contro l'ingiunzione preliminare di Jackson, portando il caso davanti alla
corte d'appello, che il 23 giugno 98 dara' ragione a Microsoft, come
vedremo piu' avanti. Viene emesso inoltre un comunicato stampa con il quale
si spiega che le condizioni poste dal giudice Jackson sono state comunque
rispettate. La scappatoia e' una semplice lettera inviata nel gennaio '98
ai rivenditori di computer, ai quali viene consentita la scelta tra una
vecchia versione di Windows 95 sprovvista di Internet Explorer ed una nuova
versione con il browser integrato. La possibilita' di usare la versione
"ridotta" di Windows 95 esiste in teoria, ma non viene utilizzata in
pratica per ovvi motivi di convenienza: a parita' di prezzo i rivenditori
di computer preferiscono installare una versione piu' aggiornata di Windows
95. La possibilita' teorica di scelta e' tuttavia sufficiente per affermare
che non e' Microsoft ad obbligare i rivenditori all'installazione di
Internet Explorer, ma si tratta di una loro libera iniziativa.
IL RICORSO IN APPELLO
Nel gennaio 1998 iniziano le prime udienze del ricorso in appello contro
l'ingiunzione preliminare del dicembre '97. Internet Explorer e' un
prodotto separato oppure una parte integrante del sistema operativo ? E'
questo il nodo della questione. Nel corso delle udienze il giudice Jackson
afferma che un impiegato del tribunale e' riuscito a disinstallare Internet
Explorer 3.0 in una manciata di secondi, il che dimostrerebbe che il
navigatore non e' un componente cosi' fondamentale o inscindibile, e che la
rimozione del programma non pregiudica il funzionamento del sistema.
Microsoft risponde dicendo che pur avendo rimosso l'icona e alcuni files,
il 95% del codice di Internet Explorer continua a rimanere residente nel
computer.
I legali di Gates cercano di sostenere l'inattendibilita' della
testimonianza del professor Lawrence Lessig della Harvard Law School,
indicato dal giudice Jackson come "special master", un esperto super-partes
da interrogare in merito a questioni tecniche. Jackson tuttavia rigetta la
mozione, e lo stesso Lessig insiste sulla sua imparzialita'. Il 22 gennaio
'98 Microsoft raggiunge un accordo parziale con il Dipartimento di
Giustizia, portando avanti allo stesso tempo il ricorso in appello per
l'ingiunzione dell'anno precedente. In virtu' di questo accordo vengono
offerte alle case produttrici di computer due nuove opzioni per le licenze
di utilizzo di Windows 95, due versioni per l'installazione del sistema
operativo che mantengono all'interno del sistema tutte le funzionalita' di
Internet Explorer, lasciandole pero' nascoste all'interno del sistema,
senza una apposita icona sul desktop che le renda accessibili agli utenti
finali.
A febbraio del '98, i procuratori generali di undici stati USA citano
Microsoft in base a documenti riguardanti l'imminente commercializzazione
di Windows 98. Nel frattempo la deposizione del professor Lessig e' sospesa
da una corte d'appello federale. Gates accetta di comparire davanti ad un
comitato giudiziario del senato per una deposizione sulla concorrenza
nell'industria informatica. Il comitato e' presieduto dal senatore Orrin
Hatch, che invita a deporre anche Jim Barksdale della Netscape
Communications e Scott McNealy della Sun Microsystems.
Il 12 maggio la Corte d'Appello degli Stati Uniti stabilisce che gli
accordi siglati fino a quel momento dall'azienda di Bill Gates e
l'ingiunzione preliminare emessa dal giudice Jackson non riguardano la
commercializzazione di Windows 98, e da' via libera al lancio del nuovo
prodotto Microsoft.
IL TRIONFO DI BILL
Il 24 giugno 1998 una corte d'appello federale emette una sentenza che
ribalta completamente l'ordinanza del dicembre '97 emessa dal giudice
Jackson. Secondo la corte d'appello Microsoft ha il diritto di pretendere
dai costruttori di computer, se intendono installare Windows sui loro PC,
di installare anche Internet Explorer. Inoltre, sempre a giudizio della
corte d'appello, il Tribunale che ha aperto le vicende giudiziarie avrebbe
commesso anche errori di procedura e di merito abbastanza pesanti.
Un vero trionfo per Bill Gates, che subito dopo la sentenza vede le azioni
della sua azienda andare alle stelle. La sentenza coglie di sorpresa tutti
quelli che davano Microsoft per spacciata a causa dei documenti presentati
da Joel Klein, il responsabile della divisione antitrust americana. Le
prove piu' scottanti sembravano provenire dagli stessi uffici Microsoft:
memorandum, messaggi di posta elettronica e altri scritti compromettenti,
nei quali alcuni quadri dell'azienda ammettono che Internet Explorer
avrebbe dovuto essere vincolato strettamente a Windows 98, dato che non
avrebbe potuto conquistare in nessun altro modo una posizione dominante nel
mercato. "opporre un browser a un altro e' difficile, dal momento che il
Netscape ha l'80 per cento del mercato e noi soltanto il 20 ... sono
convinto che dobbiamo sfruttare Windows: e' l'unica cosa che loro non
hanno". Sono parole di James Allchin, vicepresidente Microsoft.
E ancora: "sara' molto difficile incrementare la quota di mercato di
Internet Explorer unicamente in base ai suoi pregi. Sara' piu' importante
appoggiarsi sul vantaggio dato dal sistema operativo per fare in modo che
la gente utilizzi il nostro programma al posto del Navigator". Questa volta
a parlare e' Christian Wildfeuer, un altro esponente di alto livello
dell'azienda di Bill Gates. Tutto questo e molto altro nei memorandum
Microsoft esibiti come prove dalla commissione antitrust. Purtroppo queste
prove non sono bastate a fermare Microsoft nella sua corsa senza regole per
la conquista della supremazia nel settore dei browser.
I COMMENTI
Tra i molti commenti sulle vicende giudiziarie dell'azienda di Gates, e'
interessante segnalare quello di Mitchell Kapor, lo storico fondatore della
Electronic Frontier Foundation. In seguito alla sentenza del 24 giugno '98,
Kapor diffonde un articolo in cui afferma che "[...] Le grandi scoperte nel
mondo dell'informatica arrivano spesso da imprese piccole e giovani. Con
l'egemonia di Microsoft grandi settori del mercato del software - che
includono applicazioni come elaboratori di testi e fogli di calcolo, ma non
si limitano ad essi - sono zone minacciate dove i capitalisti e gli
imprenditori avventurosi hanno paura di entrare. [...] l'egemonia di
Microsoft non fara' altro che intensificarsi nella misura in cui Internet
sta diventando parte integrale della nostra vita quotidiana. La guerra dei
browsers e' solo l'inizio. Microsoft reclama il diritto di insediarsi al
comando di qualunque area dell'informatica che sia strategicamente
importante - riconoscimento vocale, applicazioni domestiche, navigazione
automatica, ecc. [...]"
NE' MAMMUT NE' DINOSAURI
Un altro commento alla vittoria giudiziaria di Bill Gates contro
l'ingiunzione del giudice Jackson e' stato pubblicato dal giornalista Jon
Katz, in un articolo apparso sulla rivista Wired: "Quello che e' chiaro e'
che il controllo su Internet e' determinato da fattori che negli anni della
sua nascita e del suo sviluppo iniziale non erano determinanti ai fini
delle decisioni: il potere, il denaro e il controllo delle
informazioni.Internet ci parlava, in un primo momento, degli sforzi, dei
progetti, della cooperazione degli individui; della loro autonomia e della
loro liberta' di comunicare tra loro senza intermediazioni. Una promessa
che e' stata mantenuta, almeno fino all'arrivo tempestoso della smania di
lucro e potere. Si', c'era una volta un'Internet dove non c'era Gates, ne'
i governi, ne' i monopoli ne' fantastici investimenti privati, ne' leggi
per controllare o vigilare l'oceano tumultuoso della libera comunicazione
tra individui. Non sono mammut ne' dinosauri a mantenere ancora vivo il
meglio dello spirito originario della Rete, ma sono persone e gruppi attivi
in comunita' virtuali, newsgroups, mailing list, siti web, laboratori di
ricerca, sono programmatori di software libero, editori di pubblicazioni
indipendenti ... sono loro che fanno di Internet uno strumento valido per
la comunicazione."
18 maggio 1998 - SECONDO ROUND: 24 STATI USA CONTRO MICROSOFT
Il 18 maggio 1998 il Dipartimento di Giustizia e i procuratori generali di
21 stati USA, danno il via ad un'altra azione giudiziaria contro Microsoft,
tuttora in atto, con la quale si richiede l'eliminazione di Internet
Explorer da Windows 98. Il processo si apre il 19 ottobre '98, davanti alla
corte federale presieduta da Thomas Jackson, che si trova ancora una volta
nella spiacevole posizione di dover determinare fin dove possono spingersi
le pratiche commerciali dell'azienda informatica piu' potente del mondo.
Una lunga serie di testimonianze, deposizioni e schermaglie giuridiche
trasformano il processo contro Microsoft in una lunga e intricata
telenovela giudiziaria, che in breve tempo diventa un vero e proprio evento
mediatico.
Per l'emissione di una sentenza, peraltro non definitiva, bisogna
aspettare quasi due anni. Il 3 aprile 2000 il Giudice Jackson, con una
sentenza di 46 pagine, afferma che Microsoft ha violato la legge americana,
sia per mantenere la sua posizione di predominio nel settore dei sistemi
operativi, sia nel tentativo di imporre il browser Internet Explorer sul
mercato legandolo a Windows.
Nonostante l'apparente durezza della sentenza, alcuni "peccati veniali" di
Gates e soci vengono ritenuti non condannabili. Alcuni contratti di
marketing stipulati con i principali produttori di personal computer (Apple
e Compaq in testa), hanno avuto il palese effetto di danneggiare Netscape
Communication, rivale di Microsoft nella "guerra dei browser", ma la corte
federale non ha ritenuto che questi accordi fossero di una gravita' tale da
costituire un illecito.
Purtroppo questa sentenza e' solo il primo passo verso una soluzione
definitiva del caso, dal momento che l'ufficio legale Microsoft, capitanato
da Bill Neukom, avra' tutto l'interesse a ricorrere presso la Corte
d'Appello, arrivando se necessario fino alla Corte Suprema, una mossa
legale che permetterebbe di "prendere tempo" fino al 2003 prima
dell'emissione di una sentenza finale.
Rimini, 7 aprile 2000
Carlo Gubitosa c.gubitosa@peacelink.it
NOTA DELL'AUTORE: Questo testo sostituisce, completa ed integra un testo
analogo da me diffuso in data 4/11/98
------------------------------------------------------------------------------
MICROSOFT - STORIA DI UN MONOPOLIO - Copyright (c) 2000 Carlo Gubitosa
LICENZA DI UTILIZZO E DISTRIBUZIONE DEL TESTO - freeware letterario
- I diritti di proprietà intellettuale di questo libro appartengono ai
suoi autori, e in nessun caso quest’opera è da intendersi di pubblico dominio.
- Questo testo è libero, così come le informazioni in esso contenute: è
data facoltà a chiunque di distribuirlo, di riprodurlo con qualsiasi mezzo
meccanico e/o elettronico, di realizzare, riprodurre e distribuire versioni
tradotte o derivate ponendo come unica clausola il rispetto dei termini
contenuti in questa licenza di utilizzo.
- Il testo è stato realizzato così come lo si legge, e non si
risponde di qualsiasi uso improprio o illecito delle informazioni e dei
testi in esso contenuti.
- Qualsiasi riproduzione integrale del testo deve avvenire senza modifiche
o aggiunte, e deve riportare integralmente, senza modifiche o aggiunte, la
presente licenza di utilizzo.
- Qualsiasi riproduzione parziale di testi del libro deve avvenire senza
modifiche, ed è possibile omettere la presente licenza di utilizzo nella
riproduzione parziale solo a condizione che vengano opportunamente citati
gli autori e le fonti dei testi riprodotti.
- Tutte le traduzioni o i lavori derivati da questo testo devono essere
resi liberi nei termini specificati da questa licenza di utilizzo, devono
contenere al loro interno la presente licenza di utilizzo, in versione
integrale e senza modifiche, e devono essere approvati dagli autori con
comunicazione scritta prima della loro distribuzione, così come devono
essere approvate dagli autori eventuali traduzioni della presente licenza
di utilizzo.
- Si vieta espressamente qualsiasi tipo di modifica che non sia stato
precedentemente concordato con autorizzazione scritta degli autori del
testo. Tutte le modifiche non autorizzate verranno considerate una
violazione dei termini della presente licenza e quindi una violazione del
diritto d’autore.
==============================================================
Carlo Gubitosa - 0368/3476589 - Via Tarabella 3 - 20132 Milano
==============================================================