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(Fwd) RETE DI LILLIPUT




------- Forwarded message follows -------
From:           	LUCCHESI FABIO <amfut@tin.it>
To:             	.....

ADERENTI E PROMOTORI LOCALI
RETE DI LILLIPUT
AGGIORNAMENTO SUGLI SVILUPPI E LE INIZIATIVE DELLA 'RETE DI 
LILLIPUT PER UN'ECONOMIA DI GIUSTIZIA'

NEL MESSAGGIO TROVERETE:
IL TESTO DEL MANIFESTO ELABORATO DAI GRUPPI PROMOTORI 
DELLA RETE
LE PRIME PROPOSTE D'INIZIATIVA E MOBILITAZIONE FUTURA
AGGIORNAMENTI SULL'ORGANIZZAZIONE DELLA RETE
UN AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE DEL WTO DOPO SEATTLE

Cari lillipuziani,
eccoci qua con le novità e le proposte di
mobilitazione della rete di Lilliput per i
prossimi mesi. È un momento di passaggio non
facile da gestire, con il dopo Seattle e il numero
di adesioni alla nostra rete che stanno crescendo
in maniera davvero significativa. Speriamo che
tutti comprenderanno ritardi e difficoltà di
questa fase "costituente" per così dire.
Nelle ultime settimane presentazioni delle
iniziative collegate a Lilliput si sono svolte in
molte città e regioni: Napoli, diverse città della Puglia
Abruzzo, Trento,Bolzano, Padova, Terni, Prato, Savona, Imperia, Genova 
aggiungi
tu quelle che mancano. Altre, come a Roma, Firenze, Carrara, Venezia,ecc.  
sono
in preparazione....e non ce ne voglia chi eventualmente è stato dimenticato, 
ma
le iniziative sono davvero tante!

Dal recente incontro nazionale dei promotori
svolto a Firenze abbiamo messo in piedi due gruppi
di lavoro. Uno, per rivedere strategie e contenuti
sul dopo Seattle (richieste al Governo, al
parlamento, lavoro di pressione dei gruppi
locali).
Un secondo per avviare il percorso verso un incontro nazionale dei
gruppi lillipuziani, in programmazione nei prossimi mesi. Questo dovrà
essere un momento molto rilevante, di costruzione
dell'identità della nostra rete, senza dimenticare
che continuiamo a pensare Lilliput in maniera
estremamente leggera e in cui il primato è
dell'iniziativa dei gruppi locali. Vorremmo far
precedere questo appuntamento anche da incontri
locali di preparazione (per cui ci servirà un pò
di tempo per la costruzione dell'iniziativa). Non
vogliamo fare dell'assemblea un grande convegno,
ma un momento forte di discussione tra tutti gli
aderenti all'arcipelago lillipuziano e decisione
delle strategie future. Delle battaglie da
mettere in campo. Lilliput, ne siamo tutti
convinti, deve servire a vincere ogni tanto sui
temi che ci stanno a cuore, non solo a creare maxi
aggregazioni. E lo scenario internazionale, vedi
Seattle, alcuni risultati ottenuti sul debito, il recente protoccollo sugli
Organismi Genticamente Modificati firmato a Montreal, è particolarmente 
fecondo
per questo. L'assemblea dovrà servire anche a rendere più solidi i contatti
internazionali accumulati in questi anni sulle tante campagne.

MANIFESTO

Innanzitutto riportiamo qui di seguito il testo
del "Lilliput-manifesto" che i gruppi promotori
hanno messo a punto.
Il manifesto sarà stampato entro breve tempo e
messo a disposizione di tutti i gruppi e le
persone che lo vorranno utilizzare. Ma è
importante che già ora i vostri gruppi a livello
locale lo stampino in proprio e lo appendano nei
vari luoghi (bottega, associazione) di ritrovo
della rete.
La rete non ha ancora un proprio 'logo'. Anzi
su questo  stiamo ancora lavorando perché ancora
non c'è un'idea che ci convinca davvero. A questo
proposito anzi....se qualcuno ha delle proposte da
fare si faccia avanti (si intende proposte già
elaborate graficamente e non solo idee!).


Manifesto della Rete di Lilliput per un'economia
di giustizia

In un momento in cui sembrano valere solo le leggi
del mercato
e dell'economia finalizzata al puro profitto e le
istituzioni democratiche
stanno perdendo credibilità e spazi

NOI

associazioni, gruppi e cittadini impegnati nel
volontariato, nel mondo
della cultura, nella cooperazione Nord/Sud, nel
commercio e nella finanza
etica, nel sindacato, nei centri sociali, nella
difesa
dell'ambiente, nel mondo religioso, nel campo
della solidarietà, della pace
e della nonviolenza

CI SIAMO COSTITUITI NELLA RETE DI LILLIPUT PER
DARE UN'UNICA VOCE ALLE
NOSTRE MOLTEPLICI FORME DI RESISTENZA CONTRO
SCELTE ECONOMICHE CHE
CONCENTRANO IL POTERE NELLE MANI DELLE
MULTINAZIONALI E CHE ANTEPONGONO LA
LOGICA DEL PROFITTO E DEL CONSUMISMO ALLA
SALVAGUARDIA DELLA VITA, DELLA
DIGNITÀ UMANA, DELLA SALUTE E DELL'AMBIENTE.

Come i piccoli lillipuziani riuscirono a bloccare
il gigante Gulliver,
legando ciascuno un singolo capello, così noi
cerchiamo di fermare  il
tiranno economico conducendo ciascuno la nostra
piccola lotta in
collegamento con gli altri.
Per questo abbiamo costituito la rete di Lilliput:
per ampliare l'efficacia
delle nostre singole opposizioni condividendo
esperienze, informazioni,
collaborazioni e concordando mobilitazioni comuni.

La recente sconfitta dell'Accordo Multilaterale
sugli investimenti, lo stop
che l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha
subito a Seattle,
la creazione di sempre più stretti contatti,
collaborazioni ed iniziative tra i movimenti
 che a livello mondiale si oppongono agli effetti
devastanti della globalizzazione dell'economia
dimostrano che è possibile bloccare la macchina
globale con i nostri granelli di sabbia.

Il nostro obiettivo a lungo termine è la
costruzione di un mondo dove ogni
abitante della terra possa soddisfare  i propri
bisogni materiali, sociali
e spirituali nel rispetto dell'integrità
dell'ambiente  e del diritto
delle generazioni future ad ereditare una terra
feconda, bella e vivibile.
Nell'immediato ci opponiamo alle scelte economiche
che attentano alla
democrazia, che portano a morte il pianeta e che
condannano miliardi di
persone alla miseria.
Le nostre strategie d'intervento sono
l'informazione e la denuncia per
accrescere la consapevolezza e indebolire i centri
di potere,
 il consumo critico e il boicottaggio per
condizionare le imprese ,
la sperimentazione di iniziative di economia
alternativa e di stili di vita più sobri
 per dimostrare che un'economia di giustizia è
possibile.
Ci impegniamo a realizzare tutto questo in un
rapporto di dialogo e di
collaborazione con tutti gli altri gruppi, reti e
movimenti che in Italia e
all'estero si battono per gli stessi obiettivi.
Siamo certi che mettendo in comune idee,
conoscenze, risorse, e iniziative,
potremo ostacolare il cammino della
globalizzazione al
servizio delle multinazionali per  contrapporre
una globalizzazione al servizio degli esseri
umani.
Questa è la nostra strategia lillipuziana, questo
è il potere di cui ciascuno di noi dispone.
Esercitiamolo insieme


Si può entrare in contatto con la rete di Lilliput
contattando la segreteria tecnica presso
Fabio Lucchesi  tel.0583/961368 - fax 0583/331070
- e-mail: amfut@tin.it.
o i referenti locali della
rete............................................................................

................................................................................
..................................

(qui in fondo lo spazio serve a inserire i
riferimenti di ciascun gruppo locale)

Nel frattempo stiamo lavorando ad organizzare
ulteriori momenti di confronto e d'incontro per
costruire i 'nodi' locali della rete (mettetevi in contatto).


PROPOSTE DI MOBILITAZIONE FUTURA
Stiamo cercando di mettere insieme un calendario preciso delle future iniziative
della 'rete'. Non esiste al momento un appuntamento comune che riassuma un pò
tutte le questioni che ci stanno a cuore (come è stato il WTO a Seattle per
intenderci).Nessuno però si spaventi se di seguito proponiamo diversi 'fuochi'
ed iniziative su cui vorremmo concentrare la nostra attenzione. E' probabile che
a breve scatti una mobilitazione più precisa sul debito, ma in ogni modo
vorremmo giungere a definire un calendario (scadenzato su diverse mobilitazioni
per l'anno che ci sta davanti). E' ovvio che ogni gruppo locale potrà decidere,
avendo un quadro della situazione complessiva, su cosa concentrare la propria
attività (anche in base alla propria maggiore affinità verso certi temi anzichè
altri). La "rete di Lilliput" dovrebbe essere il contenitore entro cui
raccogliere anche temi e 'fili' diversi sapendo che anche quando ciascuno di noi
lavora su un obiettivo ha comunque presente anche le altre questioni più
importanti in ballo. E' ovvio che ciascun gruppo rimane nella rete anche
raccogliendo solo alcune delle proposte attive in quel momento.

1) DEBITO
entro pochi giorni vi metteremo a disposizione una
serie di materiali prodotti dalla campagna
"Sdebitarsi" che in questo mese di febbraio (verso
il 19) propone una mobilitazione nazionale per
l'azzeramento del debito dei paesi del terzo
mondo. La campagna per la cancellazione del debito
è uno degli obiettivi principali su cui la 'rete'
concentrerà la propria iniziativa in questo anno e
perciò preghiamo tutti di mobilitarsi appena
riceverà il successivo messaggio di aggiornamento.
E' una fase delicata perchè il Governo ha
presentato a Natale un disegno di legge che
abbiamo giudicato un primo sso mancora largamente
insufficiente. perciò bisogna ora darci dentro per
portare a casa un risultato molto più sostanzioso
della semplice "ripulitura di bilanci" senza oneri
per lo stato approvata dall'Italia.

2) WTO- Millennium Round
Per quanto riguarda gli sviluppi della campagna
contro il WTO ed i grandi accordi internazionali
di ulteriore liberalizzazione dell'economia, come
il MAI,  ci troviamo anche qui in una fase molto
delicata. In quest'ultima settimana infatti,
complici i colloqui del vertice di Davos (vedi
articolo allegato in fondo), c'è stato un rilancio
quasi inatteso del cosiddetto Millennium Round, il
negoziato sconfitto a Seattle. Pascal Lamy,
commissario al Commercio dell'Unione Europea sta
rimettendo in moto la macchina del dopo Seattle.
Oltre al Giappone, alleato dell'Unione Europea già
a Seattle, pare che questa volta anche Brasile e
Sudafrica siano pronti a sostenere la proposta
dell'Unione Europea. Considerando che sono i due
colossi commerciali di America Latina e Africa, si
tratterebbe di alleanze strategiche. Come se non
bastasse Clinton, a
Davos, ha di nuovo benedetto la Wto come Forum
decisivo dell'economia globale. 
Per questa ragione abbiamo dato vita ad un gruppo
di lavoro che stenda rapidamente la piattaforma di
una nuova iniziativa che marchi stretto e
condizioni l'agenda internazionale. Il 7 febbraio
ci sarà il prossimo Consiglio generale della Wto a
Ginevra. Il 9 a Roma terremo vicino al Parlamento
una confenza stampa per rilanciare le nostre
proposte del dopo Seattle. Maggiori informazioni
sul tema si trovano iscrivendosi alla mailing list
no omc (scrivi al gestore della lista:
andbene@tiscalinet.it). E' in uscita un libricino
che spiega l'evoluzione della battaglia anti WTO
prima e dopo Seattle (richiedere allo 02/48953031,
Altreconomia)

3) ACQUISTI TRASPARENTI E BIOTECNOLOGIE
Infine ricordiamo due altri possibili obiettivi di
mobilitazione futura su cui aspettiamo ulteriori
informazioni e proposte:
La campagna acquisti trasparenti lancerà
probabilmente nel prossimo mese l'idea di
un'iniziativa da produrre anche a livello locale
per giungere nell'anniversario della morte di
Iqbal Masih (aprile) ad una iniziativa nazionale
di sostegno della proposta di legge sugli
"Acquisti Trasparenti" che già molti gruppi hanno
sostenuto
Alla fine di maggio si terrà a Genova "Tebio", una
grande mostra-fiera del biotecnologico verso la
quale stiamo pensando di indirizzare iniziative di
controinformazione e mobilitazione.
ALTRE INIZIATIVE
SITO WEB

A partire da marzo dovrebbe essere allestito
(speriamo) un sito della "rete di Lilliput" dove
i gruppi locali potranno non solo tenersi
informati delle iniziative, ma anche sottoscrivere
la propria adesione alla rete (vogliamo giungere
ad una mappatura dei gruppi e delle realtà
lillipuziane), collegarsi ai siti delle
associazioni promotrici, trovare materiale
d'informazione e di approfondimento.

INFINE MANI TESE STA ORGANIZZANDO PER IL 18/20 MARZO A FIRENZE UN PROPRIO
IMPORTANTE CONVEGNO SUL TEMA "NUOVE REGOLE PER IL NUOVO MILLENNIO"  CON MOLTI
'OSPITI' IMPORTANTI CHE POTRA' ESSERE UN IMPORTANTE MOMENTO DI CONFRONTO PER
TUTTA LA RETE (SEGUIRANNO ULTERIORI INFORMAZIONI PIU' PRECISE E DETTAGLIATE).




ALLEGATO: CHE SUCCEDE  DOPO SEATTLE (spiacenti per
chi lo ha già ricevuto)

DAVOS

SOTTO SOTTO, RIPARTE UN NUOVO ROUND

Nel club privato svizzero i semi del dopo Seattle

Maurizio Meloni

(il manifesto, 28.1.2000)

Uno dei seminari di questi giorni sarà dedicato al
"destino dell'universo"; un altro, più
modestamente, farà l'elenco di "ciò che resta da
privatizzare". Da non perdere anche "quante
persone la terra può sostenere?": un tema che va
seguito, se non altro per essere sicuri di non
ritrovarsi nella lista di quelli che la terra non
potrà sostenere.
Qualche migliaio di uomini potentissimi,
ricchissimi, coltissimi, discutono a Davos in
questi giorni di questioni pubbliche, in un Forum
privato, selezionato, non accessibile. Forse è
solo una grande vetrina, rimane che nel passato da
questo genere di "inciuci globali" tra capi di
grandi imprese, capi di stato e padroni del
pensiero sono state messe in carrozza iniziative
di una qualche rilevanza pubblica: l'Uruguay
Round, cioè il papà della WTO, e il Nafta,
l'Accordo Nordamericano di Libero Scambio, per
citare le ultime.
Dobbiamo scandalizzarci che il potente
organizzatore del Wold Economic Forum, Klaus
Scwhab, inviti sulle montagne svizzere i duemila
leaders globali? Di sicuro il WEF non sarà il
massimo della democrazia e della trasparenza. Ma
lo sono forse il G7, la Commissione Europea, il
Comitato 133 che spalleggia il Commissario e
scrive le piattaforme sul commercio per noi
europei? E' meglio l'Ocse che raggruppa solo i
ventinove Paesi più ricchi e dove per due anni una
trentina di supertecnici hanno negoziato
all'oscuro dei Parlamenti l'Accordo Multilaterale
sugli Investimenti? Sono meglio le Banche
centrali, gli investitori finanziari che producono
più ricchezza dei sette paesi più
industrializzati, i mercati che votano tutti i
giorni, le agenzie di rating che fanno traballare
le economie nazionali, il Fondo Monetario che
scrive ricette per i paesi indebitati? E le tanto
invocate Nazioni Unite, che appaltano alla Nato il
tema sicurezza e attraverso il programma "Global
Compact", varato un anno fa proprio a Davos da
Kofi Annan, vendono il proprio marchio alle
compagnie multinazionali (Rio Tinto e Shell per
citarne un paio)?
E' lo spirito dei tempi. L'assorbimento di ogni
spazio pubblico da parte di attori privati che
scrivono norme a loro piacimento è il segnale
distintivo di quella che chiamiamo
globalizzazione. Per questo è molto significativo
che al trentesimo anniversario del WEF, sul'onda
lunga di Seattle, molte delle organizzazioni di
base che hanno promosso il Controvertice americano
lancino oggi una piattaforma per un monitoraggio
pubblico del World Economic Forum. E che forze
politiche e sociali europee di varia estrazione
abbiano individuato in Davos una meta di quello
che si profila come il nuovo turismo di massa del
secolo, quello delle contromanifestazioni.
E proprio da Davos parte il vero dopo Seattle.
Smaltita la sbornia i fautori della WTO si sono
rimessi alacremente all'opera. Pascal Lamy,
commissario al commercio dell'UE, non si arrende
all'idea che quest'anno, a causa delle elezioni in
Usa, debba essere un anno perso per un nuovo Round
negoziale della WTO. In una recentissima
dichiarazione Lamy dice che bisogna puntare ad
un'agenda più limitata di quella di Seattle,
"concentrandosi su una serie di temi meno
controversi e meno visibili (sic!)". La sua
posizione avrebbe i favori di Brasile, Sudafrica e
Giappone. Il Giappone era già alleato dell'Unione
Europea a Seattle. Se risultasse confermata anche
l'alleanza con due colossi regionali come Brasile
e Sudafrica , il quadro potrebbe forse modificarsi
e rendere meno improbabili i lavori del prossimo
Consiglio generale della WTO, fissato per il 7
febbraio prossimo a Ginevra. Quella del 7 febbraio
sarà la vera e propria prima riunione del dopo
Seattle, visto che quella del 17 dicembre scorso
si era risolta in un buco nell'acqua.
Anche Mike Moore, direttore WTO, non poteva
mancare l'appuntamento di Davos. Lì ritroverà i
suoi amici della Camera Internazionale di
Commercio, la potente lobby industriale che sul
depliant di presentazione si vanta di poter
condizionare in maniera unica i negoziati
commerciali e quelli WTO. Troverà anche due
protagonisti delle manifestazioni di Seattle come
Martin Khor, direttore di  Third World Network e
John Sweeney presidente del sindacato americano
AFL-CIO, con cui discuterà di apertura dei
mercati. Moore in questi giorni ha girato il mondo
(India, Usa, Bruxelles, Sudafrica) per preparare
con cura la riunione del 7 febbraio. E ha coniato
un'immagine efficacissima: la WTO, ha dichiarato,
"dovrà in questi mesi assumere la posa del cigno,
sereno sul ciglio dell'acqua ma capace di
sguazzare furiosamente al di sotto." Battuta che
fa il paio con quella di Lamy sui temi poco
visibili per dimostrare che nelle alte sfere WTO
Seattle è stata letta come un invito ad occultare
i temi di sostanza sotto l'apparente facciata
della trasparenza e della cooptazione delle
organizzazioni non governative.
Tra il prossimo Consiglio generale WTO e la decima
Conferenza dell'Unctad (Bangkok, 12-19 febbraio),
sarà comunque più chiaro se dal 2000 dovremo
aspettarci un rilancio del nuovo round di
liberalizzazioni affondato a Seattle.


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