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padre Kizito: "Il mio sogno per il Giubileo"
Questo messaggio giunge da Nairobi (Kenya) ed e' scritto da padre Kizito,
un missionario comboniano di origine italiana (si chiama Renato Sesana ed
e' nato a Lecco).
A.M.
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From: KIZITO@maf.org (KIZITO)
Il mio sogno per il Giubileo
Natale del 2000 con una comunita' del Sudan "proibito", fra
le vittime della guerra, dell'ingiustizia e della nostra indifferenza.
Sara' il
mio pellegrinaggio giubilare. Volete venire con me? Vi do le indicazioni
pratiche.
"Beati coloro che osano sognare, perche', sono i soli che vedranno i loro
sogni
realizzarsi", diceva dom Helder Camara, compianto vescovo di Recife, in
Brasile.
Io ho un sogno per il Giubileo. Ed e' un sogno africano.
Come tutti i sogni e' nato per caso, quasi inconsciamente. Lo scorso
febbraio,
messo alle strette da un giornalista ho pensato all'invito del Papa di
celebrare
il Giubileo andando verso i poveri, cercando nel loro volto il volto del
Cristo
sofferente. Ho quindi risposto a chi mi chiedeva sugerimenti su come
celebrare
il Giubileo: "Il mio Giubileo sara' un Giubileo africano, sara' un andare
verso
i poveri del Sudan, mettendomi in ginocchio di fronte a loro".
A poco a poco, il pensiero ha preso forma, il sogno ha acquisito i contorni
piu'
compiuti di un'idea: celebrare il Giubileo andando verso la gente piu'
povera e
perseguitata del Sudan. E celebrare il Natale del 2000 fra le vittime della
guerra, dell'ingiustizia e della nostra indifferenza. Non con giornalisti e
fotografi, ma con un gruppo di amici e di cristiani, in spirito di
fraternita' e
di condivisione. Lasciamo che siano i poveri a predicare a noi il
significato di
questo Giubileo, ad annunciarci il Vangelo. Andiamo ad ascoltarli e a
lasciarci
cambiare da loro.
Ma che senso puo' avere questo pellegrinaggio nel cuore di un'Africa
martoriata
e dimenticata, lontano dai santuari e dalle mete classiche del Giubileo?
Non vuole essere un pellegrinaggio "alternativo" all'andare a Roma. Non vuole
essere un'iniziativa forzatamente controcorrente o provocatoria. Del resto,
non
mi importa molto se qualcuno a Roma ha trasformato il Giubileo in un
affare: il
Giubileo non perde valore perchS chi ha il cuore meschino ne vede solo
l'aspetto
economico. Non possiamo lasciarci condizionare da loro, diventeremmo
vittime noi
stessi della logica del profitto. Manteniamo un cuore piu' grande e occhi
capaci
di vedere la realta' piu' vera ed essenziale delle cose. E' con questi
occhi che
vorrei vivere il mio Giubileo in Sudan, insieme a un gruppo di amici capaci
di
vedere la presenza di Cristo la' dove c'e' chi soffre.
Il Sudan non e' evidentemente solo una meta geografica - terra di guerra, di
fame, di malattie e di ingiustizie, luogo privilegiato della presenza del
Cristo
crocifisso -, e' anche una meta del cuore e della fede. Il nostro camminare
non
sara' un semplice andare da un luogo all'altro. Sara' anche un cammino
interiore
di conversione e di penitenza, di fede e di speranza. E un impegno affinche',
sia concesso anche ai Sudanesi di veder realizzato uno degli aspetti piu'
autentici della tradizione giubilare ebraico-cristiana: il ritorno alla
terra.
Ritorno alla terra che in Sudan significa innanzitutto ritorno alla pace,
significa che milioni di persone rifugiate e sfollate potranno tornare alle
loro
case dopo decenni di guerra e di esodo, significa un ritorno a una vita
normale
e a un futuro migliore.
In altri termini, per chi partecipera' venendo dal ricco Nord sara' un
pellegrinaggio verso i luoghi santi della sofferenza e della poverta'. Per
chi
ci accogliera' sul posto sara' un Giubileo di speranze e di riscatto, un
riappropriarsi della propria terra e cultura. Per tutti sara' un ritrovarsi
intorno alla nostra comune umanita', riscoprendoci fratelli e sorelle.
Alcuni amici hanno raccolto l'idea e recentemente mi hanno sollecitato: "Noi
siamo pronti - mi dicevano -, che cosa facciamo?"
Ho pensato dunque che era giunto il tempo di trasformare l'idea in
progetto. Ne
ho parlato coi fratelli di Koinonia e di Amani, ma ho deciso di assumermi
personalmente tutta la responsabilita' organizzativa. Ecco qualche
indicazione
pratica. Coloro che prenderanno parte al pellegrinaggio dovrebbero farsi
trovare
a Nairobi entro la sera di giovedi 21 dicembre del 2000. Saremo di ritorno
dal
Sudan entro la sera di mercoledi 27 dicembre. A Nairobi i partecipanti
saranno
ospiti di Kivuli. Mi assumo la responsabilita' di decidere la localita' del
pellegrinaggio, tenendo presente che, nell'attuale situazione di guerra,
sarebbe
imprudente, e anche impossibile, annunciarla. Terro' i contatti con la
comunita'
locale che ci accogliera'. E se nel frattempo le parti in lotta arriveranno a
porre fine al conflitto, sara' ancora piu' significativo trascorrere
insieme ai
sudanesi il primo Natale di pace dopo tanti anni di guerra.
I partecipanti dovrebbero essere espressione di parrocchie, movimenti,
associazioni, o gruppi. Da questi gruppi sono scelti, inviati e sostenuti, e
questi gruppi li riceveranno al ritorno, con la disponibilita' ad
ascoltarli, a
condividere idealmente questo Giubileo dei poveri e con i poveri.
Costera' molto? Direi di no, per ogni persona bastera' aggiungere un
migliaio di
dollari al costo del viagio per arrivare a Nairobi, niente piu'. Se i gruppi
volessero inviare i frutti della loro condivisione saranno liberi di farlo,
ma
la consegna sar_ fatta con estrema attenzione e rispetto per chi li riceve.
Volete partecipare? Contattatemi. Valutero' la fattibilit_ del progetto
entro la
fine del prossimo giugno.
Gli amici di Pax Christi organizzeranno un pellegrinaggio simile in agosto,
in
una zona del Sudan forse un po' piu' tranquilla di quella che ho in mente io.
Kivuli ospitera' anche in questo caso i pellegrini, e probabilmente Amani
collaborera' all'iniziativa.
Ciao, e cari auguri a tutti.
Kizito
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| __ || ___|/ _ \/ ___\| ___| Fr Renato Kizito Sesana, mccj
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Koinonia Community - Kivuli Centre - P. O. Box 21255 - Nairobi - Kenya
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