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[nobiotech-it] (Fwd) agricoltura biodinamica più vita alla terra
- Subject: [nobiotech-it] (Fwd) agricoltura biodinamica più vita alla terra
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Thu, 16 Dec 2004 12:31:25 +0100
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From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
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Subject: agricoltura biodinamica più vita alla terra
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da La Repubblica
23-11-04,
Biodinamica, più vita alla terra
Ecco la nuova agricoltura: così combatte Ogm e veleni Concimi
naturali
trattati per aumentare la fertilità e diminuire le malattie Per
regolare le semine e i trattamenti si rispetta il calendario
astronomico
ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - A ottant' anni anni dalla sua nascita, la biodinamica, l'
agricoltura basata su trattamenti naturali che rendono vitale il
suolo, fa i conti. E scopre che nel frattempo, invece di diminuire,
il
rischio è cresciuto. Non solo gli inquinanti immessi in natura sono
aumentati e i casi di allergia si sono moltiplicati, ma accanto all'
impatto della chimica si profila una seconda profonda mutazione del
sistema agricolo: l' uso di piante geneticamente modificate. Per fare
il punto sulla situazione scienziati, agricoltori, medici si sono
dati
appuntamento all' hotel Kufra di Sabaudia dal 25 al 28 novembre per
il
convegno internazionale di agricoltura biodinamica dedicato al tema
«Fertilità della terra, qualità del cibo. Salute della terra, salute
dell' uomo». Il punto di partenza del percorso biodinamico - ricorda
Lapo Cianferoni, presidente dell' Associazione per l' agricoltura
biodinamica - è il 1924, l' anno in cui un gruppo di proprietari
terrieri tedeschi, preoccupato per l' impatto dell' industria chimica
che cominciava a intervenire in modo sempre più marcato sul ciclo
agricolo, chiese al filosofo naturalista Rudolf Steiner di offrire
una
soluzione alternativa. Con un ciclo di otto conferenze a Koberwitz,
Steiner gettò le basi del metodo biodinamico che cura la terra in
modo
simile a quello usato dagli omeopati: vitalizzazione del suolo per
prevenire le malattie delle piante, uso di concimi naturali trattati
in modo da aumentare la fertilità del terreno, rispetto del
calendario
astronomico per regolare semine e trattamenti agricoli. «Questi
suggerimenti sono più che mai d' attualità», continua Cianferoni. «L'
agricoltura convenzionale, quella che sforna tutto in serie, come i
bulloni in una catena di montaggio, sta infatti mostrando tutti i
suoi
limiti: dalla povertà organolettica dei prodotti all' impatto
crescente sugli ecosistemi. E un numero sempre maggiore di
consumatori
vuole sapori e capacità nutrizionali, non lifting agricolo. L'
educazione gastronomica è cresciuta e quando si è attenti agli aromi
basta assaggiare un limone a marchio Demeter, quello biodinamico, per
sentire profumi che si sono dimenticati. Tra l' altro le analisi
tecniche confermano queste sensazioni: nei nostri agrumi, che possono
essere conservati in frigo per due o tre settimane senza problemi, c'
è una maggiore quantità di vitamina c». Oggi a queste motivazioni se
n' è aggiunta un' altra: la crescita dei casi d' intolleranza
alimentare e di vera e propria allergia a determinati cibi. Matteo
Giannattasio, ordinario di biochimica vegetale presso la facoltà di
Agraria di Napoli e autore di un recente libro sul tema, sottolinea
il
nesso tra la progressiva artificializzazione del sistema agricolo e
la
crescita dei casi di allergia alimentare: non solo sono arrivati a
interessare il tre per cento della popolazione, ma hanno un impatto
in
forte crescita che colpisce in particolare alcune categorie più
esposte. Il sette per cento dei bambini nella fascia al di sotto dei
tre anni è colpito da una forma di allergia alimentare. «L'
introduzione di alimenti geneticamente modificati potrebbe
ulteriormente esasperare questa linea di tendenza già oggi
preoccupante», sostiene Giannattasio. «Prendiamo ad esempio il caso
di
una pianta alimentare che sia stata modificata geneticamente per
rafforzare le reazioni di difesa da attacchi patogeni condotti da
batteri, funghi o virus. A questo scopo si aumenta la produzione di
proteine di difesa che in alcuni casi sono allergizzanti. Queste
proteine allergizzanti potrebbero anche trasferirsi nel polline. E a
quel punto potremmo trovarci di fronte a un problema molto serio: chi
soffre di allergia può evitare alcuni cibi, ma non può certo fare a
meno di respirare».
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