[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Gaza, riesplode la violenza. E Israele picchia i candidati palestinesi




fonte : L'Unità on line

«Non possono esserci elezioni libere in Palestina se l'esercito israeliano picchia i candidati». A lanciare la pesante accusa è la presidente della commissione sviluppo del Parlamento europeo, Luisa Morgantini.
Mustafà Barghuti, il medico candidato alle prossime elezioni presidenziali del 9 gennaio, è stato fermato, per la seconda volta in una settimana, dalla polizia israeliana. E non si tratta di semplici controlli. Mustafà Berghuti, secondo il racconto della Morgantini, mercoledì «è stato fermato ad un check point di Jaba, tra Jenin e Nablus, con dei suoi collaboratori. I soldati li hanno fatti scendere dalla macchina e hanno iniziato a percuotere uno di loro. Tentando di difendere il suo assistente, Mustafà Barghuthi è stato colpito ripetutamente al collo ed alla schiena con i fucili ed è quindi caduto a terra. Con tutto il suo staff, è stato costretto faccia a terra per un'ora».
Un fatto gravissimo, che stride fortemente con le promesse di Israele di voler contribuire a far sì che la consultazione elettorale palestinese sia libera e democratica. Ma queste limitazioni alle libertà di movimento, oltre alle violenze fisiche di cui Mustafà Barghuti è stato vittima, non sono certo il preambolo ideale alle prossime elezioni, già provate dalla nuova escalation di violenza che infiamma la Striscia di Gaza. Giovedì mattina il capo dei Comitati di resistenza popolare (Crp) ed altri due militanti palestinesi sono scampati a un agguato israeliano. I tre sono riusciti a balzare fuori dalla loro auto, pochi secondi prima che venisse colpita da un missile e saltasse in aria.
Intanto, a Tel Aviv prosegue il voto per decidere se avviare la coalizione con il partito laburista. L'ala dura della Likud, il parlamento israeliano, vorrebbe rinviare il voto, ma la richiesta è stata respinta e già giovedì sera dovrebbe conoscersi l'esito della consultazione. Il primo ministro Ariel Sharon ha ventilato l'ipotesi di nuove elezioni se la Likud dovesse esprimere parere negativo: «Siamo nel mezzo di un'iniziativa per evacuare la Striscia di Gaza, tutti questi passi sarebbero bloccati. Questa campagna non è finita, è in corso, perciò l'apatia è pericolosa e tutti devono votare a favore della risoluzione».