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Gaza, riesplode la violenza. E Israele picchia i candidati palestinesi
- Subject: Gaza, riesplode la violenza. E Israele picchia i candidati palestinesi
- From: "Nello peacelink" <n.margiotta at peacelink.it>
- Date: Thu, 9 Dec 2004 23:01:48 +0100
fonte : L'Unità on line
«Non possono esserci elezioni libere in Palestina se l'esercito israeliano
picchia i candidati». A lanciare la pesante accusa è la presidente della
commissione sviluppo del Parlamento europeo, Luisa Morgantini.
Mustafà Barghuti, il medico candidato alle prossime elezioni presidenziali
del 9 gennaio, è stato fermato, per la seconda volta in una settimana, dalla
polizia israeliana. E non si tratta di semplici controlli. Mustafà Berghuti,
secondo il racconto della Morgantini, mercoledì «è stato fermato ad un check
point di Jaba, tra Jenin e Nablus, con dei suoi collaboratori. I soldati li
hanno fatti scendere dalla macchina e hanno iniziato a percuotere uno di
loro. Tentando di difendere il suo assistente, Mustafà Barghuthi è stato
colpito ripetutamente al collo ed alla schiena con i fucili ed è quindi
caduto a terra. Con tutto il suo staff, è stato costretto faccia a terra per
un'ora».
Un fatto gravissimo, che stride fortemente con le promesse di Israele di
voler contribuire a far sì che la consultazione elettorale palestinese sia
libera e democratica. Ma queste limitazioni alle libertà di movimento, oltre
alle violenze fisiche di cui Mustafà Barghuti è stato vittima, non sono
certo il preambolo ideale alle prossime elezioni, già provate dalla nuova
escalation di violenza che infiamma la Striscia di Gaza. Giovedì mattina il
capo dei Comitati di resistenza popolare (Crp) ed altri due militanti
palestinesi sono scampati a un agguato israeliano. I tre sono riusciti a
balzare fuori dalla loro auto, pochi secondi prima che venisse colpita da un
missile e saltasse in aria.
Intanto, a Tel Aviv prosegue il voto per decidere se avviare la coalizione
con il partito laburista. L'ala dura della Likud, il parlamento israeliano,
vorrebbe rinviare il voto, ma la richiesta è stata respinta e già giovedì
sera dovrebbe conoscersi l'esito della consultazione. Il primo ministro
Ariel Sharon ha ventilato l'ipotesi di nuove elezioni se la Likud dovesse
esprimere parere negativo: «Siamo nel mezzo di un'iniziativa per evacuare la
Striscia di Gaza, tutti questi passi sarebbero bloccati. Questa campagna non
è finita, è in corso, perciò l'apatia è pericolosa e tutti devono votare a
favore della risoluzione».