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Re: le volontarie italiane rapite a Baghdad



A me quanto letto ha fatto venire un pensiero piuttosto cattivo.
Quanto dichiarato dall'Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana
sembra più una dichiarazione di appoggio agli Stati che tengono i soldati in
Iraq, che una dichiarazione di solidarietà verso Simona e Simona.
A me sembra un mettere le mani avanti per non cadere indietro.
Insomma un po' come dire "prima che ci si mettono contro per qualche motivo,
diciamogli che diamo ragione a loro".
Poi magari mi sbaglio, ma l'impressione che ho avuto è questa.

Ah! Sulle forze di occupazione che si troverebbero lì dietro legittima
richiesta del Governo Irakeno... Beh, riengo che quel Governo in Iraq sia
legittimo solo in quanto riconosciuto come tale a livello internazionale (e
anche messo lì per volontà internazionale, quindi difficile che non venga
riconosciuto da chi ce l'ha messo e difficile che questo Governo vada contro
chi l'ha messo lì... cmq) a livello interno, dubito che riesca ad avere un
"potere" reale.
La Democrazia, in quanto tale, non può essere imposta.
In Iraq è stata imposta, e infatti non c'è.
A mio avviso la Democrazia nasce dal basso e arriva ad organizzarsi
attraverso le forme di Governo. Il processo inverso non credo possa
funzionare, non si può far nascere la Democrazia dall'alto: da oggi avete un
Governo, quindi siete un paese democratico.
Dovrebbe essere: siamo un paese democratico, per cui avremo un Governo che
si muoverà secondo queste leggi e secondo questi principi.
Poi, non sono nessuno, e il pensiero su come si arrivi ad essere un paese
democratio, lascia il tempo che trova.

Beatrice




 
 
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