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dal presidio di nablus



riceviamo da giorgio stern
che da alcune settimane è nel presidio

Nablus 26 maggio dalle 12,15 alle 13,30

Gli israeliani questa mattina hanno occupato un casa al centro di Nablus
ed al momento in cui si sono dati il cambio ci sono stati scontri nel quartiere.
L'ambulanza del Medical Relief parte subito, a bordo il dott. Saber, l'autista
Firas e l'infermiere Mohammad. Vado con loro perche' potrebbe essere utile
la presenza di un internazionale. Nei pressi della casa, una bella dimora
con grandi finestre, due automobile sono state appena colpite dal fuoco
dei soldati. L'ambulanza si ferma sotto la casa. Gli israeliani sono al
primo piano, tengono in ostaggio diciannove persone.  Raggiungiamo il 
pianerottolo
e il dott. Saber suona un campanello che non sembra squillare, allora bussa
piu' volte. Gli risponde una voce alla quale replica dando le sue generalita'
di medico e chiedendo di entrare. L'atteggiamento di chi risponde sembra
negativo. Il dott. Saber insiste "Capitano, devo assistere (e dice un nome
che non comprendo). Il militare ribatte che non si puo'.
Lo dice piu' volte. Scendiamo e ci sediamo fuori dall'ambulanza perche'
le camionette blindate sono in giro e potrebbe esserci la necessita' di
pronto intervento. E' proprio cosi' passano due jeep ed un gippone. L'ambulanza
li segue. Potrebbero provocare incidenti. La pattuglia israeliana entra
nel centro di Nablus, la' dove c'e' il mercato della frutta e verdure e
tanti negozi. La confusione e' indescrivibile, si fermano e cominciano a
sparare. Un giovane cade a terra poco lontano dall'ambulanza. Mohammad e
il dott. Saber lo pongono sul lettino. E' ferito al fianco da una pallottola
che e' rimasta dentro. Gli praticano le prime cure mentre il mezzo si scaglia
verso l'ospedale Rafidia. Firas non e' un autista e' un pilota. Ricoverato
il ferito l'ambulanza ritorna al centro dove ci sono ancora i soldati. Quando
arriviamo non c'e' alcun dubbio che ci siano. Dalle camionette partono brevi
raffiche. Sento anche degli scoppi piu' forti. Vedo arrivare un nugolo di
reporter foto e tv.  Le camionette ci sfilano davanti e l'ambulanza li segue.
 Ma un gippone si impelaga a meta' sul marciapiede spartitraffico e sembra
non essere capace di uscirne. Sono momenti pericolosi. Firas non puo' restare
la' ne puo' superarlo. Riesce a fare demitour e si scaraventa in una stradina.
Poi rientra in linea con le camionette israeliane e riprende l'inseguimento.
Mohammad, si volge sorridendo verso di me " Vedi Giorgio, lavoriamo sempre
cosi', e' molto difficile" Vanno verso la periferia, c'e' il rischio che
entrino nel campo profughi di Balata.  Invece se ne ritornano da dove sono
venuti. 
Quale il senso di simili azioni? Non sono azioni di rappresaglia, perche'
da giorni a Nablus nessuno si muove. Sono azioni apparentemente assurde,
invece no. Cio' risponde al disegno di Tel Aviv di vietare ai palestinesi
qualsiasi tipo di normalita'. ovvero di imporre come norma la guerra. 
Dimenticano
che la guerra si fa tra eserciti e che in mancanza di un antagonista armato
alla pari, non si chiama guerra: si chiama pulizia etnica o peggio. 



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