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R: APPELLO A TUTTI I CRISTIANI CHE HANNO SCELTO DI FARE IL MILITARE"IN MISSIONE"
Mi associo all'iniziativa di Paolo Farinella e sottoscrivo il suo appello,
diffuso da Domenico Manaresi.
Paolo Farinella dice verità civili e profetiche, che suppliscono al silenzio
dei vescovi e rimediano all'avallo dato da Ruini a Berlusconi col dire che
c'è la "svolta", in realtà campata in aria.
Ci sarà svolta quando si ritireranno gli invasori e subentrerà un aiuto
internazionale legittimo, guidato dall'Onu, ad opera di popoli che non hanno
fatto la guerra.
All'inizio di questa guerra, per iniziativa di suor Evelina, tentammo in
molti di ottenere che il Papa si rivolgesse non solo ai capi politici, ma
alle coscienze personali di tutti quelli che fanno o collaborano alla
guerra, compresi i giornalisti e tutti i formatori dell'opinione pubblica.
In fondo, la chiesa è una fraternità di coscienze in ascolto del Signore,
non è una potenza che tratta alla pari con quelle che decidono del mondo.
Il Papa credette di non ascoltarci, forse per non obbligare le coscienze
(che però vengono facilmente e pesantemente obbligate su altri punti). Non
un obbligo pesante, ma un appello molto serio, era ciò a cui pensavamo.
Ora la guerra c'è, devastante i corpi, le anime, le case, le terre, tutte le
vite per gli anni futuri.
Ora, o il Papa, o semplici cristiani imperfetti, o entrambi, con umile
coscienza, possono rivolgere questo appello di Paolo Farinella a chi la
guerra la sta facendo, anche se chi lo ha mandato la chiama pace.
Tra i soldati italiani che sono là ci sarà chi è in qualche rapporto di
amicizia, di parentela, di fraternità, di conoscenza, di vicinato con
qualcuno che riceve questo appello. Cerchiamo di ottenere che qualcuno di
loro, con coscienza vigile e libera, obietti con coraggio alla guerra in
corso, rinunciando alle sirene di guadagni insanguinati e all'inganno della
retorica militare, che si dimostra sempre più falsa, e chieda pubblicamente
di tornare a casa, a lottare qui civilmente per la giustizia, condizione
della pace. Che faccia almeno come i 500 refusnik israeliani, come gli
alcuni obiettori Usa già comparsi in questa circostanza.
Chi crede in questo appello, lo diffonda e cerchi di proporlo ai militari in
Iraq, con rispetto, ma con chiarezza.
Enrico Peyretti
----- Original Message -----
From: DOMENICO MANARESI <bon4084@iperbole.bologna.it>
To: <pace@peacelink.it>
Sent: Saturday, May 22, 2004 10:01 AM
Subject: APPELLO A TUTTI I CRISTIANI CHE HANNO SCELTO DI FARE IL MILITARE"IN
MISSIONE"
> Bologna, 22 maggio 2004
>
> Ricevo dall'amico "paolo farinella, prete"
(paolo_farinella@fastwebnet.it -
> don paolo farinella - via delle grazie 27/3 - 16128 Genova - tel.
> 010-2468777).
>
> Nella mia poca e malamente praticata fede cristiana, sento di condividere
> quanto l'amico don Paolo afferma.
>
> Decido di inviare questo scritto A TUTTI GLI AMICI (vedi anche allegato):
> se qualche laico o presbitero o episcopo cristiano non condivide queste
> convinzioni, è pregato di comunicarmelo, esplicitando le motivazioni del
> dissenso. Grazie!
>
> Shalom, salaam a tutti, ma proprio a tuttiS. anche a crede nel concetto di
> "guerra giusta", "guerra preventiva" e cosette similiS.
> Domenico Manaresi
>
> Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
> 051-6233923 - e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it
>
> APPELLO A TUTTI I CRISTIANI
>
> CHE HANNO SCELTO DI FARE IL MILITARE "IN MISSIONE"
>
> Un cristiano oggi si deve misurare con i fatti e la realtà piuttosto che
> con le parole. Le parole dicono "missioni di pace e/o umanitarie". La
> realtà con la forza degli eventi denuncia che vi sono solo campagne di
> guerra con conseguenze di guerra. Le parole sono diventate uno schermo
> vuoto dietro il quale si nascondono le furbizie di politici senza scrupoli
> o senza dignità.
>
> Noi sappiamo che tra i militari partiti per le diverse "campagne armate"
vi
> sono anche cristiani, seguiti, non a caso, dai rispettivi cappellani
> militari che sono "intruppati" nell'esercito, avendo anche il diritto di
> portare le stellette sull'abito clericale.
>
> Noi sappiamo che i soldati di queste missioni sono tutti volontari, pagati
> molto meglio dei loro compagni rimasti in sede.
>
> Noi sappiamo che per un cristiano esiste la possibilità dell'obiezione di
> coscienza che in determinate circostanze diventa un obbligo e un
imperativo
> insormontabile, dovuto in forza della coscienza prima e poi anche della
> fede. Una di queste circostanze si concretizza, quando si riceve un ordine
> ingiusto, contrario cioè alla dignità umana e a quei valori per i quali il
> nostro Popolo ha firmato documenti solenni e impegnativi in sede
> internazionale come la convenzione di Ginevra, la dichiarazione dei
diritti
> dell'Onu, ecc. che nutrono intensamente, e non poteva essere diversamente,
> la nostra Carta fondamentale.
>
> Noi riteniamo che un cristiano non possa imbracciare armi che possono
> togliere la vita. Dunque, qualsiasi arma.
>
> Noi riteniamo che nessun cristiano possa accostarsi alla comunione armato.
>
> Noi riteniamo che nessun cristiano possa considerare qualcuno come nemico.
>
> Noi riteniamo che nessun cristiano è abilitato a stare in un Paese invaso
> in forza di una guerra preventiva che è contro ogni morale e ogni diritto.
>
> Noi riteniamo che nessun cristiano debba ubbidire ad un capo di governo
> che, mentre i suoi soldati muoiono, celebra e brinda alla vittoria della
> sua squadra di pallone.
>
> Noi riteniamo che nessun cristiano debba ubbidire ad un capo di governo
che
> dopo avere diviso l'Europa per la frenesia di entrare in guerra a fianco
> del potente americano, oggi, cerca una qualsiasi foglia di fico Onu (che
> lui stesso ha denigrato e deriso in fase preventiva), per salvare un onore
> perso ovunque e comunque.
>
> Noi riteniamo che disubbidire, in queste circostanze, sia obbedire alla
> dignità, alla verità, alla coscienza e a Dio.
>
> Noi riteniamo che l'obbedienza militare non è mai stata e mai potrà essere
> una virtù.
>
> Noi riteniamo che i militari cristiani presenti in Iraq debbano fare
> obiezione di coscienza e chiedere il rimpatrio, anche se ciò dovesse
> comportare conseguenze di qualsiasi genere, come è prevedibile.
>
> Noi riteniamo che i militari cristiani debbano essere coerenti con la
verità.
>
> Noi preghiamo perché i militari italiani si convertano e obiettino.
>
> Paolo Farinella, prete
>
> don Paolo Farinella - Via Delle Grazie 27/3
>
> 16128 Genova - Tel . 010-2468777
>
> paolo_farinella@fastwebnet.it
>
>
>
>
>
>
> Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
> 051-6233923 - e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it
>
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> DOMENICO MANARESI
> via Gubellini, 6
> 40141 BOLOGNA
> TEL&FAX 051-6233923
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