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Brindisi: iniziative




A SINISTRA
Movimento Politico Antiliberista
BRINDISI
www.asinistra.it
INFORMAZIONI DA BRINDISI E PROVINCIA

* Il prossimo 3 maggio a Brindisi iniziativa contro la scelta di rendere
Brindisi (ci mancava.) sito per l'attracco dei sommergibili nucleari.
* L'8 maggio a Mesagne (BR) padre Zanotelli, prima di una serie di
iniziative sullo sviluppo sostenibile.
* Continua a Brindisi il processo contro i morti per l'amianto al
Petrolchimico e s'infittiscce la protesta per spingere la Procura di
Brindisi ad una decisione circa il rinvio a giudizio per i morti da cloruro
di vinile sempre al Petrolchimico. Trasmetto una nota del Forum Salute,
Ambiente e Sviluppo. 
 Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi

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NO A BRINDISI CITTA' NUCLEARE

Contro l'attracco ed il transito di unità navali a propulsione nucleare nel
porto e nelle acque di Brindisi


Dibattito pubblico con
On. Mauro Bulgarelli
On. Giovanni Russo Spena

3 Maggio 2004 ore 17.00
presso la sede dell'ARCI di Brindisi
Piazza Crispi 1 (sopra al cinema Universal)

Introduce
Avv. Stefano Palmisano

Promosso da
ARCI, Brindisi Social Forum, Cobas, Forum Ambiente Salute Sviluppo, Italia
Nostra, Legambiente, Medicina Democratica, WWF
*****************************************************


*****************************************************
 
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
c/o Studio avv. Carlo De Carlo
Via Casimiro 6 -Brindisi
Tel. 0831/524136 - 524137
-----------------
Brindisi,  26/4/004



INQUINAMENTI, PROCESSI E VIGILANZA DEMOCRATICA


   Il Forum Ambiente, Salute e Sviluppo parteciperà alla manifestazione che
si svolgerà Mercoledì 28 aprile a Brindisi in Piazza Vittoria alle ore
18.00 promossa dal "Comitato delle Vittime del Petrolchimico" per tenere
desta l'attenzione della collettività sui costi pagati dalle nostre
popolazioni all'industrializzazione dei decenni passati che non ha peraltro
in alcun modo risolto il cronico problema della disoccupazione.
   L'inchiesta per i decessi e le malattie professionali che potrebbero
essere collegate all'esposizione a cloruro di vinile (CVM) nel
Petrolchimico fu avviata nel 1995 a seguito della trasmissione alla Procura
della Repubblica di Brindisi delle informazioni rese al giudice Casson di
Venezia da Luigi Caretto, dipendente Montedison/Enichem, poi deceduto per
tumore al polmone. Dopo l'esperimento da parte della locale Procura di
alcuni accertamenti anche peritali, nel gennaio del 2003 si apprendeva da
diverse notizie stampa e dalle dichiarazioni rese da un magistrato della
Procura di Brindisi durante la trasmissione "Ambiente Italia", in onda su
Rai3 il 25 dello stesso mese, che per i reati di omicidio colposo si
sarebbe chiesta l'archiviazione. Poiché a tutt'oggi non è pervenuto ai
soggetti interessati avviso di tale richiesta, il 20 aprile scorso il
"Comitato Vittime del Petrolchimico", ricevuto dal Procuratore della
Repubblica, ha sollecitato gli adempimenti necessari  per pervenire alla
udienza in cui sarà esaminata la richiesta di archiviazione con conseguente
possibilità per le parti lese di esercitare finalmente il diritto di difesa.
   In un'intervista che all'indomani dell'incontro il Procuratore della
Repubblica ha ritenuto di rilasciare si afferma , a proposito della
dilatazione dei tempi istruttori, che essa è stata anche determinata dal
trasferimento di uno dei due magistrati incaricati dell'indagine e dagli
impegni dell'altro per l'inchiesta sulle corruzioni ed altri affari
giudiziari. Ci permettiamo rispettosamente di osservare a riguardo che, in
termini di valore, una inchiesta avente ad oggetto decessi e malattie
tumorali che potrebbero essere state originate da condizioni pericolose in
ambienti di lavoro si dovrebbe considerare  prioritaria o quanto meno alla
pari rispetto ad altre indagini sia pure di notevole rilievo sociale. Né
può ovviamente trovare spazio la tentazione - certo estranea al pensiero
del Procuratore della Repubblica - di considerare la richiesta di
archiviazione equivalente in pratica ad un accertamento definitivo sulla
non sussistenza della responsabilità e comporti quindi una sorta di
declassamento del valore dell'inchiesta.
   Il tempo intercorso poi tra l'annuncio della richiesta di archiviazione
e la predisposizione degli atti rivolti a consentire lo svolgimento del
contraddittorio sulla richiesta medesima preoccupa anche per il riferimento
che il Procuratore ha fatto a possibili prescrizioni dal momento che
ignoriamo a quali reati queste prescrizioni si riferiscano, se si siano già
verificate e se l'accelerazione delle procedure avrebbe potuto o potrebbe
ancora scongiurarle. E ciò perché, specialmente in materia così delicata,
la definizione di procedure giudiziarie penali  per prescrizione
costituisce un esito mortificante per le parti lese e deludente per la
pubblica opinione.
   Siamo d'accordo col Procuratore della Repubblica sul fatto che i giudici
si devono attenere "a quello che prevede il  codice" ma non ci sarebbe mai
venuto in mente di chiedere o solo pensare il contrario. Osserviamo poi che
l'esito (peraltro ancora sub iudice) del processo di Porto Marghera, citato
dal Procuratore,  può essere certo tenuto presente ai fini del processo
brindisino ma sicuramente non può subire alcun trapianto perché ogni
processo ha ovviamente la sua storia e le sue specifiche caratteristiche.
Nel merito, dall'esterno del procedimento ma interpretando sensibilità
diffuse nella pubblica opinione, le notizie stampa apprese dalla stampa
sulle conclusioni di alcune indagini peritali ci inducono a ribadire, come
già abbiamo fatto in un documento diffuso il 16 maggio del 2003, che nel
caso delle morti dei lavoratori al petrolchimico di Brindisi esposti al CVM
debba essere rigorosamente accertato per ogni singolo caso se vi è stata
tale esposizione e, in caso positivo, quale ne sia stata la durata e
l'intensità. E debba essere altresì accertato se i decessi sono avvenuti
per malattie tumorali o per altre gravi patologie legate da rapporto di
causalità alla suddetta esposizione nociva, sempre che vi sia assenza di
concause "sopravvenute...da sole sufficienti a determinare l'evento". E per
quanto attiene le concause ci sembrano convincenti le autorevoli opinioni
secondo le quali per attribuire ad una di esse la forza di privare
l'esposizione a CVM del ruolo di "causa" occorre accertare se
l'evento-morte o l'evento-malattia si sarebbe verificato ugualmente senza
l'antecedente costituito appunto dall'esposizione del lavoratore alla
sostanza tossica. E facciamo questo approssimativo e sintetico riferimento
confidando che tali considerazioni siano state tenute presenti e possano
ancora esserlo, se necessario dopo ulteriori indagini, dai magistrati
interessati al caso nelle varie fasi della procedura.
   Con non minore convinzione riteniamo debba essere seguito dall'opinione
pubblica il processo per le morti da esposizione ad amianto nel
petrolchimico che si sta celebrando nel Tribunale di Brindisi e le cui
prossime udienze sono fissate per il 29 e 30 aprile 2004.
   Pensiamo, infatti, che il far chiarezza su quanto può essere
drammaticamente accaduto ai lavoratori in danno della loro vita e della
loro salute non sia soltanto necessario per fare giustizia anche attraverso
le possibili riparazioni ma sia anche indispensabile perché le scelte che
riguardano la nuova industrializzazione ed il mantenimento di quella
esistente non ignorino i costi umani pagati dalle nostre popolazioni.
L'accurata ricerca di eventuali responsabilità per le morti e le malattie
rilevate per cause di lavoro costituisce un debito di civiltà nei riguardi
tanto delle vittime che dei loro familiari e si pone in stretto
parallelismo con la doverosa bonifica dei suoli inquinati anche perché è
giusto che chi ha danneggiato l'ambiente e la salute non si sottragga al
dovere della pulizia e del risarcimento.
   D'altro canto le preoccupazioni che in questi anni abbiamo espresso e
che con questa nota riproponiamo trovano conferma nelle stesse
dichiarazioni dell'attuale Procuratore dott Cosimo Bottazzi il quale l'8
maggio 2002 così si esprimeva in una dichiarazione resa ad un giornale
locale: "E' un paio d'anni che abbiamo focalizzato la nostra attenzione
sulle aziende del polo chimico limitandoci naturalmente agli episodi più
consistenti dal punto di vista dei pericoli per l'ambiente e la salute...La
zona industriale di Brindisi è altamente inquinata.....Il dato preoccupante
è che nonostante la mia segnalazione di due anni fa alla Commissione
Parlamentare sui Rifiuti, Brindisi non ha ancora un registro tumori né un
sistema di monitoraggio ambientale".
   Nello stesso periodo la stampa locale infatti pubblicava la notizia che
la Procura della Repubblica aveva aperto inchieste anche su fughe di
fosgene, gas impiegato dalla Dow Chemical per la produzione di poliuretani,
e sullo sversamento in mare di alcune decine di tonnellate di isocianati.
Tali dichiarazioni  e tali indagini, da una parte, dimostrano come
l'autorità giudiziaria abbia seriamente valutato la gravità dei fenomeni di
inquinamento presenti nella nostra città e dall'altra determinano
nell'opinione pubblica la legittima attesa di conoscere l'esito di tutti
gli accertamenti avviati, compresi quelli sollecitati da alcuni esposti
della nostra associazione.
   A conclusione di tali considerazioni osserviamo, sempre con riferimento
alle morti del petrolchimico, che, per le informazioni in nostro possesso,
nello stabilimento potrebbero aver agito sui lavoratori diversi cancerogeni
e non solo il cloruro di vinile monomero e che il gran numero di tumori
sinora giunti a conoscenza del "Comitato Vittime" non può certo rimanere
senza una spiegazione.
   Il Forum fa appello a tutte le responsabilità, politiche, sindacali,
sociali e religiose, perché, nel pieno rispetto dell'autonomia delle
decisioni giudiziarie in materia, si facciano carico di tali gravi problemi
così decisivi per il futuro di Brindisi e squarcino il velo di silenzio
esprimendo solidarietà a chi ha subito lutti e danni e dimostrando
avvedutezza e lungimiranza nelle scelte che riguardano il futuro.

Annino Baroni - Giovanni Caputo - Carlo De Carlo - Michele Di Schiena -
Raffaella Guadalupi - Teodoro Marinazzo - Achille Noia - Mario Panessa -
Michele Polignano - Maurizio Portaluri

 





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