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rere regionale - prossimi incontri



ciao a tutte/i,

martedì scorso abbiamo fatto la riunione della "Rete regionale
contro la guerra", per discutere la proposta di appello e le prime
iniziative per la difesa e il rilancio della Legge regionale che
istituisce l'Agenzia per la riconversione dell'industria bellica.

Anticipandovi che il prossimo incontro sarà GIOVEDI' 29 GENNAIO
alle ore 18.00, sempre c/o il Consiglio regionale lombardo, via
F.Filzi 29 a Milano, vi propongo un breve resoconto della riunione
scorsa.

Obiettivo dell'appello è rilanciare un dibattito e un'iniziativa che
affronti la questione del disarmo nella nostra regione, a partire dalla
valorizzazione del punto più alto raggiunto a livello legislativo, che
sarebbe la legge suddetta; da questo quindi partire con una
campagna che riesca a coinvolgere l'insieme del movimento contro
la guerra in regione.

Abbiamo concordato di far firmare questo appello (che trovate di
seguito) a una decina "personaggi" di varie aree (sindacali,
religiose, politico-culturali ecc.) e quindi cominciare a renderlo
pubblico per tentare poi di arrivare ad un confronto con le forze
politiche, sociali e sindacali della regione.

Questo percorso si intreccierebbe con (quindi non si esaurirebbe in
ne sovrapporrebbe con) la campagna contro Exa2004, che il Bsf
sta organizzando.

In questi giorni stiamo cercando le prime firme e la prossima
riunione (29 gennaio) sarà quella definitiva per la partenza della
campagna (gestione dell'appello, pubblicizzazione, proposte di
incontro ecc.).

In ogni caso questa campagna non vuole esaurire l'impegno della
rete regionale, e quindi nella prossima riunione vorremmo anche
affrontare la campagna su Exa2004 e un calendario di iniziative
verso il 20 marzo.

un abbraccio, Piero Maestri



APPELLO per rilanciare la legge regionale per l'agenzia per la
riconversione dell'industria bellica

La guerra è tornata a essere lo strumento con cui si costruisce un
nuovo ordine mondiale, mezzo con il quale leaders politici più o
meno legittimati pretendono di affrontare conflitti che invece
possono e devono essere composti attraverso il confronto pacifico,
la  diplomazia e la cooperazione internazionale...

Alla vigilia della guerra contro l'Iraq milioni di donne e uomini in
tutto il mondo hanno manifestato per fermare quella guerra,
considerata ingiusta, illegittima e illegale - come del resto sono
ormai tutte le guerre.

Ma la volontà dei popoli non è stata rispettata, l'Iraq è stato
comunque attaccato e occupato. Le pratiche e le prospettive di
guerra ne escono rafforzate nella loro dimensione di lunga durata:
la guerra diventa "preventiva e permanente".
.
Più che mai, la pace va dunque conquistata con un impegno
politico e civile costante, quotidiano e capillare - cercando
di contrastare le spinte che portano alla guerra stessa e le politiche
 che la preparano. Ognuno di noi può fare qualcosa per la
pace, ogni istituzione democratica deve essere coinvolta e
responsabilizzata attraverso l'adozione di misure e di atti concreti...

Rispondendo proprio a questa profonda esigenza politica e morale
già dieci anni fa la regione Lombardia si è dotata di una "Agenzia
per la riconversione dell'industria bellica", istituita con la L.R. n. 6,
dell'11 marzo 1994. Amministrata da una Commissione di
rappresentanti della Regione, dei sindacati, degli industriali armieri
e delle associazioni pacifiste, l'Agenzia aveva il compito di
incentivare progetti di riconversione produttiva delle aziende armiere
lombarde, di svolgere funzioni di osservatorio sul comparto,
di promuovere iniziative di ricerca, di formazione e informazione sui
temi della pace.

Dall'insediamento dell'ultima Giunta regionale, l'Agenzia per la
riconversione dell'industria bellica è lettera morta. I nuovi
commissari non sono stati nominati. La legge istitutiva non è stata
rifinanziata. Circolano anzi insistentemente voci che ne
preconizzano la definitiva soppressione, rivelando una volontà
politica tesa a lubrificare in ogni modo le opportunità di business
offerte dal mercato bellico.

Questo non deve succedere. Tanto più in un momento come
questo, tanto più nella regione italiana con i maggiori siti
produttivi di armi leggere e pesanti: la sola provincia di Brescia, nel
2001ha esportato armi per 197 milioni di euro.
Non vogliamo che la Lombardia primeggi nella produzione di
strumenti di guerra e devastazione. Secondo gli studi
dell'Onu, nel decennio 1990-2000 le sole, cosiddette, armi
"leggere" hanno provocato nel mondo più di 5 milioni di
morti - la metà dei quali bambini - e 2,5 milioni di disabili gravi. La
nostra regione ha risorse materiali, tecniche e umane
sufficienti a garantire altrimenti la propria economia. Il cammino
verso la riconversione della produzione, dell'economia
e della cultura legata alle armi può e deve essere ripreso con
decisione.

Chiamiamo perciò le persone, le associazioni e i movimenti che
vogliono la pace, le forze politiche e i consiglieri regionali della
Lombardia a un forte impegno perché l'Agenzia per la riconversione
dell'industria bellica della Regione Lombardia non chiuda, ma sia
rilanciata al più presto con la nomina di una nuova Commissione, e
 perché riceva un congruo finanziamento che le permetta di operare
efficacemente per la pace e per il disarmo, nel mondo e nelle
coscienze.

Per questo invitiamo le forze politiche, sociali e culturali della
Regione ad un confronto.

Firme dei promotori..

Adesioni.