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(Fwd) [noomc-it] APPUNTI SUL DOPOGUERRA IRACHENO di Sbancor




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To:             	<noomc-it@yahoogroups.com>
From:           	"kowalski" <kowalski@informationguerrilla.org>
Date sent:      	Fri, 8 Aug 2003 01:33:33 +0200
Subject:        	[noomc-it] APPUNTI SUL DOPOGUERRA IRACHENO di Sbancor

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APPUNTI SUL DOPOGUERRA IRACHENO

Se c'e' una cosa che dimostra l'inutilita' della guerra in Iraq,
questa e' proprio il dopoguerra

di SBANCOR

Un nuovo articolo dell'autore di "American Nightmare" (pagg. 176, 12
euro, Nuovi Mondi Media) pubblicato su http://www.nuovimondimedia.it 
e
sul settimanale Avvenimenti dell'8 agosto. L'articolo è liberamente
riproducibile citando la fonte.

6 agosto 2003 - Incastrati nella giungla metropolitana irakena, gli
Stati Uniti contano almeno un morto al giorno. Per non dire nulla di
quel maledetto imbroglio sulle cosiddette "armi di distruzione di
massa" che costera' il posto a Blair e che fa scottare anche la
poltrona di Cheney.La domanda pero' che circola fra gli analisti di
scenari finanziari e': cosa accadra' ancora in questo devastato
pianeta divenuto ostaggio di un ex alcolista pentito? La dirigenza
americana manterra' le "promesse" di distruggere gli altri "assi del
male", Iran, Corea del Nord, forse Siria...? Non e' un problema da
poco. E non e' solo un problema etico o morale. Etica e morale sono
merci che nella comunita' finanziaria internazionale hanno valore
intorno allo zero assoluto.No, qui si tratta di fare previsioni per
"l'asset management", cioe' i migliaia di miliardi di dollari del
risparmio mondiale. Quali aree sono sicure? Quali sono a Rischio? La
Finanza odia l'incertezza. Specie se a provocare le crisi non e'
direttamente Lei. Compulso distrattamente le fonti americane. Non i
giornali. Prima le fonti vere, come per esempio il Council On Foreign
Relations (C.F.R.). Ed ecco che il dopoguerra torna ad avere scenari
da incubo. I compassati "Wasp" (White Anglosaxon Protestant) che
formano quella istituzione segreta che ha guidato, come dice Carrol
Quigley , attraverso un "International Anglophile Network" la 
politica
americana del secondo dopoguerra. Di questo Network facevano, e fanno
parte, oltre ai famigli della Casa Morgan, Owen Youg, che tratto' le
Riparazioni tedesche, Allen Foster Dulls (CIA) i Withney, Douglas
Dillon, Lamont, Lazard Brothers per non parlare degli Harriman, 
quelli
delle ferrovie (nonché soci in una impresa bancaria con Prescott 
Bush,
il nonno, che rischio' la tragicommedia avendo ben due nazisti nel
Consiglio di Amministrazione, dopo l'entrata in Guerra dell'America).
La Banca venne chiusa d'ufficio da Franklin Delano Roosvelt per
"intesa con il nemico". Partecipava alla filiera anche Rockfeller,
quello della Standard Oil. Cosa legava questo drappello di venali
gentiluomini di ventura? Oltre l'eugenetica Wasp tutti loro seguivano
il sogno di Cecil Rhodes, il fondatore del Sudafrica, nonché
proprietario delle miniere De Beers e, last but non least, ispiratore
della rivista "The Round Table" del "Royal Institute of International
Affairs" e del Council on Foreign Relations. Sogno che puo'
sintetizzarsi in un Nuovo Ordine Mondiale costruito da chi parla la
lingua anglosassone, e quindi oltre all'Inghilterra, l'America,
l'Australia, il Canada, la Nuova Zelanda. Insomma, per capirci, tutti
gli appartenenti al Progetto "Echelon", il grande fratello dello
spionaggio elettronico. Orbene, non e' difficile accorgersi che,
sempre con i modi sorridenti propri dell'establishment Wasp, Bush il
giovane non e' piu' esente da critiche. Anzi, c'e' qualcuno che ne
parla come di un vero deficiente. Qualcosa di piu', quindi, di un
aristocratico arricciamento di naso, certo, ma non ancora un uppercut
sotto il mento. Cosa rimproverano questi circoli a Bush? Occorre
leggere fra le righe di documenti anche troppo "politically correct".
Prendiamo ad esempio una testimonianza del Dr. Rachel Bronson, del 9
luglio 2003. Bronson e' Direttore degli studi sul Medio Oriente del
Council On Foreign Relations. Presso la "National Commission on
Terrorist Attacks Upon the United States" (la sidetta "9/11
commission") A proposito del "clash of civilization" egli sostiene 
che
gli USA stanno adottando una "self fullfilling prophecy", cioe' una
profezia autoavverantesi. E cita dati inoppugnabili. Dopo l'11
settembre quasi tutto il mondo era solidale con gli Stati Uniti. Ora
in Indonesia i sondaggi indicano che dal 61% di solidarieta' agli
Stati Uniti, registratosi immediatamente dopo l'attacco, si e' 
passati
a un tiepido 15%. In Turchia, il 71% della popolazione e' preoccupata
che prima o poi la Turchia diventi un possibile "target" per un
attacco "USA". L'antiamericanismo, secondo Bronson, sta allargandosi 
a
paesi tradizionalmente alleati degli USA, come la Germania e l'Arabia
Saudita. E rimpiange il "sentiment" dell'allora principe Faisal che
nel 1962 dichiarava a Kennedy che solo dopo Allah i sauditi credevano
all'America. Bronson rimanda l'origine della situazione attuale alla
leggerezza con cui negli anni '80 gli Stati Uniti cedettero alle
parole di Zbigniew Brzezinsky che autorevolmente sproloquiava su 
"cosa
fosse piu' importante nella visione storica: la fine dell'Unione
Sovietica o i Talebani". Bronson amaramente commenta che se i
dirigenti politici di allora avessero saputo che il costo sarebbe
stato di 3.000 morti nelle due Torri, di un attacco al Pentagono, 
piu'
i bombardamenti delle Ambasciate in Africa e l'attacco
all'incrociatore Cole, oltre alla creazione di movimenti radicali
antiamericani in tutto il mondo, difficilmente avrebbero dato il loro
consenso. Attaccando senza mezzi termini la recente politica estera
americana nel Medio Oriente, in Iraq, In Afghanistan e in Pakistan,
Bronson conclude che l'unica via d'uscita e' un impegno serio degli
Stati Uniti nel sostegno economico dell'area, nella formazione, nella
ricostruzione. L'idea di Bronson e' quella di una specie di Piano
Marshall verso il mondo islamico. Al primo punto, pero', c'e' la
soluzione del conflitto in Palestina. Come dire che l'avvenire degli
USA in quest'area e' legato alle bizze di Sharon e Arafat... Auguri!
Ancora piu' secco e' un corposo documento di circa 60 pagine
intitolato "Risposta alle Emergenze: Drasticamente Sottostimate e
Pericolosamente Impreparati". Anche questo uno studio di una
indipendente task force, sponsorizzata dal C.F.R. Dopo aver esaminato
al microscopio l'impreparazione delle forze in caso di nuovi 
attacchi,
(dai pompieri, alla Guardia Nazionale, alle Agenzie di intelligence,
ecc) il documento sostiene che, mentre il budget della sicurezza e' 
di
"solo" 27 miliardi a partire dal 2004 per cinque anni, le reali
esigenze di sicurezza ammontano a 25,1 miliardi di dollari l'anno
contro i 5,4 miliardi che si spendono ora. Ma oltre che i soldi,
mancano anche gli uomini. Rosemary Hollis del Royal Institute of
Foreign Affairs (casa madre inglese del C.F.R.) sostiene che in Iraq
ormai l'intervento dell'ONU e' diventato non un'opzione ma
un'impellente necessita. Anche se si muovesse tutta la Nato, gli
uomini a disposizione sarebbero "solo" 80.000 di cui 37.000 dislocati
in Afghanistan, nei Balcani, in Sierra Leone e altrove. Occorre 
dunque
tornare, con la coda fra le gambe, alle Nazioni Unite. Cosa che il
Royal Institute aveva sostenuto dall'inizio. Ma non e' solo l'Iraq a
far condensare le critiche sull'Amministrazione Bush. Anche 
sull'altro
Asse del Male, la Corea del Sud, i circoli anglofili criticano il
Presidente. Awrence Korb, vice presidente del C.F.R. ha detto in
un'intervista alla radio Wtop, che copre la regione di Washington, 
che
"la politica USA verso la Corea del Nord e' mal concepita ed
autolesionista. La Corea del Nord afferma ripetutamente di disporre 
di
armi nucleari, ma non abbiamo modo di sapere se questo sia vero. Ma
cio' che conta di piu' e' che con la nostra politica siamo riusciti a
convincerli a dire che ce le hanno o addirittura a fargliele
costruire; perché siamo riusciti a convincere Pyongyang del fatto che
a meno che essi non dispongano di armi nucleari cercheremo di
distruggerli con la forza, come abbiamo fatto in Iraq". William Perry
l'ex Ministro della Difesa del Governo Clinton, oggi inviato speciale
di Clinton in Corea, ha dichiarato al Washington Post il 15 luglio:
"ritengo che in Corea stiamo perdendo il controllo... Una soluzione
c'era fino a sei mesi fa se avessimo fatto le cose giuste. Purtroppo
non le abbiamo fatte"... e ora "il programma nucleare della Corea del
Nord pone il pericolo immediato della detonazione di armi nucleari
nelle citta' americane". In effetti, era opinione comune degli
analisti che la Corea del Nord avrebbe fatto la fine della Germania
Est. Il Sud Corea stava lavorando sull'unificazione a tempi stretti.
Ma l'arrivo di Bush alla presidenza ha bloccato tutto. E ora, siamo 
di
fronte all'agghiacciante ipotesi che un popolo, ridotto a scheletro
umano dalla carestia, disponga dell'arma nucleare. Infine il
plurimiliardario Soros attacca frontalmente Bush, a pagamento sui
giornali. Ora Soros non conta, ne' mai ha contato in quanto tale.
Soros contava e conta perché e' un uomo dei Rotschild. Prima gli
dirigeva gli Hedge Funds ad alto rendimento e altrettanto alto
rischio. Oggi e' diventato un uomo da relazioni esterne. Perché 
dunque
i Rotschild si schierano contro Bush II? E' uno dei misteri di questa
storia e comunque, nella storia, i Rotschild furono l'unica famiglia
ebraica non discriminata dall'ideologia Wasp...Certo e' che nel
Partito Democratico Americano, si sentono voci di critica feroce al
presidente. E il Senatore Lieberman che ha guidato il fronte
democratico dei fautori della Guerra all'Iraq, cede per il momento il
posto all'ala sinistra del partito: il Senatore Edward Kennedy ha
praticamente messo sotto accusa, il 15 luglio, in un discorso alla
John Hopkins University, l'intera politica di Bush verso l'Iraq.Ma
torniamo agli scenari finanziari. Qui Greenspan sembra un moscone
impazzito che passa a smentire ogni sua dichiarazione con nuove
dichiarazioni. Fino a giugno ha parlato di minaccia di deflazione e
della disponibilita' della FED a fare acquisti nella parte alta della
curva dei rendimenti, in caso di crisi del mercato. Deflazione, per
chi non e' un esperto di economia, e' la peggiore patologia di un
sistema economico. Vuol dire calo generalizzato dei prezzi. Vuol dire
che il risparmio fugge dagli investimenti, generando la cosiddetta
trappola della liquidita', una trappola dove non valgono piu' nemmeno
le piu' drastiche politiche monetarie, anche a tassi zero o negativi
infatti non ripartono ne' i consumi, ne' gli investimenti, come
accadde nel 1929 e, piu' recentemente, in Giappone. Ovviamente, uno
scenario di prossima deflazione spinge gli investitori a comprare 
oggi
obbligazioni (Bonds) il cui valore salira' quando i tassi
diminuiranno. Si e' creata in questo modo dopo la "bolla dei mercati
azionari", e dopo la "bolla dei mercati immobiliari", anche una 
"bolla
obbligazionaria". Il 15 giugno Greenspan cambia idea. Di fronte agli
stupiti membri del Congresso non parla piu' di minacce deflattive. 
Rincuora sulle sorti dell'economia USA e della sua moneta, profetizza
riprese prossime e sicure. E con cio' provoca il "massacro" del
mercato obbligazionario Quindi, hanno cominciato a ragionare gli
investitori, Greenspan ci ha fatto fessi due volte. Prima spingendoci
a comprare assicurandoci che sarebbe intervenuto con mezzi "non
convenzionali", per poi smentire tutto e far crollare il mercato dei
"bonds". Cosa che puntualmente accade. Fino a oggi "il massacro sui
Bonds" non si e' fermato. Ormai, secondo la Merryl Linch, primaria
banca d'affari americana, il pubblico ha perso la sua fiducia nella
Federal Reserve e in Greenspan. Un giorno, infatti, Greenspan 
sostiene
che l'economia va bene per rinforzare il dollaro e le quotazioni di
Borsa e, inevitabilmente, fa crollare il mercato obbligazionario.
Un'altra volta sostiene l'esatto opposto, che l'economia e' a rischio
deflazione, e crollano i prezzi di Borsa. Tutto questo parlare a mio
avviso ha un solo senso. L'economia americana per il momento e' 
ferma.
E pochi sono gli strumenti utilizzabili dalla Federal Reserve, la
quale si trova di fronte a un vero rebus: finanziare il crescente
disavanzo delle casse federali, dovuto alle spese di guerra, 
sostenere
il dollaro e insieme tentare di rilanciare l'export americano che a
gran voce richiede un dollaro piu' debole, evitare di rialzare
bruscamente i tassi per scongiurare l'esplodere della "bolla
immobiliare", e insieme sostenere la ripresa, ma evitando qualsiasi
tensione sui prezzi. E' evidente che di fronte a tale incastro il
mondo finanziario guardi con sempre minor favore l'attuale
establishment repubblicano. Fra le tante e confuse dichiarazioni di
Greenspan una merita attenzione e preoccupazione: l'attacco di
Greenspan alla Cina. Il saldo import-export delle merci cinesi verso
gli Stati Uniti - ha notato il Governatore - e' passato da 28,2
miliardi di dollari del 2001 a 43,3 miliardi nel 2002. I cinesi,
inoltre, spendono circa 600 milioni di dollari/giorno per tener su la
loro valuta, il remimbi, contro il dollaro. Ricordiamo che fu solo
grazie all'interventismo dalla Banca Centrale che si evito'
l'allargarsi della crisi "asiatica" del 1998 alla Cina. La Cina,
insieme all'India, sono i due soli mercati mondiali in rialzo da 
oltre
cinque anni. Quest'anno, pero', la Sars determinera' una crescita del
PIL Cinese del 6,5%, contro l'8% previsto... e allora... Beh allora 
la
Cina e' uno strano mercato. Lo sapete che l'1% della popolazione
cinese e' pari a oltre due volte e mezzo la popolazione italiana? E 
se
la disoccupazione cresce dell'1% gli eventuali disordini sociali
riguardano piu' di 150 milioni di persone? E se si ferma anche la
Cina... qui gli scenari si confondono... fra questi c'e' anche una
guerra commerciale fra USA e Cina... e le guerre commerciali a volte
si trasformano in guerre vere... C'e' la volonta' espressa da Bush di
mettere in riga l'America Latina... in Colombia sono anni che prima 
le
squadre speciali e poi i marines stanno combattendo... ancora, la
Corea del Nord potrebbe essere la Danzica degli anni 2000. L'Iran
quasi certamente dispone di armi nucleari, il Pakistan ne e' pieno...
tutto e' ancora piu' confuso... la III° guerra mondiale dovra' essere
certamente una guerra nucleare atomica... Piu' in la' tutto e' troppo
confuso per essere... Piu' in la forse non c'e' piu' nulla...Forse
anche qualcuno nelle alte sfere ha cominciato a pensare cosi'... 
forse
c'e' qualcuno nell'attuale Ordine Mondiale che vede solo confusione,
sangue, distruzioni e morte... O piu' semplicemente c'e' qualcuno che
ha scoperto che il "clan Bush" e' solamente concentrato a difendere
una ristretta cerchia di petrolieri, di industrie d'armi. E che la
guerra infinita e' solo un modo per farsi gli affari propri. Qualcuno
i cui interessi non coincidono piu' con quelli del "clan Bush".E'
troppo presto per dire chi, come e quando. Una cosa e' certa: il
movimento della pace dovrebbe iniziare a pensare qui ed ora se c'e'
davvero un altro mondo possibile. Perché per quello attuale non vedo
molte vie d'uscita.

Sbancor

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