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presidio di pace a nablus



Stamattina con Nandino siamo andati a far visita al  frate che è il parroco
della locale comunità, composta di cinquanta famiglie. Ci ha accolto un
uomo stanco e provato.
A Nablus, ci ha raccontato, vive anche una comunità di 150 anglicani, probabile
residuo della presenza inglese in queste zone, ed una di cristiani ortodossi.
 E? stato per nove anni a Gaza ed aveva buone relazioni con Arafat ed i
palestinesi. 
È stata la sua colpa più grande per gli israeliani. 
Da quando è qui a Nablus, ha sempre maggiori difficoltà ad uscire dalla
città e negli ultimi due anni non è riuscito a tornare a Zabad il suo paese
d'origine, per tre quarti cristiano, la comunità più grande dopo Ramallah,
essendo un uomo ormai anziano e non potendo arrivare lì con la sua auto,
con targa israeliana, per cui il DCO non trova il "tempo" per produrre il
permesso.
Anche lui non è ottimista su queste trattative, la road-map e il cessate
il fuoco. 
Non sono affrontati i problemi reali: Gerusalemme, la rimozione dei presidi
dell'occupazione israeliana, il rilascio dei prigionieri. Problemi che,
se risolti, 
porterebbero secondo lui alla pace nella sicurezza.
Ultimamente gli è stato proibito di partecipare ad un ritiro spirituale,

immaginate cosa significa per un uomo di fede, vedersi negato un momento
così importante. 
Non solo, ha chiesto un permesso per Gerusalemme per andare dal suo patriarca
Michel Sabah 
e gli è stato risposto che non era possibile, che doveva cambiare la sua
id 
perché sulla sua attuale carta risulta residente a ramallah... 
ah questa buroKrazia israeliana!!! 
durante le giornate di coprifuoco, che qui arrivano a quasi due terzi dall'inizio
della seconda intifada è stato anche arrestato, una notte che era all'ospedale
anglicano per essere vicino a un suo parrocchiano, ed ha dovuto intercedere
il patriarca per lui.
Come altri, ci ha chiesto cosa fa l'Europa per fare pressioni su Israele
per la fine di questo stato d'occupazione. Come altri ci ha confermato che
in questo momento, pur non essendoci coprifuoco quasi tutte le notti, i
mezzi israeliani entrano in città per fare arresti, come l'altroieri,  o
comunque per far sentire il fiato sul collo della popolazione...
ma è in corso un percorso di pacificazione?....o no?
La nota più dolente per noi è quella con cui si è concluso il nostro incontro.
Ad una esplicita domanda di Nandino su quali speranze aveva per le sorti
della terra santa, ci ha detto di non averne, perché Israele non vuole la
pace, perché la questione dei coloni al di la` della propaganda è una questione
che Israele non vuole affrontare, che secondo lui (anche secondo noi) se
ci fosse "la buona volontà", si potrebbe risolvere nell'arco di 48 ore.
D'altronde mica passano attraverso quei posti di blocco i terroristi  che
entrano in Israele per compiere gli attentati suicidi?
Gli unici a soffrire umiliazioni sono la gran parte dei palestinesi, che
vuole solo vivere in pace , ma una pace giusta, non quella che la propaganda
dei media ci passa sotto le spoglie della road-map.


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