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Newroz 2003 a Diyarbakir e Batman



Newroz 2003 a Diyarbakir e Batman

Si riportano le relazioni
del Newroz di Diyarbakir di Antonio Olivieri,
e del Newroz di Batman di Roberto Malinconico.

Altri resoconti del Newroz sono su:
http://www.ranchdeiviandanti.it/newroz.html
e
http://www.ranchdeiviandanti.it/kurds/aaaDoc/bbNews/0301NewrozFld/Ne
wroz2003.html

e sulla sezione Kurdistan del nuovo Sito "Tribu' Ribelli":
Kurdistan :
http://www.triburibelli.org/sito/modules/sections/index.php?op=listarticles
&secid=1

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1) Antonio Olivieri - NEWROZ DI GUERRA
Resoconto della delegazione di "osservatori di pace" in Turchia

I primi incontri della delegazione italiana sono avvenuti ad Istanbul. La
"Coalition against war", gia' presente a Firenze, insediata in una sorta di
Casa del Popolo e protagonista dell'impegno pacifista dei giovani, con un
minuto di silenzio all'inizio dell'incontro in memoria di Carlo Giuliani,
assassinato a Genova dalla polizia.
L'incontro con gli avvocati del Collegio di difesa di Ocalan, unico recluso
dell'isola fortezza di Imrali, la visita alla redazione di "Azadiya Welat"
(Patria Libera), la perseguitatissima rivista in kurdo che ospita anche il
supplemento satirico kurdo "Pine" premiato a Forte dei Marmi, l'impatto
con il dramma delle carceri e della tortura nell'incontro con l'IHD,
l'Associazione turca per i diritti umani, il dramma dei profughi fuggiti dai
villaggi bombardati e distrutti ai quali e' impedito il ritorno, nel racconto
degli attivisti e loro stessi profughi dell'Associazione Goc-Der di Istanbul,
le associazioni delle donne, dei detenuti politici, della nuova cultura
kurda? ai quali abbiamo consegnato il denaro raccolto con la solidarieta'
delle famiglie italiane e almeno dieci valigie di vestiti e capi
d'abbigliamento?

Diyarbakir, Batman, Mardin, Mus, Antep. Sono, insieme alla grande base
di Incirlik, gli aeroporti del Kurdistan turco ristrutturati dall'US Air
Force, da
dove decollano i pesanti bombardieri B 52 e altri per andare a rovesciare
tonnellate di bombe in territorio iraqueno e kurdo. Sono anche, con
l'aggiunta dei capoluoghi Sirnak, Siirt e Hakkari, le province in cui per
motivi di "ordine pubblico" i militari hanno reintrodotto lo stato di
emergenza abrogato da appena un mese.
Lo stato di emergenza in turco ha una sigla: "Ohal", un nome sinistro.
Significa pieni poteri ai militari, sparizioni, arresti, torture. Due settimane
fa, Amnesty International denunciava la persistenza della tortura sessuale
negli uffici di polizia e l'Associazione Diritti Umani di Diyarbakir conta,
solo
nei primi giorni di mobilitazioni contro la guerra, quarantadue denunce di
tortura su quattrocento arresti. Ma il colpo mortale alle speranze di
democrazia l'ha assestato il procuratore Vukal Savas, ottenendo la
messa fuori legge del partito democratico del popolo, filo kurdo, Hadep,
maggioritario in tutte le province kurde, e l'interdizione dei suoi dirigenti.
E' in questo clima che il 21 marzo, Newroz (nuovo giorno) di primavera e
di liberta', ma quest'anno anche data d'inizio del massacro del popolo
iraqueno, centinaia di migliaia di kurdi, uomini e donne, hanno
manifestato per la liberta' e la pace.
Con loro, erano duecento "osservatori" europei, fra cui ottantaquattro
italiani (cinque della nostra provincia): sindacalisti, giovani comunisti e
disobbedienti, pacifisti e "donne in nero", militanti di reti associative,
amministratori locali.
Partiti domenica da Roma e da Milano, dopo la sosta di due giorni ad
Istanbul, sono proseguiti per le regioni kurde e si sono poi distribuiti in
zona di guerra: a Diyarbakir e Batman, con i loro aeroporti militari, e poi a
Bingol e a Nusaybin, sul lembo di confine invaso da colonne di blindati
diretti a Sud ed infine piu' a Nord, a Van e a Dogubeyazit, ai piedi
dell'Ararat, dove i cooperatori marchigiani stanno edificando la Casa delle
donne.
In forse fino all'ultimo momento, allontanata dalla metropoli in un grande
spiazzo distante 15 Km, circondata da posti di blocco nei quali si
sequestravano bandiere e colori kurdi anche ai bambini, una grande
manifestazione del Newroz si e' tenuta a Diyarbakir. Intorno al milione di
persone, forse piu'. Decine di osservatori italiani ed europei hanno
partecipato, aprendo anche (con qualche tensione con la polizia turca)
una bandiera della pace sul palco.
Una carica della polizia e' partita quando sono state innalzate davanti al
palco le bandiere di Dehap, la coalizione politica, peraltro legale, di cui fa
parte il disciolto partito filo kurdo Hadep: la gente ha risposto con pietre,
poi la tensione e' rientrata, nonostante la selva di blindati che circondava
l'enorme piazza, con i poliziotti in assetto da guerra e i cecchini sui tetti.
I colori sequestrati sono ricomparsi in mille modi in piazza, e' stata anche
issata ad un certo punto la vietatissima bandiera del Kadek (ex PKK) con
slogan per il presidente Ocalan.

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2) Roberto Malinconico - Il grande giorno del popolo e dell'identita' kurda

http://www.triburibelli.org/sito/modules/sections/index.php?op=viewarticle
&artid=7

21.3.03 H. 9.00 - Nella citta' di BATMAN il gruppo di 16 osservatori di Pace
partecita al Newroz 2003

Ardono i fuochi sacri nell'enorme piazzale presidiato dall'esercito kurdo in
assetto da guerra pronti a reprimere la primavera kurda. Duecentomila
fiori sbocciano in un solo istante dalle strade di fango, esplodono in una
meraviglia di colori, l'oro, il verde il rosso. Giungono da tutta la regione
vestiti a gran festa come centinaia di affluenti che sfociano in un solo
fiume, si sente lo scroscio dei canti che sgorgano dalle bocche imperlate
delle ragazze kurde, lo sguizzare dei bimbi nella folla oceanica.
La festa si svolge alla periferia di Batman. Uno spiazzo grande in mezzo a
case fatiscenti e un mare di fango.
Dal tetto dei pochi palazzi che circondano questo piazzale, autorizzato
dalle autorita' turche per il Newroz, sono ben visibili i cecchini
dell'esercito
attenti osservatori della folla e pronti ad aprire il fuoco su un popolo
inerme in festa. Piu' appartati agli angoli di accesso al piazzale, ben
visibili ed in gran numero, i blindati e le divise verdi dell'esercito in
assetto
di guerra.
In mezzo alla folla la polizia registra, fotografa e filma tutti i visi, le
bandiere ed i cartelloni che la folla festante espone per manifestare il
proprio orgoglio nazionale.
Alle 9.00 lasciamo l'albergo per recarci al Newroz. E' con noi una
delegazione francese. L'organizzazione ci accompagna fino al palco delle
autorita'.
E' umiliante che un popolo per gridare la propria gioia debba subire
angherie e soprusi anche nella loro festa nazionale. L'area dove si svolge
il Newroz e' interamente circoscritta dalle forze di polizia e
dell'esercito. Ai
pochi ingressi autorizzati, tutti sono perquisiti. Il risultato della
perquisizione e' il sequestro di bandiere dei colori kurdi, e dei partiti
che il
governo turco ha messo fuorilegge (due settimane fa e' toccato
all'HADEP).
Anche noi della delegazione siamo perquisiti prima dell'ingresso.
Ci giunge notizia che il gruppo dei delegati che si trovano nella citta' di
Bingol sono stati bloccati dalla polizia in assetto di guerra in albergo, il
Newroz locale non e' stato autorizzato e gia' sono stati segnalati incidenti
e circa 30 arresti.
La folla e' commossa dalla nostra presenza e con affetto e gratitudine ci
affianca e quasi ci solleva fino al palco.
La musica procede senza sosta, interrotta solo da brevi discorsi delle
autorita' kurde o dalla censura della polizia. Infatti, il secondo gruppo che
si stava esibendo, appena ha iniziato ad intonare le prime note dell'inno
nazionale kurdo, e' stato brutalmente zittito e condotto in caserma mentre
la folla continuava a cantare l'inno e protestava apertamente il proprio
dissenzo. Solo grazie al senso di responsabilita' degli organizzatori e del
servizio d'ordine kurdo e' stato possibile calmare i manifestanti e
continuare il Newroz.
Ci emoziona moltissimo sentire dagli altoparlanti il nostro nome ed il
caloroso saluto di ringraziamento della folla festante. In tanti ci dicono che
la nostra presenza era importantissima perche rappresentava una
garanzia anche per tutti loro.
E' una folla festante; non resistiamo alla tentazione di scioglierci in
questo mare colorato e allegro e ci ritroviamo a ballare intorno ai fuochi
''di Kawa'', mano nella mano con donne, giovani, anziani e bambine.
Le autorita' turche hanno autorizzato il Newroz fino alle ore 15.00.
La folla grida il nome di OCALAN e nonostante le perquisizioni
compaiono numerose le bandiere di Ocalan, del PKK e dell'HADEP.
Le donne con grande coraggio mostrano dipinti sul viso e ricamati sui
vestiti ed i caratteristici copricapo la bandiera del Kurdistan.
Alle ore 15.00 la polizia ferma la manifestazione: tace la musica mentre la
folla scandisce slogan inneggianti alla liberta' per il popolo kurdo e la
scarcerazione di Ocalan. Compare tra la folla un cartello con sopra tre
lettere con i colori della bandiera kurda: APO (il popolo kurdo chiama
affettuosamente zio il loro leader in carcere).
In meno di dieci minuti quella folla di circa duecentomila persone si
scioglie in mille affluenti che l'allontana da quello spiazzo e dai cecchini
dell'esercito.
E' stato, almeno qui a Batman, un Newroz di pace.
Tutti gridavano SAVASA HAYIR......NO ALLA GUERRA

Roberto Malinconico
Imma D'Amico
Andrea Cicero
Peppe Vernieri
Carmine Malinconico (responsabile della delegazione)
Vincenzo De Lucia
Elena Bernardi
Stefania Ceccarelli
Angela Bellei
Antonella Mangia
Ugo Troini
Paola Graglia
Peppe Micciarelli
Associazione Melagrana Onlus