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Lettera aperta al ministro della difesa Martino (fwd)
inoltro a tutti voi questa lettera di don Renato Sacco e don Fabio
Corazzina
in risposta alle parole del ministro Martino "Ogni prelato, anche un alto
prelato, dovrebbe benedire una missione di militari".
Shalom
Barbara
Lettera aperta al Ministro della Difesa Antonio Martino
Signor Ministro,
esprimiamo la nostra amarezza e il nostro fermo disappunto per quanto da
Lei affermato: "Ogni prelato, anche un alto prelato, dovrebbe benedire una
missione di militari". Siamo senza parole, ci creda. Siamo due sacerdoti
che lavorano in Parrocchie diverse (Brescia e Novara); insieme stati più
volte a Sarajevo, in Terra Santa e, recentemente, ai primi dello scorso
dicembre, in Iraq. Tutti e due facciamo parte anche di Pax Christi,
movimento cattolico internazionale per la pace. Certo è sorprendente che un
Ministro della Difesa dica cosa debbano fare i prelati.
Soprattutto dica che devono benedire le missioni militari. Come preti siamo
abituati a benedire: ci è capitato di benedire un bimbo appena nato, un
uomo e una donna che dichiaravano il loro amore e formavano una nuova
famiglia, una scelta coraggiosa di impegno e servizio di un giovane, una
comunità nel suo dolore, l'intimità di una fatica o di una gioia. Mai
abbiamo benedetto un contingente in partenza per la guerra, un'arma, una
guerra, una violenza, un gesto che faccia uno o più vittime. Non fa parte
del nostro patrimonio spirituale e culturale, non fa parte del Vangelo.
Siamo rientrati da poco dall'Iraq, abbiamo ancora impressi i volti, i nomi
i sorrisi e le sofferenze delle persone che ci hanno accolto e con le quali
abbiamo condiviso la vita quotidiana. E' su di loro che cadranno le bombe
intelligenti che Lei vorrebbe anche benedette. Loro sono già vittime
dell'embargo e noi, uomini di Chiesa, dovremmo anche benedire la follia di
una nuova guerra? E' vero che spesso nell'ambiente politico-militare le
persone uccise vengono chiamate: effetti collaterali. Un po' di pudore!
Signor Ministro, bene-dire, cioè dire-bene è un dono di Dio, il quale ha
mandato suo Figlio sulla terra. Egli è la nostra Pace. La Benedizione
quindi, ne siamo convinti, può essere solo benedizione di pace. E' grave il
tentativo di usare Dio a proprio uso e consumo. La benedizione non si può
barattare né comprare, né tantomeno ridurre a gesto scaramantico, sperando
che porti bene. Signor Ministro, invece di cercare la Benedizione di Dio e
dei vari prelati per azioni di guerra, si impegni ad essere fedele alla
Costituzione Italiana che all'art. 11 Ripudia la guerra. Sarabbe, davvero,
una benedizione per l'Italia e per il mondo.
Ci piace, infine, ricordarLe il discorso del Papa al Corpo diplomatico lo
scorso 13 gennaio: "Tutto può cambiare. Dipende da ciascuno di noi. Dipende
chiaramente anche dai responsabili politici chiamati a servire il bene
comune. Si impongono pertanto alcune scelte affinché l'uomo abbia ancora
avvenire. I popoli della terra e i loro dirigenti devono avere talvolta il
coraggio di dire "no". NO alla morte, NO all'egoismo, NO alla guerra. SI
alla vita, SI al diritto, SI alla solidarietà"
Diciamo un chiaro NO al Suo invito di benedire gli eserciti e le guerre,
(visto che gli alpini in Afghanistan ci vanno a continuare una guerra).
Piuttosto benediremo ogni gesto e volontà di pace, di giustizia, di
condivisione, di perdono che i piccoli e i grandi della terra faranno. Con
i migliori saluti
30 gennaio 2003 don Fabio e don Renato
di Pax Christi
don Fabio Corazzina, Parrocchia San Giovanni Ev.angelista
contrada S. Giovanni, 12 - 25100 Brescia (030-
don Renato Sacco, Parrocchia San Clemente
Via alla Chiesa, 20 - 28891 Cesara - Vb (0323-827120)
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