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Jenin, il villaggio di Barta'a



Oggi andiamo a visitare il villaggio di Barta'a, 30km a sud di Jenin.
L'uscita dalla citta' e' ingolfata da due carri armati israeliani che
controllano i documenti di chi transita sulla srtrada principale, appena
fuori Jenin.

Dopo una mezzoretta di saliscendi tra le colline pietrose e una vastissima
valle fertile squadrata da campi verdi e marroni, l'ambulanza del Medical
Relief s'infila in una carbonaia tra gli ulivi ed inizia a salire verso
Barta'a, in cima alla collina, per evitare l'ennesimo check point che
chiude l'unica via asfaltata per accedere al paese.

Arrivati a Barta'a ci accoglie il Sindaco che spiega la situazione.

Nel 1952, alla Conferenza per la divisione dei territori tra israele e
palestina, Barta'a e' stata divisa in due parti dal corso di un torrente
che ormai e' poco meno di una discarica. La parte ovest del torrente e'
stata assegnata a Israele e quella est alla West Bank sotto il controllo
Giordano. Il paese e' comunque rimasto, di fatto, un unico insieme di
edifici abitati da palestinesi e diviso solo idealmente dal torrente che
oggi segna il confine della Green line.

Complessivamente vivono a Barta'a 4.200 persone del clan Kabar.

Sono 150 le famiglie che vivono a Barta'a ovest con documenti israeliani
mentre le oltre 250 famiglie della parte est non possono andare ad ovest
senza i permesso dell'autorita' israeliana. I palestinesi sorpresi nella
parte ovest senza permessi possono essere condannati per direttissima ad un
anno di carcere.

Inoltre il paese ospita una mezza dozzina di fabbriche che producono;
elettricita', abbigliamento, prodotti chimici e beni di prima necessita'.
Anche il Suk (mercato), composto da oltre 300 negozi  e' un centro
commerciale molto importante, frequentato anche dai paesei vicini.
Complessivamente vengono impiegati nelle diverse attivita' oltre 3.000
lavoratori.

A novembre sono venuti i soldati israeliani che hanno distribuito 74
ordini di demolizione per altrettante case e negozi che sorgono in
prossimita' del torrente (la green line) da oltre 30 anni, tra queste una
piccola clinica privata messa in piedi da un medico locale.

Per quanto riguarda il muro di sicurezza, i cui piani includono la
confisca di 6.700 dunum  = 670 ettari di terreno poalestinese, questo
chiudera' Barta'a fuori dai territori dell'ANP tagliando l'unica strada di
accesso ed escludendo il paese dal mercato cosicche' alla fine Barta'a
sara' isolata, la sua florida economia strangolata definitivamente, chiusa
tra il muro che dovrebbe essere costruito sulla green line e quello in via
di costruzione che la tagliera' fuori dai territori palestinesi.

Il sindaco conclude dicendo che nessun palestinese puo' impedire la
costruzione dei muri, ma e' altrettanto certo che non possiamo accettare la
demolizione delle nostre case, per questo abbiamo incaricato un avvocato di
seguire la causa in corso presso l'Alta Corte Israeliana, con lo scopo di
impedire le demolizioni.



info prodotte dal sindaci di Barta'a che presiede il comitato locale
contro il muro.

per ulteriori info si puo' scrivere in inglese a:

faris1995@yahoo.com



continua