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Lotteria



UNO. Lotteria del terrore
DUE. Ticket to Jerusalem
TRE. 15 dicembre - 15 gennaio
QUATTRO. IL MURO - Parte UNO (Report)
CINQUE. Amira Hass - Sempre Un Combattente, Sempre Un Terrorista

UNO. Lotteria delle punizioni.
Una delle ultime trovate dell'esercito israeliano e' stata fermare dei palestinesi, fargli estrarre un fogliettino sul quale vi era scritta una punizione e infine "punire" il fermato.
Jalazone refugee camp, 12 gennaio: Firas al-Sarfandi, 23 anni, fermato dai militari mentre rientrava a casa, e' stato obbligato a scegliere un bigliettino; dopo essere stato picchiato per oltre mezz'ora,
Firas e' stato trasportato all'ospedale Sheikh Zayed di Ramallah con il femore fratturato e numerose ferite.
Ad Hebron Wael Suleiman, 22 anni, ha scelto un altro biglietto:  "Picchiare il fermato e bruciargli la macchina". E cosi' hanno fatto. 
Per le altre "lotterie":
http://www.palestinemonitor.org

DUE. Comprate un...
'Ticket to Jerusalem'
http://www.35mm.it/film/tuttiifilm/schedafilm.xtml?id=10657

TRE. 15 dicembre - 15 gennaio
Altri civili uccisi a Tulkarem. Un altro disabile vittima dei militari.
Un'altra casa di Qabatiyya demolita: 
Un mese dopo, gli stessi crimini.
www.lawsociety.org
http://al-awda.org/wb_fund.htm

QUATTRO. IL MURO - Parte UNO 
Oggi siamo arrivati a Jenin, dopo aver superato quattro check point lungo
la strada proveniente da Gerusalemme.
In tarda mattinata siamo andati a visitare il villaggio di Anen che sorge
sulle colline a nord di Jenin. Qui' il muro separera' alcuni insediamenti
illegali dal territorio palestinese, uno di questi era una vecchia
cittadina palestinese, prima dell'invasione del 1967, oggi completamente
abitata da coloni israeliani.
Gli insediamenti sono stati costruiti su terre palestinesi confiscate
arbitrariamente.
Prima di costruire il muro, militari israeliani hanno seminato i filari di
ulivi e i campi con volantini su cui era scritto l'ordine militare di
esproprio per la costruzione del muro, con la possibilita' di protestare
presso l'a
er fare spazio alla strada e al
muro che dovrebbe proteggerla.
Piante vecchie di centinaia d'anni, alcune delle quali erano note per
essere di epoca romana, come del resto il villaggio stesso, i cui abitanti
a volte trovano vetuste monete dell'antico impero. Oltre alle piante anche
i pascoli per le greggi di pecore sono stati resi inutilizzabili. La
pastorizia e' la principale fonte di reddito per gli abitanti del villaggio.
L'unica strada che da Jenin porta al villaggio di Anen, viene spesso
bloccata da un check point che impedisce il transito alle persone. Non
potendo muoversi con facilita' anche i prodotti agricoli non possono
trovare sbocchi appropriati sui mercati vicini.
680 sono i lavoratori di questo villaggio che hanno perso il lavoro a
causa della costruzione del muro che, nella zona di Jenin ha ritagliato
almeno 1.500 ettari di terreno palestinese a favore dei coloni che vivono
negli insediamenti. Per quanto riguarda l'acqua i coloni ne hanno a
disposizione cinque volte di piu' dei palestinesi, che hanno perso il
controllo delle loro falde acquifere.
Molti sono i palestinesi che tentano di attraversare la nuova linea di
demarcazione per andare a lavorare nei loro campi, o anche semplicemente
per andare a recuperare alcuni dei loro beni rimasti dall'altra parte, ma
vengono fermati e picchiati duramente dagli stessi coloni. Non abbiamo
visto militari che presidiassero i lavori di fondazione del muro e della
strada.
Non si puo' accedere ai campi neppure dalla parte palestinese del muro e
una fascia che varia dai 50 ai 90 metri sara' spianata per ragioni di
sicurezza.
In queste condizioni di grande difficolta' vivono gli abitanti del
villaggio di Anen, che nonostante tutto dichiarano che non abbandoneranno
mai la loro terra, rivendicando una pace giusta che permetta loro di vivere
in dignita' sul loro territorio secondo le risoluzioni dell'ONU.
info prodotte dal comitato locale del villaggio di Anen contro la
costruzione del muro, chi volesse contattarli direttamente puo' scr
 a: hanoosh50@yahoo.com
(peacelink)

CINQUE. Amira Hass - Sempre Un Combattente, Sempre Un Terrorista (articolo del 9 ottobre 2002 - Ha'aretz - ma tristemente attuale)
Un Palestinese e' un terrorista quando aggredisce i civili israeliani all'interno o fuori dalla Linea Verde (in Israele e nei territori) e quando aggredisce i soldati israeliani alle porte di una citta' palestinese. Un Palestinese e' un terrorista quando un'unita' dell'esercito arriva con i carri armati nel suo quartiere e lui spara al soldato che esce per un momento dal carro armato. E' un terrorista se e' colpito dal fuoco di un elicottero mentre tiene in mano un fucile. I Palestinesi sono terroristi se uccidono i civili e se uccidono i soldati.  
Il soldato israeliano e' un combattente quando lancia un missile da un elicottero o una granata da un carro armato contro un gruppo di persone di Khan Yunis che cercano riparo dai missili e dalle granate lanciate dallo stesso combattente o da un suo collega contro la casa dalla quale l'esercito dice sia partito un razzo, e uccidono un uomo e una donna. E' un combattente se incontra due Palestinesi armati nel sottobosco. Il soldato israeliano uccide chi e' armato e uccide i civili. Uccide i comandanti a capo dei battaglioni di terroristi assassini, e uccide i bambini dell'asilo o gli anziani nelle loro case. Per essere piu' precisi, e' il fuoco dell'IDF che uccide. Per essere il piu' precisi possibile, dicono le fonti palestinesi.
Le autorita' di sicurezza e le autorita' legali inseguono ogni singolo terrorista palestinese. Centinaia di persone sono arrestate e interrogate per scovare informazioni su una singola persona. Questa e' guerra, ma i palestinesi non sono arrestati come prigionieri di guerra, non sono immuni a interrogatori e prove. I loro nomi sono conosciuti, ogni particolare delle investigazioni e dei capi di accusa contro di loro e' aperto e puo' essere pubblicato. Se e quando una sommaria investigazione riesce ad identificare un soldato israeliano che ha deviato (ovvero che ha ucciso 
sizione, ha rubato o ha abusato delle persone ai punti di controllo), la sua identita' rimane celata. Nelle centinaia di altri casi, l'esercito afferma di "non avere dimestichezza con le denunce". Nelle migliaia di altri casi, nessuno si preoccupa di chiedere spiegazioni l'IDF. 
Migliaia di palestinesi sono sotto arresto nei centri di detenzione. Israele e' uno stato di diritto che riserva a questi prigionieri una punizione piu' severa della privazione della liberta' personale: li rende inaccessibili alle loro famiglie prima del processo. Dozzine di altri terroristi sono stati giudicati e condannati a morte senza essere stati processati in tribunale. Loro e i civili che erano insieme a loro. In uno stato di diritto aggredito da un'entita' terrorista questa viene chiamata legittima difesa, e le centinaia di israeliani coinvolti in queste esecuzioni extragiudiziali sono portati in gloria. Negli ultimi due anni i palestinesi hanno ucciso dozzine di collaboratori ritenuti sospetti senza prove o davanti a tribunali illegali. Questi vengono chiamati ignobili omicidi perpetrati da animali che non conoscono legge e non rispettano i diritti dell'uomo.
Ci si aspetta che i palestinesi obbediscano gli ordini dello stato d'Israele come se quegli ordini fossero le leggi di uno stato palestinese; pero' lo stato che impone gli ordini - lasciando al suo esercito la gestione dei territori, del suolo e delle risorse idriche - non e' responsabile del benessere dei palestinesi che vivono in quei territori. Non ha bisogno di comportarsi come un normale stato, perche' i palestinesi non sono cittadini, non hanno diritto al voto. Non deve comportarsi come una forza di occupazione, perche' secondo gli accordi di Oslo ha perso quel titolo (agli occhi del mondo) quando ha trasferito alle autorita' palestinesi il controllo amministrativo di oltre il 90% della popolazione palestinese. Il PA [Palestinian Authority] e' responsabile del suo popolo pur non avendo nessuna autorita' su quasi tutta la Cisgiordania, malgrado non possa collocare una
rtimento di gestione civile. Il PA e' responsabile del benessere e della sicurezza dei Palestinesi malgrado i bombardamenti abbiano distrutto le sue istituzioni. Anche se gli elicotteri e i carri armati gestiscono l'intera zona, sia dentro che fuori.
Sono i terroristi a mettere a repentaglio la vita dei civili, nascondendosi fra loro. L'IDF non ha colpa se i civili muoiono nelle loro case. I combattenti, con le loro armi e i loro carri armati, sono soltanto ospiti tra gli insediamenti e gli avamposti, e sparano sui civili palestinesi che i terroristi usano per protezione.
I Palestinesi sono assetati di sangue ed hanno soltanto la vendetta per ambizione. Lo confermano le dimostrazioni ed i sondaggi di opinione che mostrano come i palestinesi siano a favore degli attacchi terroristici. Gli israeliani, che i sondaggi di opinione indicano a favore dell'assassinio di Salah Shehadeh malgrado sia costato la morte di 14 civili, non sono mai assetati di sangue, ne' desiderosi di vendetta.
Il Palestinese disturba l'ordine pubblico quando viola il coprifuoco imposto dai combattenti nei carri armati e nelle jeep corazzate. Tale palestinese e' punibile: gas lacrimogeno nel migliore dei casi, oppure scontro a fuoco. Il combattente israeliano e il suo esercito proteggono l'ordine pubblico e la sicurezza quando impediscono a centinaia di migliaia di bambini di andare a scuola, agli insegnanti di andare al lavoro, ai malati di andare all'ospedale, ai contadini di andare nei loro campi e alle nonne di visitare i loro nipotini. 
(Documento originale   Always A Fighter, Always A Terrorist. Traduzione di Ornella C. Grannis)