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Amnesty accusa Israele di crimini di guerra a Jenin e Nablus



 Amnesty accusa l'esercito israeliano di crimini di guerra a Jenin e Nablus

di Joseph Algazy, corrisponedente di Ha'aretz

traduzione di Patrizia Viglino - Information Guerrilla

5/11/02 - Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) che operarono a Jenin e Nablus
durante l'operazione Scudo di Difesa sono state accusate di aver perpetrato
crimini di guerra e crimini contro l'umanità, secondo il rapporto di Amnesty
International, intitolato "Riparandosi dall'accusa: le violazioni dell'IDF a
Jenin e Nablus", che sarà pubblicato lunedì.
Nelle 76 pagine del rapporto, le organizzazioni per i diritti umani hanno
concluso che Israele ha il diritto di difendersi, ma che le misure impiegate
per questo non giustificano le violazioni dei diritti umani come riportato
nei trattati internazionali e nella legge umanitaria.
Il rapporto si basa su interviste con residenti locali, esponenti ufficiali
palestinesi, organizzazioni palestinesi e straniere di medici, giornalisti,
membri di organizzazioni umanitarie che operano nei territori, ufficiali
dell'IDF, rapporti di medici locali, protocolli dell'Alta Corte che
riguardano petizioni fatte dai gruppi israeliani per i diritti umani, e sul
risultato delle investigazioni fatte sul posto dal personale di Amnesty
International.
Il rapporto documenta a Jenin e Nablus casi dove civili sono stati uccisi o
feriti in circostanze che suggeriscono un uso sproporzionato della forza, o
il fallimento da parte dell'esercito nel proteggere chi non stava
combattendo. Il rapporto mostra il caso in cui Palestinesi sono stati uccisi
durante la demolizione delle loro case, avvenute mentre si trovavano ancora
all'interno.
I soldati hanno anche fallito nel non aver avvertito in anticipo della
demolizione delle case, dichiara il rapporto, e si sono rifiutati di
permettere che i parenti avvertissero i residenti che la casa sarebbe stata
demolita.
Il rapporto di Amnesty arriva sei mesi dopo la violenta battaglia avvenuta
nel campo profughi di Jenin, dove 13 soldati israeliani sono stati uccisi.
Esponenti palestinesi accusano Israele di aver commesso un massacro e
parlano di 500 morti.
"Sebbene molti palestinesi siano morti durante lo scontro armato, molte
delle uccisioni dell'IDF sembrano avvenute in modo illecito e alla fine il
16% delle vittime, oltre 70, erano bambini," dichiara il rapporto.
Il rapporto inoltre annota che oltre 250 israeliani sono stati uccisi dai
palestinesi in quel periodo, inclusi 164 civili -32 dei quali bambini- e
indica che l'organizzazione ha "condannato gli attacchi dei palestinesi
contro i civili come crimini contro l'umanità".
Sia a Jenin che a Nablus, il rapporto di Amnesty dichiara, che l'IDF ha
bloccato i soccorsi medici, le ambulanze e le organizzazioni umanitarie che
cercavano di raggiungere le zone che erano state colpite, anche quando si
riportava che i combattimenti erano cessati.
Secondo il rapporto, centinaia di case e appartamenti sono stati distrutti
dal fuoco dei carri armati e dai missili dell'aviazione, per l'uso di
esplosivo e bulldozer da parte dell'esercito e in molti casi senza alcuna
giustificazione militare oppure quando la battaglia era conclusa.
Il rapporto cita i dati pubblicati dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i
profughi palestinesi (UNRWA) che riporta come 2.629 case palestinesi, dove
abitavano 13.145 persone, sono state gravemente danneggiate o distrutte
dalle operazioni dell'IDF in Cisgiordania nel periodo che va dal 20 marzo al
23 aprile del 2002. "Durante le operazioni militari anche edifici
commerciali, religiosi, culturali e civici sono stati distrutti senza alcuna
necessità", dichiara il rapporto.
Amnesty ha anche documentato casi di vandalismo e di saccheggi di
appartamenti privati sequestrati dall'esercito durante le operazioni
militari e la rottura delle linee elettriche e delle condutture dell'acqua.
Il rapporto sottolinea gli arresti di massa di uomini tra i 15 e i 55 anni e
include testimonianze di detenuti che hanno denunciato torture e sono stati
soggetti a trattamenti crudeli durante la loro detenzione. "In tanti hanno
descritto trattamenti di tortura, molti dei quali nella forma di percosse
randomiche con i calci dei fucili," dichiara il rapporto.
Amnesty inoltre mette in luce le modalità di quelle operazioni dove i
soldati hanno costretto i palestinesi a partecipare nelle azioni militari o
li hanno usati come "scudi umani". Inoltre accusa Israele di una sfilza di
misure -imposizione del coprifuoco, la distruzione delle strade e la
creazione di zone proibite- per prevenire il mondo dal farsi un quadro
chiaro su quello che accadeva a Jenin e Nablus durante l'operazione "Scudo
di difesa".