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A Firenze, io, speriamo che me la cavo



Di fronte alla crescente tensione che si sta montando su Firenze, come già
avvenne per Genova, esprimiamo la più profonda indignazione.
Il tentativo di associare al movimento opere di devastazione è
miserevolmente squallido
La realtà di quello che è stato Genova è sotto gli occhi di tutti, basta
seguire le indagini della magistratura, tutt'ora in corso, e i
numerosi filmati esistenti, per capirlo:
- la strategia della tensione portata avanti per settimane prima del G8
(come sta avvenendo anche oggi per Firenze, nonostante non ci sia nessun
vertice da contestare);
- i deliberati attacchi in assetto di guerra e cariche delle forze
dell'ordine contro il corteo con blindati, elicotteri, pistole, lacrimogeni
con gas nocivi ed altri artifizi antisommossa (senza alcuna sommossa in
atto);
- le manganellate violente soprattutto alla testa di persone
inermi, indifese, (anche minorenni) con le mani alzate;  i pestaggi di
persone visibilmente riconoscibili come avvocati, parlamentari, fotografi,
medici infermieri e giornalisti;
- la sproporzione in campo degli strumenti di repressione utilizzati dalle
forze dell'ordine;
- l'assurda, e quanto mai evitabile, morte di Carlo Giuliani;
- la distruzione di macchine fotografiche, computer e telecamere e i
tentativi di depistaggio e montatura di prove.

In una democrazia, dove sia possibile esprimere liberamente le proprie
idee, ci aspettiamo che  le forze dell'ordine siano impiegate, se
necessario, esclusivamente a proteggere i manifestanti, eventualmente
per presidiare i monumenti e altri punti sensibili, senza torcere un
capello a nessuno.

A Genova non siamo stati rispettati.

Gruppo NO WTO di L'Aquila