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per Non Dimenticare
UNO. per Non Dimenticare Sabra e Chatila (Iniziativa a Roma)
DUE. Vademecum in Palestina
TRE. "The national security strategy of USA” (Iniziativa a Napoli)
QUATTRO. "The national security strategy of USA” (Traduzione del
documento)
CINQUE. Cronache da Ramallah
SEI. al Ministro degli Esteri Silvio Berlusconi (Luisa Morgantini)
SETTE. Love Difference
OTTO. Campagna per la raccolta delle olive. Report attività dal 16 al
25 ottobre
UNO. Comitato per Non Dimenticare Sabra e Chatila
SABRA CHATILA 20 ANNI DOPO
Giovedi 31 Ottobre 2002 ore 17:00
presso: Ass. Il Cielo Sopra Esquilino Via Galilei 57 - Roma
Presentazione del video
della Campagna per Non Dimenticare Sabra e Chatila
e
incontro
sui programmi di solidarietà
con i profughi palestinesi in Libano
Intervengono:
Stefano Chiarini
(Coord. Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila - Il Manifesto)
Katia Bellillo
(Parlamentare PCdI)
Bassam Saleh
(Portavoce Com. palestinese di Rome e del Lazio)
Maurizio Musolino
(Rinascita)
Carlo Pona
(Pres. Servizio Civile Internazionale)
DUE. Vademecum in Palestina.
Se avete intenzione di recarvi in Palestina per turismo e "non solo",
vi consigliamo di richiederci i due vademecum di Andrea Piccinini
e Alfredo Tradardi, possono risultare estremamente utili.
Palestina_libera@libero.it
TRE. ASSOCIAZIONE PER LA PACE – ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA
SINISTRA – SINISTRA UNIVERSITARIA
MARTEDÌ 29 OTTOBRE 2002 ORE 16.00
AULA MATTEO RIPA
PAL. GIUSSO NAPOLI
ISTITUTO UNIVERSITARIO ORIENTALE
PUBBLICO DIBATTITO
"The national security strategy of USA” September 2002
Interverrà: SALVATORE MINOLFI
QUATTRO. "the national security strategy - september 2002"
Il documento "the national security strategy - september 2002"
è disponibile in traduzione integrale sul sito
dell'associazione per la pace
www.assopace.org
CINQUE. Cronache 25 10. Ramallah.
Caldo. Giornata da spiaggia. La mia collega era libera, beata lei. Ma
Ramallah e' sotto coprifuoco, meglio stare qui al lavoro
ta' fantasma. Il silenzio
interrotto solo dai cingolati dei carri e dalle jeep dei soldati che si
divertivano a scorrazzare come agli autoscontri.
La citta' e' ormai sotto coprifuoco da 4 mesi. Qualcosa doveva essere
ammorbidito per permettere di mantenerlo cosi' a lungo. Farlo
sopportare tanti mesi alla popolazione ed agli osservatori
internazionali. Quindi i carri (i tanks) e le jeep si sono ritirati
fuori citta'. Quindi il coprifuoco viene tolto nei giorni feriali (e
qui il festivo e' il venerdi') fino alle 17. Ma l'impressione di questa
citta' non e' piu' di silenzio e desolazione totale.
Paragonerei lo scenario ad una domenica estiva di blocco totale del
traffico nella periferia delle nostre citta'. Negozi serrati, pochi
rumori di sottofondo (tra cui le campane e i muyezzin) sporadiche
persone (per il 50% internazionali) a piedi, e poche frettolose auto.
Sufficienti per far rumore nel silenzio ma non abbastanza per ricordare
neppure l'ombra del traffico che c'e' qui di solito.
Continuo a chiedermi l'utilita' militare di questa misura. Non permette
davvero il controllo di trasporto di armi, esplosivi o persone, tanto
la gente va in giro lo stesso. E comunque gli israeliani hanno sempre
individuato i ricercati e inviato loro i missili a casa, senza
necessita' di coprifuoco. Il vero lavoro antiterroristico e' il lavoro
di intelligence.
La mia personale constatazione sul coprifuoco e' sul suo utilizzo come
punizione collettiva, come ritorsione sui civili. Oltre che come il
miglior modo (assieme ai blocchi e alle interruzioni stradali) per
stroncare una economia nascente, impedendo ogni forma di sviluppo.
Fomentare odio e disperazione. Il terreno piu' fertile per i nuovi
martiri.
Al Medical relief di Ramallah proseguiamo il nostro lavoro. Consegna di
medicinali, e visite.
Il Dr. Mohammed arrivando al lavoro alle 8.30 mi ha aggiornato.
Stamattina presto sono entrati a Jenin con i carri. In tutta la citta',
piu' il campo profughi e nei villaggi, coprifuoco
durerranno a lungo. L'ultimo attentatore suicida pare venisse da li'.
Un abbraccio a tutti
Claudia
SEI. Caro Silvio ti scrivo
Care tutte e tutti,
Vi invio il testo di una lettera indirizzata al Ministro degli Esteri
Silvio Berlusconi. E' una lettera che le associazioni belghe hanno
scritto al proprio Ministro degli Affari Esteri.
La lettera è stata inviata ufficialmente come donne in nero e come
associazione per la pace.
Vi invito a farla vostra e a mandarla al Ministro degli Esteri. Vi
invito a inondare Berlusconi con questo appello, per dimostrare che
siamo in tanti a richiedere il rispetto del diritto internazionale.
Potete inviarla via posta normale a:
Egr. Sig. Silvio BERLUSCONI
Ministro degli Affari Esteri
Piazzale della Farnesina, 1
Roma
via fax allo:
06.36912006
via e-mail a:
relazioni.pubblico@esteri.it
Un abbraccio,
Luisa Morgantini
Egregio Ministro,
L'ulivo è per i Palestinesi quello che è il riso per i Vietnamiti. Anzi
di più, l'ulivo è il simbolo di vita ed incarna l'attaccamento
viscerale dei Palestinesi al suolo ancestrale.
Le centinaia di migliaia d'oliveti distrutti, le terre confiscate
dall'esercito e i dai coloni israeliani, l'estensione degli
insediamenti delle nuove colonie, costituiscono, per i contadini
palestinesi, una perdita di 10 milioni di dollari, a decorrere da
settembre 2002 .
Lunedì', 21 ottobre, l'esercito israeliano ha lanciato un nuovo ordine
militare che proibisce ai Palestinesi, in tutta la Cisgiordania, di
raccogliere le loro olive ed annuncia che l'esercito rinforzerà le
truppe e gli interventi al fine di rafforzare lo spiegamento militare
nelle città e nei villaggi palestinesi.
E' chiaro che ciò' significa che l'esercito israeliano dà licenza di
uccidere le famiglie e i contadini palestinesi che raccoglieranno le
loro olive, in un momento vitale, atteso tutto l'anno. Quest'ordine è
in manifesta contraddizione con la Quarta Convenzione di Ginevra, che
obbliga la potenza occupante a proteggere le popo
civili dei
territori sotto controllo.
La minaccia è concreta e non mette solo in pericolo le vite delle
famiglie e dei contadini palestinesi, lasciandoli in balia dei coloni -
che hanno moltiplicato nelle ultime settimane le aggressioni, gli
incendi delle terre agricole, arrivando persino al furto dei raccolti -
ma contribuisce ad aggravare la situazione già disastrosa dell'economia
palestinese.
Martedì' 22 ottobre, il ministero israeliano delle infrastrutture ha
ordinato la proibizione della perforazione dei pozzi in Cisgiordania e
il congelamento delle concessioni, ai contadini palestinesi, dei
permessi alla perforazione. Questa situazione produce effetti
disastrosi per l'agricoltura palestinese.
Queste nuove violazioni del diritto e delle convenzioni internazionali
sono contrarie alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite n° 1435, adottata il 24 settembre 2002, e avvengono
proprio nel momento in cui gli Stati Uniti fanno pressione su Israele
per l'alleggerimento delle sofferenze del popolo palestinese.
Signor Ministro,
Nel corso di questi ultimi dodici mesi, oltre settecento cittadini
italiani (tra cui parlamentari, consiglieri, registi, sindacalisti,
rappresentanti delle ONG e d'associazioni) si sono recati in Palestina
come osservatori civili. Molti sono stati arbitrariamente respinti
dall'autorità israeliana; quelli che sono potuti entrare hanno
costatato e riferito le gravi e costanti violazioni dei diritti umani,
gli arresti arbitrari, gli assassini dei civili palestinesi, in
particolare di donne e bambini e le distruzioni sistematiche dei beni.
Il governo di Sharon, l'esercito israeliano e la milizia dei coloni
israeliani, nei territori palestinesi riconosciuti, agiscono in tutta
impunità poiché beneficiano di una mancanza totale di sanzioni da parte
degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza.
Israele che ha firmato l'accordo d'associazione con l'UE, Stato
aderente alle convenzioni di Ginevra, è tenuto a rispettare i diritt
palestinesi occupati.
Le rivolgiamo un urgente appello affinché Lei prenda ufficialmente
posizione, chiedendo, in nome dell'Italia, la sospensione dell'accordo
d'associazione UE-Israele fintanto che questo Stato non metterà fine
all'occupazione del territorio palestinese riconosciuto
La sollecitiamo a prendere contatto, con l'urgenza richiesta dalla
situazione, con il Governo svizzero, guardiano delle convenzioni di
Ginevra affinché si riuniscano, a breve termine, le alte parti
contraenti firmatarie delle convenzioni di Ginevra.
Le chiediamo, inoltre, che l'Italia si faccia promotrice, il più presto
possibile, di un'iniziativa congiunta con altri paesi europei per
l'invio di una forza d'interposizione che assicuri la protezione delle
popolazioni civili.
Certi di una Sua risposta, Le porgiamo
Distinti saluti
SETTE. Love difference
love difference un movimento artistico per una politica
intermediterranea
michelangelo pistoletto, uno dei più famosi artisti
italiani della cosidetta "arte povera", ha lanciato nel
mese di settembre "Love difference", un movimento artistico
per una politica intermediterranea.
pistoletto è il presidente della cittadellarte-fondazione
pistoletto di biella.
a fine ottobre termina uno stage presso la città dell'arte
al quale hanno preso parte artisti provenienti da diverse
parti del mondo, tra i quali una israeliana, meshulam liron
che vive a gerusalemme e un palestinese, anas alaidi, che
vive a ramallah.
maggiori informazioni sull'iniziativa di pistoletto è
possibile trovarle sul sito www.lovedifference.org.
la creatività artistica, che contiene al suo interno, ogni
altro tipo di creatività, può dare un contributo
significativo e determinante alla soluzione dei problemi
che affliggono il mondo.
la necessità di trovare altre strade per arrivare alla pace
non solo nei e tra i paesi mediterranei, ma a livello
planetario, suggerisce di valutare con attenzione
l'opportunità-utlita'di aderire ad iniziative di questo
tipo.
mo cercando di stabilire un rapporto tra
la fondazione pistoletto e il centro culturale sakakini
presieduto dal poeta mahmoud darwish.
alfredo tradardi
ramallah, 27 ottobre 2002
OTTO. OLIVE HARVEST CAMPAIGN (campagna per la raccolta delle
olive)
International Solidarity Movement (ISM)
Affinity Group: Freedom
16 ottobre
Atterriamo all’aeroporto di Tel Aviv, con un volo EL AL;
tutto bene, nessun controllo particolare. A Gerusalemme
andiamo al Knights' Palace Hotel, nella città vecchia (New
Gate).
17 ottobre
Andiamo a Ramallah attraverso il checkpoint di Qalandia.
Prendiamo contatto con gli amici del Medical Relief
Committees ai quali consegniamo le medicine che ci avevano
richieste.
In attesa di partecipare alle due giornate di training
dell'ISM, previste per il 20 e 21 ottobre, Nassif ci
chiede di partecipare a due missioni di protezione della
raccolta delle olive. Andiamo da Resi che ci porta in auto
al compound di Arafat, completamente distrutto e poi a
Qalandia.
18 ottobre.
Da Gerusalemme con tutti i bagagli a Ramallah da dove
partiamo, inseme a un gruppo di 15 - 20 studenti per un
villaggio a nord di Ramallah . Ci posizioniamo lungo una
bypass road, strada di collegamento fra gli insediamenti di
coloni israeliani. Ai lati i contadini palestinesi sono
intenti alla raccolta delle olive. Dopo circa un’ora
sopraggiungono due jeep dell’esercito israeliano; i
militari chiedono i motivi della nostra presenza. Il
confronto dura circa un’ora e si conclude con la partenza
della pattuglia militare. A questo punto possiamo anche noi
dedicarci alla raccolta delle olive e concluderla con un
picnic sotto le piante. Gli studenti avevano portato con se
cose ottime. Le missioni sono organizzate dal PARC,
Palestinian Agricolture Relief Committees e guidate da
Ashraf.
19 ottobre.
Sempre in compagnia di un gruppo di studenti partiamo per
una nuova missione. Le uscite dalla città sono bloccate. Al
checkpoint di Surda c’è un infernale ingorgo di m
l’una e dall’altra parte. Dall’alto assistiamo a lanci
di lacrimogeni per allontanare i palestinesi che premono
per passare. Siamo costretti a rientrare a Ramallah e in
serata torniamo a Gerusalemme.
20 ottobre.
Concentramento degli “internazionali” alla Porta di Damasco
all'ostello Faisal. Si parte per Betlemme dove sono in
programma i due giorni di training dell'ISM.
21 ottobre.
In mattinata conclusione del training e formazione degli
affinity group che si dislocheranno in vari villaggi .
Optiamo per la regione di Ramallah e entriamo a far parte
di un gruppo, cui assegniamo il nome di Freedom, composto da
tre inglesi, Raph, John, Tom oltre a noi due italiani.
22 ottobre.
Villaggio di Al Mazra'a ash Sharqiria: in
10 “internazionali” percorriamo una polverosa strada di
campagna per fare interposizione fra i contadini intenti
alla raccolta delle olive e i coloni e l’esercito
israeliano che controllano la zona. Una prima jeep
dell’esercito imbocca la stessa strada e ne blocca il
passaggio. Ci comunicano che sono lì per far rispettare
l’ordine di sospendere la raccolta delle olive come
ritorsione per un attacco militare palestinese avvenuto il
giorno prima. Al tentativo della jeep di continuare la
marcia, ci opponiamo schierandoci davanti al mezzo
militare. Reazione rabbiosa dei soldati che spingono i
motori al massimo dei giri ma che poi desistono incerti sul
che fare. Viene chiamato un ufficiale superiore che arriva
con un'altra jeep. Riprende anche con questo ufficiale un
confronto un pò più pacato sulle nostre e loro ragioni.
Cerchiamo di far capire che è fuori da ogni regola
internazionale che un esercito metta in atto ritorsioni
indiscriminate contro la popolazione civile. Loro ripetono
che devono eseguire gli ordini. Si discute a lungo
contestando la validità giuridica dell'ordine. Arriva alla
fine il comandante militare della zona con un'altra jeep e
si ripete il confronto per quanto in toni corretti e senza
eccessive forzature. Un
si
è intanto formata alle nostre spalle, mentre dalle alture
circostanti decine di palestinesi assistono al confronto.
Dopo tre ore arriva una quarta jeep della polizia ma ormai
la situazione si è sdrammatizzata. I contadini vengono
autorizzati a superare il blocco e recuperare i familiari
impegnati nella raccolta delle olive a valle. Le jeep
dell'esercito invertono la marcia e abbandonano il campo.
24 ottobre.
Villaggio di Al Mazra'al Qibilya. 7 “internazionali” ( si
sono aggiunte Michaela ed Ella dalla Svezia): ci
posizioniamo a cavallo di una strada di collegamento fra
gli insediamenti di coloni. Troviamo una jeep dell'esercito
e due machine di coloni; spieghiamo il motivo della nostra
pacifica presenza; sembra che la situazione sia tranquilla
e sotto controllo. La jeep dell’esercito si allontana
insieme a quelle dei coloni. Decidiamo di dividerci in due
gruppi per controllare un'area più ampia. Sulla strada
restiamo in due per fare da collegamento. Dopo circa
mezz'ora arriva una jeep con due coloni che in tono molto
minaccioso pretendono di identificarci. Arrivano altre due
jeep. Veniamo ripresi con videocamere piazzate a 20
centimetri dal nostro volto, ci chiedono di consegnare il
nostro passaporto anche se non ne hanno nessun diritto;
sono armati di fucili e di pistole. Sono molto aggressivi.
Richiamati con il cellulare tutti i componenti del gruppo
raggiungono la strada . La situazione resta molto tesa
fino all'arrivo di una jeep dell'esercito che
ristabiliscono un clima di normalità e di sicurezza.
25 ottobre.
E' venerdì, giornata intera di coprifuoco, negli altri
giorni nella zona di ramallah il coprifuoco è dalle 18 del
pomeriggio alle 6 del mattino.
Partiamo con 4 pulmini pieni di studenti. Arriviamo allo
stesso villaggio di ieri, ma come rappresaglia alla nostra
presenza del giorno precedente l'esercito israeliano
impedisce ai contadini di raggiungere alcuni oliveti.
Ci spostiamo in una zona dove la raccolta è possibile e
d
i contadini.
Alfredo e Vincenzo Tradardi
Ramallah, 26 ottobre 2002