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NONVIOLENZA ATTIVA E DIFESA DELLA PACE
POLENTA E OSEI
"Sull'Aspromonte i banditi anni fa compivano le
loro scorribande rimanendo impuniti, protetti dalla fitta
vegetazione e dal silenzio. Sui monti della Val Trompia, della
Val Sabbia e nelle vallate bresciane i bracconieri oggi più che mai
dettano legge. Non fanno prigionieri, non riscuotono taglie per
la liberazione dei loro ostaggi: seminano migliaia di silenziose
trappole ad arco che condannano i pettirossi (ma anche scriccioli,
usignoli, capinere, passere) a una lunga e straziante agonia, a
testa all'ingiù, con le zampe maciullate dai lacci. Da anni si
cerca di fermare questa "strage degli innocenti" che vede coinvolti
migliaia di insettivori, ma la battaglia è ad armi impari.
L'ultima prova domenica scorsa: una pattuglia di guardie
venatorie volontarie del Wwf e della Lipu in servizio
antibracconaggio in Val Trompia è stata aggredita con una spranga di
ferro da un bracconiere, che poche ore prima aveva posto gli
archetti rimossi dalle guardie…"
Emilio Nessi nel "Corriere della Sera" del 26
settembre 2002 ci ricorda questa triste realtà che una volta poteva
essere giustificata dalla miseria. Oggi nel ricco nordest padano,
territorio di fedeli cattolici e ferventi leghisti, gli euro
procurati dalla strage dei pettirossi serviranno per cambiare il
modello della macchina.
"…Gli uccelli catturati con gli
archetti e le reti (il 70% sono pettirossi) sono venduti a poco più
di un euro con le piume e a 1,55 se spennati. I principali
"clienti" dei bracconieri sono alcuni ristoranti e trattorie. La
"Polenta e osei" è un piatto molto richiesto: si può servire con
quaglie e uccellagione cacciabile, ma è proibito e diventa quasi un
piatto "carbonaro" con i pettirossi. Per dieci archetti rimossi,
altri cento vengono risistemati dai bracconieri. Per dieci
pettirossi salvati, mille muoiono in modo atroce. Che fare? La
Lipu invoca il rispetto della legge e l'intervento del prefetto e
del questore di Brescia per potenziare la vigilanza sul territorio.
E intanto, niente è ancora stato fatto contro le aziende che
producono illegalmente le trappole ad arco."
" Il bambino guarda che risposta gli diamo, ci
domanda se ha ragione con i suoi sentimenti di apertura, di unità,
di vicinanza con tutti gli esseri viventi: gli adulti non gli
rispondono nemmeno e, per es., a quelle aperture ai viventi
rispondono educando alla caccia, alla distruzione. Il bambino
impara subito; non ha trovato conferme ma correzioni, segno che si
sbagliava, che bisogna invece vedere le cose diversamente, regolarsi
come gli adulti." (Aldo Capitini,
EDUCAZIONE APERTA vol. II,
pag.112) |