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PAX CHRISTI: IL TERRORISMO NON SI VINCE CON LA GUERRA
COMUNICATO STAMPA
Né giusta, né umanitaria, né preventiva: la guerra non può essere accettata.
Il movimento cattolico Pax Christi, proseguendo la propria riflessione
sulla guerra, ha diramato oggi una riflessione curata dal Consiglio
nazionale insieme a mons. Tommaso Valentinetti che solo qualche giorno fa è
stato nominato Presidente.
Oltre che l'immoralità della guerra, viene sottolineata la violazione del
diritto internazionale che si compirebbe con un attacco contro la
popolazione irachena. In particolare, il testo insiste sulla lotta al
terrorismo che sarebbe resa più efficace se si decidesse di sostenere il
processo di pacificazione in Palestina piuttosto che di estendere il
conflitto anche ad altre aree del Medioriente.
La nota, lanciata in occasione della festa liturgica di S. Francesco
d'Assisi, fa eco ad alcune recenti prese di posizione del magistero
ecclesiastico e si pone in continuità con l'appello che Pax Christi ha
lanciato il 28 agosto scorso e che ha raccolto ampio consenso e più di 3000
adesioni, di cui 77 parlamentari e 33 vescovi.
Di seguito il testo del documento.
04 ottobre 2002
h.17,20
Contact person: Tonio Dell'Olio, tel. 080/395.35.07
IL TERRORISMO NON SI VINCE CON LA
GUERRA
Mons. Valentinetti, presidente di Pax Christi - movimento cattolico
internazionale per la pace, si è trovato in questi giorni a riflettere
insieme al Consiglio nazionale sui venti di guerra che soffiano nuovamente
nella direzione del Golfo. Ne è risultata la nota che segue.
Alla guerra hanno dato aggettivi diversi, per renderla più accettabile:
guerra giusta, guerra umanitaria, lotta al terrorismo, guerra preventiva.
Ora siamo di fronte ad un'altra possibile guerra.
Non possiamo farci chiudere la bocca da chi ha scelto e vuole convincerci
che la guerra, anche se a malincuore, è necessaria e inevitabile.
Il nostro riferimento, come cristiani, resta il Vangelo come Parola di vita
e di pace; resta la persona di Gesù Cristo: uomo di verità, di giustizia,
di libertà, di amore e di perdono. Gesù non ha mai usato la violenza
neanche per legittima difesa ("Rimetti la spada nel fodero" Mt 26,52).
A tutti coloro che si richiamano a Lui e al suo Vangelo chiediamo di non
adattare la profezia e la forza del Vangelo ai calcoli e alle opportunità
del momento. Sono certamente un segno di speranza i ripetuti appelli di
questi giorni da parte di Giovanni Paolo II, dei Vescovi Italiani e di
altre Nazioni (Gran Bretagna, Stati Uniti), di movimenti, gruppi,
associazioni, comunità religiose, parrocchie e singoli credenti "contro la
guerra".
Pax Christi ha già rivolto un appello ai Parlamentari, lo scorso mese di
agosto, per 'Fermare la macchina della guerra'. Non vogliamo qui
riprendere quanto già detto anche in riferimento alla Costituzione
Italiana, ci sembra però importante ricordare che il terrorismo va
combattuto difendendo il diritto, togliendo quindi le motivazioni che
offrono spazi di giustificazione pretestuosa al terrorismo. Per questo
riteniamo importante non allargare il conflitto anche all'Iraq, ma
impegnarsi a risolvere, ad es., la questione Palestinese.
Mentre da una parte vediamo tristemente radicata la tragica illusione di
poter vincere il male con un male più grande, il terrorismo con un'ennesima
guerra, dall'altra vediamo crescere segni e gesti di grande speranza, di
rifiuto della violenza, da parte di comunità religiose, di parrocchie e di
singoli credenti, come la proposta del voto di nonviolenza, fatta dal
Capitolo delle Suore FMA.
E' vitale il riferimento, oltre che alla Parola, anche a tutti i recenti
interventi autorevoli del Magistero della Chiesa: il Concilio con la
Gaudium et Spes al n. 80 'Ogni atto di guerra che indiscriminatamente mira
alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è
delitto contro Dio e contro la stessa umanità e con fermezza e senza
esitazione deve essere condannato'; la Pacem in terris, 1963, in cui si
afferma che ritenere la guerra adatta a sanare i diritti violati 'alienum
est a ratione' (è fuori dalla ragione); Giovanni Paolo II, Angelus del 21
ottobre 2001 "Nel nome di Dio ripeto ancora una volta: la violenza è per
tutti solo un cammino di morte e di distruzione, che disonora la santità di
Dio e la dignità dell'uomo" ; Giovanni Paolo II ad Assisi il 24 gennaio
2002 'Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo!'
In questi interventi la condanna della guerra è chiara ed esplicita e non
ammette cedimenti.
Come dice Gesù il vostro parlare sia 'sì sì, no no'.
San Francesco, oggi celebrato in Italia e nel mondo come grande uomo di
pace, ci ricorda di leggere il Vangelo 'sine glossa'. Anche la condanna
della guerra sia dunque 'sine glossa', una condanna ferma, chiara e
coraggiosa. La guerra resta sempre 'avventura senza ritorno'.
Vogliamo concludere riprendendo l'invito del papa, per questo mese di
ottobre ad "affidare alla preghiera del Rosario la grande causa della
pace", e invitando tutti coloro che sono contro la guerra ad esporre la
bandiera della pace (o un lenzuolo bianco con la scritta no alla guerra)
alle finestre e balconi delle proprie abitazioni, per rendere visibile il
proprio no alla guerra.
+ Tommaso Valentinetti
Presidente di Pax Christi Italia
4 ottobre 2002
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