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11/09 Genova: un'ora in silenzio per la pace



Agli organi di informazione - con preghiera di pubblicazione e di diffusione


Un anno dopo gli attentati dell'11 settembre, i pacifisti del forum sociale
genovese ritornaneranno ad occupare dalle 18 alle 19 di domani 11-9, con
un'ora di silenzio, i gradini del palazzo ducale di Genova.
Di seguito, il testo del volantino che verrà distribuito
info:
Norma Bertullacelli 010 5704871 - 347 3204042
Antonio Bruno 010 6982958 - 339 3442011
Graziella Gaggero 010 594796 - 347 4197646
Mariangela Grixoni 347 8300100
Roberto Leoni 010 5220512
Pino Parisi 339 2179295
Attilio Ratto 335 7475647
Sergio Tedeschi 010 460483

UN'ORA IN SILENZIO PER LA PACE

Scrivono  i  politici palestinesi  Yaser Abed  Rabbo, Hanan Ashrawi,
Mahamud Darwish, a proposito dell'attentato  alle Twin  Towers: "Non c'è
nessuna causa - neanche giusta che possa fare delle uccisioni di civili un
atto legittimo.

Il terrore non lastrica la strada della giustizia ma il cammino più breve
per l'inferno. Noi condanniamo e deploriamo
questo crimine orrendo, condanniamo chi l'ha pianificato e perpetrato, con
tutta la nostra  forza.

La nostra partecipazione al dolore delle vittime, al dolore delle loro
famiglie e dell'intero popolo americano in questi
momenti difficili non è che l'espressione del nostro profondo impegno verso
l'unicità del destino umano".
Con questa premessa, che facciamo pienamente nostra, invitiamo tutti a
riflettere sugli avvenimenti di questi ultimi dodici mesi.
11 settembre 2001  -  11 settembre 2002

Ad un anno dall'attentato alle Twin Towers i responsabili di quel terrore
sono introvabili ed impuniti, ma la "guerra infinita" del Presidente Bush e
dei suoi continua a produrre distruzione e morte, soprattutto tra i civili,
pretendendo l'impunità internazionale.
Il terrorismo intanto diventa il pretesto per reprimere movimenti sociali
ed addirittura partiti, criminalizzare i migranti, oscurare ogni
espressione di dissenso e critica a questa globalizzazione.
In questi dodici mesi si sono riaccesi conflitti in Africa - in medioriente
la situazione è sempre più drammatica e, praticamente, ingestibile -  in
Afghanistan gli eventi degli ultimi giorni smentiscono coloro che
spacciavano un ritorno alla democrazia ed alla legalità nel paese -  in
America Latina aumenta la presenza militare in Ecuador  mentre il Nord
America continua a "lavorare" per un intervento militare in Colombia e
l'abbattimento del governo di Chavez in Venezuela - le guerre silenziose,
sconosciute e dimenticate dalle coscienze individuali e collettive non si
contano - appare sempre più imminente un'aggressione militare all'Iraq.

In questo contesto la guerra assume un carattere "permanente", moltiplica
le occasioni di conflitto per le popolazioni coinvolte rendendo sempre più
lontane ed irrealizzabili le prospettive di pace e non appare allarmistica
l'affermazione

 "la guerra è divenuta la forma della politica"

ed è ben visibile come i connotati della guerra nell'epoca della
globalizzazione si siano modificati: se le guerre tradizionali potevano
avere come scopo la conquista o la difesa di un territorio, le nuove guerre
sono vere e proprie "azioni punitive" condotte da potenze o coalizioni con
grande superiorità economica  e militare e forte legittimazione
internazionale, contro piccoli stati.

NOI RITENIAMO CHE PER SCONFIGGERE E PREVENIRE  LE GUERRE ED I TERRORISMI
OCCORRA UNA DISTRIBUZIONE PIU' EQUA DELLE RISORSE ED UNA CONVERGENZA TRA
GIUSTIZIA E SVILUPPO: QUESTA SFIDA NON HA AVUTO RISCONTRO  AL SUMMIT DI
JOHANNESBURG
ALLA LUCE DI TUTTO QUESTO RIBADIAMO IL NOSTRO

NO ALLA GUERRA  SI' ALLA GIUSTIZIA ED ALLA PACE



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