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I: guerra preventiva
- To: <Undisclosed-Recipient:;>
- Subject: I: guerra preventiva
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti@tiscalinet.it>
- Date: Tue, 10 Sep 2002 09:33:14 +0200
Ieri, per errore materiale, ho inviato questo testo senza la mia firma, che
ora aggiungo.
Prego scusarmi
Enrico Peyretti
----- Original Message -----
From: Enrico Peyretti <peyretti@tiscalinet.it>
Sent: Monday, September 09, 2002 3:40 PM
Subject: guerra preventiva
> Guerra preventiva
> UNA BOMBA DI DISTRUZIONE DI MASSA
>
> Mentre commemora l'11 settembre senza averlo mai capito, Bush, il
petroliere
> presidente non-eletto degli Usa, forzando l'opposizione mondiale e
> l'appoggio minimo anche dei suoi concittadini, prepara una nuova guerra
> contro il popolo Irakeno e la persona di Saddam per odio personale
> e a scopo finanziario.
> Intanto, i bombardamenti "di routine" sull'Iraq continuano, negli stessi
> giorni, come da undici anni.
> Senza prove imparziali, Saddam è sospettato di fabbricare armi di
> distruzione di massa (quelle stesse armi che le potenze nucleari
possiedono
> e conservano abbondanti) e di sostenere il terrorismo.
> Non si uccide per un sospetto, come avveniva durante il Terrore con la
> "legge dei sospetti".
> Il sospettato Saddam dovrebbe invitare ispettori imparziali di tutti i
paesi
> dell'Onu a fare i controlli.
> Però ha ragione, come riconobbe anche il Papa, a volere dalla stessa
> Onu la revoca delle condizioni iugulatorie che da undici anni
> strangolano non lui, ma i più poveri irakeni, specialmente i bambini.
> Gli Usa vogliono mantenere quelle condizioni.
> Che Saddam non sia presidente eletto, neppure alla maniera di Bush, non è
> motivo suffuciente per far guerra al popolo che ne sopporta il potere.
> Ma il maggior danno che Bush sta infliggendo a quel tanto di civiltà che
ci
> ritroviamo, è l'introduzione del concetto di guerra preventiva, una bomba
di
> distruzione di massa contro la sicurezza generale.
> Nessuna morale e nessuna legge può permettere un tale crimine
> internazionale.
> Se Bush lo compie sarà giudicato. Gli rimane da sperare che lo giudichi
non
> un vendicatore, ma un giudice regolare, come la Corte Penale
Internazionale,
> anche se gli Usa ancora la rifiutano.
> Enrico Peyretti
>