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A che tempo dobbiamo ballare?





Aziz Choudry

Z-net


"Uno non può fare a meno di chiedersi quanta parte dell'agenda sulle
critiche alla new economy sia stesa da coloro che preparano l'agenda della
new economy stessa". Così si è espresso nel 1995 scrivendo sul Parallel
People's APEC: Two Meetings, Two Views, Radha D'Souza attivista Indian
labour rights.




"Con tutte le conseguenze che sono emerse, dall'11 settembre fino al recente
meeting dei ministri del WTO in Quatar, fra le diverse posizioni delle forze
che fanno parte del "movimento anti-globalizzazione", io spero che alcuni
obiettivi possano essere sottolineati in modo da rinforzare ed aumentare la
mobilitazione contro il programma neoliberista. Così come anche contro la
spietata determinazione dell'imperialismo statunitense che sta trasformando
gran parte del mondo in un sacco che incassa gli attacchi dell'economia
americana e dei suoi interessi politici. E' molto facile cadere nella
routine, un ripetitivo percorso di azioni e risposte. Io penso che noi
dovremmo stare attenti nell'identificare le scadenze delle nostre principali
attività e mobilitazioni con i momenti degli incontri ufficiali e dirigere
le nostre forze contro questi stessi appuntamenti. Enormi quantità di
risorse sono mobilitate da molte ONG ed alcuni gruppi verso l'organizzazione
di summit paralleli a tutti gli eventi ufficiali che possiamo immaginare. Il
2002 sembra così pieno di tali eventi come nessun altro precedente anno che
io ricordi.
Ma è sempre ciò che accade alla base, nelle nostre comunità e sulle strade,
ogni giorno ed ogni anno che porterà ad un reale cambiamento.



Forse la natura del WTO e del processo di globalizzazione economica ci
inducono ad isolare questioni circoscritte che vengono affrontate una alla
volta. Ciò si presta alla compartimentalizzazione, ma ancor di più alla
preoccupazione, di inquadrare le nostre reazioni all'interno di specifici
accordi. Tutto ciò può portare alla frammentazione e alla
compartimentalizzazione delle personeE dei movimenti comportando la perdita
di concentrazione sulle problematiche politiche ed economiche più
importanti. Ci troviamo a dover risponedere a questioni imprescindibili ed
essenziali all'interno di un mondo definito dai parametri predisposti dal
GATS, dai TRIPs e dall'Accordo sull'Agricoltura.
Il formare qualsiasi tipo di alleanza anti-imperialista, nazionale o
internazionale (che io credo sia prioritaria) per affrontare efficacemente
il capitale globale con i processi e le istituzioni che negli scopi non può
essere fatto giocando con le regole dei propri nemici e con il passo ed il
ritmo che ci viene imposto. Dobbiamo identificare e creare strumenti
concettuali ed ideologici con i quali comprendere le nostre viteed il nostro
mondo in modo da resitere e allo stesso tempo costruire un'alternativa
rispetto a ciò che ci viene imposto da istituzioni, da polizie e da processi
ingiusti. Anche quando organizziamo le nostre strategie, noi programmiamo
campagne i cui tempi sono talmente scanditi dalle date dei meeting per le
commissioni del WTO a Genova, per le Nazioni Unite, per la Banca Mondiale e
per il FMI, o anche fissate allo scopo di raccogliere la più ampia riscontro
pubblicitario, che ben poco spazio rimaneper concentrere la nostra
attenzione su qualcos'altro in modo adegeguatamente dettagliato. Non che
questi eventi non siano importanti tali da non preoccupare o anche da non
mobilitarsi quando ciò è necessario strategico e rilevante nei nostri
contesti locali, ma fissarsi su questi appuntamenti ufficiali può (e di
fatto è) devia dalle urgenti sfide per il supporto delle battagli edi base
delle persone e per la costruzione di comunità di resistenza.
Molte delle ONG più influenti, le cui opinioni sono frequentemente tenute da
conto nei circoli "anti-global" e che sono spesso anche quelle con maggiori
risorse, cercano di "riformare" quelle istituzioni che invece noi cerchiamo
di delegittimare e smantellare e queste stesse ONG risultano anche lontane
dalle battaglie dei popoli. Molte di esse evitano di affrontare tali
problematiche. Ad Hong Kong lo scorso ottobre sono stato rimproverato da
alcuni del personale di un agenzia per lo sviluppo per aver detto che credo
nell'aiuto alle lotte dei popoli e che il tentare di riformare il WTO per
mezzo delle liberali ONG internaizionali è come sperare di far diventare una
tigre vegetariana.

Come ha detto Michel Chossudovsky è importante il ruolo giocato dalla
pressione e dall'influenza da parte di questi soggetti, ma tale influenza
deve essere applicata vigorosamente in stretta connesione con i movimenti
sociali. I risultati e le informazioni fondamentali che derivano da questi
negoziati, comunque, dovrebbero essere considerati nell'ottica di un
rafforzamento e non di un indebolimento delle azioni. In altre parole, noi
non dovremmo permettere che la pressione sia condotta in via isolata e
segreta da parte di organizzazioni che sono nelle mani dei governi e del
WTO."
Questa è la differenza più grande tra discutere, in molti incontri
organizzazti dalle ONG, circa le difficoltà di scpecifici accordi
commerciali e le quotidiane realtà e bisogni di tanti popoli inlotta. Senza
menzionare le distanze e le tensioni fra ciò che un attivista caratterizza
come "il braccio e la mente", da un aparte gli "specialisti" che partecipano
a tavole rotonde ai convegni delle varie ONG in qualità di esperti o per
cercare incontri con le elite politiche ed ecomiche, dall'altra gli
attivisti che ingaggiano azioni dirette e battaglie nelle strade. Le
gerarchie fra le forze in campo che rivendicano di essere critiche sui
programmi neoliberisti devono essere riconosciute e sottolienate. Molti
attivisti delle ONG sono in molti casi aperti solo nei confronti di coloro
che hanno le possibilità economiche ed il tempo per saltare su un aereo con
destinzione il successivo summit. Le risorse dietro le maggiori conferenze
parallele ai summit ufficiali potrebbero sicuramente essere mglio spese
indirizzandole all'educazione e mobilitazione collettiva in una maniera meno
affascinante ed in un modo che non sia limitato al solo fine di attirare la
maggiore attenzione dei mass-media possibile. Ma ancora una volta allora,
quando i governi o soggetti come la Ford Foundation e simili con dubbi
programmi forniscono i soldi per l'organizzazione di tali meeting, forse è
facile capire il perché ciò non accade.
Spesso ho paura che finiremo per credere a quella che il sindacalista
canadese Dave Bleakney chiama "la stessa merda delle società consumistiche
piene di propaganda in cui viviamo". Egli ha aggiunto: "in questo continuare
a cercare un taglio particolare o una nicchia nel mercato dell'opinione ci
ritroviamo ad emulare le agenzie di pubbliche relazioni (Se siamo vermente
convinti di seguire questo percorso allora dovremmo riuscire a compiere un
lavoro migliore e di essere in grado di promuovere dei prodotti di più di
quanto non facciamo adesso). Non è piacevole vedere il look commerciale
della Pepsi essere più "rivoluzionario" della "società civile".

Gli incontri ufficiali vanno e vengono, l'attenzione dei media si allontana,
imperi nasono e crollano, ma i popoli dovranno sempre - e continueranno a
dover - combattere per un mondo migliore.Assicuriamoci che essi ci diano il
ritmo per la nostra danza