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Palestina



8 luglio

Le impressioni di questi primi giorni in terra di palestina sono
naturalmente molte, confuse, sconcertanti, di incredulità, di che cosasia
capace l'uomo. Un aggettivo appropriato, tanto per partire,potrebbe essere
'assurdo'.
Di cose per il momento sene è viste già abbastanza.  La situazione ricorda
molto Sarajevoanche se le differenze naturalmente sono molte, ma
ladesolazione, ladisperazione, l'impotenza ... gli odori, i rumori, la
polvere, i bambini, frotte di bambini che ti sorridono e ti fanno il segno
di vittoria sono gli stessi. Ci sono perfino i soliti quartieri, chi va a
tufa non può fare a meno di sussultare dalla sensazione di trovarsi a
Dobrinja, la  desolazione è quella, i  palazzi sventrati pure e la gente
poi non è granchè diversa. Là c'era una difea, due contendenti piu' o meno
con le stesse possibilità, nonostante l'assedio piu' lungo dal dopoguerra.
Qua, di qua, c'è ben poco da contrapporre.  E allora le giornate per questa
gente passano all'insegna dell'oggi, senza la benchè minima speranza per il
domani.
In questo contesto tutto è rovesciato. Quello che pernoi è normale, la
libertà, la democrazia, la dignità, qui diventa anormale. Il quotidiano è
ben altro, è tutto l'opposto che diventa normale e cioè essere oppressi,
discriminati,la povertà, l'umiliazione, l'essere prigionieri a cielo
aperto.
Questa gente tuttavia non dovrebbe preoccuparsi troppo. Qualche altro
accordo di pace si andrà preparando, pensato e ideato da politici
sinceramente amanti della pace e senza nessun altro interessa -sic- ,
accordo che non terrà granchè conto del popolo palestinese ma questo è un
dettaglio trascurabile, nel frattempo nei territori occupati ...

saluti da Absan el Kabira
nei pressi di Khan Younis
Licio




10  luglio

Tra la solita polvere e il sole cocente già la mattina presto -qui la
natura non si risparmia- che con il sudore ti crea addosso un bell'impasto
appiccicaticcio, passano le giornate di ordinaria violenza. I pacifisti a
volte hanno bizzarre idee, ora si sono messi in testa che andare a dormire
nelle case di poveri cristi che vivono vicino alle zone israeliane, possa
in qualche modo dissuadere i militari dal ripetere le loro quotidiane
angherie. -possono chiamarsi così i colpi di fucile nei bidoni dell'acqua,
le incursioni notturne nelle case, gli arresti arbitrari, la distruzione di
case e coltivazioni con enormi buldozer protetti da carri armati- Forse non
è niente di nuovo rispetto a quello che già si sa, ma cosa potrebbe esserci
di nuovo in questa terra, la libertà, la fine dell'occupzione. Ebbene,
questa bizzarra idea pare funzionare, almeno un pochino.  Se ci sono questi
osservatori stranieri un po' scalcinati, senza alcuna vestitura ufficiale,
almeno per quella notte, quella famiglia e tutto il circondario dormono
tranquilli, almeno così pare. E allora viene da chiedersi, perchè mai l'ONU
non è qui. Quale potere può mai avere una nazione sull'insieme di tutte le
altre. Ma che razza di storia è questa.  Qui c'è un posto che si chiama
Striscia di Gaza completamente circondato dall'esercito israeliano. Non si
entra e non si esce se non quando lo decidono loro. All'interno ci sono
continue incursioni finalizzate a far posto a nuovi insediamenti di coloni,
a erodere il già precario equilibrio psichico della gente, senza il benchè
minimo rispetto dei diritti umani. I suoi abitanti vivono prigionieri
avendo perso ormai ogni speranza e nessuno muove un dito.
E' in corso un genocidio, noi ne siamo testimoni oculari, capaci di fare
quel poco che è nelle nostre possibilità. Certo è che la sola testimonianza
non cambierà la storia ... almeno questa.

saluti dalla Striscia di Gaza
Licio