Ho appena letto la risposta di Enrico Peyretti alla mia riflessione. Non è mia abitudine rispondere con questa sollecitudine. Mi riservo infatti di pensarci ulteriormente come ho già scritto ad Enrico. Semplicemente, però, vorrei ringraziarlo perché mi sembra di scorgere dalle sue parole una consapevolezza comune. Quella che Dio non sia spettatore disinteressato delle nostre tragedie. E che vi sia un uomo “inedito” che ha ancora “LA FORZA DI SOGNARE”. Le visioni di Pace che emergono dalla Bibbia sono sogni? Si…penso proprio di si. Ma sono sogni che ci fanno vivere, che ci danno coraggio e che fanno crescere dentro di noi mondi diversi, che se fosse per noi realizzeremmo subito. Da cristiano dico che sia proprio Dio a metterci nel cuore questo sogno perché coincide con il suo: sono i suoi desideri. Nel cuore di Dio e nel cuore dell’uomo tale desiderio cresce proprio dinanzi alle tragedie. Dov’era Dio ad Auschwitz? Era sul patibolo e soffriva e sognava con l’uomo! Questo io penso. Questa storia tuttavia rimarrà sempre tale. Forse Enrico è uno dei pochi che nutre, come me, questa consapevolezza, uno di quelli che tengono “occhi aperti” sulle numerose tragedie e coltiva una di quelle virtù ormai in disuso: la “resistenza”. Ed è uno, come me, come Marescotti e come tanti altri di quelli che sognano. Si bisogna sognare! Le persone che mi stanno più a cuore sono quelle sui cui volti vedo la capacità di sognare, per altri o per se stessi. Sono i poveri e quelli che si battono per loro. Di questa storia rimarranno i nostri sogni che hanno prodotto amore, rimarrà il nostro sacrificio, il sudore col quale ci siamo guadagnati il pane e le lacrime versate, ogni notte e ogni giorno, per la pace la giustizia. Per ora tutte queste cose convivono con la cattiveria. Sono le nostre contraddizioni. Le nostre povertà, le nostre miserie, le nostre ambiguità caratterizzano in modo spietato questa nostra storia. Teniamo gli occhi aperti, per favore! Questo ci consentirà di sognare meglio, ancora più consapevoli di cosa sia la realtà rispetto al sogno. Il sogno si fa più preciso. Grazie ancora una volta. Daniele D’Elia ---- |