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TERRA PALESTINESE
BOLLETTINO "Terra palestinese"
Alle Associazioni, Enti locali, Istituzioni e privati cittadini
Abbiamo iniziato la distribuzione del bollettino di informazione dei fatti
di esproprio e demolizione delle terre, attraverso la traduzione giornaliera
di articoli da quotidiani palestinesi.
Faccio seguito ai colloqui avuti già con i colleghi del Land Research Center
di Gerusalemme che tra l'altro non riescono a raggiungere nemmeno l'ufficio
di Halhool (Hebron) per mandarmi le foto che aspettavo per completare il
lavoro sul primo numero.
Adesso vorremmo avviare la fase delle adesioni a questa iniziativa semplice
ma pensiamo importante, partendo soprattutto da Enti e Associazioni ai quali
chiediamo l'adesione e una libera contribuzione come quota annua di
abbonamento (comunque non necessaria, per ricevere il bollettino mensilmente
é sufficiente la conferma di adesione via e-mail).
I contributi raccolti saranno utilizzati per coprire il costo di una persona
del LRC che attualmente si sta occupando della lettura, selezione,
traduzione e invio degli articoli.
Il LRC, attraverso fondi dei progetti CIC sta acquistando i quotidiani
locali.
Se riusciamo a coprire anche questi costi questa attivita' puo' mantenersi
costante, sperando di riuscire a mettere su un computer con linea telefonica
presso l'abitazione del tecnico del LRC che adesso non puo' muoversi molto
da casa.
Ogni ulteriore eccedenza di fondi servira' per sostenere le attivita' del
LRC nella lotta alla confisca dei terreni.
Quello che chiedo e' di fare un primo giro di richiesta di adesione,
utilizzando la copia del primo numero che allego e approfittando della
disponibilita' dei molti colleghi e amici. Chiunque sia interessato a
ricevere il bollettino puo' scrivere direttamente all'indirizzo e-mail
cictoscana@croceviaterra.it.
I versamenti possono essere effettuati sul c/c n. 1210/00 della Cassa di
Risparmio di Pistoia e Pescia Agenzia 551 di Quarrata, via Trieste, 10
ABI: 6260-4 CAB: 70501-2 intestato a: Toscana C.I. Crocevia indicando la
causale "Bollettino Terra palestinese" oppure sul CCP della sede CIC di
Roma: N.43068006 intestato a C.I.C indicando la causale "BOLLETTINO TERRA
PALESTINESE".
Nel frattempo comunichiamo che stiamo lavorando alla correzione e stesura
del bollettino del mese di febbraio, che uscira' il 20 di aprile 2002.
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BOLLETTINO N. 1
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Gennaio 2002
Monitoraggio delle attività di confisca e demolizione di abitazioni civili
Raccolta e traduzione riassuntiva da articoli dei quotidiani palestinesi a
cura di Mohammed Gazawneh (Land Research Center di Gerusalemme) in
collaborazione con il Centro Internazionale Crocevia di Roma.
Introduzione al programma di lavoro
Introduzione a cura di:
Jamal Talab, direttore della o.n.g. palestinese Land Research Center di
Gerusalemme;
Stefano Baldini responsabile dei progetti agricoli in Palestina della
o.n.g. Centro Internazionale Crocevia di Roma.
LA VERA GUERRA E' PER LA TERRA
15 ANNI DI PROGETTI PER LA DIFESA DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE DALLA
CONFISCA DEI PROPRI TERRENI
Le vicende drammatiche di quest'ultimo periodo hanno accentrato su di se
tutte le attenzioni del mondo politico, dei media e della società civile
internazionale, quest'ultima in particolare impegnata oggi come mai prima
nel tentativo di informare, divulgare, ma anche individuare le chiavi
giuste per bloccare le violenze e riaprire la porta di quel processo di
pace che tante speranze, se non anche certezze, aveva portato soprattutto
al di fuori della realtà israelo-palestinese.
Uno degli elementi che hanno sicuramente contribuito in modo determinante
all'evoluzione in negativo dei rapporti tra Israeliani e Palestinesi è la
questione del possesso della risorsa terra.
In questo senso lo scontro più diretto non è stato tra Autorità Israeliana
e Autorità Palestinese ma tra popolazione palestinese, singole famiglie o
interi villaggi, contro la politica di espansione territoriale e
colonizzazione israeliana. Ecco che in questa accezione lo scontro non è
ripreso con l'inizio della seconda Intifada, né soprattutto si è mai
registrato un calo del livello di scontro durante il periodo dei negoziati
di pace, tutt'altro. Il periodo successivo agli accordi di Oslo è stato
caratterizzato da una intensissima attività di confisca delle terre ai
palestinesi, di demolizioni delle abitazioni, queste ultime soprattutto nei
territori circostanti Gerusalemme, di costruzione di nuove strade (le
cosiddette by-pass road) per collegare tra di loro e con Israele gli
insediamenti dei coloni, anche quelli edificati nel cuore dei territori
occupati. E questo scenario è sempre stato poco descritto dai media in
quanto lo scontro non si esprime tramite spargimenti di sangue, non produce
notizie ad effetto. Si tratta piuttosto di una guerra fatta attraverso atti
ufficiali di esproprio, confische per motivi di sicurezza oppure per il
verde ambientale. In definitiva è uno scontro che si risolve attraverso
ricorsi presso aule dei tribunali, con avvocati impegnati a produrre
documentazioni probatorie delle proprietà palestinesi o a scoprire cavilli
burocratici che hanno permesso un provvedimento di esproprio finanche, in
molti casi vere e proprie falsificazioni di documenti per dimostrare la
vendita di un terreno.
Il contesto legale che permette la confisca delle terre palestinesi si basa
su diverse condizioni, supportate da specifiche ordinanze, applicate da
Israele a seconda dei casi:
- un'ordinanza risalente al 1943 emessa durante il mandato britannico
permette l'esproprio fino al 40% di qualsiasi terra privata per "uso
pubblico". Questa condizione ha trovato grande applicazione nel distretto
di Gerusalemme e nella realizzazione delle nuove strade di collegamento a
favore degli insediamenti, in gran parte realizzate proprio dopo gli
accordi di Oslo.
- Una legge israeliana consente l'esproprio anche di grandi superfici di
terre private per motivi di sicurezza o per scopi militari. Gran parte
degli insediamenti sorti prima del 1980 hanno beneficiato della confisca di
terre ai palestinesi per motivi di sicurezza militare.
- Una ordinanza risalente addirittura al periodo di dominio ottomano (1853)
prevede che ogni terreno non intensamente coltivato (almeno il 50% della
superficie messa a coltura) per almeno 3 anni, può essere espropriato e
divenire terra statale. Buona parte delle terre marginali, utilizzate a
pascolo estensivo, hanno subito gli effetti di questa ordinanza ottomana.
La lotta dei contadini palestinesi è rivolta alla intensificazione delle
colture per prevenire questo tipo di provvedimento di confisca.
- Una ulteriore legge israeliana consente la confisca di terre da
dichiarare "riserve naturali". In molti casi dopo alcuni anni queste zone
espropriate vengono in effetti destinate alla costruzione di insediamenti.
Tutto questo ha consentito in passato e consente ancora di più oggi la
confisca di migliaia di ettari di terre palestinesi.
E' in questo contesto che si colloca il lavoro condotto dalla O.N.G.
palestinese Land Research Center di Gerusalemme (LRC), con la
collaborazione ed il sostegno tecnico ed economico da oltre 10 anni della
O.N.G. Centro Internazionale Crocevia di Roma (CIC), attraverso una serie
di progetti a sostegno delle attività di preservazione e coltivazione delle
terre a rischio di confisca. Questi interventi mirano a dare un sostegno
alle famiglie colpite da provvedimenti di esproprio delle proprie terre,
favorendo la coltivazione dei terreni a rischio e sostenendo tecnicamente
ed economicamente le procedure legali di difesa dai provvedimenti di
confisca o demolizione di fronte ai Tribunali e alle Corti Militari
Israeliani.
Presso gli uffici del LRC e del CIC in Gerusalemme era conservato un enorme
archivio di documenti legali di casi di esproprio, oltre ad una raccolta di
almeno 15 anni di articoli dei principali quotidiani palestinesi sui casi
di confisca e sulle demolizioni di civili abitazioni. La sera di mercoledì
6 febbraio 2002, soldati e polizia israeliani hanno fatto irruzione in
questi uffici con un provvedimento di sequestro di tutta la documentazione
e la chiusura dei locali. Questi uffici rappresentavano per molte famiglie
palestinesi, soprattutto per i piccoli proprietari di terra,
impossibilitati a fronteggiare economicamente e tecnicamente la difesa
legale, una sorta di ultima spiaggia, un garante cui affidarsi nel
tentativo di sventare la minaccia dell'esproprio incombente. Dagli anni 80
questi uffici hanno seguito oltre 200 casi di confisca di terreni,
organizzato conferenze sulla lotta agli espropri, prodotto materiale
divulgativo, promosso campagne di sensibilizzazione per la protezione dei
terreni.
Nello scegliere tra i tanti casi di violazione seguiti da questi uffici in
oltre un decennio di attività, la prima tentazione sarebbe quella di
descriverli tutti, per far venire alla luce un mondo fatto di inganni,
trappole burocratiche che affondano la lama in quello che fino a qualche
decennio fa era un tradizionale sistema di registrazione delle proprietà
basato principalmente su contratti scritti tra parti, con un catasto
incompleto perché inutile, in quanto erano le autorità locali, mai
riconosciute da Israele, i garanti dei contratti e delle proprietà.
Rendendoci conto della difficoltà e dell'incredibile variabilità dei casi,
ci limiteremo ad illustrarne alcuni affrontati di recente nell'ambito di un
progetto promosso dal CIC in collaborazione con il LRC e co-finanziato
dall'Unione Europea (UE). Si tratta di un intervento tuttora in fase di
attuazione. Ci preme sottolineare questo progetto perché fu pensato e
proposto all'UE subito dopo la firma degli accordi di Oslo, quando già
appariva chiara l'accelerazione brusca data da Israele alla confisca delle
terre.
* Il primo caso riguarda la località di Wa'er Al-Shaib, in prossimità del
famoso insediamento israeliano di Keryat Arba, nella città di Hebron e
coinvolge un piccolo proprietario terriero palestinese, Abdul Haq Ibrahim
Al Ja'bari. E' una storia lunga, che evidenzia lo stillicidio e le
pressioni che subiscono i proprietari palestinesi coinvolti in azioni di
espansione degli insediamenti:
-il 23/06/82 il proprietario palestinese ottiene una licenza dal comune di
Hebron (al tempo sotto il controllo diretto dell'autorità militare
israeliana) per costruire una casa sulla propria terra.
-il 24/7/83 alcuni coloni dell'insediamento ebraico vicino (Keryat Arba)
attaccano l'abitazione con i bulldozer e la demoliscono. Il proprietario fa
ricorso presso la Corte Militare e chiede il risarcimento dei danni subiti
e l'autorizzazione a ricostruire l'abitazione. La difesa del caso viene
condotta fino al 1987 quando con lo scoppio della prima Intifada la Corte
si rifiuta di emettere l'ordine di risarcimento danni e l'autorizzazione
alla ricostruzione dell'abitazione distrutta. Il caso resta sospeso.
-il 20/07/2001, a seguito dello scoppio della seconda Intifada, i coloni di
Keryat Arba entrano nuovamente nel terreno occupandone gran parte con la
forza, recintando la terra e installando un accampamento, prevenendo quindi
l'ingresso del proprietario. Il proprietario, dopo inutili reclami tentati
presso le autorità militari locali, si rivolge presso i nostri uffici per
ottenere assistenza a difesa della propria terra.
Le azioni messe in atto ad oggi a difesa del caso sono state quelle di
procedere alla raccolta di tutta la documentazione pregressa relativa ai
casi di violazione subiti, produrre tutta la documentazione comprovante la
proprietà della terra, produrre ad integrazione le carte topografiche
richieste dalla Corte Israeliana, riaffidare l'incarico all'avvocato che
aveva seguito la vicenda precedentemente e riaprire il caso presso la Corte
Israeliana.
* Un secondo caso interessa un'area di 20 ettari a sud-est di Gerusalemme
(Sarai'a area) abitata da una tribù di beduini. I militari israeliani hanno
cercato di allontanare i beduini da questa area, adducendo a motivi di
sicurezza. Nel corso delle varie azioni i militari hanno anche demolito la
scuola che serviva i bambini della tribù (4 stanze per un totale di 90
metri quadrati). Il caso è stato seguito con l'intervento di un avvocato
che è riuscito a provare l'inesistenza di motivi di sicurezza rispetto
all'esproprio e ottenere il permesso di ricostruzione della scuola. Sono
stati fatti interventi per sostenere la ricostruzione della scuola e per la
preparazione dei documenti legali necessari alla procedura legale.
* Un terzo caso riguarda l'assistenza alla famiglia palestinese Salamin,
colpita da un provvedimento di sfratto immediato. Una agente immobiliare
israeliano, il sig. Shmoel Annab ha ottenuto lo sfratto immediato della
famiglia Salamin presentando la documentazione di proprietà di un
appezzamento di terra di complessivi 50.4 ettari nel villaggio di Samou, a
sud di Hebron. Il nostro ufficio, su richiesta della famiglia, ha
incaricato un gruppo di esperti, comprendenti un avvocato, un topografo e
un esperto calligrafico che sono riusciti a dimostrare la falsità dei
documenti e ottenere l'annullamento del provvedimento di sfratto.
* Un quarto caso coinvolge un intero villaggio palestinese, Houssan ad
ovest di Betlemme. Le Autorità israeliane hanno spostato il confine del
posto di blocco di Betlemme di circa 300 metri rispetto a quello
originario, posizionato lungo la linea verde, incorporando una vasta area
appartenente al villaggio di Houssan. L'intervento del LRC è stato quello
di incaricare un avvocato e fornire tutta la necessaria documentazione
cartografica e storica relativa al territorio in questione. Il caso è
tuttora in dibattito presso la Corte Israeliana.
Decine e decine di altri casi evidenziano come la confisca delle terre sia
attuata da Israele attraverso un'azione capillare sia a livello dei coloni
che delle stesse Autorità Militari Israeliane. L'esproprio dei terreni
rappresenta una continua minaccia e la principale fonte di tensioni per la
popolazione palestinese.
Con la chiusura degli uffici del LRC e del CIC a Gerusalemme da parte delle
Autorità Militari Israeliane, le attività contro la confisca delle terre
sono continuate presso nuovi uffici, aperti in aree decentrate rispetto a
Gerusalemme. Il tentativo di riavere almeno la documentazione legale sui
casi di esproprio, sequestrata nei nostri uffici di Gerusalemme, è stato
affidato ad un legale di fiducia.
Nel frattempo il LRC e il CIC hanno deciso di organizzare un servizio di
informazione sui casi di esproprio e sulle illegalità compiute da Israele
riguardo alla proprietà delle terre. Si tratta di un bollettino mensile che
riporta la traduzione riassuntiva dei casi di esproprio pubblicati dai
principali quotidiani palestinesi. L'intenzione è quella di fornire in
Italia, ad associazioni, enti locali e privati cittadini che vogliono
saperne di più e soprattutto che vogliono farsi un'idea più chiara delle
concrete difficoltà della pace, un aggiornamento continuo dei fatti non
documentati, della guerra sotterranea per il possesso della terra, condotta
da Israele contro la popolazione civile palestinese. Siamo convinti che
anche il solo informare su fatti come questi, dare un'idea di come venga
condotta in modo capillare e continuo la sottrazione di terra ai
palestinesi, contribuisca a far luce sui perché di una guerra che non vuole
finire e aiuti a capire quali pressioni siano fatte quotidianamente sulla
popolazione palestinese.
Questo bollettino è il frutto del lavoro volontario di tecnici palestinesi
del LRC e italiani del CIC. Per poter proseguire nella sua realizzazione ci
affidiamo alle libere contribuzioni di tutti coloro che faranno richiesta
di questo strumento di informazione, che cercheremo nei numeri successivi
di migliorare e documentare anche attraverso foto, nonostante la situazione
in Palestina non agevoli il lavoro svolto dai volontari del LRC.
BOLLETTINO N. 1
Gennaio 2002
Monitoraggio delle attività di confisca e demolizione di abitazioni civili
da articoli dei quotidiani palestinesi.
- L'esercito israeliano evacua una famiglia palestinese (famiglia della
sig. Naji Ahmad Sa'd ) dalla sua casa nel Campo profughi di Shufat (
Gerusalemme)
- I coloni dell'insediamento Kfat Atzion che si trova a sud di Betlemme,
sradicano 400 piante d'olivo che appartengono ai contadini Yousef e Khalil
Jabber, Judah Subeih del villaggio di Al-Khader ( Betlemme), inoltre un
pozzo per la raccolta dell'acqua piovana e' stato distrutto assieme alle
coltivazioni che si trovavano su un appezzamento di terra di mezzo ettaro.
- L'esercito israeliano consegna un ordine di demolizione di appartamenti a
4 famiglie palestinesi nel villaggio di Edqeiqa al sud di Hebron, le case
appartengono a Nayf Najjadah, Mohammed Najjadah, Ahmad Ka'abnah, Salim
Najjadah, il villaggio ha subito qualche giorno fa una campagna di
demolizioni a causa della sua ubicazione tra 4 insediamenti israeliani.
- I coloni iniziano a costruire un nuovo insediamento sulla terra dei
palestinesi nella zona di Dura, villaggio ad ovest di Hebron, la terra e'
stata sistemata dai coloni con i bulldozer in preparazione della
costruzione dell'insediamento, che dista soltanto 1 KM da un'altro
insediamento che porta il nome di Nagahot. La terra dove sarà' costruito
l'insediamento appartiene alla famiglia Suwietti.
- L'esercito israeliano inizia a recintare una vasta zona di terra
agricola, (300mx50m), la terra coinvolta appartiene a vari contadini dei
villaggi di Sinniria, Beit Amin, Azzon (Qalqilia) e si trova vicino
all'insediamento di Shari Tekva.
- I coloni di Ma'ale Amos fondato sui terreni della provincia di Betlemme
confiscano 10 ha di terra che appartiene al villaggio di Al-Rashaida, la
terra dopo la confisca e' stata coltivata dai coloni con prodotti cereali.
- I coloni di Ghosh Qatif che si trova nella striscia di Gaza richiudono la
strada che lega il nord della Striscia con il sud soltanto dopo un giorno
della sua riapertura da parte dell'esercito.
- Il governo israeliano riprende l'attivita di scavare nella zona della
porta del leone nella città vecchia di Gerusalemme, questa attività entra e
fa parte della politica israeliana che mira al rafforzamento della presenza
degli israeliani a Gerusalemme.
- Il capo dell'amministrazione militare israeliana colonello Dov Tsedka,
confessa in una intervista che l'esercito ha esagerato nella sua politica
che riguarda la demolizione degli edifici, sradicamento di alberi e
distruzione della terra agricola.
- Il giorno 11 gennaio le forze militari compiono una nuova incursione
contro le case dei palestinesi, in una giornata l'esercito demolisce 73
case nel campo profughi di Rafah ( Striscia di Gaza) lasciando 120 famiglie
(700 persone) senza tetto.
- Il ministero israeliano per gli Affari Interni conferma che la crescita
dei coloni ebrei nei territori palestinesi è stata del 5.22% nel 2001, il
numero attuale dei coloni, aggiunge la porta voce del ministero sale a
203.000 persone.
- I cittadini del villaggi Essawiea (Gerusalemme ) ricevono l'ordine
proveniente dall'autorità' israeliana per la demolizione di 10 case
palestinesi, lasciando ai proprietari soltanto 24 ore prima della
esecuzione della demolizione. Il giorno successivo (15/1/02) I bulldozer
israeliani distruggono 9 case con la scusa della mancata licenza edilizia
per la costruzione. Da notare che la maggior parte della terra del
villaggio e' stata confiscata, infatti la superficie del villaggio nel 1948
era di 1200 ha, contro gli attuali 67 ha.
- Il colonnello Itzhaq Itan capo militare israeliano nella West Bank ordina
la confisca di quasi 15 ha di terra palestinese nei villaggi di Ta'amrah e
Beit Sahur (Betlemme) per uso militare, la terra sotto minaccia e'
coltivata con centinaia di alberi di frutta e contiene 10 case che saranno
demolite; nella stessa area, l'esercito ha offerto ad una famiglia
palestinese la soma di 70.000 $ per trasferire la tomba del proprio figlio
da quella zona, la famiglia ha respinto l'offerta israeliana descrivendola
una offerta scandalosa e disumana.
- Un rapporto proveniente dal comitato per la difesa della terra mostra che
soltanto nella provincia di Hebron e negli ultimi tre mesi del 2001 sono
stati costruiti 4 nuovi insediamenti, con la demolizione di 23 case, e la
distruzione con I bulldozer di 30 ha di coltivi.
- Bulldozer israeliani entrano e distruggono una vasta zona di terra
agricola nel villaggio di Um AlNasser nel nord della Striscia di Gaza.
- Soldati e coloni dell'insediamento israeliano di Barakha impediscono ai
contadini di arrivare ai pascoli nella zona est di Nablus, inoltre i coloni
dello stesso insediamento hanno inquinato i pascoli.
- L'autorità d'occupazione decide di confiscare 150 ha di terra che
appartengono ai villaggi di Ne'lin, Shabtin, Qebia, Shuqba (Ramallah); il
motivo della confisca, come dichiarato dagli israeliani, e' la creazione di
cave per la produzione di calce.
- L'esercito israeliano trasforma la casa del sig. Saber Aref (ex sindaco
di Tulkarem ) in una caserma militare dopo averla occupato.
- Il ministro Israeliano Beni Ayalon (destra) conferma l'intenzione del suo
governo di continuare gli scavi nella città vecchia di Gerusalemme.
- Il governo israeliano confisca 4 ha di terra della famiglia Al-Ashhab per
annetterla all'insediamento di Keriat Arba' nella provincia di Hebron,
iniziando ad aprire una nuova strada che collegherà la terra con
l'insediamento stesso; inoltre e nella stesa provincia 10 ha sono stati
confiscati alla famiglia palestinese Al-Tell per annetterli
all'insediamento di Ashkelot.
- I bulldozer israeliani iniziano a lavorare in un appezzamento di terra
confiscata ai palestinesi di 4000 mq nella zona di Al-baqa'a per aprire una
nuova strada che serve ai coloni, il lavoro dei bulldozer e' stato
accompagnato dallo sradicamento di centinaia di alberi.
- Il governo israeliano consegna 5 ordini di demolizione di case nel
villaggio di Ezbat Al-Tabib (Qalqilia) per mancate licenze edilizie.
- I coloni dell'insediamento di Qadumim sradicano 40 olivi nella terra del
palestinese Taher Ali di Kufur Qaddum (Qalqilia).
- Israele rifiuta di entrare a far parte della corte internazionale in
Olanda perché tale corte considera gli insediamenti come fatto illegale.
- Il governo israeliano decide di incrementare il budget rivolto
all'investimento nel settore industriale negli insediamenti nei territori
palestinesi con una percentuale del 12%; inoltre sono stati stanziati 206
milione di NIS (50 milioni di $) che saranno utilizzati per la confisca di
nuovi terreni, 338 milioni di NIS che saranno utilizzati per aprire nuove
strade per i coloni ed infine 53 milioni di NIS per costruire nuovi
appartamenti negli insediamenti.
- Il quotidiano israeliano Jerusalem Post conferma che un quarto dei
progetti edili finanziati dal governo israeliano iniziati a partire da
novembre del 2001 sono stati all'interno degli insediamenti.
- L'autorità' israeliana informa il sig. Yasser Ibrahim della città vecchia
di Gerusalemme della decisione di demolire la sua casa nella città. Le
spese della demolizione saranno a carico del proprietario. Inoltre numerosi
palestinesi dei quartieri di Beit Hanina e Shufat ( Gerusalemme ) ricevono
lo stesso tipo d'ordinanza militare.
- I coloni ebrei degli insediamenti di Gush Atzion ( Betlemme) aggrediscono
cittadini palestinesi che passavano sulla strada Gerusalemme- Hebron sotto
gli occhi dei soldati israeliani che non intervengono.
- Israele demolisce due case palestinesi nella città vecchia di
Gerusalemme, Il proprietario e' il sig. Mohammed Yasser, gli israeliani
hanno informato il sig. Yasser della necessita di pagare i costi dei
bulldozer che hanno compiuto la demolizione.
- I coloni ebrei dell'insediamento ebraico Kharsina (Hebron) entrano e
distruggono una vasta zona di terra agricola che appartiene a vari
contadini palestinesi, questo intervento e' stato compiuto per aprire una
nuova strada per i coloni.
- I coloni nella zona di Nablus sradicano decine di piantine d'olivo che si
trovano in vicinanza della caserma militare israeliana di Hawara.
- I coloni ebrei nella provincia di Rammallah chiudono l'unica strada che
collega il villaggio di Burqa con quello di Der Dibwan ( 2 vilaggi
palestinesi).
- Il governo israeliano demolisce 2 case in fase di costruzione nel
quartiere di Beit Hanina, la superficie delle 2 case e' di 600 mq (4
appartamenti). I proprietari sono i fratelli Mohammed, Ihab, Nur Eddine e
Wael Al-Ja'bari.
- I bulldozer israeliani abbattono le tende ed i capannoni delle famiglie
beduine nella zona di AlOuja e Fasayel nella valle del Giordano.
- I soldati israeliani occupano numerosi appartamenti palestinesi a
Tulkarem trasformandoli in caserme e postazioni militari, in una delle case
occupata, la casa del sig. Ali Shutari, i soldati hanno rubato la somma di
47.000 nis (circa 20 milioni di lire).
- Peace Now (pacifisti israeliani) conferma che 26 nuovi insediamenti sono
stati costruiti nei territori palestinesi da quando Sharon e' arrivato al
potere. Questi vanno ad aggiungersi ai 44 costruiti negli ultimi anni.
- I soldati israeliani occupano 2 dei tre piani della casa del sig.
AbdelRahim AlMasri di Al Khader (Betlemme) lasciando soltanto il primo
piano ai veri proprietari palestinesi.
- I coloni ebrei aggrediscono la casa di un palestinese nel villaggio di
Beit Dajan sotto gli occhi dei soldati israeliani che non intervengono.
- L'autorita israeliana consegna 11 ordini di demolizione per case di
palestinesi nei villaggi di Ezbat Altabib (Qalqilia) e Ta'amreh ( Betlemme).
- I bulldozer israeliani spianano una vasta zona di Abu Holi nella
vicinanza della confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto.