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COSPE FLASH SPECIALE PALESTINA 03-02



COSPE FLASH 03-02
2 Aprile 2002


Con la Palestina nel cuore
A seguito degli ultimi tragici eventi in Palestina
Cospe ha aderito e promosso vari appelli rivolti alle forze politiche e alle istituzioni italiane


Il Coordinamento delle ong e delle associazioni di cooperazione internazionale della Toscana ha inviato la seguente lettera aperta al Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini

Lettera aperta
Firenze, 31 marzo 2002

Signor Presidente,

Le notizie che arrivano dalla Palestina sono incredibili e angoscianti, lasciano esterrefatti. Il governo attuale di Israele ha dato l’ordine di penetrare all’interno della sede dell’Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah, e di imprigionare di fatto il suo Presidente, Yasser Arafat, confinandolo in due stanze. E al momento, nonostante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU abbia chiesto l’immediato ritiro da tutte le città palestinesi, l’attuale governo continua ad offrire, a sé stessa ai palestinesi al mondo, solo risposte di tipo militare.

Signor Presidente, le chiediamo di far sentire nuovamente la voce del suo governo, della sua autorità locale, e per mezzo di lei i sentimenti dei Toscani tutti, per dire che non è così, non è con la guerra che si raggiunge la pace tra le parti, il rispetto dei diritti dei due popoli; non è con la vendetta, con l’umiliazione e l’eliminazione fisica dell’avversario che si trova soluzione.

L’attuale governo di Israele non ha attaccato il capo di una banda di terroristi, esso ha imprigionato il Presidente di un’entità territoriale  se non ancora un vero e proprio Stato  scelto dal suo popolo, riconosciuto dall’intera comunità internazionale. E riconosciuto anche dalla nostra autorità locale, che nel 1998 gli assegnò il Pegaso d’Oro auspicando che potesse divenire il Presidente di un futuro stato palestinese accanto a Israele e in pace con esso.

Signor Presidente, non le chiediamo di schierarsi per una delle due parti, ma di affermare che  l’occupazione militare della Palestina che dura da trentacinque anni è il vero ostacolo alla pace, ed è in questo che trova alimento il terrorismo; di affermare che un intero popolo che ha già fatto il pieno di dolore, ha già teso la mano in segno di pace non meno di quanto abbia fatto Israele, e vuole esattamente le stesse cose che vogliono gli israeliani: pace, sicurezza, libertà di movimento e di lavoro; di affermare che ci opponiamo alle logiche senza uscita di vendetta e di guerra dell’attuale governo d’Israele, e che ciò non significa opporsi ad Israele, ma anzi è il solo modo per sostenere entrambe le parti e i loro diritti.

Le chiediamo pertanto, signor Presidente, di affermare che il solo rappresentante del popolo palestinese è colui che è stato da loro stessi scelto; che pertanto il nostro governo regionale ribadisca che Yasser Arafat è il solo interlocutore di Israele.
 
Le chiediamo, signor Presidente, una nuova, ulteriore, forte presa di posizione che avversi gli ultimi eventi in Palestina, convinti come siamo che senza un decisivo e chiaro riconoscimento degli interlocutori risulterebbe sminuito l’impegno della Regione Toscana per la pace in Medio Oriente, che tutti le riconoscono.


APPELLO PROMOSSO DALLA ONG CRIC
29 marzo 2002
Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Al Presidente del Consiglio    Silvio Berlusconi
Agli Onorevoli Deputati e Senatori

Fermiamo la guerra in Palestina
Come associazioni e soggetti impegnati da anni in attività di solidarietà e di cooperazione internazionale in sostegno del popolo palestinese e per la promozione del dialogo fra i due popoli palestinese ed israeliano per il raggiungimento di una pace giusta e duratura,
alla luce degli ultimi drammatici avvenimenti che hanno portato ad una invasione ormai completa dei territori palestinesi da parte dell’esercito israeliano, a fronte dell’intensificarsi delle violenze e dei bombardamenti sulla popolazione civile palestinese che da un anno e mezzo è sottoposta ad ogni sorta di restrizione delle liberta’ e di progressivo impoverimento;
prendendo atto dello scellerato obiettivo di Sharon di annientamento della Autorità Nazionale Palestinese che si sta consumando orribilmente in queste ultime ore attraverso la persecuzione fisica mirata all’eliminazione del suo leader Arafat;
consci che tutto quanto sta accadendo in Medio Oriente non e’ altro che la diretta conseguenza del disatteso processo di pace iniziato dieci anni fa, il quale - anziché essere tutelato dai governi internazionali, consolidato dalle parti e completato secondo i tempi e gli accordi sottoscritti-  è stato progressivamente distrutto da una politica di apartheid e di violazione continua dei diritti umani da parte di Israele, e in particolar modo dal governo di Sharon, dal terrorismo di stato e non, dall’uso indiscriminato della violenza e dell’arbitrio;
esprimendo al contempo la nostra più ferma condanna agli attentati terroristici contro la popolazione civile israeliana;
prendendo infine atto degli impegni presi dal Governo Italiano nei confronti di entrambe le parti per una soluzione equa e stabile del conflitto israelo-palestinese,

chiediamo al Governo Italiano, al Parlamento Italiano e a tutte le forze politiche di adoperarsi immediatamente per:

·       L’appoggio al piano di pace proposto al vertice dei paesi arabi di Beirut affinché si proceda ad una pronta ripresa dei negoziati tra le parti
·       L’invio immediato di una delegazione di osservatori della Commissione Esteri del Parlamento che possa monitorare le violazioni dell’esercito israeliano nei territori autonomi palestinesi e contro le istituzioni palestinesi in Cisgiordania e a Gaza
·       La convocazione di una riunione d’urgenza dei Ministri degli Esteri europei per l’applicazione immediata della Dichiarazione di Barcellona

Ed inoltre se Israele non cessa l’occupazione militare e non si ritira ai confini del ‘67, chiediamo di promuovere:
·       a livello europeo la sospensione del trattato di associazione economica UE-Israele
·       a livello mediterraneo la sospensione della cooperazione dei paesi euro-mediterranei con Israele nell’accordo economico euro-mediterraneo

E chiediamo ancora di adoperarsi per:
·       la garanzia dei diritti umani fondamentali della popolazione palestinese vittima dell’occupazione militare israeliana, alla sua piena libertà di espressione non violenta e costruttiva  per uno stato di diritto
·       l’applicazione delle risoluzioni ONU n. 242 e 338 e della IV Convenzione di Ginevra per la fine immediata del conflitto
·       il riconoscimento dello Stato palestinese entro i confini del 1967
·       il blocco della vendita di armi e di tecnologia militare allo stato di Israele


Fermare la spirale della violenza è ora più che mai urgente se non vogliamo continuare ad assistere ad un massacro da troppo tempo annunciato, ad un avvilimento del diritto internazionale e di tutti gli sforzi compiuti dalla società civile internazionale per il raggiungimento di una pace sostenibile in Israele e Palestina, attraverso la creazione dello stato palestinese e con Gerusalemme come capitale di due popoli e due stati.


Ogni giorno riceviamo  molte testimonianze su quello che accade in Palestina. Tra i tanti messaggi ne pubblichiamo alcuni ricevuti prima di queste drammatiche festività, gli ultimi sono invece di oggi. Il primo, del  12 marzo, è di Hani Mourad, il direttore del Fashion and Textile Institute di Beit Sahour, nostro partner in un progetto. Il secondo è invece di Uzi Manahimi il giornalista israeliano che invitammo per il seminario della campagna Gerusalemme.Due sono di Nadia, dodicenne, figlia di una delle insegnanti del Fashion & Textile Insitute. 
Gli ultimi ricevuti oggi, 2 aprile,  sono di Suzan Sahori del Beit Sahori Municipality.
Per ulteriori informazioni
: Umiliana Grifoni  Responsabile Progetti Palestina Cospe


Cara Umiliana,
voglio solo farti sapere che sono ancora vivo, nonostante tutto questo disastro. Ieri sera sono riuscito ad arrivare a Betlemme da Gerusalemme ed ho passato qui la notte. (ndr: per evitate che le figlie, che frequentano un liceo francese a Gerusalemme, perdessero troppi giorni di scuola si sono da poco trasferiti lasciando la loro casa).
Ora sono alla fabbrica (ndr: la struttura che doveva sostenere le attività dell'Istituto), dove solo una decina di ragazze stanno lavorando. Il resto non è riuscito ad arrivare al lavoro a causa della chiusura imposta dall'esercito israeliano su varie aree attorno alla città: tutti e tre i campi profughi e la cittadina di Beit Jala.
Sapevamo dell'invasione dal giorno prima, così la gente era pronta inclusi i "combattenti" che se ne erano scappati verso le colline prima dell'invasione. Probabilmente hai visto alle televisione centinaia di uomini arrestati dall'esercito israeliano, come nel campo profughi di Tulkarm. Probabilmente hai anche visto foto e immagini questa sera dal campo profughi di Dheishe a Betlemme.
Tutte queste immagini sono false in quanto, siccome i "combattenti" sono scappati via un giorno prima dell'invasione, l'esercito israeliano ha rastrellato persone totalmente innocenti, ha messo loro sugli occhi della bande di tessuto con scritto sopra il nome brigata Izzedin AlQassam o brigata Al Aqsa e li ha fatti fotografare dalla stampa israeliana prima di rilasciarli!!
Ho avuto queste informazioni da una fonte affidabile. Sharon è così disperato nel cercare di dimostrare alla sua pubblica opinione che queste operazioni hanno successo che farebbe qualunque cosa. La miglior cosa che riesce ad ottenere, invece, è incoraggiare ancora più attacchi suicida da parte di disperati palestinesi!
Il nostro progetto non sta funzionando al 100%, abbiamo preparato gli annunci per i giornali per l'assistenza tecnica alle imprese, ma non sono riuscito a stabilire contatti con l'associazione degli industriali. Devo aspettare qualche giorno perché questo brillante capitolo della manovra di Sharon sia concluso, e ci rimetteremo al lavoro presto.
E' estremamente tragico che tutte queste persone abbiano perso la loro vita, e sia l'economia israeliana che quella palestinese sono in totale rovina, creando più miseria, povertà, e, sfortunatamente, più attacchi suicida solo per provare che quello stupido di Sharon è veramente stupido. Penso anche che la responsabilità di tutte queste morti, sia israeliani che palestinesi, ricade sulle spalle della stupida politica seguita dagli Stati Uniti che non impone a Sharon di farla finita.
Stiamo a vedere, spero di avere migliori notizie nel prossimo mail.
Hani

Ciao Umiliana,
si! siamo animali così come lo siamo sempre stati e lo saremo. In effetti gli animali sono meglio di israeliani e palestinesi. Ogni parte critica l'altra, ma è un fatto che i palestinesi sono sotto occupazione e quindi io penso che gli israeliani devono essere generosi. Ancora, critico molto Arafat e penso che sia malato come lo è Sharon. Entrambi devono andarsene, ma prima possono ucciderci tutti. Ma cerchiamo di sperare per il meglio. Quando ci siamo visti a Firenze (ndr: nell'aprile 2000) ed abbiamo parlato di pace tutto sembrava così promettente..... Baci, Uzi


ciao a voi ,
oggi siamo ritornati a scuola , e quasi tutte le porte e tutte le finestre sono state distrutte dalle forze militari israeliane che erano entrate nella scuola.
Hanno anche scritto sulle pareti e hanno distrutto e bruciato la croce che c'era nella scuola. Hanno poi mangiato tutto il cibo che c'era nella cantina.
Non hanno risparmiato neppure le strade principali, i cavi elettrici ed i tubi
dell'acqua. Le orme dei carri armati non mancano sulle strade.
La mia mamma scatterà della foto per ricordare questo secondo incubo. Un grande saluto ed un abbraccio da tutti noi.
Nadia


2 aprile 2002
urgente, urgente
Beit Sahour Municipality - Palestina

Cari amici,
sono le 4 del mattino e le strade di Beit Sahour sono piene di carri armati Israeliani. Beit Sahour è ora sotto occupazione Israeliana.
Due carri armati israeliani in questo momento stazionano di fronte alla mia casa; da vicino sono orribili: quando ne hai uno davanti a casa è diverso da quando li vedi alla TV.
Ho molta paura per la vita dei miei famigliari e per quella di tutti.
Vi prego, allertate tutti i vostri contatti, date vita ad azioni più serie ed efficaci per fermare questa brutalità contro di noi che Israele perpetra nel nome della “guerra al terrorismo”.
Ho appena sentito dai miei contatti che 20 carri armati Israeliani hanno circondato la chiesa della Natività a Betlemme. Pregate per noi. Se volete contattarmi per aggiornamenti, per favore cercatemi a casa perché nessuno può uscire.
Ho appena sentito una violenta esplosione provenire da Betlemme. Spero siano tutti salvi.

Suzan Sahori
Beit Sahour Municipality
Palestina

2 aprile 2002
Da: Beit Sahour Muni
Oggetto: un appello urgente da Beit Sahour

Sono di nuovo qui, sono le 8 noi siamo tutti svegli: nessuno ha potuto dormire.
Altri due carri armati sono passati ora diretti a Manger Square (Chiesa della Natività) a Betlemme. Sentiamo pesanti cannoneggiamenti e bombardamenti provenire dall’area della Natività.
C’è moltissima tensione e la situazione è terrificante (letteralmente sarebbe “orripilante”, ma non mi pare che renda). Le parole non possono descrivere la paura che abbiamo nel cuore non sapendo cosa avverrà. Entreranno nelle nostre case alla ricerca di cosiddetti Palestinesi ricercati?
Abbiamo il terrore di guardare dalle finestre.
Sapete, ringrazio di cuore chi ha inventato i programmi di posta elettronica che almeno ci consentono di tenervi informati su cosa sta succedendo, ma dovreste anche sentire la voce potente delle esplosioni e delle mitragliatrici pesanti che sentiamo noi.
Pregate per noi. Spero di non chiedervi troppo chiedendo di continuare con il vostro grande supporto, ora abbiamo bisogno più che mai della vostra solidarietà e delle vostre azioni.

Suzan Sahori
Beit Sahour Municipality
Palestina
Sto ancora spedendo da casa mia





Ricordiamo:  Un’ulteriore occasione per promuovere le ragioni del dialogo e della ricerca di una pace giusta in Medio Oriente si avrà a Bologna nel corso della  presentazione del kit
Afaq  Israele Palestina, due popoli, una terra prevista per
Giovedì 4 Aprile ore 17.00, Oratorio San Filippo Neri via Manzoni , 5
Interverranno:
Lara Colace  Action for Peace ; Marco Capodaglio- Servizio Politiche Europee e Relazioni Internazionali Regione Emilia Romagna; Diana De Lorenzi - consulente per la didattica Cospe; Ali Rashid - Delegazione Palestinese in Italia, Bijan Zarmandili, giornalista AGL- Espresso; Severino Saccardi, presidente Cospe.
Per informazioni: Segreteria  Cospe BO tel. 051/3140087: cospe@posta.alinet.it

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invitiamo tutti a segnalare notizie e nuovi indirizzi
a Gabriella Oliani :
cospe@posta.alinet.it



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Cospe
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