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Re: il 2002 e il fuoco di Hiroshima
E se i 300 volontari di pace prendessero in qualche considerazione
la proposta del PATTO TRA I CITTADINI DEL MONDO ?
Se poi convincessimo anche Kazuhiro Imamura e gli amici
giapponesi e ...
Ciao,
Gianni Zampieri - cdm
Date forwarded: Mon, 31 Dec 2001 17:10:15 +0100
Date sent: Mon, 31 Dec 2001 16:43:41 +0100
To: pace@peacelink.it
From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
Subject: il 2002 e il fuoco di Hiroshima
Forwarded by: pace@peacelink.it
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> Il 2002 si apre con un gesto molto significativo: una fiaccola, con il
> fuoco di Hiroshima, attraverserà gli Stati Uniti dalla sponda
> dell'Oceano Pacifico alla sponda dell'Oceano Atlantico. L'evento è
> atteso per metà gennaio ma lo annunciamo già da ora perché il 2002 si
> preannuncia carico di angoscia e di speranza. Il fuoco di Hiroshima
> non si è mai spento ed è stato conservato a monito per le successive
> generazioni: segno di pietà e di memoria storica. Testimone consegnato
> al popolo della pace e perpetuato negli anni. Di questa iniziativa ce
> ne darà un'anticipazione e un resoconto l'amico Kazuhiro Imamura -
> responsabile della Global Peace Campaign del Giappone (1) - che
> parteciperà a questa marcia da Seattle a New York.
>
> Il 2001 termina con una guerra inconcludente e sanguinosa: "The
> Guardian" dello scorso 20 dicembre (in un articolo a firma di Seumas
> Milne) parla di "almeno 3.767 civili afghani uccisi dalle bombe Usa".
> Il prezzo pagato dal popolo afghano è superiore all'ammontare stesso
> delle vittime della strage delle Torri Gemelle, valutata - alla luce
> delle ultime stime - attorno alle 3.000 unità. In questa gara al
> massacro di innocenti George Bush ha battuto Bin Laden al foto finish
> allo scadere del 2001. Ognuno ha agito per i suoi indigesti ideali e
> purtuttavia nessuno dei due rivendica a fronte alta la paternità delle
> stragi: la violenza è concepita come sacra necessità o come lezione da
> dare all'avversario, al nemico, al cattivo, ma a farne le spese è
> stato sempre il poveraccio, il malcapitato, l'ignaro bersaglio. Oltre
> seimila individui sono stati macinati in questo tritacarne
> ideologico-bellico del 2001; la retorica nostrana ha scelto di
> commemorare una schiera di morti di serie A (da una parte) e di
> compilare un'ignota statistica di serie B (dall'altra).
>
> Ma attenzione: siamo solo agli inizi di una guerra infinita che
> proietta già nel 2002 le sue ombre e rischia di contagiare India e
> Pakistan, con i rispettivi arsenali nucleari. Bush - che ha
> rivendicato il diritto a far guerra per colpire il terrorismo -
> difficilmente riuscirà a dare il buon esempio all'India che vuole
> colpire il terrorismo addestrato in Pakistan e che ha fatto strage con
> un attentato contro il parlamento indiano.
>
> C'è poco di che augurare "buon 2002" al popolo della pace: abbiamo
> scelto di non fare gli auguri.
>
> Ci lasciamo non con l'ottimismo ma con un impegno: quello resistere e
> lottare ancora di più con la nonviolenza.
>
> Dobbiamo continuare a raccogliere attorno alle idee di pace una
> consistente fetta del popolo italiano, pssibilmente la maggioranza,
> così come è stato per il 2001.
>
> Per questo chiediamo a tutti i volontari che si sono registrati nel
> database di PeaceLink di non mollare e di perseverare.
>
> Chiediamo che si incontrino a gennaio - provincia per provincia - e
> stilino un programma di lavoro per il 2002. La guerra non è finita. E'
> invece giunto il momento per non farci cogliere impreparati quando
> riesploderà potentemente il conflitto armato, ovunque proietti la
> propria virulenza.
>
> Due consigli ai volontari della pace: raccogliere e-mail e fare la
> mappa del movimento pacifista nelle propria provincia. Ognuno raccolga
> almeno 10 e-mail dei amici della propria provincia e li informi delle
> iniziative che insieme preperaremo: in tal modo passiamo da 300
> volontari a 3000 persone informate, mica poco. Attendiamo inoltre dai
> volontari una mappa, provincia per provincia dei movimenti che operano
> per la pace e la nonviolenza. Dobbiamo radicarci e perciò vogliamo
> scrivere a più mani - assieme a voi - un libro con la rete nonviolenta
> dell'arcipelago pacifista. Il 2002 dipenderà anche da noi e se ci
> sapremo fare non potrà prescindere dalla volontà di chi vuole la pace.
> Il fuoco di Hiroshima sia portato in alto dagli uomini di buona
> volontà perché non divampi mai più.
>
> Alessandro Marescotti
> presidente di PeaceLink
>
>
> ----------------------------------------------------------------------
> ----------------- (1) http://www.peace2001.org e-mail:
> imamurak@pf.catv.ne.jp L'intervento di Kazuhiro Imamura è sul web di
> PeaceLink all'indirizzo:
> http://www.peacelink.it/webgate/news/maillist.html
>
>
"Non temo le parole dei violenti,
mi preoccupa molto il silenzio degli onesti" (M.L.King)