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Repressione in Turchia
Del Mondo Kurdo
anno 2 - numero 3
Bollettino settimanale a cura dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia
Via Quintino Sella 41, int.9, 00167, Roma tel. 06 42013576 fax. 06 42013799
www.kurdistan.it, uiki.onlus@tin.it
Le paure del MGK… Ozgur Politika, 29 novembre 2001
Il MGK (Corte per la Sicurezza dello Stato) ha recentemente tenuto una riunione per fare il punto sul percorso intrapreso dal PKK, verso la sua definitiva affermazione politica. Il MGK, con questa sua riunione, ha indirettamente riconosciuto la bontà della nuova linea politica del PKK che sta rapidamente divenendo una forza politica con un grande riconoscimento popolare, come la recente organizzazione di massa della Serhildan dimostra. Anche l’Hadep, secondo le indicazioni del MGK, deve essere visto come un frutto della politica del PKK.
Il MGK ha chiesto al governo di prendere delle urgenti misure per controbattere questa inaspettata situazione. La linea indicata dalla Corte prevede la nomina di un incaricato speciale del governo con delega per il sud-est, che si impegni a promuoverne lo sviluppo socio-economico per togliere così consenso al PKK. Tale misura è stata concordata sia dalla parte militare, che da quella civile della Corte.
Repressioni contro i prigionieri politici del PKK…Ozgur Politika, 29 novembre 2001
I detenuti politici del PKK, nelle carceri di Adiyaman e di Konya fanno sentire la loro voce. La fanno sentire denunciando le recenti pressioni e violenze, alle quali sono sottoposti.
I detenuti di Konya, tramite le loro famiglie, hanno presentato un comunicato alla Corte di Giustizia. Denunciano che dal 13 novembre è stato loro applicato il regime di isolamento e che gli sono stati negati tutti i diritti residui dei quali potevano godere. La situazione, secondo i detenuti, è dovuta all’arrivo nel carcere di un nuovo direttore, Necmi Uçler, proveniente dal carcere di Cankri, che adotta una linea durissima e arbitraria coi carcerati. Da quando Uçler dirige le carceri, secondo quanto riferisono i prigionieri, sono stati annullati tutti i diritti, da quello di leggere il giornale (anche della stampa ufficiale) al diritto allo sport, passando per il diritto alla saluta, violando ogni diritto fondamentale. Gli orari di ricevimento con la famiglie dipendono dalla volontà delle guardie e tutte le cose che le famiglie portano loro sono sequestrate dalle stesse guardie carcerarie. Le merci a disposizione negli spacci interni al carcere vengono vendute a prezzi due, tre quattro volte superiori al prezzo normale. “Vogliono educarci con la fame”, è il commento dei detenuti.
La situazione è simile ad Adiyaman dove i detenuti di tipo-E hanno fatto appello alla Corte di Giustizia contro la repressione della polizia. Le celle sono al buio e senz’acqua. Anche qui è impedito ai parenti il diritto di visitare i propri cari.
Ancora repressioni contro l’Hadep
Proseguono gli arresti degli esponenti dell’Hadep. L’ultimo ad essere stato arrestato è Eyup Tanis, esponente dei giovani dell’Hadep, segretario del distretto di Silopi. A Van sono invece stati arrestati Nesim Akin, suo fratello Memduh e altri quattro esponenti dell’Hadep, dei quali però non sono stati resi noti i nomi. (KurdishObserver, 18 novembre 2001)
Continuano le violenze nei confronti dei membri e delle sedi dell’Hadep. Il primo assalto si è avuto a Harbye, dove un certo Zeki Genç è entrato con una pistola e con un coltello nella sede locale dell’Hadep ed ha minacciato i presenti ferendo Cemal Kilikli, ex Presidente del distretto di Tuzla. Per giustificare il suo gesto, Genç ha detto di aver così voluto vendicare il fratello, morto soldato durante la guerra contro il PKK. Un secondo assalto si è avuto a Sisli dove è stato ferito alle gambe un giovane esponente dell’Hadep. (KurdishObserver, 16 novembre 2001)
Dopo aver visitato insieme ad una delegazione di giuristi ed esponenti politici i membri dell’Hadep arrestati venerdì scorso, l’avvocato Oktay Bahadir ha inviato un documento di protesta all’ufficio del procuratore generale affermando di aver rilevato dei segni di tortura sul corpo di Aslan Kaya, esponente dei Giovani dell’Hadep. L’avvocato ha detto alla stampa: “Abbiamo chiesto di mandare il nostro assistito all’ospedale e abbiamo inviato un documento di protesta al procuratore generale”. (Flash Bulletin, 22 novembre 2001)
Si estende, in tutto lo stato, la repressione poliziesca contro gli esponenti dell’Hadep. Riportiamo gli episodi più rilevanti.
Batman: il Presidente dei giovani dell’Hadep di Batman, Sabri Korsu e Azim Sincar sono stati fermati senza motivo dalla polizia e poi portati in questura nell’ufficio apposito per i prigionieri politici.
Istanbul: a Zeytinburnu tre giovani dell’Hadep sono stati arrestati dalla polizia. Questi i loro nomi: Niyazi Baran, Umit e Idris Ozturk.
Maras: nell’Università di Sutçu Imam sono stati arrestati dei giovani studenti senza motivo. Sono Mehmet Savan e Faruk Kavabag.
Amed: la polizia ha attaccato la sede centrale dell’Hadep, sequestrando 23 libri del Presidente Ocalan, tra i quali la difesa per Strasburgo.
Dersim: a Dersim città e a Pertek sono state fermate 11 persone, di queste, 8 sono state arrestate. Tra i fermati di sabato scorso 3 sono stati arrestati e 2 rilasciati. (Ozgur Politika, 29 novembre 2001)
Il Parlamento europeo condanna la Turchia
Riportiamo i passaggi riguardanti la questione kurda presenti nella risoluzione del Parlamento europeo del 20 Novembre 2001 sull’adesione della Turchia all’Unione Europea:
§ Il Parlamento europeo invita il Consiglio a riesaminare la strategia di preadesione della Turchia all’Unione Europea, al fine di promuovere con più efficacia i diritti umani in quel paese. Per arrivare alla liberazione dei prigionieri politici e alla risoluzione della questione cipriota e della questione kurda.
§ Sottolineando l’importanza della sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani sull’affare “Sadak, Zana e altri”, condanna la Turchia per il modo col quale è stato portato avanti il processo agli esponenti del Dep e chiede alla Turchia, secondo quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo, l’immediata scarcerazione, senza condizioni, di Leyla Zana e di tutti gli altri esponenti del Dep.
Truppe iraqene nel Kurdistan meridionale…KurdishObserver, 20 novembre 2001
Non sono emerse notizie confortanti dall’incontro del 12 novembre scorso tra Saddam Hussein e i capi del Pdk. Il discorso di Saddam Hussein, diffuso dai media locali, è stato contemporaneo al dispiegamento di un ingente schieramento all’altezza del 36° parallelo. Secondo il giornale irakeno, diffuso anche nel Kurdistan del sud, “Hawelati” Hussein starebbe cercando di raggiungere un accordo con il Pdk e il Puk per prevenire un possibile attacco americano. Sempre secondo la stessa fonte stampa il leader del Puk avrebbe rifiutato il dialogo con il governo irakeno. Hussein ha concluso il suo intervento affermando che l’Iraq è pronto ad usare le armi contro coloro che rifiutano il dialogo con lui: “Il nostro desiderio è quello di risolvere le controversie col dialogo. Se ciò non sarà possibile useremo la spada dell’Iraq per imporre la legge”.
Operazioni militari a Dersim …KurdishObserver, 20 novembre 2001
L’operazione militare che l’esercito turco ha lanciato con circa 18.000 uomini e l’appoggio di elicotteri da guerra Cobra, nei distretti di Dersim, Elazig, e Bingol, è stata adesso portata nelle regioni di Ovacik e Hozat (Dersim) dove sono stati portati circa 5.000 uomini con supporto aereo dei Cobra. L’esercito turco ha motivato la sua decisione affermando che nella zona sono state registrati dei movimenti dei guerriglieri del PKK. A questo proposito, sono stati arrestati tantissimi abitanti della regione accusati di aver dato sostegno logistico e aver portato cibo e vestiti agli uomini delle Forze di Difesa Popolare.
La KON-KURD..... (Confederazione delle Associazioni Kurde in Europa), aderisce allo sciopero della fame proposto dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, il 14 dicembre per la pace nel mondo.
Stiamo vivendo una situazione di pericolo, con la guerra che rischia di distruggere le speranze di pace dell’umanità. L’iniziativa del Santo Padre, che mostra la profondità della sua coscienza e la grandezza del suo coraggio, trova tutto il nostro sostegno. Il 14 dicembre sarà un momento importante che indicherà un’alternativa nuova alla cieca violenza della guerra. Solo con lo sviluppo di una nuova coscienza si può sconfiggere la logica della guerra. Quest’iniziativa ci spinge a continuare lungo il percorso dell’unità e della fratellanza. Alla luce di tutto ciò, a nome del popolo kurdo, che ha sofferto sulla sua pelle la violenza della guerra, chiediamo a tutto il nostro popolo di partecipare con gioia e convinzione allo sciopero della fame del 14 dicembre.