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Difesa Costituzione



Al Presidente della Repubblica
On. Carlo Azeglio Ciampi
Palazzo del Quirinale
00186 Roma

e p.c. agli Organi di informazione

Oggetto: Difesa della Costituzione


Signor Presidente,

abbiamo letto e ascoltato, su giornali e alle televisioni, i Suoi inviti
a difendere la Costituzione, a sentirci uniti come italiani, ad esporre
il tricolore. Ma siamo seriamente preoccupati perché:
1) non riusciamo a capire il Suo modo di interpretare la Costituzione,
almeno così come presentato dai mass-media;
2) l'Italia è entrata in una guerra che, come le altre guerre, sarà una
inutile strage e che ci appare una chiara violazione della Costituzione
della Repubblica Italiana.

Siamo perfettamente d'accordo con Lei sull'esigenza di difendere la
Costituzione, e anche l'unità di un'Italia che sia effettivamente
fondata su quegli alti valori contenuti in essa. Ma noi credevamo, e
crediamo ancora, che la nostra Costituzione sia legata ai valori
democratici derivati dalla Resistenza antifascista, e non tanto, o non
solo, agli ideali del Risorgimento; e non certo ai comportamenti dei
figli della Repubblica di Salò. Ci sembra evidente che l'Assemblea
Costituente volle consapevolmente contrapporsi alla cultura della guerra
e fondare la Repubblica Italiana sui princìpi sacrosanti della allora
nascente Organizzazione delle Nazioni Unite.

Ma allora, Signor Presidente, perché l'Italia del 2001 è entrata in
guerra? E perché questa decisione è stata presa con tanta enfasi, con
tanta insistenza, con la palese aspirazione di molti a fare dell'Italia
la prima della classe? Dobbiamo battere il terrorismo o vincere un
orribile campionato del mondo della morte?
La Sua risposta, e anche la nostra e quella della stragrande maggioranza
degli italiani, è che dobbiamo battere il terrorismo. Ma noi siamo
convinti che nessuna guerra, tanto meno questa, potrà battere veramente
il terrorismo: al contrario, lo alimenterà e farà allargare e aumentare
le guerre e le violenze. Ma comunque, quel clima di euforia da parte di
ministri, militari, politici e mass media, questa cieca e impaziente
adesione ad una pericolosissima avventura, ci dà l'impressione molto
spiacevole che la lotta al terrorismo sia solo un pretesto per ben altri
e inconfessabili fini (affari? Petrolio?). E' lo stesso clima del famoso
discorso di Mussolini delle "decisioni irrevocabili", che fece
precipitare l'Italia nella rovina della Seconda Guerra Mondiale. Ciò non
ha assolutamente nulla a che fare con la nostra Costituzione
democratica.

Nella quale, poi, l'art. 11 parla molto chiaro:

"L'Italia ripudiala guerra come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.".
E' uno dei princìpi fondamentali, nel quale moltissimi italiani hanno
creduto a tal punto da dichiararsi  obiettori di coscienza al servizio
militare e alle spese militari, e a chiedere ed ottenere (legge 230 del
1998) che in Italia venisse istituita la difesa civile non armata, per
consentire ai cittadini di difendere la Patria (non altri interessi
fuori dall'Italia) con sistemi non armati. La Corte Costituzionale ha
riconosciuto pari validità, tra servizio militare e servizio civile, ai
fini della difesa della Patria.

Anche il terrorismo è una delle tante controversie internazionali e la
Costituzione dice che dobbiamo affrontarla con mezzi diversi dalla
guerra. L'art. 11 è una norma di altissima civiltà che ora viene
calpestata, e che invece potrebbe essere applicata con convinzione, fino
in fondo (perché non viene adeguatamente finanziata la suddetta Legge
230/98 ?), e diventare una difesa più efficace contro i terroristi, da
affiancare ad azioni di polizia ed intelligence per arrestare e
processare i terroristi e al dialogo quotidiano con i popoli di diverse
culture per capire le ragioni della sofferenza e dell'ostilità verso
l'occidente, che porta alcuni gruppi di disperati ad essere reclutati da
criminali ricchi e noti ai servizi segreti.
La guerra contro l' Afghanistan, iniziata dagli USA come risposta al
terrorismo, si sta rilevando ogni giorno più disumana nei confronti dei
civili e delle organizzazioni umanitarie e sempre più inutile e
controproducente al fine di combattere il terrorismo; distrugge perfino,
e volontariamente, le strutture dell'ONU, uccidendone il personale!

Perciò, Signor Presidente, per difendere la Costituzione e ricostruire
la pace, noi esporremo la bandiera tricolore solo accanto alla bandiera
arcobaleno della pace e ci impegneremo nella ricerca del dialogo
con il mondo islamico (ingiustamente associato ai terroristi) e nella
eliminazione di tutte le ingiustizie e le disuguaglianze di cui
purtroppo (siamo sinceri!) anche il nostro Paese si è reso responsabile,
essendo tra i sette più ricchi del mondo.
Non possiamo invece sentirci uniti a chi vuole a tutti i costi che
l'Italia partecipi alla guerra. E questo non vuol dire che siamo dalla
parte dei terroristi. Vuol dire che siamo disposti a lottare anche
rischiando la vita, ma senza armi. E non siamo i soli a pensarla così,
vista la massiccia partecipazione alla recente manifestazione nazionale
contro la guerra di sabato 10 novembre a Roma.

Le chiediamo quindi un atto di vero coraggio nel fermare questa spirale
di guerra, che non risolverà il problema del terrorismo e dunque non
difenderà nessuna libertà e nemmeno la nostra Costituzione.

Per il CAMPOBASSO SOCIAL FORUM
Piergiorgio Acquistapace
Loredana Costa
Giovanna Di Soccio
Gianluigi Giuliano

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